Altri contenuti

 

LA RIPRODUZIONE DEGLI UCCELLINI (canarini, bengalini, padda ecc.)

Vi fornirò dei suggerimenti che possono essere applicati a molti piccoli uccellini da gabbia e da voliera

Generalmente si comincia con l’acquistare un solo uccellino maschio per finire poi facilmente a possedere una o più coppie. E difficile resistere alla tentazione di riprodurre uccelli in cattività, In realtà l’allevamento di molti piccoli uccellini non presenta molte difficoltà se si tengono presenti alcune norme essenziali.

DISTINZIONE DEI SESSI

La differenziazione dei sessi basata sull’osservazione di diversità anatomiche non è sempre facile ed è comunque più agevole nel periodo degli amori. Nei maschi la zona che circonda la cloaca pare più turgida e le piume circostanti appaiono più lunghe che nelle femmine. La femmina presenta tale zona più arrotondata. Quando la differenza non è chiara è opportuno tentare di riconosce­re il maschio dalle qualità canore. Le femmine, infatti, non possiedono un vero canto, ma emettono generalmente solo cinguettii.

QUALITÀ DEI RIPRODUTTORI

a)perfetto stato di salute;

b)la femmina deve presentare il ventre con poche piume, non appiattito e privo di chiazze rosso-violacee;

o)devono essere abituati ad alimentarsi anche con pastone prima dell’inizio dell’allevamento;

d)l’età dei riproduttori deve essere adeguata usare preferibilmente soggetti giovani

Link sponsorizzati

QUANDO ACCOPPIARE

Sarà opportuno non effettuare gli accoppiamenti prima della fine di marzo. Prima di tale periodo difficilmente i riproduttori saranno pronti e qualora avvenisse la posa e la schiusa delle uova incontrerànno maggiori difficoltà nell’allevamento: per il freddo resteranno a lungo nel nido senza nutrire i piccoli e comunque potranno giovarsi di un periodo di luce piuttosto breve, mentre d’altra parte i piccoli non possono restare più di dodici ore senza mangiare.

AFFIATAM ENTO

Alcuni allevatori usano mettere il maschio insieme alla femmina senza preventivo periodo di affiatamento. Talora l’accoppiamento avviene senza problemi, ma altre volte alcuni tipi di uccelli dimostrano di non tollerarsi.

SISTEMI DI ACCOPPIAMENTO

Esistono diversi modi di accoppiare i nostri pennuti. Accenne­remo a quelli più frequentemente usati dagli allevatori.

A coppie singole: un maschio serve per una sola femmina. La coppia rimane sempre insieme dalla sua formazione alla fine della stagione di allevamento. E il sistema che rispetta maggiormente le regole della natura e i risultati sono sempre buoni e superiori a quelli ottenibili con altri metodi di accoppiamento. Molti maschi oltre a nutrire la femmina nel nido, covano essi pure quando la femmina esce temporaneamente dal nido e la aiutano poi ad allevare i piccoli. Può però verificarsi il caso che il maschio non sia un buon allevatore e disturbi la femmina. In tal caso è meglio levare il maschio subito dopo la deposizione delle uova e lasciare alla sola femmina l’intero compito dell’allevamento. Altro inconve­niente di questo metodo potrebbe essere dovuto al fatto che la femmina, stimolata dalla presenza del maschio, desideri formarsi un nuovo nido prima dello svezzamento dei piccoli sospingendoli a volte anzitempo fuori dal nido. Il proseguimento dell’allevamento sarà allora affidato al solo maschio, sempre che esso si dimostri un buon allevatore. Alcuni usano disporre nella gabbia da cova un secondo nido che può essere utilizzato dalla femmina in simili evenienze.

Femmine sole: un maschio serve per molte femmine. Il metodo consiste nel tenere ogni femmina sola in una gabbia. Essa riceverà il maschio solo al momento dell’accoppiamento e rimarrà poi da sola fino all’avvenuto svezzamento, Il maschio verrà introdotto nella gabbia della femmina alla sera per circa 15/20 minuti, tutti i giorni, fino alla fine della deposizione delle uova (si ritiene comunque sufficiente che esso sia introdotto fino alla deposizione del terzo uovo). Ogni maschio può servire contemporaneamente per tre femmine. Anche questo metodo dà risultati soddisfacenti ed è spesso usato dagli allevatori.

Altri metodi

È possibile anche accoppiare un maschio con più femmine tenendoli tutti nella stessa gabbia; in questo caso il maschio si dedicherà però ad aiutare solo la femmina preferita. Si possono ancora tenere maschi e femmine in una stessa voliera. Con questo metodo si verificano facilmente lotte, distruzioni di nidi, abbandono del nido proprio e invasione del nido altrui, abbandono precoce dei piccoli...

LA PREPARAZIONE DEL NIDO

Esistono in commercio modelli di nido e portanido applicabili all’esterno della gabbia oppure all’interno a seconda delle preferenze dell’allevatore. E indispensabile comunque che siano sempre di materiale facilmente lavabile e disinfettabile. Il portanido esterno è forse più pratico perché facilita le pulizie. Le gabbie andranno situate in un ambiente un po’ riparato dai raggi diretti del sole o ricoperte da un panno preferibilmente verde. Il materiale da fornire alle femmine può essere vario:ovatta, fili di lana, paglia o altro. All’inizio è meglio non fornire molto materiale perché la femmina è solita sprecarlo trasportandolo da una parte all’altra della gabbia, oppure nel cestello di vimini per poi rovesciare tutto sul fondo della gabbia. Si fornirà materiale in abbondanza solo quando dimostrerà di essere veramente intenzionata a costruire il nido.Per evitare che trascini l’imbottitura del nido sul fondo della gabbia alcuni usano fissarla mediante legature di filo o graffette. È consigliabile spargere tra il cestello di vimini e il portanido o tra il nido e l’imbottitura una polvere antiparassitaria specifica per allontanare il pericolo delle infestazioni da acari.Alcune femmine si manifestano incapaci alla costruzione del nido, pur rivelandosi poi buone covatrici e nutrici. In tal caso l’allevatore si sostituirà nella costruzione del nido.

LA DEPOSIZIONE E LA COVA

Dopo qualche giorno dalla definitiva preparazione del nido inizierà la deposizione delle uova. Solitamente uno al giorno per un totale di 3/5 uova anche se le eccezioni non sono rare. Talora tra il primo e il secondo uovo trascorrono due giorni; in tal caso il primo uovo sarà con tutta probabilità non fecondo. La deposizio­ne di un solo uovo è segno di imperfetta salute. Talora è fatto occasionale ed è seguito dopo una decina di giorni da una deposizione regolare. Può anche succedere che la femmina, specie se alla sua prima esperienza, deponga le uova sul fondo della gabbia, pur avendo preparato il nido.

Tale comportamento anomalo tende a scomparire alle successive deposizioni. Se le uova non sono state rotte si può tentare di metterle delicatamente nel nido, sperando che la canarina decida di iniziare la cova nel suo posto naturale, o affidarle ad altra canarina che già stia covando. Qualche volta si trovano nel nido dei frammenti di guscio al posto delle uova. Se il responsabile è il maschio, questi va subito allontanato; se è la femmina si può ritentare la deposizione dopo aver opportunamente provveduto a fornirle una dieta completa, dato che il disturbo dipende spesso da carenze alimentari. Se anche dopo questo tentativo il fatto si ripete, essa andrà esonerata dall’allevamento. Dopo la deposizione segue la cova per una durata di giorni che dipende dalla specie. Durante il periodo della cova alcuni allevatori sconsigliano la somministra­zione di verdure e preferi­scono quella di frutta. Dopo una settimana circa è possi­bile guardare le uova, tenen­dole delicatamente agli estremi tra pollice e indice, contro una sorgente di luce (tale operazione vien detta «speratura»): le uova non feconde appaiono chiare senza aloni più scuri; le uova fecondate presentano una lieve ed omogenea opacità. Ricordiamo ancora che è opportuno continuare a for­nire la vaschetta del bagno perché le piume bagnate contribuiscono a mantene­re il giusto grado di umi­dità sulla superficie delle uova in incubazione. Alla fine della cova i piccoli nasceranno alla distanza di un giorno uno dall’altro con il pericolo che l’ultimo nato venga schiacciato dai compagni o malnutrito dalla madre. Per evitare tale inconveniente alcuni allevatori consigliano di sostituire le uova ogni giorno con delle uova finte fino alla fine della deposizione. Le uova vere si possono conservare in un contenitore imbottito di ovatta e rivoltate ogni giorno. Al termine della deposizione vanno tolte le uova finte e rimesse quelle vere, Il sistema riferito viene attuato per ottenere delle schiuse simultanee come avviene di solito in natura; ciò perché gli uccellini in cattività tendono a iniziare la cova subito dopo la deposizione del primo uovo contrariamente alle femmine che vivono allo stato libero. Chi desidera non effettuare questa operazione si limita ad aggiungere al momento della schiusa un uovo finto. L’ultimo nato non sarà così schiacciato dai fratelli perché in basso ci sarà sempre il finto uovo.

LA SCHIUSA

Normalmente dopo il periodo di cova avviene la schiusa; se ciò non accade bisogna attendere 1 o 2 giorni prima di concludere che la cova è fallita. Talvolta si verifica che alcune cause (materiale del nido poco adatto, ambienti troppo secchi, stagione calda...) provocano l’indurimento del guscio e della membrana dell’uovo con l’impossibilità per il nascituro di uscire. Per ovviare a questo inconveniente è opportuno spruzzare delicata­mente le uova con acqua tiepida nei due giorni che precedono la schiusa.Il momento della schiusa è molto delicato e capita talora che il piccolo non riesca a uscire dall’uovo nonostante l’abbia già forato. In tal caso è possibile solamente allargare un po’ il foro servendosi di uno stuzzicadenti; volere aiutare ulteriormente il piccolo significa soltanto favorire la morte.

LA CRESCITA DEI NIDIACEI

In questa fase é compito dell’allevatore controllare che tutto proceda bene senza interferire eccessivamente nel lavoro della nutrice.Si dovrà curare un’alimentazione completa fornendo anche verdura fresca a partire dal secondo o terzo giorno dalla nascita. Non dovrà mancare il pastone. La pulizia dovrà essere molto accurata. Se si nota la presenza di un piccolo morto nel nido esso andrà immediatamente asportato. Se inavvertitamente uno dei genitori avrà fatto cadere un piccolo sul fondo della gabbia e se avrete la fortuna di avvistarlo in tempo potrete salvarlo rimettendo­lo nel nido dopo averlo delicatamente riscaldato con l’alito tenendolo nel palmo della mano.Verso il 6-7 giorno i piccoli apriranno gli occhi. E a questa età che si può procedere a inanellare l’uccello Verso il 13/14 giorno la maggior parte delle femmine non rimane più sul nido a covare i piccoli neppure alla notte. Verso il 18 giorno i piccoli sono completamente rivestiti di piume e cominciano a porsi sull’orlo del nido. Al 2O giorno lasciano il nido pur necessitando ancora dell’imbeccata dei genitori. Verso il 26/28 giorno sono in grado di alimentarsi completamente da soli. Verso il 35 giorno possono essere separati dai genitori.