MALATTIE DEI PESCI
Tipico esempio di
malattia virale, si manifesta con la comparsa di nodosità isolate oppure con
proliferazioni verrucose a livello del corpo e delle pinne. Il contagio può avvenire per
il tramite degli ectoparassiti. Non esiste terapia; tutt'al più è possibile, nei pesci
di elevato valore economico con lesioni boccali che impediscono I'alimentazione, asportare
i tubercoli, previa anestesia, con azoto liquido. I pesci colpiti devono essere isolati
fino a guarigione avvenuta. Il decorso è in genere benigno.
Necrosi
delle pinne
Causata
da più agenti batterici, è una tipica malattia legata all'ambiente e allo stato di
stress. Può colpire qualsiasi specie. Compare solita mente dopo il trasporto o in seguito
alI'immissione in acquari popolati da specie eterogenee riguardo il comportamento e la
taglia. L'insorgenza è caratterizzata da piccole irregolarità lungo il margine delle
pinne. In breve tempo intervengono fenomeni necrotici che, se non curati, portano alla
scomparsa delle pinne e del peduncolo caudale. I migliori risultati terapeutici si
ottengono con bagni medicati di ossitetraciclina alla dose di 25 mg/L ripetuti per 5
giorni consecutivi.
Foruncolosi
Causata
da un batterio, l'Aeromonas salmonicida, è tipica degli acquari sovrappopolati e in
precarie condizioni igienico-sanitarie. L'agente patogeno è veicolato dall'acqua. È
possibile una forma acuta, caratterizzata da improvvisa mortalità e dall'assenza di
sintomi esterni e una forma cronica in cui compaiono i tipici foruncoli cutanei purulenti
degeneranti in ascessi. Solitamente la zona più colpita è quella adiacente le pinne
pettorali. La terapia si basa sull'uso di ossitetraciclina in bagno o per os e di
sulfamidici.
Malattia
cutanea degli Anabantidi
Anch'essa
provocata da un batterio, Pseudomonas fluorescens, colpisce prevalentemente gli
Anabantidi; è stata segnalata anche nei Caracidi e nei Ciclidi. Di solito con esito
infausto, è riconoscibile dalla comparsa di macchie sia bianche sia rosso sangue lungo
tutto il corpo. Non esiste un trattamento efficace.
Malattia
batterica renale
Sono
colpite pressoche tutte le specie. L'evoluzione è lenta e si manifesta essenzialmente con
astenia e dimagramento generale con aumento del volume dell'addome per accumulo di liquido
(ascite). AII'autopsia i reni presentano zone di necrosi. Antibiotico d'elezione è
I'eritromicina.
Malattia
branchiale
L
'agente infettante è un micobatterio. Fattori predisponenti SONO la sovrappopolazione e
I'accumulo di deiezioni con con seguente aumento di ammoniaca e irritazione dell'epitelio
dei fila menti branchiali: I pesci colpiti diventano apatici e cessano di alimentarsi. I
filamenti branchiali si inspessiscono, diventano edematosi con piccole chiazze
emorragiche. Se' non si interviene in tempo la funzionalità branchiale è compromessa e
sopravviene la morte per asfissia.
Saprolegnosi
Malattia
causata da funghi che si sviluppano su materiale organico in decomposizione; le ferite
cutanee ben si prestano come terreno di
coltura.
I filamenti fungini invadono le cellule dell'epidermide penetrando in profondità fino a
raggiungere anche il tessuto muscolare. Sintomo inconfondibile è la presenza sulla
superficie cutanea di velature di aspetto cotonoso con tendenza a estendersi in breve
tempo anche in seguito all'esigenza del pesce di sfregarsi contro ogni ostacolo per la
sensazione di fastidio provocatagli dalla micosi. Il trattamento può essere sia locale,
con pennellature di alcool iodato, sia generale, per mezzo di bagni di cloruro di sodio al
3% o di verde malachite. In ogni caso va sempre evitata la manipolazione non corretta dei
soggetti sani; asportando per abrasione il muco le possibilità di infezione aumentano
notevolmente!
Ictiosporidiosi
Micosi ben più grave della precedente, colpisce gli organi interni (fegato, strato muscolare profondo, cervello, ecc.) portando a morte l'animale colpito, in breve tempo. La diagnosi presenta notevoli difficoltà essendo i sintomi comuni ad altre malattie. In un primo tempo l'animale colpito presenta Dimagramento e facile affaticabilità in breve le soste sul fondo dell'acquario diventano più frequenti e non di rado si sommano ad una difficoltà nel nuoto con perdita dell'equilibrio. Anche la cute può essere interessata e in tal caso presenta lesioni di tipo ulcerativo. Data la mancanza di farmaci efficaci e la trasmissione dell'ictiosporidio da pesce a pesce attraverso il mezzo acqueo, l'unica possibilità che rimane allo sfortunato acquariofilo è la 'messa in secco della vasca con totale distruzione di pesci e vegetali.
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Ictioftiriasi
L'agente
causale è un protozoo di piccole dimensioni (0,5-1 mm) in grado di spostarsi nell'acqua
autonomamente grazie a numerose 'ciglia' con funzione propulsiva. Il temuto bersaglio di
elezione è costituito dalla cute dove si incista provocando tipiche lesioni biancastre e
rilevate simili a un chicco di riso. 13iunta a maturazione, la cisti si apre lasciando
liberi i nuovi parassiti che a loro volta penetrano nella cute di altri pesci. L
'ictioftirio è molto sensibile alla formalina e al verde malachite, per cui con tratta
menti ripetuti è possibile eliminarlo in modo definitivo.
Examitiasi
Non
frequente come la precedente, viene riportata in queste brevi note quale esempio di
parassitosi intestinale. Il protozoo in questione, I'Hexamita, solitamente è introdotto
nelI'acquario sia veicolato col cibo sia tramite i vegetali. Ingerito dall'ospite si
moltiplica nel suo intestino e viene poi espulso con le feci nell'ambiente. Anche in
questo caso la sintomatologia non è sufficientemente specifica per permettere una
diagnosi precisa. L'anoressia e il dimagramento accentuato possono far sospettare la
presenza del parassita, riscontrabile in ogni caso solo per mezzo dell'esame delle feci.
Come terapia farmaco d'elezione è il Carbazone somministrato con l'alimento alla
concentrazione dello 0.2%.
Argulosi
Altra parassitosi presente in acquario quanto nelle acque libere, è sostenuta da un
piccolo crostaceo, I' Argulus. Dotato di appendici atte ad ancorarsi al corpo del pesce,
provoca un'intensissima irritazione con conseguente prurito. I pesci colpiti sono allora
mantenuti in uno stato di perenne agitazione e tenteranno di liberarsi del parassita con
continui sfregamenti contro ogni possibile ostacolo, fino a procurarsi ferite anche
profonde. Lo scadimento dello stato generale dovuto allo stress fa sì che il pesce
parassitato sia quanto mai recettivo a germi di irruzione secondaria. Se I'infestazione
non è massiva si può tentare di