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Melo -  Malus. 

Melo - Malus

Melo  (Malus) - Foto tratta da: www.millernursery.com

Vari sono i significati attribuiti ai fiori del melo, ma il più gentile è senza dubbio quello riportato da un piccolo manuale francese, datato 1824, dove si legge: "Le corolle del melo, delicate e fragili, dalla breve durata, che appaiono al primo timido sole, sono il simbolo dei teneri approcci".


Storia.

Il nome scientifico Malus riprende l'antica denominazione latina data al melo da frutto ed estesa poi a tutto il genere.
Le prime notizie sulla coltura dei meli risalgono a oltre mille anni prima di Cristo; pare che a quel tempo questi alberi da frutto fossero particolarmente apprezzati in Asia ed Egitto, mentre in Grecia la loro diffusione risale soltanto al V secolo a.C.

Più radi, vari scrittori latini parlarono ampiamente della coltura del melo e Plinio ne elencò oltre trenta varietà indicandone per ognuna l'epoca di maturazione e le caratteristiche di sapore degli "straordinari frutti".
Il melo è senz'altro i frutto più diffuso del mondo e il primato di produzione spetta agli Stati Uniti, seguiti da Francia, Germania, Inghilterra, Svizzera e Italia.


Descrizione.

La famiglia: Rosacee.
Il genere comprende circa 30 specie.
L'origine: Europa, Asia, America settentrionale.
L'aspetto: alberi o arbusti dalla forma tondeggiante.
Le foglie sono caduche, ovali, talvolta palmate o lobate, con margini seghettati; il colore è di solito verde vivo.
I fiori solitari o riuniti in mazzi, sono generalmente composti da cinque petali; possono essere bianchi o bianco-rosati, rossi o rosa-cremisi, semplici o doppi.

La fioritura può avvenire in aprile o in maggio.
I frutti sono sferici oppure ovoidali, di diversa grandezza e in vari colori: dal giallo al rosa, al rosso; giungono a maturazione completa in autunno.
L'utilizzazione: come pianta da frutto o come pianta decorativa per il giardino o il terrazzo, secondo le specie; in quest'ultimo caso, si può coltivare anche in grandi cassette di almeno 60 cm di profondità e 70 cm di larghezza.

Esigenze e cure.

L'esposizione: in pieno sole o a mezz'ombra.
Il terreno deve essere ben lavorato, fresco, un po' umido, ricco di sostanze nutrienti di origine organica.
È bene ricordare innanzitutto che per avere un abbondante raccolto è indispensabile coltivare in uno stesso frutteto il maggior numero possibile di varietà, accorgimento che garantisce la fecondazione incrociata tra le varie piante e quindi assicura la fertilità dei fiori. Nei primi anni di vita i meli da frutto debbono essere potati, ma molto leggermente per non ritardare o limitare la produzione di frutti. Infatti, la potatura dona a queste piante un notevole vigore vegetativo, ma rallenta la formazione delle gemme da fiore e quindi pregiudica la successiva produzione di frutti.La potatura si effettua durante l'inverno, prima della ripresa vegetativa.

I meli da fiore

Tra le norme colturali riservate ai meli da fiore è molto importante la scelta del luogo in cui sistemare gli esemplari, tenendo conto che nelle regioni dell'Italia settentrionale la piantagione può avvenire in pieno sole, mentre nelle zone più calde è opportuno cercare per i meli una posizione parzialmente riparata dai raggi solari.

La potatura non è indispensabile, ma è consigliabile sfoltire la chioma in autunno, eliminando la vegetazione debole o malformata.
Le annaffiature devono essere almeno settimanali e abbastanza abbondanti, tali da conservare costantemente al terreno un discreto grado di umidità.
Sia in primavera che prima dell'inverno è consigliabile concimare con un buon prodotto organico in polvere oppure con letame.

Durante il periodo vegetativo sono di grande giovamento le annaffiature quindicinali con acqua ed estratto di alghe, da alternare alla somministrazione di un buon fertilizzante-colorante.

Volendo ottenere i migliori risultati da un punto di vista decorativo, è consigliabile allevare i meli a cespuglio piuttosto che ad albero.


Piantagione.

La piantagione si esegue in autunno e alla fine dell'inverno.
Per quanto riguarda le altre norme di piantagione e coltura è consigliabile attenersi a queste essenziali regole:
- il terreno deve essere lavorato i n profondità con buon anticipo sulla data di impianto, provvedendo a una concimazione abbondante eseguita con letame
- la messa dimora si esegue dopo uno o due mesi dal dissodamento del terreno, scegliendo soggetti innestati di un anno; una volta interrate, le piante debbono essere tagliate a circa 70 cm dal suolo per favorirne il radicamento
- nella prima fase di vita, ossia prima che le piante siano entrate in piena fruttificazione, la nutrizione consiste soprattutto nella somministrazione primaverile di concimi di tipo azotato, che hanno lo scopo di stimolare la crescita e quindi contribuiscono alla rapida formazione della chioma
- quando i meli sono pienamente produttivi la concimazione azotata di fine inverno deve essere accresciuta con fertilizzanti fosfatici e potassici
- durante la primavera e l'estate è opportuno nutrire i meli anche per via fogliare, irrorandoli ogni 15-20 giorni con un buon concime fogliare solubile in acqua
- contro i vari nemici del melo bisogna intervenire tempestivamente; infatti, questi alberi da frutto sono particolarmente vulnerabili e debbono essere controllati molto di frequente per poter scoprire in tempo la presenza di eventuali malattie o parassiti e poterli combattere.

È tuttavia necessario accorciare i rami troppo lunghi o mal disposti per dare alla chioma una bella forma armonica e contenuta.


Moltiplicazione.

La moltiplicazione si effettua per seme (ma è pratica da riservare ai vivaisti) oppure per innesto; altrettanto raccomandabile la riproduzione per talea o per margotta da eseguire alla fine della fioritura-


I più decorativi.

Tutti i mieli da fiore producono una vera e propria massa di corolle, tuttavia vi sono specie più raccomandabili da un puto di vista ornamentale; fra queste segnaliamo le seguenti:
- M. pumila sin. M. communis: alta circa 10 m, ha rami quasi penduli, fiori bianco-rosa e frutti gialli o rossi secondo la varietà; interessanti sono la forma "nana" e i vari ibridi
- M. florentina: alta 6 m, ha fiori bianchi a mazzo ; i frutti, ovali, misurano poco più di cm di lunghezza e sono di colore giallo sfumato in rosso; in autunno il fogliame assume una bella tinta arancione particolarmente decorativa
- M. floribunda: alta anche 8 m, ha corolle riunite a mazzo che presentano una curiosa caratteristica ; rosse quando sono in boccio, diventano rosa all'aprirsi; i frutti, rotondi, hanno 2 cm di diametro e sono di color giallo
- M. baccata: alta anche 10 m, ha i fiori bianchi raccolti in ombrelle; i frutti, grossi come ciliegie, sono rosso vivo e servono a preparare ottime conserve e gelatine
- M. spectabilis: alta circa 8 m, ha fiori rosa molto belli e frutti gialli
- M. ioensis: alta 5-6 m, ha fiori bianco-rosa e frutti verde-giallo; ne esiste una varietà a fiori doppi intensamente profumati
- M. prunifolia: alta circa 5 m, ha fiori bianchi in ombrelle e frutti, piuttosto piccoli, gialli o rossi; molto decorativa è la varietà pendula dai frutti commestibili e molto profumati
- M. Eleyi: è in ibrido alto 7 m, di notevole bellezza; ha fiori di color rosso vino e frutti conici, rosso porpora, lunghi 2 cm e mezzo
- M. purpurea: è un ibrido alto circa 5m; le foglie sono rosso-porpora, i fiori color rubino e i frutti, piccoli come ciliegie, rosso cupo I meli da frutto


Le varietà che danno i frutti migliori.

Fra le molte varietà oggi in commercio, tutte derivate dalla specie M. communis, quelle che danno i frutti più apprezzabili per sapore e possibilità di conservazione sono le seguenti:
- Abbondanza: con buccia gialla striata di rosso
- Delicious: a frutti gialli macchiati di rosso, oppure interamente rossi
- Golden Delicious: di color giallo limone
- Renetta: verde-giallo, quasi sempre cosparso di puntini color ruggine
- Rome Beauty: dalla buccia giallo-verde sfumata in rosso
- Rosa mantovana: con frutti gialli soffusi di rosso vivo
- Jonathan: dalla buccia roso brillante
- Ruggine: presenta una tipica buccia, ruvida, color ruggine chiaro.

Scheda realizzata da Marco Finco