Kaki Diospyros.
Kaki Diospyros - Foto tratta da: www.lapalma-botanik.info
La pianta conosciuta nel nostro paese con l'esotico nome di kaki simboleggia la "resistenza" e, in particolare, "sentimenti duraturi" e "amore costante".
Forse questo significato deriva dalle qualità del legno di queste piante, legno assai pregiato e noto anche con i nomi di "ebano rosso", "ebano nero" e "ebano zebrato" secondo le specie.
Storia.
Il nome scientifico Diospyros significa "pianta degna della
divinità" e sta certamente ad indicare la squisitezza dei suoi frutti.
Il termine "kaki", che nell'uso comune viene utilizzato per definire
tutte le piante del genere Diospyros, è in realtà il nome giapponese della
specie nota appunto come D. kaki
I frutti di questa pianta hanno varie utilizzazioni: dalla polpa si ricava una
bevanda alcolica simile alla birra, mentre dai semi della D. virginiana si
ottiene, nei paesi d'origine, un surrogato del caffè.
Descrizione.
La famiglia: Ebenacee.
Il genere comprende circa 250 specie.
L'origine: Asia, Africa e America del Nord.
L'aspetto: piante arboree dalla chioma arrotondata.
Le foglie sono semplici, alterne, intere, di forma ovale con punta acuta,
leggermente pelose sulla pagina inferiore; il colore è verde vivo, lucente.
I fiori sono giallognoli e insignificanti.
I frutti sono bacche molto grosse e polpose, provviste di molti semi duri e
appiattiti (qualche varietà è "apirene" ossia priva di semi); i
frutti, che sono di sapore dolcissimo quando giungono alla piena maturazione,
sono di un bel color giallo- arancio o arancio vivo e sono caratterizzati dalla
presenza del calice formato da quattro sepali verdi e coriacei; la
fruttificazione avviene in autunno ma i kaki acquistano in dolcezza se rimangono
sull'albero fino all'inizio dell'inverno, ossia fin dopo le prime
"gelate".
L'utilizzazione: come pianta da frutto, ma anche come elemento
decorativo per giardini rustici, soprattutto se utilizzata in doppio filare ai
lati di un viale.
Esigenze e cure.
L'esposizione: in pieno sole o a mezz'ombra, in posizione riparata dai forti
venti; queste piante vivono e fruttificano abbondantemente nelle regioni
dell'Italia centro- meridionale, ma anche nel settentrione hanno buone probabilità
di resistenza, tanto è vero che un tempo se ne contavano vaste colture nel
bresciano.
Il terreno: normale da frutteto o da orto, poco compatto e
provvisto di buon drenaggio, non umido.
Le cure indispensabili consistono in somministrazioni mensili di
fertilizzante completo solubile da aprile a ottobre e in annaffiature
settimanali nelle dosi di un secchio di acqua per esemplare dalla primavera
all'autunno. Inoltre è consigliabile procedere a irrorazioni quindicinali,
anche preventive, contro varie infezioni crittogamiche, impiegando prodotti a
base di zineb. In particolare, per combattere la "mosca della frutta"
(Ceratitis capitata) che attacca con una certa facilità i Diospyros, si usano
con successo gli esteri fosforici.
Piantagione.
La piantagione si esegue dall'autunno alla primavera, secondo le
regioni, rispettando 6 m di distanza fra pianta e pianta.
Moltiplicazione.
La moltiplicazione si effettua per innesto della varietà preferita su piede
della D. virginiana, oppure per trapianto dei polloni che si formano al piede
delle piante. I kaki cominciano a fruttificare dopo quattro anni dall'impianto e
raggiungono il massimo della produzione verso i venti anni di età; la
produzione può essere anche di tre quintali per esemplare, tanto che spesso si
rivela indispensabile puntellare i rami per evitare che si spezzino sotto il
peso dei frutti.
Le specie più fruttifere.
D. kaki: è la specie più nota, importata dal Giappone; raggiunge vari metri
di altezza e comprende diverse varietà con frutti più o meno grossi, di vario
colore e con diversa epoca di fruttificazione.
D. lotus: conosciuta comunemente come "albero di S. Andrea"; vive
spontanea nel Veneto, nel comasco, nelle Marche e presso Napoli; i suoi frutti
sono molto dolci ma maturano assai lentamente.
D. virginiana: molto rustica, predilige climi tiepidi; i frutti sono piuttosto
piccoli, non più grandi di una ciliegia o di una susina, squisiti quando
giungono a piena maturazione, ossia all'inizio dell'inverno.
Scheda realizzata da Marco Finco