Giacinto - Hyacinthus.
Giacinto (Hyacinthus) - Foto tratta da: www.missouriplants.com
I profumatissimi fiori del giacinto esprimono una precisa quanto
categorica richiesta: "voglio un appuntamento".
Storia.
Veri e propri ambasciatori d'amore, impongono la propria
presenza all'attenzione di chi riceve l'omaggio floreale con gli splendidi
colori delle loro corolle, dal profumo intenso e persistente.
Il nome scientifico Hyacinthus deriva da due parole di origine greco-albanese:
"giak = purpureo, sangue" e "inthos = pianta".
Il significato etimologico del nome forse si ricollega alla leggenda greca
secondo cui Giacinto, un bellissimo fanciullo amato da Apollo, venne da questi
ucciso involontariamente durante una gara di lancio del disco.
Per aver un ricordo imperituro del fanciullo, Apollo fece
sbocciare dal suo sangue un bellissimo fiore, il giacinto.
Conosciuto sin dall'antichità, almeno per quello che riguarda le specie
spontanee del nostro Paese, si arricchì nel 1590 di una specie orientale da cui
derivano quasi tutti gli ibridi e le varietà oggi coltivati.
La scelta del nome viene attribuita a Linneo, che classificò queste piante nel
1737.
Descrizione.
La famiglia: Liliacee.
Il genere comprende circa 30 specie.
L'origine: Europa, Asia occidentale, Africa Tropicale.
L'aspetto bulbose con foglie a rosetta radicale.
Le foglie: strette e allungate, radicali, carnose.
I fiori sorretti da uno stelo carnoso, rigido, sono riuniti in una infiorescenza
a grappolo oppure a spiga, terminali; le corolle, profumatissime, hanno
solitamente sei petali ricurvi in fuori, carnosi, nei colori che vanno dal
bianco al rosa, dal celeste al viola, dal lilla al porpora, possono essere anche
"doppie".
La fioritura avviene in primavera, ma mediante forzatura dei
bulbi si possono avere piante in fiore già durante l'inverno.
L'utilizzazione: in giardino come bordura, macchia, aiuola; in vaso per la
decorazione di balconi e terrazze oppure per la fioritura invernale in
appartamento.
Esigenze e cure.
L'esposizione: in pieno sole o a mezz'ombra.
Il terreno: leggero, concimato con notevole anticipo sulla data d'impiego con
sostanze organiche, misto a ¼ di torba e ¼ di sabbia.
Piantagione.
La piantagione dei bulbi si effettua tra la fine di settembre e
la fine di ottobre.
Moltiplicazione.
La moltiplicazione si effettua per separazione dei bulbilli che
si formano attorno al bulbo principale; questi bulbilli, separati con
delicatezza e coltivati normalmente, danno i fiori al quarto anno di coltura; in
genere si preferisce acquistare ogni anno un certo numero di bulbi fresche
scegliendo tra le molte novità messe in commercio durante l'estate.
Coltura.
La coltura
dei giacinti segue le norme generali indicate per le bulbose, che comunque
possono essere così riassunte:
- i bulbi si interrano fra settembre e novembre, prima che il terreno venga
indurito dal gelo dell'inverno
- la distanza fra bulbo e bulbo in piena terra, non deve essere inferiore a 15
cm in ogni senso; coltivando in vaso si scelgano recipienti dal diametro di
12-15 cm per ogni bulbo; nelle cassette da geranio, lunghe circa 40 cm, possono
trovare posto anche 4 bulbi disposti "a scacchiera".
- la profondità di interramento dei bulbi non deve superare i 10 cm a
piantagione compiuta, ricoprire aiuole e bordure, vasi o cassette con foglie
secche o torba; questa precauzione si dimostra indispensabile soprattutto nelle
regioni dell'Italia settentrionale; lo strato protettivo deve essere rimosso
appena termina il gelo, ossia generalmente in marzo dopo la fioritura è bene
tagliate gli steli che portavano i fiori, diminuire le annaffiature e lasciare
che le foglie ingialliscano; quando queste sono completamente essiccate, si può
procedere alla rimozione dei bulbi, che dopo essere stati per qualche giorno
all'aria (non al vento) ad asciugare, vanno ripuliti delle radici e delle foglie
e riposti in una cassettina con torba o segatura, in locale fresco e buio.
La
coltivazione dei bulbi forzati per la fioritura di Natale può avere luogo, per
quanto riguarda i giacinti, in terra oppure in acqua, in speciali caraffe, o
anche in vasi a forma di ciotola muniti di coperchio forato il terriccio deve
essere sempre fresco al tatto, e mai troppo bagnato; infatti i giacinti (come
tutte le bulbose) non amano l'umidità eccessiva, anche se possono fiorire
normalmente in idrocoltura; i bulbi messi direttamente in acqua formano radici
di tipo "acquatico", che assorbono soltanto la dose di liquido
necessario alla vita della pianta, mentre gli altri esemplari piantati in terra,
e quindi forniti di radici "terrestri", se il suolo è eccessivamente
inzuppato, finiscono per trasmettere eccessiva quantità di liquido ai bulbi,
facendoli marcire n quando alla superficie del bulbo appaiono delle strane
incisioni circolari causate dal Tylenchus hyacinthi, un verme che costituisce il
più temibile nemico dei bulbi di giacinto, è necessario procedere alla
distruzione dei bulbi, bruciandoli.
I giacinti più coltivati.
H. orientalis: è il giacinto comune, ricco di moltissime varietà anche a
fiore doppio e semidoppio, profumatissimo; fiorisce a primavera (o in inverno se
i bulbi sono stati forzati) in vari colori.
H. orientalis var. albulus: detto "giacinto romano", presenta una
spiga non molto ricca di fiori, di tinta bianchissima e fiorisce prima della
specie H. orientalis n H. orientalis var. provincialis: o "giacinto
parigino"; produce una spiga piuttosto povera di fiori, caratterizzata da
toni di blu particolarmente vivi e brillanti in proporzione alle sfumature dei
fiori della specie H. orientalis.
H. azureus: a fiori blu-elettrico disposti in modo curioso rispetto allo
stelo, ossia perpendicolarmente, se ne conosce anche una varietà a fiori
bianchi.
H. romanus: o "campanelle romane"; fiorisce in aprile con fiori
azzurri o bianchi; questa specie è spontanea in Italia e forma spighe piuttosto
rade, ma di elegante portamento, con corolle a forma di campana, da qui
l'origine del nome volgare.
Scheda realizzata da Marco Finco