Gelsomino - JasminuM.
Gelsomino (Jasminum) - Foto tratta da: www.mgonlinestore.com
"Amabilità" e "sensualità" sono i simboli
ispirati dai fiori del gelsomino, ai quali si aggiunge la "purezza",
visto che in alcune regioni, fra cui la Toscana, le spose usano recarsi
all'altare portando una coroncina di bianchi e odorosi fiori di gelsomino.
Storia.
Il nome scientifico Jasminum deriva dall'antico vocabolo arabo Ysmin o Yzmin, che significa "fiore bianco". Sebbene in Cina questa pianta fosse conosciuta fin dal 300 d.C., è molto probabile che il Paese d'origine sia la Persia, in quanto la denominazione cinese "Yeh-hsi-ming" del gelsomino sembra una versione del suddetto permine arabo. Sconosciuto ai Greci e ai Romani, il gelsomino venne portato in Italia dai Turchi nel Quattrocento, mentre nel resto dell'Europa la sua diffusione avvenne solo nel Cinquecento dopo che il navigatore portoghese Vasco de Gama, tornando dalle Indie Orientali, ne portò in patria diversi esemplari. Fra le specie importate il J. Sambac, noto come "mugherino", vanta una storia. Fu coltivato per la prima volta da Cosimo I de Medici, che ne fece custodire gelosamente le piante nell'Orto Botanico dei Semplici, situato a Firenze.
Nel Seicento vi fu un vero e proprio boom di questa specie,
tanto che in Inghilterra e a Parigi si vendeva persino una costosissima pomata
al gelsomino, chiamata "burro al gelsomino", che veniva usata per
profumare il cuoio delle valigie e dei guanti.
Descrizione.
La famiglia. Oleacee.
Il genere comprende circa 200 specie.
L'origine: Europa, Asia, Africa, Arcipelago del Pacifico, sempre limitatamente
nelle zone caratterizzate da clima caldo.
L'aspetto: piante perenni arbustive, a forma di cespuglio, oppure con lunghi rami
flessibili, rampicanti.
Le foglie opposte o alterne, quasi sempre composte di foglioline ovali, ma
talvolta semplici, di forma elegante, ovale ma con la punta molto allungata, di
colore verde intenso.
I fiori possono essere solitari o in mazzetti, di colore bianco, giallo, rosa o
rosso con petali consistenti, talvolta carnosi; le corolle, spesso molto
profumate, hanno forma simile a una stella con petali più o meno arrotondati in
numero variabile da quattro a nove.
La fioritura avviene in diversi periodi dell'anno, a cominciare dall'inverno,
secondo le specie e il metodo di coltura.
L'utilizzazione: per la decorazione di giardini e terrazze, come piante
rampicanti (se coltivati in vaso hanno bisogno di recipienti ampi, profondi
60-70 cm e larghi 50-60 cm) e anche per la raccolta del fiore reciso allo scopo
di estrarne una preziosa essenza usata in profumeria; in Cina si aggiungono i
fiori del J. Sambac alle foglioline del tè per renderlo più aromatico.
Esigenze e cure.
L'esposizione in pieno sole Il terreno deve essere ricco di humus, ben nutrito
con letame o concime organico in polvere, mescolato a 1/3 di sabbia.
Per ottenere buoni risultati dalla coltivazione del gelsomino è
consigliabile avere alcune precauzioni;
ecco qualche suggerimento utile:
- nelle zone soggette a notevoli sbalzi di temperatura: come nelle regioni
dell'Italia settentrionale, i gelsomini prosperano se coltivati in posizione
riparata, per esempio a ridosso di un muro per difenderli dai venti freddi
- i tralci di gelsomino debbono essere fissati ai supporti con legatura di
rafia, eseguite con molta attenzione per non sciupare la corteccia o per non
spezzare i germogli più teneri
- le potature: anche energiche, vanno eseguite in autunno, dopo che la pianta ha
fiorito, per eliminare i rami vecchi e favorire la successiva fioritura sui rami
giovani
- le cimature: da eseguire prima della fioritura, hanno lo scopo di far emettere
alla pianta un maggior numero di corolle
- le annaffiature: non debbono essere eccessive, in genere basta annaffiare una
volta alla settimana se le piante sono da pien'aria, nella dose di 3-4 litri
d'acqua per esemplari ben sviluppati, oppure ogni 4-5 giorni se l'esemplare
viene coltivato in vaso.
Piantagione.
La piantagione si esegue in primavera.
Moltiplicazione.
La moltiplicazione avviene per talea legnosa in aprile, semilegnosa o erbacea in
agosto, per margotta in giugno e anche per innesto su J. Officinale, quando si
voglia riprodurre qualche pianta particolarmente rara.
Concimazione.
Deve essere somministrata al momento dell'impianto,
mescolando alla terra letame o fertilizzante organico in polvere; da marzo
all'autunno, ogni 15 giorni, è bene somministrare una miscela di acqua ed
estratto di alghe o di concime minerale solubile
- le irrorazioni: di acqua e di stimolante ormonico 66/F (5 gocce per litro)
sono consigliabili ogni 10 giorni, prima della fioritura
- le spruzzature: alle piante con acqua e zolfo ramato (4 g per litro) per
prevenire i danni del mal bianco si devono effettuare una volta al mese.
Parassiti e malattie.
Le invasioni di cocciniglie: sotto forma di scudetti bianchi o bruni, cerosi,
vanno combattute immediatamente con olio anticoccidico; eventualmente ripetere
l'operazione a distanza di una decina di giorni.
I gelsomini a fiore bianco.
- J. Officinale o "gelsomino bianco": rampicante lungo anche 15 m,
perde le foglie solo nelle regioni a clima molto rigido; le infiorescenze sono
formate da gruppetti di 3 o 5 fiori bianchi e profumatissimi; la fioritura
avviene copiosamente da aprile a giugno, per continuare in estate fino al primo
autunno
- J. Grandiflorum o "gelsomino di Spagna, Catalogno": semirampicante a
foglie caduche, non supera i 2 m di altezza; la fioritura dura da giugno
all'autunno; i fiori, profumatissimi, sono rosa in boccio, ma diventano bianchi
quando sono completamente aperti; non è una specie adatta a vivere nelle
regioni a inverni rigidi, quindi è consigliabile coltivarla in vaso se il clima
non è decisamente mite, per poterla ritirare in serra quando sopraggiunge il
freddo - J. Sambac o "mugherino, gelsomino d'Arabia": arbusto
sempreverde, non supera i 2 m di altezza; le foglie sono grandi e lucenti, i
fiori vistosi e bianchi possono essere anche doppi; il profumo è molto intenso
e dolce per cui questa specie è tra le più apprezzate per la raccolta dei
fiori e la estrazione dell'essenza di gelsomino; fiorisce dalla primavera
all'autunno e non può vivere all'aperto durante la stagione invernale se non in
poche zone della Sicilia; deve quindi essere coltivato in vaso e ritirato in
serra in autunno
- J. Azoricum o "gelsomino azorico": è un rampicante sempreverde alto
anche 4 m; fiorisce da giugno a luglio, i fiori, bianchi, profumatissimi sono a
forma di stella e riunii a mazzetti; viene coltivato soprattutto nell'Italia
centromeridionale e in Riviera perché non sopporta all'aperto i rigidi inverni
delle regioni settentrionali; si presta magnificamente per la formazione di
pergolati I gelsomini a fiori colorati
- J. Nudiflorum o "gelsomino d'inverno o di San Giuseppe": è un
semirampicante a foglie caduche che può raggiungere i 5 m di altezza; vive bene
all'aperto anche nell'Italia settentrionale e fiorisce da novembre a marzo con
numerosi fiori giallo vivo che appaiono sui rami ancora spogli di foglie, con
grande effetto ornamentale; è una specie adatta a ricoprire muri o pergolati
- J. Primulinum o "gelsomino di primavera": è un arbusto sempreverde,
alto fino a 4 m, con lunghi rami penduli, che fiorisce dalla primavera
all'autunno, emettendo fiori solitari, semidoppi, di un bel colore giallo oro
- J. Revolutum o "gelsomino a mazzetto": è un arbusto che può
raggiungere i 2 m di altezza, non sopporta gli inverni eccessivamente rigidi e
fiorisce per tutta l'estate con fiori giallo scuro, profumati, raccolti a
mazzetti
- J. Beesianum o "gelsomino rosa": è un rampicante a foglie caduche
che può superare i 4 m di altezza; fiorisce in estate emettendo piccoli fiori
rosa-carminio, profumati, cui segue una fruttificazione formata da frutti neri,
piatti, che formano una fitta parete lucente molto ornamentale
- J. Stephanense: è un ibrido rampicante, a foglie caduche, alto anche 6 m, che
in piena estate emette densi grappoli terminali formati da fiori rosa chiaro
molto profumati a forma di campanelle; richiede una posizione calda e bene
protetta dal vento e dagli sbalzi di temperatura poiché non sopporta inverni
eccessivamente rigidi.
Scheda realizzata da Marco Finco