Fico Ficus.
Ficus - Foto tratta da: www.ccb-sardegna.it
E' facile interpretare il significato simbolico attribuito a questa pianta, "posso difenderti", rifacendoci alla lettura del Genesi, dove si racconta che Adamo ed Eva dopo il peccato originale, cercarono rifugio sotto un fico.
L'offerta di un cesto di fichi ha sempre rappresentato, in
ogni tempo e Paese, un gesto di amicizia e di buon augurio, di prosperità e
di benessere.
Forse l'unica eccezione è quella costituita da Cleopatra, che ricevette la
famosa e mortale aspide in un cesto di fochi maturi.
Storia.
Il nome scientifico Ficus carica o fico da frutto deriva dal latino "Caprificus".
È indubbio che questa pianta sia di origine antichissima: basti dire che foglie e frutti di fico sono stati scoperti tra i reperti archeologici europei risalenti all'epoca ternaria e quaternaria.
Descrizione.
La famiglia: Moracee.
Il genere comprende circa 600 specie.
L'origine: bacino del Mediterraneo.
L'aspetto: albero o arbusto a corteccia grigia e liscia, fornita di molte e
contorte ramificazioni; dalla vegetazione tenera geme, abbondante, un bianco
lattice non appena si spicca una foglia o si spezza un giovane ramoscello;
questo lattice è utile per alleviare la sofferenza provocata dalla puntura
degli insetti e serve anche a "bruciare" i porri che si formano
talvolta sulla pelle.
Le foglie sono scabre, pelose sulla pagina inferiore, a forma di mano,
composte da 3-5 lobi, di color verde-cenere.
I fiori sono insignificanti.
I frutti sono di tre tipi: i "fichi orni o grossi o fioroni o
primaticci", che giungono a maturazione fra giugno e luglio e nascono
dalle gemme dell'anno precedente, la pianta che li produce si chiama "unifera
precoce"; i "fichi forniti", ossia i fichi normali, che
maturano invece in agosto-settembre; i "fichi cratiri o tardivi" che
si possono mangiare solo in autunno avanzato; se la pianta produce prima
"fioroni" e quindi "forniti" si dice "bifera";
se porta a maturazione tutti e tre i tipi di frutto (fioroni, forniti e
cratiri) allora si potrà parlare di pianta "trifera";
I frutti del fico sono molto nutrienti ed hanno anche un forte potere
lassativo.
L'utilizzazione: come pianta da frutto; tuttavia è bene ricordare che questa
specie non è priva di un certo valore decorativo e diviene addirittura
ornamentale se ben ambientata in giardini di tipo rustico, associata a piante
che le siano congeniali come origine: olivo, carrubo, oleandro, agrumi.
Esigenze e cure.
L'esposizione: in pieno sole, soprattutto nelle regioni
settentrionali dove è anche consigliabile la piantagione a ridosso di un muro
o almeno di una folta siepe per difendere la pianta dal vento di tramontana;
il fico resiste al massimo sino a 7-8 °C sotto lo zero per cui, nelle regioni
dove il clima invernale tocca punte più basse, è opportuno proteggere la
base degli esemplari con paglia, torba o ricci da imballaggio.
Il terreno:
normale da orto, anche in località rocciose; comunque, il fico vegeta e
fruttifica meglio se in terra fresca e ben concimata, lavorata profondamente.La piantagione in autunno o alla fine dell'inverno.
Moltiplicazione.
La moltiplicazione avviene per talee legnose in aprile, margotta in aprile o
in maggio secondo le regioni e anche per innesto, a corona o ad anello, sul
fico selvatico o "caprifico" .
Potatura.
Anche se non consigliabile e necessaria
(dato che i frutti si formano proprio sulla cima dei rami) la potatura qualche
volta può apparire utile per eliminare qualche ramo mal formato, oppure per
ridare vitalità a piante parzialmente colpite dal gelo.
Il taglio si esegue alla fine dell'inverno, quando il gelo è
terminato e prima che l'aria si intiepidisca eccessivamente.
Concimazione.
Per quanto riguarda le concimazioni, oltre alla solita aggiunta di letame o di
concime organico in polvere nella buca di impianto, è consigliabile
provvedere a due o tre annaffiature primaverili, a distanza di 10 giorni l'una
dall'altra, a base di acqua e solfato di ferro, nella dose di 4 g per litro
(ogni esemplare richiede 5 litri).
Altra cura consigliabile è quella di zappare in superficie il terreno attorno
al fico prima dell'inverno e in primavera.
È opportuno osservare e controllare di frequente il fogliame del fico per
accertare l'eventuale presenza di malattie o di parassiti.
Parassiti.
Le malattie più frequenti che colpiscono questa pianta sono
le seguenti:
ruggine, seccume, macchia nera e fumaggine mentre i parassiti animali più
dannosi sono:
moscerini, ditteri, cocciniglie, psilla.
Ogni vivaista mette in vendita varietà con nomi particolari,
ossia di fantasia, ma che rispondono a caratteristiche comuni che si
riferiscono all'epoca della maturazione, al colore dei frutti o alla zona di
coltura.
Varietà.
Perciò tenendo conto dell'epoca della maturazione si hanno le
seguenti varietà:
varietà precoci:
fico nero e ficarello
varietà estive:
ottato, vescovo, verdesco
varietà autunnali:
abate
varietà invernali:
arneo rosso, arneo bianco
Riguardo al luogo di produzione, si hanno le seguenti varietà:
il brogiotto bianco e nero della Basilicata
il cantabo della Basilicata
il fico nero delle Puglie
il fico di Smirne (Asia Minore e Africa del Nord)
il pacuecis n il kalamata
l'Adriatico bianco
il missione nero della California
Scheda realizzata da Marco Finco