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LA MARCHIGIANA

LA MARCHIGIANA

ORIGINI E DIFFUSIONE

La razza bovina Marchigiana deriva dal bovino dalle grandi corna giunto in Italia nel VI sec. d.C. a seguito delle invasioni barbariche. Oggi la razza ha perso molti dei suoi caratteri somatici originari e può essere definita come razza bovina da carne "sintetica" creata in Italia. Nella seconda metà del XIX secolo gli allevatori marchigiani fecero coprire le loro vacche con tori chianini per migliorare, nel bestiame da lavoro l'attitudine alla produzione di carne. Il risultato fu ben presto evidente e, oltre al miglioramento della muscolosità, portò un mantello più chiaro, corna più corte e testa più leggera. In questi soggetti, chiamati "cornetti" l'attitudine era decisamente migliorata ma l'aumentata statura rendeva i buoi inadatti al lavoro sulle zone collinari e submontane delle Marche. Così nei primi anni del XX secolo, venne effettuato diffusamente l'incrocio con tori di razza Romagnola, che servì a ridurre la statura e a migliorare la conformazione della razza. I bovini marchigiani tuttavia, a seguito di tutti quegli incroci effettuati senza precise indicazioni, somigliavano più ad una popolazione che ad una vera razza. Per tale ragione, nel 1932 venne deciso di sospendere ogni forma di incrocio e di procedere al miglioramento mediante selezione effettuaata secondo direttive che prevedessero l'iscrizione ai libri genealogici. Ampio è lo spazio che questa razza si è saputa conquistare partendo dalla sua culla di origine. Infatti, dalla regione delle Marche la razza si è diffusa in tutta l'Italia centrale, raggiungendo anche regioni del meridione. Dagli anni '70 la Marchigiana è stata esportata in vari paesi, tra i quali Stati Uniti, Canada, Brasile, Argentina, Gran Bretagna, Australia. Attualmente i Paesi del Nord Europa stanno scoprendo le potenzialità della razza, che sembra trovare il favore degli allevatori soprattutto in Olanda.

EVOLUZIONE E SELEZIONE

L'evoluzione della razza Marchigiana verso il tipo da carne è stata progressiva e significatva: la statura si è abbassata, i diametri traversi si sono accentuati, la lunghezza è aumentata, gli arti e la testa sono divenuti più leggeri. Ciò implica un forte incremento delle rese di macellazione, che oggi si attestano mediamente attorno 66-67% nei vitelloni. L'area del muscolo longissimus dorsi è aumentata di pari passo col maggior peso percentuale delle parti edibili. La qualità della carne è ottima, il colore è rosato, la grana fine e con giusto grado di infiltrazione di grasso. L'opera di miglioramento e selezione della Marchigiana inizia in coincidenza con il definitivo abbandono degli incroci coi tori delle razze Chianina e Romagnola. La ricerca all'interno della popolazione dei soggetti più idonei alla duplice attitudine (carne e lavoro), prima e più recentemente a quella per la carne, ha condizionato l'evolversi della razza verso il clichÆ che oggi conosciamo, estremamente moderno e funzionale. Muscolosità ben espressa, tronco lungo, diametri trasversi accentuati, ossatura e pelle fini sono ormai una costante nella razza e la rendono quantomai consona alle esigenze del mercato. Conclusa l'era della mezzadria, coincidente coi tori capinucleo e con la "prove di progenie" aziendali, la razza è ora selezionata secondo i dettami dell'A.N.A.B.I.C. in funzione della capacità di accresimento, muscolità, stima delle rese alla macellazione e allo spolpo, tipicità. I riproduttori vengono selezionati attraverso le prove di performance, mentre le femmine vengono scelte sulla base della morfologia delle efficienza riproduttiva ed in funzione della loro attidudine materna, intesa come capacità di far crescere i propri figli durante la fase di allattamento. Lo schema di selezione prevedee inoltre l'impiego di accoppiamenti programmati tra i migliori tori provati e le vacche con indici più elevati, facendo il più ampio ricorso alle moderne tecnologie riproduttive.

OBIETTIVI E SCHEMA DI SELEZIONE

Lo schema di selezione rappresenta la sintesi delle attività svolte per il miglioramento genetico. Esso è incentrato sulla valutazione genetica dei riproduttori maschi da destinare alla I.A.(5) attraverso la prova di performance (1); la valutazione e la scelta delle fattrici in base alla capacità materna e all'efficienza riproduttiva (7); la realizzazione di accoppiamenti mirati (8) per accelerare ulteriormente il progresso genetico; il controllo della discendenza (14) per i caratteri non rilevabili direttamente in prova di performance.

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VALUTAZIONE MORFOLOGICA

Nella stima di un riproduttore, sia esso toro o vacca, tre sono i parametri da prendere in considerazione: produttività, genealogia e morfologia. Nei bovini da carne, ove la morfologia è anche funzione, la valutazione morfologica assume particolare importanza in quanto ci permette di stimare la capacitàdi produrre tessuto muscolare, quindi carne. In passato è stato attribuito un peso eccessivo a particolarità estetiche, presupponendo inesistenti correlazioni tra aspetto e funzione ed incorrendo inevitabilmente in valutazioni formali che trascurano il reale valore morfo-funzionale dell'animale, fuori da ogni logica di selezione e di miglioramento genetico. Era necessario quindi che il metodo di valutazione subisse una profonda trasformazione. Al concetto "bellezza esteriore" è subentrato il concetto di "bellezza funzionale", finalizzato ll'individuazione di animali in possesso delle caratteristiche morfo-funzionali per diventare ottimi riproduttori, secondo l'indirizzo selettivo che l'Associazione si è posta. La prima e sostanziale modifica è stata effettuata nel 1986 quando l'A.N.A.B.I.C. ha introdotto una nuova scheda di valutazione morfologica della quale si attribuisce un peso preponderante ai caratteri di sviluppo muscolare rispetto agli altri gruppi di caratteri (conformazione scheletrica e caratteristiche di razza). La svolta definitiva è avvenuta con la revisione dello Standard di razza; con il niovo standard oltre che indirizzare la selezione verso animali più affini alle esigenze del mercato, si è voluto perseguire i seguenti obiettivi:

- dare il massimo risalto alle caratteristiche concernenti la produzione di carne;

- usare maggiore tolleranza verso caratteri morfologici di tipo "formale" e non funzionale;

- eliminare parti superflue relative a concetti di zoognostica generale;

- usare la massima semplicità nell'esposizione onde evitare interpretazioni soggettive.

STANDARD DI RAZZA

FINALITA' DELLA SELEZIONE

La selezione dei bovini di razza Marchigiana ha lo scopo di produrre soggetti con spiccata attitudine alla produzione della carne (notevole velocità di accrescimento, precocità e resa alla macellazione) con ottime caratteristiche bromatologiche e organolettiche, salvaguardando la capacità di adattamento a sistemi di allevamento pascolativo e la buona attitudine materna.

CONFORMAZIONE E TIPO

Tipo di carne caratterizzato da notevole sviluppo somatico, muscolare e del treno posteriore, tronco lungo e tendenzialmente cilindrico. Particolarmente precoce. Adattabile ad ambienti anche difficili.

Del bovino Marchigiano devono colpire principalmente la lunghezza del tronco, la forza dei diametri trasversali e la finezza dello scheletro, leggero in rapporto alla mole. tale finezza è ravvisabile anche a carico della testa e della pelle. L'insieme deve essere armonico, il movimento sciolto, il temperamento docile. Bovino da carne di taglia elevata, il Marchigiano è caratterizzato da alti incrementi giornalieri e raggiunge nell'età adulta pesi considerevoli, che superano con facilità i 1200 Kg. nei tori e i 750 nelle vacche.

TORO E VACCA IDEALI

MANTELLO - Bianco. Si possono riscontrare gradazioni grigiediffuse nelle parti anteriori del corpo.
PIGMENTAZIONE - Nera con intensità varia della cute, mucose orali e aperture naturali. La persistenza di peli rossi limitatamente alla regione del sincipite, la coda grigia e la depigmentazione parziale delle mucose orali sono tollerate in soggetti in possesso di requisiti morfo-funzionali pregevoli.

Il mantello bianco e la cute pigmentata assicurano alla razza la nota resistenza alle irradiazioni solari. Il pelo è bianco con sfumature grigie sul treno anteriore particolarmente nei tori. I peli rossi eventualmente presenti sul sincipite non indicano meticciamento ma solo l'espressione discontinua di geni presenti nel patrimonio genetico della razza. Il vitello nasce fromentino e diventa bianco intorno al terzo mese di età. La pigmentazione è ben marcata.

CUTE - Sottile, facilmente sollevabile e morbida al tatto.

La cute è fine; la giogaia e il pisciolare sono leggeri, a tutto vantaggio del valore commerciale dell'animale da macello oltre che della funzione termoregolatrice.

 

TESTA - Leggera, a profilo rettilineo. le corna sono brevi e a sezione ellittica, dirette lateralmente ed in alto. E' consentita la decornificazione.

La testa deve essere a profilo rettilineo, con fronte piana, leggera, espressiva, con caratteri sessuali secondari ben manifesti; musello ampio; masseteri potenti; occhi neri vivaci, attenti; orecchi ampi e mobili. La finezza della pelle sulla regione facciale è ravvisabile nelle numerose pliche e lascia trasparire l'irrorazione sottocutanea.

 

COLLO - Corto e muscoloso. Massiccio e gibboso nei maschi.Giogaia leggera.

Il collo è muscoloso, con fini pliche cutanee. Il toro presenta un coppo pronunciato già in giovane età. La giogaia è leggera.

SPALLE - Larghe, muscolose, ben aderenti al tronco, parallele al piano sagittale mediano e giustamente angolate.

L'ampiezza della spalla garantisce adeguata base d'impianto ai potenti muscoli della regione. L'aderenza al tronco è garantita dal buon tono della muscolatura del cinto toracico. Inoltre un appropiato angolo articolare scapolo-omerale (115°) assicura la adeguata funzionalità motoria.

GARRESE - Largo e muscoloso

Pur fornendo tagli di terza qualità deve essere largo e pianeggiante, raccordandosi armonicamente a collo, dorso e spalle. Questa conformazione è indicativa di diametri trasversali abbondanti e di una adeguata muscolosità.

 

DORSO - Lungo, largo e muscoloso.

Per la primaria importanza dei tagli carnei che se ne ricavano e che concorrono a determinare il valore della carcassa, la regione deve presentare una accentuata muscolosità, tanto da manifestare la "doppia convessità", determinata principalmente dal longissimus dorsi (il più lungo e grosso muscolo pari del corpo) che fornisce tagli magri e poveri di connettivo (bistecche)

LOMBI - Muscolosi, spessi, larghi, linea dorso-lombare rettilinea.

Oltre al longissimus dorsi fanno parte della regione anche i muscoli sottolombari che costituiscono tagli nobili quali filetto e controfiletto. I lombi devono essere estremamente muscolosi, lunghi, pieni manifestando, come il dorso, la "doppia convessità", tipica delle razze specializzate da carne. La linea dorso-lombare deve presentarsi rettilinea e forte, denotando un adeguato visore dell'impalcatura ossea.

PETTO - Largo e muscoloso.

La sua larghezza è sinonimo di capacità del cavo toracico, quindi di funzionalità degli organi e apparati localizzati in cavità toracica. Il costato deve essere ben arcuato e coperto dalla coltre muscolare. Il torace rappresenta un importante indice di robustezza costituzionale.

VENTRE - Ampio e sostenuto.
FIANCHI - Pieni, ben raccordati con le regioni contigue.

L'addome, pur essendo ampio, assicurando una valida capacità ingestiva, deve essere sostenuto, con linea inferiore quasi rettilinea, tipica del bestiame da carne con rese di macellazione elevate e sintomo di un buon tono muscolare della regione.

 

GROPPA - Molto muscolosa, sviluppata in lunghezza e larghezza, orizzontale o con lieve inclinazione antero posteriore; spina sacrale poco rilevata. Coda fine con attacco corretto.

La groppa, più ampia possibile, deve dare adeguata base di impianto ai muscoli, in particolare ai glutei che forniscono tagli di prima qualità. La sua larghezza è inoltre indice della funzionalità riproduttiva, con particolare riguardo al facile espletamento del parto. La lieve inclinazione antero posteriore della groppa garantisce poi l'adeguata eliminazione delle urine e delle lochiazioni del parto, agevolando il parto stesso.L'attacco della coda deve essere pulito, regolare e continuare in modo armonico il profilo superiore della groppa.

COSCIA - Ampia e spessa; convessa, di accentuato sviluppo muscolare.
NATICA - Discesa e con profilo convesso molto evidente.

E' ovvio, data la loro importanza nel produrre parti nobili, che entrambe queste regioni presentino un accentuato sviluppo delle masse muscolari, decisivo anche nella determinazione del valore dell'animale da macello.

 

ARTI ANTERIORI - Appiombi corretti, braccio ed avambraccio muscolosi; stinco solido e leggero.

Gli arti anteriori devono essere in appiombo e poggiare su piedi forti, mostrando articolazioni solide e nette. Lo stinco deve esprimere finezza scheletrica.

 

ARTI POSTERIORI - Appiombi corretti, gamba molto muscolosa, garretto asciutto e forte, stinco solido e leggero.

Determinanti al fine della durata della carriera produttiva, gli arti posteriori devono presentarsi solidi, in giusto appiombo, con articolazioni pulite e forti e con corretta angolazione. I tendini devono essere in evidenza. Gli stinchi devono essere asciutti e leggeri.

PIEDI -  Forti, ben serrati, con talloni alti.

Il piede concorre a determinare la lunghezza della carriera riproduttiva. Deve essere solido, ben chiuso, alto sui talloni, con pastoie solide, di corretta angolazione

 

MAMMELLA - Sviluppata, vascolarizzata a base larga. Quarti regolari. Spugnosa al tatto. Capezzoli ben diretti e di giuste dimensioni per l'allattamento.

Questo organo deve garantire la capacità della vacca di produrre vitelli con elevato peso allo svezzamento. La produzione di latte deve quindi essere abbondante e la mammella deve essere conformata in modo tale da agevolare la suzione da parte del redo, in particolar modo nei primi giorni di vita, fase in cui la forma ed il volume dei capezzoli giocano un ruolo determinante.

TESTICOLI - Proporzionati, sviluppati, discesi nello scroto.

La conformazione, il volume, la simmetria dei testicoli sono garanzia della efficienza riproduttiva. La presenza di ipoplasia testicolare, mono o cripto orchidismo, nonchè di altre alterazioni nella conformazione, rende i soggetti inidonei alla riproduzione

 

RINGRAZIAMO GIANFRANCO CARLI Per la realizzazione di questa scheda