Edera - Foto tratta da: www.giftinfo.uni-mainz.de
E' quasi superfluo ricordare il significato simbolico
dell'edera, da tutti riconosciuta come l'emblema dell'amicizia costante e
dell'amore che non conosce distacco.
Anticamente essa simboleggiava la costanza; in Grecia gli sposi venivano
incoronati con i rami di questa pianta, impiegata anche come ornamento delle
sale dei banchetti in onore dei vincitori di gare sportive o di gloriose
spedizioni militari.
Storia.
Il nome scientifico Hedera deriva dalla voce verbale latina
"adhaereo" che significa "sto attaccato".
Nel Medioevo l'edera era ritenuta specie medicinale, malgrado i suoi frutti
contengano un veleno molto tossico, l'ederina.
Anche oggi l'edera viene impiegata per curare reumatismi, nevralgie, nevriti,
pertosse e bronchiti.
Descrizione.
La famiglia: Araliacee.
Il genere comprende 7 specie.
L'origine: Europa, Asia, Africa, Canarie, America
L'aspetto rampicanti sempreverdi, che aderiscono a pareti e supporti per mezzo
di radichette aeree.
Le foglie alterne, con lungo picciolo, intere oppure composte da grossi lobi (da
tre a sette); il colore varai dal verde vivo al verde scuro, spesso con
variegature chiare, gialle o color bronzo I fiori verdognoli, riuniti in ciuffi
a ombrella.
La fioritura avviene in autunno.
I frutti a forma di bacca, di colore nero, giallo, rosso e talvolta biancastro;
appaiono nel tardo autunno.
L'utilizzazione: come pianta ornamentale per il giardino o per il
balcone; come pianta tappezzante per ricoprire muri, tralicci, pergolati,
cancellate, scarpate, pendii o zone del sottobosco (ma non può essere
calpestata); alcune specie si conservano facilmente anche in appartamento.
Esigenze e cure.
L'esposizione: a mezz'ombra o in ombra, anche in clima a inverni rigidi.
Il
terreno: normale da giardino, meglio se misto a 1/3 di torba.
Coltivare l'edera all'aperto non è difficile, purché nella scelta della
posizione si tenga conto delle semplici esigenze di questa pianta, che teme il
sole e l'eccesso di umidità stagnante presso le radici.
Per il resto, le norme colturali sono semplici:
n concimare in autunno con letame o con fertilizzante organico
n somministrare in primavera concime di tipo azotato n potare energicamente a
fine inverno se si desidera contenere l'esemplare a dimensioni limitate n
irrorare con acqua e stimolante ormonico (nella dose di 8 gocce per litro
d'acqua) ogni 15 giorni, da aprile a ottobre, per provocare la formazione di
abbondante vegetazione.
Bisogna tenere presente inoltre che l'edera può essere invasa
con una certa facilità dalla cocciniglia (sotto forma di scudetti cerosi
bianchi o bruni che appaiono soprattutto sulla pagina inferiore della foglia).
Se si verificasse tale inconveniente è bene intervenire subito con irrorazioni
a base di oli emulsionabili, nella dose indicata sulla confezione del prodotto.
Per quanto riguarda la coltivazione degli esemplari da
appartamento è necessario tenere presente quanto segue:
per conservare a lungo l'edera in buone condizioni bisogna sistemare il vaso in
ambiente non troppo caldo, annaffiando poco, ma ogni giorno, e spruzzando
regolarmente il fogliame ogni giorno o al massimo ogni due giorni.
Piantagione.
La piantagione si esegue in primavera.
Moltiplicazione.
La moltiplicazione si
effettua di solito per talea semilegnosa in aprile, facendo radicare in terra
sabbiosa oppure in acqua
Le specie più diffuse sono:
H. helix o "edera comune": può raggiungere anche 30 m di lunghezza;
presenta foglie di due tipi diversi: di forma ovale sui rami dove appaiono anche
i fiori, di forma lobata (ossia la normale foglia d'edera) sui rami che portano
soltanto vegetazione fogliare.
L'H. helix comprende numerosissime varietà: con foglie variegate, tricolori,
color bronzo, sfumate in giallo e anche con fogliame minutissimo e profondamente
inciso.
Un ibrido particolarmente bello è ottenuto incrociando questa specie con la
Fatsia japonica: questa pianta è nota come Fatshedera o "falsa
edera".
H. canariensis o "edera delle isole Canarie": con foglie lobate, a
margine color crema; molto interessante o soprattutto la varietà azorica dalle
foglie superiori molto grnadi, ovali, lucenti
H. chrysocarpa: ha fruttificazione particolarmente vistosa, in color giallo
oro
H. nepalensis: presenta foglie triangolari e ha uno sviluppo eccezionale in
altezza; è particolarmente adatta per ricoprire ampie superfici
H. japonica: dallo sviluppo molto limitato, con foglie triangolari; è molto
apprezzata nella vairetà variegata.
Questa specie comprende diversi ibridi e varietà, anche a foglie stranamente
arricciate, che si prestano alla coltura in vaso per la decorazione
dell'appartamento.
Scheda realizzata da Marco Finco