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Cotogno Cydonia.

Cotogno Cydonia

Cotogno Cydonia - Foto tratta da www.piante-e-arbusti.it

"Ti preferisco" è il segreto significato dei frutti del cotogno o melo cotogno, una simpatica pianta che trova il suo valore decorativo nella fruttificazione più che nella fioritura.


Storia.

Il nome scientifico Cydonia ricorda la città di Cidone, nell'isola di Creta, da cui provenivano, ai tempi dei Romani, le mele cotogne o "mele cydonee".
Fin dall'antichità i rossi frutti della C.
Oblonga erano tenuti in gran conto, e per varie ragioni: essi infatti emanano un delizioso profumo, servono a preparare squisite marmellate, conserve e gelatine e contengono preziose sostanze medicinali utili nelle forme intestinali anche di una certa gravità.
Il cotogno un tempo era presente in tutti i frutteti e gli orti, ma oggi è divenuto piuttosto raro.

Descrizione.

La famiglia: Rosacee
Il genere comprende una sola specie, la C. oblonga, (sin. C. Vulgaris) o melo cotogno.
L'origine: Asia Minore.
L'aspetto: alberetto o cespuglio.
Le foglie sono caduche, ovali con punta sottile, ricoperte da una lieve peluria biancastra più fitta sulla pagina inferiore; il colore è verde grigiastro.
I fiori a forma di rosellina, hanno il diametro di 5 cm; appaiono nella tarda primavera e sono di color bianco o rosa chiarissimo.
La fioritura avviene tra maggio e giugno.
L'utilizzazione: come pianta da frutto. 

Esigenze e cure.

L'esposizione: al sole.
Il terreno deve essere fertile, ossia ben concimato, non sabbioso, ma piuttosto pesante: è bene ricordare che le radici del cotogno non scendono in profondità e quindi il terreno deve essere costantemente fresco (ma non eccessivamente umido) anche negli strati più superficiali.

Mentre ci si augura che il cotogno ritorni ad essere coltivato nei nostri frutteti (un tempo era comunissimo nella Pianura Padana, tanto da dare il nome alla cittadina di Codogno) ecco quali sono le cure indispensabili:
- il cotogno esige terreno fresco e quindi la pianta deve essere annaffiata ogni settimana con due o tre secchi d'acqua. L'importante non è che l'acqua scenda profondamente nel terreno, ma che si spanda per un'area abbastanza vasta attorno al fusto, in modo da raggiungere anche le radici più lontane.


-la potatura è indispensabile e deve essere piuttosto energica per provocare un'abbondante fruttificazione; il tronco del cotogno, per ottenere buoni risultati, deve essere tenuto molto "corto" per favorire la formazione di una chioma non troppo compatta, tale da consentire il libero passaggio dell'aria e del sole tra i rami contro i parassiti è opportuno spruzzare tutta la pianta, in inverno, con polisolfuro nella dose di 30 g per litro d'acqua. In primavera non appena cadono i fiori e appaiono i frutticini, irrorare la chioma del cotogno con poltiglia bordolese aggiungendo anche 7 g di arseniato di piombo.

Piantagione.

La piantagione si esegue di solito nel tardo autunno.

Moltiplicazione.

La moltiplicazione si ottiene per margiotta in giugno, oppure per talea in aprile (pratiche però da affidare ai vivaisti); assai meglio acquistare le piantine già adulte, prossime alla fruttificazione.

Concimazione.

La concimazione deve essere a base di fosfato e potassio; alla base dell'albero è opportuno creare un monticello di torba per tenere più caldo possibile il piede della pianta

Scheda realizzata da Marco Finco