Oleandro - Nerium.
Oleandro (Nerium) - Foto tratta da: http://plantarium.files.wordpress.com
Nel linguaggio dei fiori l'oleandro simboleggia "l'oblio", significato che gli è stato attribuito probabilmente per le sue proprietà tossiche.
Regalare fiori di oleandro, o portarne addosso un mazzolino, può voler dire quindi soltanto: "ti ho dimenticato".
Storia.
Il nome scientifico Nerium deriva dal vocabolo greco "neros
= acqua" e si riferisce al fatto che l'oleandro predilige i terreni umidi.
Infatti, in Italia, questa pianta nasce spontaneamente lungo i corsi dei fiumi
nel tratto prossimo alla foce, in clima marino.
L'oleandro è pianta altamente tossica; i principi venefici sono
presenti in forti dosi in tutta la pianta, ma soprattutto nelle foglie e nella
corteccia; per questo gli animali che si cibano dei ramoscelli e delle foglie di
oleandro possono rimanere gravemente intossicati e morire, oppure riportare
pericolosissime lesioni alla cavità orale.
Descrizione.
La famiglia: Apocinacee.
Il genere comprende due sole specie.
L'origine: bacino del Mediterraneo, Asia Minore, Giappone, India.
L'aspetto: alberi o arbusti sempreverdi.
Le foglie disposte in gruppetti, sono lanceolate, di consistenza coriacea e di
colore verde-grigio o verde-giallastro; se stropicciate emanano un aroma
amarognolo.
I fiori solitamente formati da cinque petali, sono riuniti in ciuffi terminali;
il colore varia dal bianco al rosa, al rosso, al porpora, al crema, al giallo;
esistono anche varietà con corolle doppie, in tinta unita o screziate.
La fioritura continua da giugno a settembre.
L'utilizzazione: come pianta da piena terra nelle regioni a clima mite (sia come esemplare isolato che per siepe) oppure per la coltura in grandi vasi o cassette (profondità 70 cm, larghezza 60 cm); la coltivazione è indispensabile nelle regioni settentrionali perchè consente di ritirare le piante durante l'inverno.
Esigenze e cure.
L'esposizione: in pieno sole.
Il terreno normale da giardino.
L'oleandro è pianta di facile coltura che necessita di poche
cure:
- annaffiare molto da aprile a settembre; se si coltiva in vaso è consigliabile
tenere una bacinella sotto il recipiente e riempirla ogni giorno di acqua per
far si che la pianta assorba liberamente il liquido di cui ha necessità;
- potare energicamente ogni anno, in agosto, le piante più giovani, mentre a
fin inverno è consigliabile accorciare leggermente i rami degli esemplari
adulti per liberarli dai tralci mai formati; ogni due o tre anni, le piante
adulte debbono essere potate quasi alla base per far nascere nuova e più fresca
vegetazione ed ottenere una fioritura più abbondante;
- portare al riparo in autunno, nelle regioni del Nord, i vasi in luogo luminoso
ma non riscaldato (gli oleandri sopportano bene anche temperature inferiori di
qualche grado sotto lo zero); se non è possibile, proteggere le piante con
torba e foglie secche al piede e un foglio di plastica avvolto attorno alla
chioma.
Piantagione.
La piantagione si esegue di solito alla fine dell'inverno, come pure il
trapianto.
Moltiplicazione.
La moltiplicazione si effettua di preferenza per margotta in maggio o per talea
in aprile o in agosto, facendo radicare in terra sabbiosa o addirittura in
acqua; è possibile anche moltiplicare per propaggine in maggio.
Concimazione.
Concimare da marzo a settembre ogni settimana con acqua ed estratto di alghe o
acqua e fitoflor, alternando le due sostanze; in autunno poi si completa la
nutrizione spargendo sulla terra una quantità discreta di fertilizzante
organico in polvere.
Le due sole specie.
- N. oleander: produce fiori di circa 5 cm di diametro, i cui petali presentano
una caratteristica inclinazione verso destra; fiorisce in varie tinte, anche a
fiori doppi;
- N. odorum: produce corolle profumate riunite in ciuffi ricchissimi, formati
anche da 60-70 fiori rosa, rossi o striati.
Scheda realizzata da Marco Finco