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Lilla Syringa.

Lilla Syringa

Lilla Syringa - Foto tratta da: www.rogalandarboret.no

Le linguaggio dei fiori il lillà simboleggia la "giovinezza" e in realtà poche piante come questa richiamano immagini di freschezza e di grazia. Infatti in molte nazioni europee il lillà bianco è il tipico fiore da sposa.

In altri Paesi, invece, al lillà viene attribuito un significato triste (forse perché i colori lilla e viola sono un segno di lutto); in Asia Minore, per esempio, un ramo di lillà inviato alla persona amata significa "abbandono", mentre in America si crede che adornarsi con questi fiori, a meno che non sia il primo maggio, si incorre sicuramente in disavventure d'amore.

 

Storia.

Il nome scientifico Syringa deriva dall'antica denominazione greca "syrinx = tubo", originariamente attribuita alla specie del genere Philadelphus o "fior d'angelo" che venivano chiamate volgarmente "siringa".

Linneo scelse appunto la denominazione latina Syringa per indicare gli arbusti che noi comunemente chiamiamo "lillà" alla francese, o "serenelle" all'italiana.
Oltre agli indiscutibili pregi decorativi, i lillà ne hanno altri di carattere commerciale, poichè i loro fiori producono una costosissima essenza, detta "olio di lilac", le foglie contengono un principio valido contro la malaria, i frutti e la corteccia servono a preparare rimedi contro la febbre, con effetti tonici e astringenti.

Celebrato dal romanziere francese Proust, questo arbusto era diffusissimo nell'Ottocento, soprattutto nei giardini di provincia.


Descrizione.

La famiglia: Oleacee.
Il genere comprende circa 30 specie.
L'origine: Turchia. Persia, Cina, Himalaya, Europa.
L'aspetto: arbusti o piccoli alberetti.
Le foglie sono caduche, opposte, intere, raramente pinnate; il colore è verde vivo o verde scuro.
I fiori sono riuniti in pannocchie coniche; le singole corolle sono tubolari o campanulate, formate da quattro lobi; spesso sono profumatissime; il colore varia dal bianco al caratteristico lilla, dal viola al porpora.
La fioritura si verifica in primavera.

L'utilizzazione: come esemplari isolati, in gruppo o come siepe nelle zone più rustiche del giardino, accorgimento che consiste di procedere alla raccolta dei fiori senza alcuna preoccupazione di ordine estetico.


Esigenze e cure.

L'esposizione: in pieno sole.
Il terreno: normale da giardino, un po' compatto.

Le serenelle non richiedono molte cure e nel complesso hanno poche esigenze ambientali se si eccettua la necessità di una discreta umidità del terreno.
Infatti è necessario annaffiare due o tre volte alla settimana, calcolando la quantità d'acqua in base alla mole della pianta; l'importante è che la terra non sia mai arida, ma sempre umida e fresca. In autunno la pianta va concimata con fertilizzante organico, mentre in primavera (da marzo a fine maggio) va nutrita con annaffiature quindicinali con sangue secco alternato a estratto di alghe. Non sono necessarie le potature, tanto più che le spighe fiorali si formano proprio all'apice dei rami.

D'altra parte la pianta viene mantenuta in forma semplicemente tagliando le infiorescenze appassite.


Piantagione.

La piantagione si esegue in autunno o alla fine dell'inverno.


Moltiplicazione.

La moltiplicazione si effettua per talea erbacea in giugno, facendo radicare sotto una campana di plastica; è possibile riprodurre anche per talea legnosa in agosto, oppure per divisione dei polloni radicali; le varietà più delicate si possono innestare, in aprile, su S. Vulgaris o su portainnesti di ligustro.


Parassiti e malattie.

È bene tenere presente che le serenelle hanno un nemico assai pericoloso, la "zeuzera" (Trochilium denudatum), una bella farfalla bianca a puntini blu, che depone le uova tra i loro rami.

Le larve, appena nate, cominciano a rodere il legno scavando profonde gallerie in cui gli insetti vivono più di due anni, sino al momento di trasformarsi in farfalla.
Per distruggerle le zeuzere si impregna di benzina un po' di cotone e quindi si ottura l'ingresso della galleria che è facilmente individuabile perchè sotto l'arbusto in corrispondenza dell'orifizio è visibile un po' di segatura.

Tappato il buco con il cotone, bisogna sigillarlo con un pò di gesso o di plastilina e così la zeuzera muore.

Le specie più diffuse.

- S. Vulgaris: "lillà comune", può essere alta anche 7 m e fiorisce in aprile-maggio; le infiorescenze normalmente sono violette, ma esistono numerose varietà e diversi ibridi che producono fiori profumati (semplici o doppi) di vari colori: azzurro-lilla, carminio, bianco, giallo, rosa, rosa-viola, crema, sfumati in malva, roso vino, roso porpora sfumati in rosa
- S. Persica, "lilla persiano": alta sino a 2 m, fiorisce in aprile-maggio; il cespuglio è molto compatto e al momento della fioritura si copre letteralmente di spighe color lilla, profumatissime; la varietà laciniata ha foglie bellissime, frastagliate
- S. Villosa: alta sino a 4 m, fiorisce a fine maggio, ha foglie molto scure con il rovescio glauco e pannocchie molto lunghe di color rosa-lilla; comprende molte varietà, tutte bellissime, con fiori lilla scuro, porpora e porpora-viola
- S. Josikaea: alta anche 4 m, fiorisce a fine maggio; le foglie sono verde cupo sulla pagina superiore e biancastre su quella inferiore; le infiorescenze, lilla scuro, sono poco profumate
- S. Reflexa: alta anche 5 m, fiorisce tra maggio e giugno e produce strane pannocchie pendule formate da fiori rosa porpora all'esterno e rosa chiaro all'interno con petali rivolti in fuori
- S. Sweginzowii: alta anche 4 m, fiorisce a fine maggio ed è caratterizzata da un profumo intenso e particolare; le infiorescenze sono ramificate e formate da fiori di un bel rosa-malva con l'interno rosa chiaro
- S. emodi: alta più di 3 m, fiorisce tra maggio e giugno; le pannocchie hanno forma cilindrica con fiori porpora chiaro.

Scheda realizzata da Marco Finco