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Gladiolo -  Gladiolus.

Gladiolo - Gladiolus

Gladiolo (Gladiolus) - Foto tratta da: www.thefloweringgarden.com

"Tu mi hai ferito il cuore": questo è il significato attribuito al gladiolo per le sue foglie simili a lunghe lame.

C'è chi sostiene che in questa simbologia si debba avvertire un tono di tristezza, perchè la ferita è da attribuire all'abbandono, e c'è invece chi afferma che in essa si fa riferimento al classico colpo di fulmine.

Sta di fatto che anticamente durante le feste di nozze le amiche della sposa usavano incoronarsi di gladioli in segno di gioia per la felicità toccata alla compagna, ma anche in segno di pianto per doversi staccare da lei.

Storia.

Il nome scientifico Gladiolus deriva dal vocabolo latino "gladiolum = piccola spada" e si riferisce alla forma delle foglie sottili e allungate.
Conosciuto già da secoli come pianta spontanea, solo nell'Ottocento il gladiolo incominciò ad attirare l'attenzione dei floricoltori che in breve tempo ottennero bellissimi ibridi dagli splendidi colori.


Descrizione.

La famiglia: Iridacee.
Il genere comprende circa 250 specie.
L'origine: Europa centrale, bacino del Mediterraneo, Africa.
L'aspetto: piante bulbose perenni.
Le foglie quasi sovrapposte, spesse, con nervature longitudinali molto fitte, lunghe, puntute a forma di spada, sono di colore verde intenso o verde-grigio, opaco.
I fiori sono raccolti in lunghe spighe, semplici o ramificate, di forma elegante; le corolle sono sempre piuttosto grandi, decorative, con petali di forma diversa; i colori sono molto vari, speso arricchiti da striature, macchie o variegature.

La fioritura avviene da maggio a ottobre, secondo le specie; grazie alla forzatura in serra è possibile però ottenere gladioli in fior anche in inverno.
L'utilizzazione: le specie e gli ibridi "a piccolo fiore" si prestano alla decorazione del giardino o del balcone e alla raccolta del fiore reciso; le specie e gli ibridi "a grande fiore" sono coltivati unicamente per la raccolta del fiore reciso.


Esigenze e cure.

L'esposizione: in pieno sole.
Il terreno: normale da giardino, meglio se misto a 1/3 di torba e a 1/3 di sabbia.
Dalla piantagione al momento della fioritura passano normalmente 100 giorni, durante i quali è necessario annaffiare tre volte alla settimana, ma senza eccedere, per mantenere il terreno costantemente umido.
Dopo 15 giorni dall'interramento dei bulbi bisogna cominciare a nutrire le piante, somministrando ogni 15 giorni un buon concime completo solubile; è preferibile scegliere un prodotto povero o privo di azoto e invece ricco di solfato e nitrato ammonico o ricorrere ai concimi speciali per gladioli.
Prima della comparsa dei fiori è consigliabile spruzzare le piante ogni 15 giorni con acqua e solfato di rame nella dose di 4 g per litro d'acqua. Sempre giovevoli le spruzzature settimanali con acqua e stimolante ormonico (6 gocce per litro d'acqua).

Al momento della raccolta del fiore bisogna avere cura di lasciare sulla pianta almeno due o tre foglie e un pezzo di stelo alto circa 10 cm, per consentire la normale crescita del bulbo, che deve continuare a ricevere regolarmente annaffiature bisettimanali e concimazioni mensili.
Verso ottobre, quando le foglie sono completamente ingiallite ed essiccate, è il momento di estirpare i bulbi degli ibridi "a grande fiore", mentre quelli nostrani (G. Segetum, palustris, communis) possono restare in piena terra o in vaso per anni.

Piantagione.

La piantagione si esegue da marzo a giugno, secondo il clima, possibilmente interrando i bulbi a intervalli di 15 giorni, per ottenere una fioritura scalare.

Moltiplicazione.

La moltiplicazione si effettua normalmente per divisione dei bulbi che si formano alla base delle foglie basali, accanto al vecchio bulbo che si esaurisce dopo la fioritura.
I bulbi del gladiolo si interrano fra marzo e giugno, secondo il clima, a una profondità di 15-25 cm (più vicini i bulbi delle specie "a piccolo fiore", più distanti gli ibridi "a grande fiore"). Il terreno deve essere concimato con letame o fertilizzante organico con un certo anticipo sulla data di impianto.

Quelli di origine sudafricana resistono in terra anche d'inverno solo nel Centro-Sud del nostro paese, mentre nel Nord debbono essere estirpati. I bulbi, ripuliti delle foglie secche e privati della placca secca rappresentante il vecchio bulbo ormai esaurito, vanno riposti in luogo fresco, in cassettine contenenti torba asciutta.

È consigliabile, prima di riporre i bulbi, spolverarli con zolfo ramato in polvere, mescolato a polvere insetticida per evitare l'insorgere di malattie crittogamiche e il propagarsi di insetti dannosi.
I gladioli nostrani o le specie sudafricane, che possono rimanere in piena terra, superano agevolmente l'inverno, anche nel caso di insoliti abbassamenti di temperatura, se si ha l'accortezza di proteggere le aiuole con uno strato di torba o di foglie secche.


I gladioli più noti.

- G. Segetum: chiamato comunemente "pancacciuola", è alto 40 cm; fiorisce in maggio con corole lunghe 5 cm, color rosa porpora; è spontaneo in Italia
- G. communis: detto anche "spadacciola" e "fil di spada", è alto 50 cm, fiorisce da maggio a luglio con corole rosa vivo lunghe 4 cm; è spontaneo in Italia
- G. byzantinus: alto 70 cm, fiorisce in giugno in color cremisi-magenta; è adatto per i climi caldi
- G. palustris: alto 40 cm, fiorisce in maggio in rosa-viola e, più raramente, in bianco; è spontaneo in Italia
- G. cardinalis: alto 60 cm, fiorisce in giugno con corolle cremisi di 8 cm di diametro; preferisce climi cladi ed esposizione a mezz'ombra
- G. illyricus: alto 40 cm; fiorisce in giugno-luglio con corole rosso-porpora lunghe 4 cm; le sue fogliesono lunghe al massimo 10 cm; è adatto per i climi caldi
- G. grandis: alto 60 cm, fiorisce in luglio-agosto; è originario del Sudafrica e quindi può essere lasciato in terra d'inverno solo nei climi caldi; i suoi fiori hanno questa particolarità rarissima: il colore, abitualmente marrone-rossiccio, verso sera diventa celeste pallido, ma ritorna marrone-rossiccio il mattino dopo; il fenomeno, che non ha ancora avuto una spiegazione scientifica, si rinnova per 4 giorni, poi i fiori appassiscono e cadono. Si deve aggiungere un'altra stranezza: all'imbrunire, mentre si attua la mutazione di colore, i fiori emanano un intenso profumo di garofano
- G. psittacinus: detto comunemente "gladiolo pappagallo", è alto 130 cm, fiorisce in luglio con corolle gialle macchiate di cremisi e scarlatto; proviene dall'Africa del Sud
- G. Primulinus: alto 70 cm, fiorisce in giugno con corolle gialle; cresce spontaneo presso i corsi d'acqua, dove è più intensa l'umidità atmosferica
- G. tristis: alto 40 cm, fiorisce in maggio con corolle, profumate, di colore giallo zolfo sfumato di rosso all'esterno; è originario dell'Africa del Sud, ma resiste bene anche al freddo I floricoltori, attraverso numerosi incroci, sono riusciti a ottenere moltissimi ibridi dagli splendidi colori ma tutti piuttosto delicati per quanto riguarda la temperatura, quindi i bulbi non si possono lasciare in terra durante l'inverno, neppure nelle regioni meridionali; a parte questo, si coltivano come le specie.

Secondo le dimensioni, questi ibridi si possono suddividere nei seguenti tre grandi gruppi: - ibridi "a grande fiore": sono alti anche più di 1 m; le corolle, che possono avere anche il diametro di 15 cm, che hanno i colori più vari e con variegature e sfumature diverse; sono adatti soprattutto per la raccolta del fiore reciso - ibridi "miniatura" o "Butterfly": sono del tutto simili ai gladioli a grande fiore, ma molto più piccoli, con altezza sino a 70-80 cm; le corolle hanno un diametro massimo di 7-8 cm e sono quasi sempre bicolori, negli accostamenti più diversi, con petali spesso graziosamente ondulati; questi ibridi sono adatti, oltre che alla raccolta del fiore, alla decorazione del giardino - ibridi "Colvillei": derivati dall'incrocio del G. Cardinalis con il G. Tristis, sono alti non più di 50 cm; fioriscono in aprile e sono adatti ai climi caldi; i loro bulbi si interrano, eccezionalmente, in novembre; le corolle, molto eleganti, presentano spesso strani accostamenti di colore e sono particolarmente apprezzate come fiore reciso.

Scheda realizzata da Marco Finco.