Faggio Fagus.
Faggio (Fagus grandifolia) - Foto tratta da: www.ubcbotanicalgarden.org
Una decorazione di foglie di faggio, soprattutto se di varietà purpurea, attribuisce a qualsiasi mazzo di fiori questo significato ben preciso: "Io ti dono il mio cuore".
Se poi i rami del faggio hanno già acquistato le
caratteristiche sfumature autunnali, la simbologia si fa più impegnativa
poiché i fiori promettono "amore sino all'autunno della vita",
ossia per sempre.
Storia.
Il nome scientifico Fagus ha un'origine incerta; infatti,
alcuni studiosi ritengono che derivi dal greco "phagò=mangiare" e
significhi dunque "albero il cui frutto si può mangiare".
Altri invece sostengono che all'origine del nome di questo importante genere
botanico vi sia il vocabolo greco "phag=dispensare", che darebbe al
faggio il significato di "albero dispensatore di cibo".
Descrizione.
La famiglia: Fagacee.
Il genere comprende circa 10 specie.
L'origine: Europa, America, Giappone, Cina.
L'aspetto: alberi maestosi che possono raggiungere anche i 30-40 m di altezza
Le foglie caduche, semplici, dentate o a margini interi; il colore varia dal
verde al purpureo.
I fiori: insignificanti.
I frutti detti "faggiole", non sono
particolarmente decorativi, ma costituiscono un prezioso alimento per gli
animali del bosco; maturano in settembre. L'utilizzazione: come alberi
forestali, ma anche a scopo ornamentale in giardini di grandi dimensioni,
disposti isolatamente o in gruppo.
Esigenze e cure.
L'esposizione in pieno sole o a mezz'ombra; trova difficoltà
a vivere in clima caldo e asciutto, ma vegeta rigoglioso sulle rive dei laghi,
in collina e in montagna (fino a 1500- 2000 m) o comunque in luoghi dove
l'estate è caratterizzata da piogge frequenti Il terreno deve essere
profondo, fresco e calcareo.
Piantagione.
La piantagione si esegue in autunno o alla fine dell'inverno.
Moltiplicazione.
La moltiplicazione le specie si riproducono per seme, in
primavera; le varietà per innesto, in marzo; operazioni comunque da affidare
ai vivaisti; è preferibile quindi acquistare piante già adulte e in grado di
assolvere immediatamente una precisa funzione decorativa
Trattandosi di alberi di grande mole è evidente che le maggiori cure si
limitano al primo periodo dopo l'impianto, quando le radici non sono ancora
ben affrancate e si può temere che il vento, durante l'inverno, possa
smuovere la pianta addirittura sradicandola o comunque pregiudicandone
l'attecchimento.
Quindi, dopo aver piantato il faggio, è necessario premere
bene la terra attorno al ceppo, annaffiare e tornare a premere il suolo per
essere certi che non rimangano "vuoti" fra il terriccio e le radici.
In seguito, per tutti i mesi estivi che seguono la messa a dimora del faggio,
è opportuno annaffiare ogni settimana somministrando due o tre secchi d'acqua
per volta.
Ogni mese è bene unire all'acqua un concime ricco di azoto, mentre al momento
dell'impianto si deve mescolare alla terra una buona dose di letame. Il faggio
sopporta benissimo le potature e quindi può essere utilizzato per realizzare
siepi "in forma"; con le varietà a rami penduli si possono anche
creare veri e propri "berceaux", da limitare in altezza e in
ampiezza con ripetuti tagli.
Parassiti.
I faggi, malgrado la loro mole imponente, vengono spesso
attaccati da malattie che possono pregiudicarne la salute e la bellezza e che
debbono essere combattute con la massima tempestività, impiegando i prodotti
adatti.
Ecco le malattie che più di frequente colpiscono queste piante: mal del
colletto: è una malattia che colpisce le piantine giovani e che si manifesta
nei mesi estivi con una diffusa clorosi (mancanza di ferro) delle foglie, alla
quale fa seguito il completo distaccamento della pianta.
Si combatte estirpando e distruggendo gli esemplari colpiti; marciume
radicale: si manifesta generalmente in esemplari coltivati in terreni umidi e
compatti.
La malattia attacca le radici, che si ricoprono di uno strato
più o meno spesso di muffa, con conseguente ingiallimento della chioma,
caduta prematura delle foglie, disseccamento dei rami.
Occorre intervenire ai primi sintomi distruggendo le piante colpite se sono
ancora in giovane età, e spargendo sul terreno solfato di ferro, nella dose
di mezzo kg per mq.
Se invece l'albero è ormai molto sviluppato si può cercare di guarirlo
somministrando ogni settimana un secchio d'acqua in cui siano stati sciolti 10
g di solfato di ferro ogni litro. n mal del rotondo: infezione che attacca il
legno della pianta e consiste in placche bruno scuro a bordi biancastri che
appaiono sul tronco e sulle radici.
Si cura mettendo a nudo le radici colpite e, se possibile,
eliminando le parti più intaccate.
Il fusto e le radici che non possono essere tagliati debbono essere lavati
ripetutamente con una soluzione di acqua e solfato di ferro (10 g per litro
d'acqua).
È anche opportuno intervenire con annaffiature quindicinali,
sempre a base di solfato di ferro, nelle dosi di un secchio d'acqua con
l'aggiunta di 4 g di solfato di ferro per ogni litro d'acqua. Il faggio può
essere attaccato anche da vari parassiti animali, tra cui:
n pidocchi o afidi, da combattere con prodotti a base di piretro o di "isolan"
n bombice, una farfalla che rode tutte le foglie e si combatte cercando di
eliminare i nidi, che sembrano avvolti nella seta, e intervenendo cono
trattamenti a base di "sevin"
n cecidomia (Mikiola pagi), insetto che pungendo le foglie provoca la
formazione di strane galle dove depone le uova; si combatte eliminando la
maggior parte del fogliame colpito e bruciandolo e irrorando la pianta con
prodotti a base di "gammesano".
Le specie più ornamentali.
F. sylvatica o "faggio comune": con foglie di color verde vivo,
lucenti, può essere alta anche 30-40 m, con fusto del diametro di 2 m. Di
questa specie esistono numeroso e interessanti varietà, fra cui alcune adatte
alla decorazione del giardino, come la notissima purpurea, a foglie rosso
chiaro in primavera e bellissime tonalità autunnali; la purpurea pendula a
rami ricadenti, la tricolor con belle foglie rosse orlate e marezzate di rosa
vivo e rosa chiaro;
F Zlatia di modeste dimensioni con foglie orlate in color crema; la
variegata dal fogliame variegato in bianco o crema. Da ricordare anche le
varietà con foglie di forma particolare, come la heterophylla, la quercifolia,
la rotundifolia, la grandidentata, la latifolia, la salicifolia, la laciniata,
la incisa, la asplenifolia.
F. grandifolia o "faggio americano": alta sino a 24 m, ha foglie
ovali
F. japonica o "faggio giapponese": alta circa 20 m, ha foglie
ovali o ovali-arrotondate color verde sfumato in azzurro;
F. orientalis: alta circa 30 m, con chioma piramidale, ha foglie
ovali-arrotondate
F. sieboldii: alta circa 30 m, ha foglie ovali molto appuntite.
Scheda realizzata da Marco Finco