Grosso Antozoo gregario, dell'ordine degli Discosomatidi;
poco colorato ma molto decorativo; proviene dall'oceano Pacifico e
dall'oceano Indiano, soprattutto dall'Indonesia; solitario ma gregario,
forma gruppi di individui distinti gli uni dagli altri.
Sessile e completamente privo di un sostegno scheletrico, si fissa
saldamente su di un sostegno inerte, quale una roccia o una madrepora
morta, mediante un piccolo disco adesivo detto piede.
Dalla parte del corto corpo cilindrico che si trova in posizione opposta
al piede si apre l'apertura boccale, circondata da un disco carnoso di
enormi dimensioni, di colore marrone o grigio, con riflessi verdastri,
coperto da due anelli concentrici di tentacoli, separati da uno spazio
liscio nella zona più vicina al bordo esterno che, spesso, si presenta
rialzato.

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A volte il disco carnoso si avvolge completamente su se stesso facendo
assumere all'A. Fenestrafer la forma di un piccolo otre.
Molto robusto, per essere un invertebrato, è molto adatto all'acquario di
barriera in convivenza con tutti gli altri invertebrati, sessili e non, e
di pesci di media grandezza, ma non con Balistidi o Cantigaster.
Preferisce essere sistemato in un luogo poco illuminato ed interessato da
una certa corrente di acqua, ma se le condizioni ambientali non sono
perfette non ne viene assolutamente pregiudicato il mantenimento in
acquario.
Onnivoro, trae il suo sostentamento dalle alghe Zooxantelle ma soprattutto
dal plancton e dai piccoli animali catturati dall'ambiente circostante; in
acquario gradisce plancton liofilizzato o surgelato, artemie o chironomus;
se molto grande questo antozoo può essere nutrito anche con pezzeti di
pesce o di polpa di cozza depositati con delicatezza sopra il disco
periorale che immediatamente si avvolge per digerire il nutrimento.

Antozoo molto robusto e facile ad acclimatarsi, non ha particolari
esigenze per quanto riguarda i valori chimici e fisici dell'acqua che deve
essere solo ben filtrata ed aereata.
Sono comunque sempre consigliabili cambi parziali con sifonatura del fondo
ed aggiunte regolari di oligoelementi e bioelementi.
Non è particolarmente urticante ma è comunque bene lasciare una piccola
distanza di rispeto da altri invertebrati sessili che altrimenti
potrebbero venir ustionati; non dovrebbe inoltre convivere con pesci di
piccole dimensioni.
Per tutti questi motivi e per il fatto che non è una specie rientrante
nelle limitazioni di importazione e detenzione stabilite dal CITES
l'Amplexidiscus Fenestrafer non dovrebbe mai mancare sia nell'acquario di
invertebrati del principiante che in quello del più esperto acquariofilo.
Ringraziamo
Mare 2000
Per la realizzazione di questa scheda
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