I criceti più allevati in cattività sono molto soggetti allo sviluppo di neoplasie e di cisti, soprattutto a partire da un anno e mezzo due. In particolare sono assai esposti i criceti dorati (Mesocricetus Auratus) e i criceti russi (P. Campbelli) e siberiani (P. Sungorus), mentre ne sono relativamente più esenti i Roborovskii (l’ultima specie introdotta sul mercato degli animali da “compagnia”, la più recente e quindi anche la più pura.. almeno per ora)
Questa predisposizione genetica è dovuta a vari fattori, non ultimi l’assenza del letargo, di selezione naturale ed il pessimo allevamento intensivo e casalingo che viene condotto, accoppiando consanguinei troppo stretti o soggetti già malati, quindi allargando in modo esponenziale la debolezza degli animali e la predisposizione allo sviluppo di tumori (purtroppo mancano veri e professionali allevamenti di criceti.. tutto viene fatto più che altro per gioco).
Se prese in tempo comunque, queste neoplasie sono spesso curabili chirurgicamente, sotto anestesia.
Tuttavia, data la dimensione dell’animale, l’unico sistema per capire se ha un tumore in atto è toccarlo molto, in tutte le parti del corpo, e sentire se ci sono bozzetti o escrescenze anomale. Fortunatamente infatti, i tumori più frequenti nei criceti sono quelli in superficie, sotto pelle. Per le altre forme è quasi impossibile intervenire.
Una volta individuato un bozzo, il criceto va immediatamente portato da un veterinario, e sottoposto ad esame citologico per capirne la natura.
Se questo controllo non viene periodicamente fatto, è facile che il criceto muoia di un tumore del quale si è ignari, oppure che la neoplasia cresca in modo anomalo fino a svilupparsi in una escrescenza spaventosamente grande (che per questo richiede un intervento molto più complesso, fosse anche solo per il numero di punti che andranno messi), e comunque tende a spandesi per il resto del corpo. Non solo: spesso i criceti si aggrediscono queste enormi escrescenze per fastidio facendo scempio di loro stessi.
Se il tumore risulta preso tardi ed è troppo esteso (quindi inoperabile), si può comunque aiutare la sopravvivenza serena dell’animale con integratori vitaminici in gocce (e magari antibiotici se ci sono infezioni).
I veterinari cui rivolgersi devono essere seriamente esperti in esotici e roditori. Purtroppo, spesso, un veterinario che non ha mai visto un criceto non lo dice, in malafede prende l’animale in cura, fa diagnosi sbagliate o addirittura operazioni improbabili (per esempio, con un’anestesia a siringa, un criceto ha oltre il 30-40% di possibilità di non svegliarsi. Con un’anestesia a gas questo rischio sparisce...).
Se non si hanno conoscenze dirette, si possono chiedere informazioni e recapiti alla Società Italiana Veterinari Animali Esotici, www.sivae.it, tel. 0372 403511.
Criceto operato per una grande neoplasia.