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Discussione: DA VEDERE

  1. #2091
    Senior Member

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    I macachi su Marte, ritorno al futuro
    La spedizione dovrebbe durare 3 anni. Per ora non è previsto alcuno sbarco ma solo un'orbita attorno al pianeta


    MILANO — Saranno le scimmie ad aprire l'ardua strada verso Marte. Gli scienziati russi ne sono convinti e per questo il Sochi Institute of Medical Primatology di Vesyoloye, vicino al Mare Nero, ha ricevuto l'incarico dall'agenzia spaziale russa Roskosmos di selezionare un gruppo di macachi da inviare all'Istituto per i problemi biomedici di Mosca, responsabile della preparazione dei cosmonauti. La valutazione durerà due anni e alla fine quaranta scimmie saranno preparate per tentare il lungo viaggio. Nel frattempo saranno precisati anche i dettagli della spedizione della durata di almeno trentasei mesi senza, per il momento, ipotizzare alcuno sbarco ma solo l'esposizione degli animali all'ambiente cosmico dove piovono abbondanti radiazioni. Proprio queste rappresentano una minaccia e un problema da affrontare e risolvere prima di spedire degli uomini perché possono essere causa di seri guai per la salute degli esploratori. «Esseri umani e scimmie hanno pressappoco la stessa sensibilità a piccole o grandi dosi di radiazioni — precisa Boris Lapin, direttore del Sochi Institute —. Per tale ragione abbiamo scelto di condurre un'ampia serie di esperimenti proprio con i macachi e non con i cani o con altri animali ». Per i russi è un cambiamento perché proprio ai cani si erano rivolti per preparare il volo di Yuri Gagarin nel 1961. Dopo il primo Sputnik nell'ottobre 1957 la domenica 3 novembre uno Sputnik ancora più grande ospitava a bordo la cagnetta Laika: primo animale e prima vittima del cosmo. Durante il lancio il sistema di controllo della temperatura della capsula era danneggiato e Laika morì dopo quattro giorni tra le proteste degli animalisti. Gli americani, invece, chiedevano aiuto sin dall'inizio alle scimmie per capire come reagivano gli organismi. La prima era un macaco battezzato Albert I e salì in cielo addirittura chiuso nell'ogiva di un razzo tedesco V2 recuperato alla fine della guerra e lanciato nel 1948 dal poligono di White Sands nel Nuovo Messico. Altri quattordici lanci portarono i nostri «cugini della foresta» tra le stelle ma soltanto cinque tornarono a casa sani e salvi prima di dare il via al primo volo sub-orbitale di Alan Sheppard. Proprio il loro impiego aveva creato qualche difficoltà alla Nasa nel reclutamento dei primi astronauti. Alcuni piloti di jet tra i quali si cercavano i candidati non si facevano avanti perché non volevano essere «scambiati per scimmie», dicevano. Tuttavia, con l'avvio delle spedizioni umane non ci fu più bisogno degli animali e soltanto in un paio di casi, ma per scopi diversi di ricerca, si fece ricorso di nuovo alle scimmie. Anzi l'ultimo a bordo dello shuttle nel 1985 rimase inglorioso per le proteste degli astronauti che mal sopportavano la sporcizia generata nell'astronave. I russi invece cominciarono a spedire macachi in orbita nel dicembre 1983 a bordo di satelliti appositamente costruiti. Ne lanciarono una dozzina ma poi con il crollo dell'Urss il programma fu interrotto. Non però il sogno di arrivare un giorno su Marte che già allora coltivavano e che ora sono decisi a riprendere in modo massiccio, affrontando i problemi biomedici. Infatti l'agenzia Roskosmos sta per far partire il progetto Mars-500 con un gruppo di volontari che saranno rinchiusi per 17 mesi in un simulatore terrestre a Mosca che ricostruisce le caratteristiche di un'astronave interplanetaria. Al programma collabora anche l'agenzia spaziale europea Esa. La notizia delle quaranta scimmie «marziane » ha scatenato subito vivaci critiche. «L' umanità sacrifica più di cento milioni di animali all'anno nel nome della salute e della bellezza per sperimentare farmaci o cosmetici. Ora si aggiungono i test per il Pianeta Rosso. È ora di pensare ad alternative più serie senza far ricorso agli animali», dice Andrei Zbarski del Wwf. Ma la protesta per il momento non ha provocato conseguenze: la selezione dei macachi continua.

    Giovanni Caprara
    15 aprile 2008
    http://www.corriere.it/scienze_e_tec...4f486ba6.shtml


    cosa dire?


    Riconosci nell’animale un soggetto, non un oggetto?
    Allora sii coerente, non domandare “che cosa” mangiamo oggi, ma “chi” mangiamo oggi.

    Charlotte Probst

  2. #2092
    Senior Member

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    non dico niente[}] mi pare un'esagerazione!
    che lasciassero che scimmie in pace.....e che si curassero meno di Marte.....preferirei prima concentrarmi sulla nostra cara Terra e sui suoi bisogni anziche' dedicare le attenzioni ad un altro pianeta!!!!
    e\' piu\' importante impedire ad un animale di soffrire, piuttosto che restare seduti a contemplare i mali dell\'Universo pregando in compagnia dei sacerdoti.Buddha.

  3. #2093
    Senior Member

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    Le mucche producono 80 milioni di tonnellate all'anno
    Creata in laboratorio un'erba antigas

    Secondo i ricercatori australiani che l'hanno realizzata è in grado di ridurre il metano prodotto dai bovini

    Il metano prodotto dalla decomposizione di sostanze organiche nello stomaco dei bovini potrà essere abbattuto della metà. Le emissioni gassose, è ben noto, accompagnano il metabolismo di qualunque essere vivente. Ma pare che le mucche e gli altri sempre più numerosi animali da allevamento stiano esagerando: attraverso rutti e flatulenze sono arrivati a scaraventare nell’atmosfera qualcosa come 80 milioni di tonnellate all’anno di metano. Sarebbe solo una divertente curiosità se il metano non fosse un potente gas a effetto serra, in grado di accrescere il riscaldamento del nostro pianeta e di alterare il clima. Insomma: più popolazione, più allevamenti, più metano, più caldo, più disastri climatici.

    LA NUOVA ERBA CREATA IN LABORATORIO - Per spezzare questo cerchio, i ricercatori della Gramina, un’industria biotecnologica australiana, hanno annunciato di avere creato in laboratorio un nuovo tipo di erba che ridurrebbe fino al 50% i pericolosi effluvi. Il meccanismo di produzione dell’erba antigas è, ovviamente, coperto da segreto industriale; tuttavia si sa che, una volta nello stomaco del bovino, essa riduce l’attività batterica che causa la decomposizione delle sostanze organiche e l’abbondante formazione del gas. «A contatto con un allevamento di bovini, anche se non sentite i classici ruttini, è possibile rendersi conto che l’emissione di metano è continua. Questa erba, agendo sugli enzimi, la limita», assicura David Beever, un ricercatore esperto in nutrizione del bestiame. Poiché in alcuni Paesi si progetta di tassare gli allevamenti metano-emittenti, se l’erba si dovesse rivelare efficace, avrebbe un mercato assicurato.

    I DANNI DEL METANO - Fra tutti i gas serra messi al bando dal Protocollo di Kyoto, il metano occupa il secondo posto, per abbondanza, dopo l’anidride carbonica. Tuttavia esso ha un potere riscaldante una ventina di volte più alto e quindi il suo ulteriore aumento è temuto perché farebbe accrescere sostanzialmente l’effetto serra. Le fonti di emissione del metano create dalle attività umane, oltre agli allevamenti, sono le discariche, le risaie e l'estrazione di idrocarburi. Gli esperti in calcolo dell’impatto climatico fanno anche notare che solitamente gli ambientalisti prendono di mira l’energia, le industrie e i trasporti come maggiori responsabili dell’effetto serra. Ma, anche la zootecnia ha pesanti responsabilità: a parte la nocività dei gas delle mucche, bisogna sapere che mangiare una bistecca equivale a percorrere una cinquantina di km con un’automobile di media cilindrata!

    Franco Foresta Martin
    09 maggio 2008
    http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/08_maggio_09/erba_antigas_mucche_c6c903b4-1df2-11dd-a82d-00144f486ba6.shtml
    Riconosci nell’animale un soggetto, non un oggetto?
    Allora sii coerente, non domandare “che cosa” mangiamo oggi, ma “chi” mangiamo oggi.

    Charlotte Probst

  4. #2094
    Senior Member

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    17MILA BUFALE, DA LUNEDI' SARANNO UCCISE PER BRUCELLOSI
    9 mag 08 - P. Falco
    Il via lunedì nel macello di Atripalda.


    9 maggio 08 - Il commissario di governo, Andrea Cozzolino, ha già firmato le prime ordinanze. E sono partite le notifiche destinate agli allevatori. Gli abbattimenti cominceranno lunedì prossimo e andranno avanti nelle prossime dieci settimane: la task force della struttura commissariale ha deciso infatti di concentrare in soli 70 giorni la parte più impegnativa del piano regionale contro la brucellosi bufalina dalla provincia di Terra di Lavoro, che prevede l'eliminazione dei 17 mila capi risultati sieropositivi ai controlli. Per rispettare i tempi, sono stati individuati sul territorio regionale 5 o 6 macelli in possesso di tutte le autorizzazioni e le certificazioni di legge: i titolari delle aziende coinvolte, potranno liberamente scegliere quello di cui servirsi. Il trasporto è a cura del commissariato, mentre i Nas e i veterinari delle Asl e dell'Istituto zooprofilattico di Portici vigileranno su tutte le fasi degli abbattimenti. Ieri pomeriggio, intanto, la task force di Cozzolino, guidata dal direttore dell'istituto, Giuseppe Iovane ha convocato i rappresentanti delle organizzazione di categoria per fare il punto sugli ultimi dettagli delle procedure tecnico-ammini-strative: «I contenuti del piano li abbiamo pienamente avallati — spiega il direttore della Coldiretti, Marcello De Simone — quello che ci preme è che non ci siano ritardi nei risarcimenti: gli allevatori hanno già pagato un dazio elevato; ora devono essere messi in condizione di ripartire nel più breve tempo possibile». Ma in tal senso Iovane non nutre dubbi: «I soldi per il ristoro sono già disponibili — assicura — ed abbiamo predisposto una rigorosa calendarizzazione degli interventi, giorno per giorno, per le prossime settimane, proprio per evitare tempi morti ed intralci alla macchina. Tra i macelli prescelti, ce ne sono un paio in grado di effettuare anche 250 abbattimenti al giorno. Poi, una volta completata questa fase, ricominceremo subito con i controlli a tappeto degli allevamenti con presenza di capi sieropositivi, ogni 21 giorni, fino alla completa sparizione del batterio ». Oltre agli abbattimenti, il programma di profilassi — finanziato dal Governo con 66 milioni di euro — contempla: la vaccinazione obbligatoria con l'Rb 51 (per i capi tra i 6 e i 9 mesi); il controllo delle movimentazioni; l'identificazione elettronica - attraverso boli ruminali - dell'intero patrimonio bufalino; la verifica costante della corretta iscrizione nella banca dati nazionale di tutte le aziende e di tutti i capi censiti (176.759), con l'indicazione del relativo stato sanitario; il controllo annuale degli allevamenti. Il commissario ha la facoltà di corrispondere indennizzi agli allevatori anche per gli obblighi di quarantena e le difficoltà di ripopolamento, e di promuovere l'adozione dei «provvedimenti di sospensione, riduzione o rinvio dei contributi previdenziali e delle rate dei mutui agrari o crediti connessi allo svolgimento dell'attività ». Nel 2007 erano stati già abbattuti, in maniera discontinua, 5 mila capi.
    dal Corriere della Sera

    17.000...vite
    Riconosci nell’animale un soggetto, non un oggetto?
    Allora sii coerente, non domandare “che cosa” mangiamo oggi, ma “chi” mangiamo oggi.

    Charlotte Probst

  5. #2095
    Senior Member

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    http://tv.repubblica.it/multimedia/home/598591
    un bell'esempio di bonta' :il cane.
    e\' piu\' importante impedire ad un animale di soffrire, piuttosto che restare seduti a contemplare i mali dell\'Universo pregando in compagnia dei sacerdoti.Buddha.

  6. #2096
    Senior Member

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    http://tv.repubblica.it/multimedia/home/598591
    un bell'esempio di bonta' :il cane.
    e\' piu\' importante impedire ad un animale di soffrire, piuttosto che restare seduti a contemplare i mali dell\'Universo pregando in compagnia dei sacerdoti.Buddha.

  7. #2097
    Senior Member

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    In Inghilterra, un legislatore del Galles, basandosi su "supposizioni" scientifiche e non su prove fondate ha deciso di far sopprimere i tassi colpevoli (secondo lui) di essere portatori di tubercolosi.
    Non ci sono prove certe, anzi, si suppone che sia l'uomo la causa principale di questa malattia che ha colpito il bestiame.
    Si stanno levando cori di protesta da più parti per evitare questo crudele e inutile sterminio.


    in Inghilterra, Brian May (da tempo vicino a questi problemi ) si è fatto portavoce di questa protesta.
    Lascio il link al suo sito :
    http://www.brianmay.com/brian/brianssb/brianssb.html

    Come potrete vedere Brian ha già scritto direttamente anche a un membro del governo che ha in mano le sorti di questi animaletti. E giustamente Brian non gli parla in quanto musicista o membro dei Queen, ma da scienziato, con tanto di curriculum accademico alle spalle e chiedere di non commettere questo crimine.


    Ecco qui la petizione online da parte di OIPA Italia per salvare i tassi

    http://www.oipaitalia.com/caccia/appelli/tassi.html
    e\' piu\' importante impedire ad un animale di soffrire, piuttosto che restare seduti a contemplare i mali dell\'Universo pregando in compagnia dei sacerdoti.Buddha.

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