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Discussione: INFO X UNA SANA ALIMENTAZIONE

  1. #1
    Senior Member

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    INFO X UNA SANA ALIMENTAZIONE

    Ciao a tutti,
    in questi giorni nella sezione dei cani c'è una discussione in cui si cerca di stabilire quale sia il tipo di alimentazione più corretta per gli amici cani ed ho pensato che sarebbe il caso che una discussione dello stesso tipo si facesse anche qui nella sezione dei nostri gattoni..una bella discussione completa, magari che rimanga in rilievo dove poter sempre trovare esperienze di altri utenti, articoli trovati in rete, consigli e, soprattutto, dove si possano leggere gli ingredienti che compongono gli alimenti per gatti proposti dalle varie ditte.

    vi chiedo quindi di partecipare in modo attivo affinchè questa discussione possa essere il più completa ed interessante.

  2. #2
    Senior Member

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    Vi riporto subito questo pezzo inserito da Fabry (grazie [:X][:X]) nella discussione in cui si parla dell'alimentazione dei cani perchè secondo me questo testo è molto interessante anche per l'alimentazione dei gatti.

    Tratto dal Report dell'API 'What's really in pet food'
    Traduzione: E. Vento/C.Romussi

    Tranci di polli sani e ben pasciuti, tagli scelti di bovino e cereali freschi sono tutto cio' che serve per l'alimentazione completa e bilanciata di cani e gatti. Questo e' quanto affermano i produttori di pet food tramite i media.

    Questo e' cio' che le loro industrie (11 miliardi di dollari di fatturato) vogliono far credere ai consumatori.
    Questo rapporto esplora le differenze tra cio' che quest'ultimi credono di acquistare e cosa realmente comprano. Ci siamo focalizzati sulle marche piu' note, quelle distribuite nei supermercati e nei discount, ma converra' ricordare che anche molte altre marche "rispettabili" producono prodotti simili a quelli qui descritti.

    Cio' che sembra sfuggire alla maggior parte dei consumatori, e' che l'industria dei pet food rappresenta un'estensione delle industrie di alimenti destinati al consumo umano. Il settore "pet food" apre un mercato per gli scarti della macellazione, per i cereali considerati "non adatti all'alimentazione umana" e per altri prodotti di scarto che non potrebbero altrimenti garantire profitti. Per "scarti" bisogna intendere intestini, mammelle, esofagi e, probabilmente, le parti malate o cancerose degli animali macellati.

    Tre delle cinque maggiori aziende americane produttrici di pet food sono filiali delle piu' grandi multinazionali alimentari:

    NESTLE'
    (Alpo, Fancy Feast, Friskies, Mighty Dog)
    HEINZ
    (9 Lives, Amore, Gravy Train, Kibbles n Bits, Recipe, Vets)
    COLGATE-PALMOLIVE
    (Hill's Science Diet Pet Food)

    Alle quali possiamo aggiungere:
    PROCTER & GAMBLE
    (Eukanuba e Iams)
    MARS
    (Kal Kan, Mealtime, Pedigree, Sheba)
    NUTRO

    Per le multinazionali alimentari, controllare la produzione di pet food e' un investimento redditizio, un mercato parallelo, tramite il quale capitalizzare i propri prodotti di scarto. I prodotti commercializzati per l'alimentazione di cani e gatti sono centinaia. Anche se la qualita' e' mediamente simile, non tutte le aziende ricorrono ad ingredienti potenzialmente pericolosi.

    [u]INGREDIENTI</u>

    Il prezzo non sempre ne garantisce la bonta', ma spesso costituisce un buon indicatore della qualita' dei pet food: utilizzare proteine di qualita' e grano di prima scelta sarebbe ovviamente impossibile, per aziende che vendono cibo per cani a 2000 lire al chilo, dato che il costo di ingredienti di buona qualita' risultebbe molto maggiore del ricavato. Le proteine utilizzate nei pet food possono provenire da diverse fonti. Quando bovini, suini, polli, ovini ed altri animali vengono macellati i tagli scelti vengono separati dalla carcassa e destinati ad uso umano, mentre circa il 50% viene impiegato diversamente. Nella produzione dei pet food, viene usato tutto cio' che rimane della carcassa: ossa, sangue, intestini, tendini, legamenti e tutte le altre parti non consumate dagli umani. Sulle etichette, queste parti vengono descritte "sottoprodotti". L'etichettatura e' ambigua, perche' indica gli ingredienti ma non definisce i prodotti elencati. Negli Stati Uniti, l'associazione di categoria dei produttori di pet food riconosce che l'uso di "sottoprodotti" rappresenta un introito addizionale sia per l'industria della macellazione che per gli allevatori: "La crescita dell'industria del pet food non solo fornisce ai proprietari di animali domestici un cibo migliore per i propri animali, ma apre altri mercati per le industrie che preparano il cibo per il consumo umano". (1)

    Molti di questi scarti costituiscono la discutibile alimentazione degli animali d'affezione. L'apporto nutrizionale di questi sottoprodotti carnei puo' variare da lotto a lotto. James Morris e Quinton Rogers, due professori del Dipartimento di Bioscienze Molecolari della University of California (reparto di Medicina Veterinaria Davis), sostengono che "Per molti degli ingredienti comunemente utilizzati nella produzione di pet food, non e' disponibile alcuna informazione circa la loro biodisponibilita' per cani e gatti. Questi ingredienti sono generalmente sottoprodotti delle industrie zootecniche, la cui composizione nutritiva puo' avere margini di variazione enormi. La richiesta di adeguare i pet food ai profili nutrizionali consigliati dall' AAFCO (Associazione Americana per il Controllo degli Alimenti), non potra' quindi garantirne l'apporto nutrizionale, fino a quando non verra' analizzata la biodisponibilita' degli ingredienti". (2)

    Farine di carne, sottoprodotti ed ossa sono ingredienti comuni nei pet food. Il termine "farina" significa che questi prodotti non vengono utilizzati freschi: sono riciclati. In cosa consiste il "riciclaggio"? Stando al dizionario,"il riciclaggio e' un processo di tipo industriale: riciclare carcasse di bestiame per estrarne olio dal grasso tramite fusione". La zuppa di pollo fatta in casa, con lo spesso strato di grasso che si forma sulla superficie quando viene cotta, e' una sorta di mini-processo di riciclaggio. Il riciclaggio separa il grasso dai materiali idrosolubili e solidi, uccidendo i batteri. Purtroppo, puo' alterare o distruggere anche gli enzimi e le proteine che si trovano nella "materia prima".

    Quali possono essere le conseguenze per cani e gatti alimentati con questi prodotti? Alcuni veterinari sostengono che gli scarti della macellazione aumentano il rischio di cancro e di altre malattie degenerative. I metodi di cottura usati nella produzione di pet food, come il riciclaggio e l'estrusione (pressione a caldo usata per "espandere" il cibo secco, trasformandolo in crocchette), non sempre distruggono gli ormoni (usati per far ingrassare il "bestiame" o per farne aumentare la produzione di latte), ne' gli antibiotici, ne' i barbiturici (usati come anestetici).

    [u]GRASSI ANIMALI </u>

    Avrete notato l'odore particolarmente pungente che si sprigiona quando aprite una nuovo sacco di pet food. Da cosa dipende? Molto spesso dalla presenza di grasso animale riciclato, oppure di oli troppo rancidi e classificati come inadatti per gli umani. Negli ultimi 15 anni, il grasso proveniente dai ristoranti, in US, e' diventato la principale componente grassa dei pet food. Questi grassi, spesso contenuti in fusti da 50 galloni, vengono generalmente lasciati all'aperto per settimane, esposti a temperature estreme, senza preoccuparsi del loro impiego futuro. Le aziende che riciclano questi grassi li mischiano con altri tipi di grasso, stabilizzandoli tramite potenti anti-ossidanti che ne ritardano il deterioramento e vendono il prodotto finito ai produttori di pet food. (3)

    Questi grassi vengono spruzzati direttamente nelle crocchette, per rendere appetibile un prodotto che altrimenti risulterebbe insipido o sgradevole. Il grasso agisce inoltre come collante, al quale vengono infine aggiunti esaltatori di sapidita'. Gli "scienziati" del pet food hanno scoperto che gli animali amano il gusto di questi grassi. I produttori sono dei veri maestri nel costringere un cane o un gatto a mangiare cio' che normalmente farebbe loro arricciare il naso per lo schifo.

    [u]FARINA, SOIA, GRANTURCO, NOCCIOLINE ED ALTRE PROTEINE VEGETALI</u>

    Negli ultimi 10 anni, la quantita' di cereali usati nel pet food e' aumentata. Un tempo, l'industria di pet food considerava i cereali alla stregua di riempitivi, ma oggi essi rappresentano una porzione considerevole, nel cibo per animali. I valori nutrizionali in questi prodotti dipendono dal grado di digeribilita' delle granaglie. La quantita' ed il tipo di carboidrati determina la quantita' di valori nutrizionali che l'animale assume. Cani e gatti possono assorbire pressocche' tutti i carboidrati di alcune granaglie (ad esempio, del riso), ma fino a circa il 20% del valore nutrizionale delle altre granaglie viene perso, in quanto non digerito. La disponibilita' nutrizionale di grano, fagioli e avena, ad esempio, e' scarsa. Gli elementi nutritivi nelle patate e nel granturco sono molto meno disponibili che nel riso. Altri ingredienti, come i gusci delle arachidi, vengono usati come "riempitivo" o fibra, ma non hanno un contenuto nutrizionale significativo.

    Due su tre degli ingredienti principali dei pet food, in particolare di quelli secchi, sono quasi sempre cereali. Nel Pedigree Performance per cani, i 3 principali ingredienti sono granturco macinato, farina di sottoprodotti del pollo e farina di glutine di granturco. Nei 9 Lives Crunchy Meals per gatti, i 3 principali ingredienti sono granturco macinato, farina di glutine di granturco e farina di sottoprodotti animali. Dei 4 principali ingredienti del Purina ONE per cani - pollo, granturco macinato, grano macinato e farina di glutine - 2 sono prodotti a base di grano... praticamente, sono lo stesso prodotto. Questa pratica industriale e' nota come "suddivisione". Quando i componenti dello stesso ingrediente vengono elencati separatamente - come nel caso di granturco macinato e farina di glutine di granturco - sembra che ci sia meno grano che carne, anche quando il peso dei cereali, in realta', supera quello della carne.

    Nel 1995, la Nature's Recipe dovette ritirare dagli scaffali migliaia di tonnellate di cibo per cani, a causa delle proteste di consumatori che lamentavano che i cani alimentati con i prodotti di questa ditta vomitavano e perdevano appetito. Per la Nature's Recipe, la perdita ammonto' a 20 milioni di dollari. Il problema era legato alla presenza di un fungo che produceva vomitossina (un'aflatossina o "micotossina", sostanza tossica prodotta durante il processo di stampaggio delle crocchette), che aveva contaminato il grano. Nel 1999, un'altra tossina fungina obbligo' al ritiro del cibo secco per cani prodotto dalla Doane Pet Care, compreso Ol' Roy ed altre 53 marche. Questa volta, la tossina uccise 25 cani. Malgrado causi a molti cani vomito, inappetenza e diarrea la vomitossina e' pero' meno tossica di altre. Le tossine fungine piu' pericolose possono causare perdita di peso, danni al fegato, claudicazione e persino la morte, come nel caso Doane.

    L'incidente della Nature's Recipe obbligo' la FDA (Food and Drug Administration) ad intervenire. Dina Butcher, Assessore alle Politiche Agricole nel Nord Dakota, concluse che la scoperta della vomitossina nei prodotti Nature's Recipe non rappresentava un rischio per la popolazione umana, in quanto "il grano che viene utilizzato nel pet food non e' grano di alta qualita'". (3)

    Le proteine di soia sono un altro ingrediente comunemente usato nel pet food, come fonte energetica. I produttori le utilizzano anche perche' negli animali producono un senso di sazieta'. La soia e' stata collegata a casi si aerofagia in alcuni cani, mentre altri la sopportano meglio. La soia viene impiegata come fonte proteica anche in alcuni prodotti vegetariani per cani.

    [u]ADDITIVI E CONSERVANTI</u>

    Molti prodotti chimici vengono aggiunti al pet food commerciale per aumentarne il gusto, la stabilita', le caratteristiche o l'aspetto. Gli additivi non hanno valore nutritivo; possono essere usati come emulsionanti, per evitare che l'acqua ed il grasso si separino, come antiossidanti, per prevenire l'irrancidimento del grasso o come coloranti e aromi artificiali, per rendere il prodotto piu' attraente per il consumatore e piu' appetibile per l'animale.

    L'aggiunta di prodotti chimici al cibo ebbe origine migliaia di anni fa (spezie conservanti naturali e agenti di stagionatura), ma negli ultimi 40 anni, l'uso di additivi e' molto aumentato. Tutti i cibi per animali contengono conservanti. Alcuni di questi vengono aggiunti agli ingredienti o alle materie prime dai fornitori, altri possono essere aggiunti dai produttori stessi. Dato che quest'ultimi hanno bisogno di assicurare un lunga durata del cibo secco per renderlo commestibile anche dopo la spedizione e la permanenza in magazzino, i grassi nei cibi per animali vengono conservati impiegando conservanti sintetici o "naturali".

    I conservanti sintetici comprendono il BHA e BHT, gallato di propile, propilenglicole (impiegato anche come alternativa "meno tossica" agli antigelo industriali per auto) e trimetilchinolina. La letteratura relativa alla tossicita', ai rischi o ai problemi derivati dall'consumo continuo di questi antiossidanti, spesso ingeriti quotidianamente da cani e gatti, e' scarsa. L'impiego di possibili agenti cancerogeni come il BHA, BHT e la trimetilchinolina vengono permessi in quantita' relativamente basse. Gli effetti di questi prodotti chimici nel pet food non sono stati studiati approfonditamente, ma il loro consumo, a lungo termine, e' probabilmente dannoso.

    Dato che i risultati dello studio originale sulla sua sicurezza, effettuati dal produttore (Monsanto) della trimetilchinolina erano insufficienti, gli e' stato richiesto di effettuare un nuovo e piu' rigoroso studio. Questo studio si e' concluso nel 1996. Malgrado la Monsanto non abbia trovato una tossicita' significativa associabile al suo prodotto, nel luglio 1997 il Centro di Medicina Veterinaria della FDA ha richiesto al produttore di ridurre della meta' il livello massimo di trimetilchinolina (75 parti per milione).

    Mentre alcuni critici del pet food e alcuni veterinari credono che la trimetilchinolina sia la principale causa di malattie, problemi cutanei ed infertilita' nei cani, altri sostengono che e' il piu' sicuro, forte e stabile conservante disponibile per i pet food. La trimetilchinolina e' permessa per il consumo umano soltanto come conservante per spezie (pepe di cayenna, chili) in una proporzione di 100 parti per milione - ma sarebbe molto difficile consumare giornalmente una quantita' di chili che raggiungesse il quantitativo di trimetilchinolina che un cane consuma tramite il cibo secco.

    Per conservare i grassi ,alcuni produttori hanno risposto alle preoccupazioni dei consumatori ricorrendo a conservanti "naturali", come Vitamina C (acido ascorbico), Vitamina E (tocoferoli misti) oppure olio di rosmarino, garofano o altre spezie. La farina di pesce e alcune miscele di vitamine, usate come integratori nei pet food, contengono conservanti chimici. Questo significa che cani e gatti possono mangiare cibi contenenti diversi tipi di conservanti. Non tutti devono essere indicati in etichetta per legge. Tuttavia, grazie alle pressioni da parte dei consumatori, i conservanti usati nel grasso devono oggi essere esposti in etichetta.


    [u]ADDITIVI NEI PET FOOD</u>

    Agenti anticoagulanti
    Lubrificanti
    Agenti antimicrobici
    Dolcificanti ipocalorici
    Antiossidanti
    Dolcificanti calorici
    Coloranti
    Agenti ossidanti e dimagranti
    Agenti affumicanti
    Agenti per il controllo del pH
    Agenti deidratanti
    Ausili di processo
    Emulsionanti
    Isolanti
    Agenti fissanti
    Solventi, veicoli
    Esaltatori di gusto
    Stabilizzatori, inspessitori
    Aromatizzanti
    Agenti attivi superficiali
    Agenti per il trattamento delle farine
    Agenti di finitura superficiale
    Ausili di formula
    Sostanze sinergizzanti
    Umidificatori
    Tessuti
    Lievitanti

    Mentre la legge richiede studi sulla tossicita' diretta dei singoli additivi e conservanti elencati, essi non vengono testati per il loro potenziale effetto sinergico gli uni con gli altri, una volta ingeriti. Alcuni autori hanno suggerito la possibilita' di interazioni dannose tra alcuni dei piu' comuni conservanti (4). I conservanti naturali, invece, non consentono la stessa lunga durata come quelli chimici, ma non pongono alcun interrogativo circa eventuali rischi.

    [u]COME VIENE PRODOTTO IL PET FOOD</u>

    Per rispettare i requisiti necessari per poter etichettare un cibo come "completo e bilanciato", molti produttori effettuano studi di appetibilita' quando sviluppano un nuovo pet food. Un gruppo di animali viene alimentato col nuovo cibo mentre un gruppo di "controllo" viene alimentato con la formula attualmente venduta. Il volume totale mangiato viene usato come misura per l'appetibilita' del cibo. Le piu' grandi e famose aziende considerano questo genere di test il piu' accurato controllo possibile dei valori nutrizionali effettivi del cibo e mantengono grosse colonie di cani e gatti per questo scopo.

    Il cibo secco viene prodotto con una macchina chiamata "estrusore". La materia prima viene dapprima miscelata, a volte manualmente, a volte con l'ausilio di un computer, secondo la ricetta preparata dai nutrizionisti. Nell'estrusore, vengono aggiunti a questa mistura acqua calda e vapore. La mistura e' sottoposta a pressione, vapori ed alte temperature man mano che procede verso gli stampi che determineranno la forma finale del prodotto. Il cibo viene lasciato ad essiccare e poi viene generalmente spruzzato con grasso, fermentanti o altri composti che lo rendano piu' appetibile. Nonostante il processo di cottura possa uccidere i batteri, la sterilizzazione del prodotto finale puo' essere compromessa durante l' essiccamento, la copertura con grasso o l'imballaggio.

    Gli ingredienti sono simili sia per il cibo umido, che secco, che semi-umido. La quantita' di proteine, grassi e fibra puo' invece variare. Una tipica scatoletta di cibo per gatti conterra' circa il 50% di sottoprodotti carnei. La principale differenza tra questi prodotti e' il contenuto d'acqua. E' impossibile fare una comparazione diretta delle etichette dei diversi tipi di cibo senza una conversione matematica "su base secca".

    La preparazione del cibo umido prevede una miscelazione degli ingredienti di base con additivi. Ai cosiddetti "bocconcini", viene data forma dall'estrusore. Successivamente, la mistura viene cotta ed inscatolata. Le scatole sigillate vengono infine inserite in contenitori per la cottura a pressione, nelle quali vengono sterilizzate. Alcuni produttori cuociono il cibo direttamente nella scatola.

    Per rendere nutrienti i pet food, i loro produttori li "fortificano" con vitamine e minerali. Come mai? Perché gli ingredienti che usano non sono di per se' completi, la loro qualita' puo' essere estremamente variabile ed il tipo di produzione distrugge molte delle loro proprieta' nutritive.

    [u]CONTAMINAZIONI</u>

    I pasti a base di farina di carne o sottoprodotti spesso sono contaminati da batteri, perché non sempre provengono da animali macellati. Ad essere trasformate in farine, sono generalmente le carcasse di animali morti per malattie, ferite o vecchiaia . L'animale morto puo' essere trasformato soltanto diversi giorni dalla morte; e' per questo motivo che la sua carcassa puo' spesso essere contaminata con batteri tipo Salmonella ed Escherichia Coli. Si stima che piu' del 50% delle farine di carne siano contaminate dai pericolosi batteri di E.Coli. La cottura puo' uccidere i batteri, ma non elimina le endotossine che alcuni batteri producono durante la crescita e che rilasciano quando muoiono. Queste tossine possono causare malattie. I produttori di pet food non testano i loro prodotti per le endotossine (5). Un altro genere di tossine pericolose sono le micotossine: provengono da muffa o da funghi, tipo la vomitossina del caso Nature's Recipe e aflatossine del caso Doane. La crescita di questa muffa puo' imputarsi a pratiche scadenti di coltura, essiccamento e stoccaggio, mentre gli ingredienti maggiormente contaminati da questa micotossina sono le granaglie tipo grano e mais, la farina di semi di cotone, le farine di noccioline e quelle a base di pesce.

    [u]PROBLEMI CAUSATI DA UN'ALIMENTAZIONE INADEGUATA</u>

    L'idea che esista un pet food in grado di fornire a cani e gatti tutti i nutrienti di cui avranno bisogno durante il corso della propria esistenza e' un mito. Gli ingredienti primari della maggior parte del pet food commercializzato sono le granaglie. Molti consumatori acquistano il medesimo prodotto per lunghi periodi, costringendo i loro compagni animali ad assumere soprattutto carboidrati, con scarsissime variazioni. La dieta attuale di questi cani e gatti e' lontanissima dalla dieta proteica, molto variata, tipica dei loro antenati. I problemi legati alla dieta industriale sono verificabili quotidianamente, in qualsiasi laboratorio veterinario: vomito, diarrea e infiammazioni sono i sintomi piu' frequenti di problemi digestivi cronici.
    Le allergie alimentari sono diventate una malattia quotidiana ed il mercato delle diete con "antigeni limitati" o "nuove proteine" e' diventato un affare multimiliardario. Queste diete sono state create appositamente per curare la progressiva intolleranza ai cibi commerciali sviluppata dagli animali.

    Molti pet food sono prodotti con ingredienti proteici a bassissima digeribilita'. Le diete basate su questi prodotti contengono proteine con digeribilita' inferiore al 70%. Alcuni "riempitivi" e le fibre utilizzati in questi cibi possono anche causare coliti (infiammazioni del colon). La maggior parte dei produttori di pet food non pubblica statistiche di digeribilita' e questo dato non e' mai apparso sulle etichette.

    Vomito e diarrea acuti sono spesso un sintomo di contaminazione batterica e di tossine prodotte dai batteri. Sia un immagazzinaggio improprio che l'aggiunta di acqua o latte per ammorbidire il cibo, lasciato poi a temperatura ambiente, possono causare la moltiplicazione di questi batteri. Questa pratica, pero', viene ancor oggi suggerita per gli alimenti destinati ai cuccioli.

    Le formule e l'uso suggeritone dai produttori hanno aumentato inoltre l'incidenza di altri problemi digestivi: alimentare l'animale solo una volta al giorno puo' causare irritazione dell'esofago. Offrire due piccoli pasti e' molto meglio. Per cani e gatti, anche i problemi del tratto urinario sono strettamente legati all'alimentazione: ostruzioni, cristalli e calcoli, sono spesso aggravati dall'uso di pet food industriali. Nei gatti, si stanno diffondendo nuovi tipi i calcoli, piu' pericolosi di quelli ritenuti "comuni". Le manipolazioni dei pet food modificano l'acidita' dell'urina e la quantita' di alcuni minerali, con effetti diretti nello sviluppo di malattie. Anche i cani sviluppano calcoli a causa delle diete industriali. E' dimostrato che, sia nei gatti che in alcuni cani, la carenza di taurina puo' condurre (oltre che alla cecita') a problemi cardiaci spesso fatali . Questa carenza, in passato, era spesso legata ad un quantitativo inadeguato di taurina nei pet food, che, per questo motivo, vengono attualmente addizionati con taurina.

    L'eccesso di calorie tipica delle formule commercializzate per cuccioli, promuove la loro crescita rapida; ma una crescita rapida, per alcune razza canine di taglia grossa, ha mostrato di contribuire all'insorgenza di malattie delle ossa e delle giunture. Sono state quindi introdotte "formule speciali" destinate ai cuccioli di razze di grossa taglia, ma quest'innovazione non aiutera' gli innumerevoli cani che hanno vissuto e sono morti con malattie alle giunture.

    Esiste infine una cospicua evidenza che l'ipertiroidismo nei gatti sia il risultato di un alimentazione a base di pet food industriali. E' una malattia nuova, apparsa agli inizi degli anni 70, quando il cibo in scatola comincio' ad essere distribuito nei supermercati. La causa esatta non e' ancora conosciuta, ma e' una malattia grave, a volte fatale ed il suo trattamento estremamente dispendioso.

  3. #3
    Senior Member

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    isetta scusa...ma la nutro che altro fa???

  4. #4
    Senior Member

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    ragazzi, io uso i prodotti della almo (scatolette ottimissime, ottimissimi ingredienti, zero conservanti e coloranti, una ogni tanto) e le crocchette per gatti da 4a 12 mesi della royal canin...penso che siano le meglio in circolazione...voi che dite?
    Tutto quello che non mi uccide, mi rende più forte

  5. #5
    Senior Member

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    Citazione:Messaggio inserito da valez

    isetta scusa...ma la nutro che altro fa???
    non lo so, infatti stavo cercando in rete ma non trovo nulla..non saprei.

    voi comunque se riuscite postate le composizioni degli alimenti così confrontiamo le varie marche..

  6. #6
    Senior Member

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    Citazione:Messaggio inserito da Liska

    ragazzi, io uso i prodotti della almo (scatolette ottimissime, ottimissimi ingredienti, zero conservanti e coloranti, una ogni tanto) e le crocchette per gatti da 4a 12 mesi della royal canin...penso che siano le meglio in circolazione...voi che dite?
    posta gli ingredienti liska che così le confrontiamo con le altre

  7. #7
    Senior Member

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    liska le migliori in assoluto magari no, ma la almo è ottima! con la royal io mi sono trovata un po' male ultimamente e sono passata a eagle. non mi piacevano le feci e il pelo

  8. #8
    Senior Member

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    ok...le posto domani però.
    metto ingredienti delle scatolette almo e delle crocche diet sensible (le ho prese per sbaglio...). il resto vado a comprarlo domani...
    Tutto quello che non mi uccide, mi rende più forte

  9. #9
    Senior Member

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    [:264]

  10. #10
    Senior Member

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    beh valez la almo è l'unica che non contiene nè coloranti nè conservanti tra quelle che conosco...comunque qui dove lavoro io domani devo fare proprio un confronto tra le varie marche...vi metto i risultati!!!
    Tutto quello che non mi uccide, mi rende più forte

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