In questi giorni, manco a farlo apposta, mi sto interessando a questo argomento perchè stanno proliferando su una testata web del luogo in cui vivo, vari articoli in merito al fatto che si stanno creando dei branchi piuttosto numerosi di cani.
In particolare, nei pressi del centro, c'è un appezzamento di terreno recintato(circa 600mq) in cui i cani riescono ad entrare ed in cui, in questi giorni, un ragazzo (anche se accentuando i fatti con intenzioni piuttosto faziose) ha filmato dall'esterno circa 8 cani(uno dei tanti branchi presenti in città) che mostravano atteggiamenti di difesa del territorio anzichè la classica indifferenza e atteggiamento sfuggente a cui siamo stati abituati. La cosa reale é che sto personalmente assistendo a delle situazioni inedite in termini di comportamento e atteggiamento dei soggetti, taglie e aspetto, abitudini(tendenza all'aggregazione e alla formazione di gruppi numerosi) etc.
In particolare quest'ultimo punto è legato molto all'oggettivo aumento numerico di questi randagi, vuoi per l'inefficace esecuzione delle campagne di sterilizzazione(molto diluite nel tempo e pochissimi soggetti per volta) vuoi per l'aumento di nutrimento(a casua dei cassonetti sempre troppo colmi), vuoi per la bassissima cultura cinofila a cui si legano inevitabilmente abbandoni, fughe(per recinzioni insufficienti), cucciolate da regalo etc. In Sicilia poi abbiamo anche il fattore climatico che consente, anche in inverno, la sopravvivenza di un numero più elevato di cuccioli rispetto a quanto avviene in altri luoghi
Tornando al comportamento, questo si estrinseca. in particolare, in inequivocabili atteggiamenti di territorialità. Territorialità che può diventare un problema serio nel momento in cui i territori occupati non sono più zone di campagna appartate e poco frequentate, ma diventano zone a largo afflusso di gente.
Vediamo sempre spesso gruppi di svariati soggetti per di più di grossa taglia e con un morfotipo particolare, perchè la tipologia di cane che si sta selezionando “in natura” è sempre meno frutto di quel “bastardino” che ha storicamente popolato le ns. città, abituato a stare a distanza di sicurezza e ad avere una presenza poco invasiva(perchè realmente selezionato da generazioni di randagi).
Sta prendendo piede una nuova categoria di randagi sempre più frutto di incroci tra cani di razza sfuggiti al controllo degli umani. Il problema si pone perchè appunto alcuni dei cani attualmente in circolazione sono l’esatta trasposizione dei cani che vengono maggiormente “allevati” nelle ns. campagne(maremmano-abbruzzesi, cane corso, rottweiler e molossoidi vari). Sono razze sempre più diffuse visto l'appeal che esercitano(purtroppo anche nei neofiti). Sono razze che mal si prestano ad una immissione a vario titolo nell'ambiente per le influenze "negative" in quel contesto che possono portare. Magari non avviene spesso con il Rottweiler, ma avviene spessisimo con l'incrocio (ad es. di rottweiler e cane corso) frutto della cucciolata indesiderata ragalata ai primi 8 che si sono presentati. Molti di questi cuccioli nel giro di pochi anni ne generano altrettanti, presto o tardi, qualcuno di questi va in strada e capita così che un giorno, mentre cammini tranquillamente, ti trovi a dover fronteggiare un gruppo di RottCorsi di 50Kg liberi e mai imprintati dall'uomo che si sono convinti che ti trovi nella loro dimora.
Molte delle caratteristiche di queste razze (attitudini, tempra, temperamento, tendenza alla dominanza sociale, struttura fisica etc.) apprezzabili e perfettamente plasmate per il loro ambito congeniale ma non concepite per una vita libera in ambito urbano e per una crescita allo stato brado stanno quindi, secondo me, attraverso fughe/abbandoni e conseguenti accoppiamenti ridisegnando la mappa genetica di molti dei randagi in circolazione. La loro impronta è sempre più riconoscibile rispetto alle ignote origini del meticcio multicolor che da sempre popola i quartieri rionali, così abituato a convivere pacificamente con l'uomo e che, magari, lo dovevi letteralmente svegliare, per prendere la tua auto sotto la quale si era addormentato(mi è successo stamattina perchè ancora ne esistono).
La sensazione, spero che non sia così, é che, per ostentare numeri e "fare il compitino", i comuni indirizzino le sterilizzazioni ai soggetti più facili/inoffensivi tralasciando invece quelli più bisognosi(ma più difficili e pericolosi da prendere e gestire) e quindi alterando ulteriormente l'equilibrio riproduttivo, selezionando, in modo arbitrario, e decretando il successo evolutivo di caratteri indesiderati (che puntualmente si ritorcono contro). La priorità andrebbe invece gestita esattamente all'opposto.