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Discussione: VACCINARE OGNI QUANTO E PERCHè

  1. #1
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    VACCINARE OGNI QUANTO E PERCHè

    HO raccolto interessantissimi articoli del Dr Sergiampietri riguardo le vaccinazioni che vorrei condividere con voi.


    Vaccinazione antirabbica: studi sulle vaccinazioni

    da http://www.animalsclub.it/forum/viewtopic.php?t=2006


    Vaccinazione antirabbica: studi sulle vaccinazioni


    La Rabbia: studi sulle vaccinazioni

    Pubblicato sulla rivista trimestrale Bioguida n.30 - autunno 2010

    Chiunque abbia un cane o un gatto sa che una volta all'anno è necessario recarsi dal veterinario per fare il richiamo della vaccinazione. L'abitudine della puntura annuale è venuta consolidandosi dagli anni 50 in poi ed è stata responsabile, a mio avviso,della crescita scientifica e professionale della medicina veterinaria orientata alla cura degli animali domestici.
    La visita annuale, motivata dalla vaccinazione, ha permesso infatti di affinare le capacità diagnostiche del medico e poter cogliere anche i piccoli sintomi prima che essi evolvessero in forme morbose più difficili da curare.
    In questo modo è stata possibile la trasformazione della figura del medico veterinario di campagna, che curava dalla gallina al cavallo passando occasionalmente per il cane del vicino cacciatore o il gatto di cortile, nel veterinario sempre più specializzato che conosciamo oggi.
    Il controllo annuale, oltre a una miglior cura e cultura dell'animale domestico, ha reso possibile una maggior longevità del cane o del gatto di casa. Un effetto tangibile è visitare gatti di 16, 18, 20 anni quando dieci anni fa un gatto di 14 anni era una rarità.

    Ma torniamo alle vaccinazioni, tra tutte quelle possibili l'antirabbica è sempre stata la vaccinazione "obbligatoria". Lo è per chi vuole recarsi all'estero con il proprio animale (cane o gatto) e, in alcune regioni e province italiane (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trento e Bolzano), è tornata ad essere obbligatoria per tutti i cani ivi registrati e per quelli a seguito dei proprietari non residenti (novembre 2009).
    La rabbia è una malattia dalle caratteristiche assai peculiari. Può colpire numerosi mammiferi e tra questi l'uomo. Il contagio si realizza prevalentemente attraverso il morso di un animale infetto. I sintomi prevedono cambi di comportamento con tendenza all'aggressività, irrequietezza che spinge l'animale a vagare senza sosta, percorrendo kilometri e avvicinandosi ai centri abitati. Viene persa la discriminazione alimentare e, quasi a voler placare questa forte irrequietezza, il soggetto malato può ingerire qualsiasi cosa commestibile o meno.
    Nell'uomo i sintomi comprendono anche un'inspiegabile terrore per l'acqua (idrofobia), cambiamento della voce, insonnia con vagare notturno.
    Non è difficile comprendere come la rabbia abbia potuto ispirare la fantasia di generazioni di scrittori e contribuire alla creazione di personaggi come vampiri e lupi mannari.
    I sintomi nell'uomo e la letalità hanno fatto si che si creasse un aura di terrore attorno a questa malattia. Questo terrore nei secoli passati ha scatenato vere e proprie cacce alle streghe,mentre attualmente, come vedremo più avanti, la paura della malattia ha contribuito all'abitudine del richiamo annuale o, al massimo biennale (a patto di non portare l'animale all'estero perché in quel caso il richiamo deve essere annuale). Ripetere ogni anno il vaccino non proporziona una maggiore protezione immunitaria ovvero esistono da molti anni evidenze scientifiche che dimostrano la non necessità del richiamo.

    Vaccinare significa, sinteticamente, presentare all'organismo una noxa patogena (virus, batteri, parassiti o frazioni di essi) di modo che il sistema immunitario sia in grado di riconoscere la noxa, memorizzarla e produrre, in seguito ad un'infezione naturale, una risposta difensiva capace di neutralizzare il pericolo ed evitare lo sviluppo dei sintomi di malattia.
    Il virus della rabbia è peculiare come la malattia che produce, riesce infatti a eludere il sistema immunitario di un soggetto mai vaccinato, fino a che non raggiunge il sito prediletto di replicazione: il cervello.
    A livello cerebrale provoca lesioni particolarmente gravi e irreversibili ai neuroni; questo è il momento in cui il sistema immunitario reagisce..ma ahimè è troppo tardi.
    Dal cervello poi le particelle virali, replicatesi in grande quantità, invadono altri tessuti del corpo e in particolare le ghiandole salivari: per questo motivo la saliva è veicolo di infezione.
    Se però il sistema immunitario è stato avvisato prima di questo eventuale incontro (vaccinazione), al momento del contagio si ha una reazione difensiva in grado di intercettare le particelle virali prima che queste raggiungano l'encefalo. Similmente la vaccinazione a contagio avvenuto produce l'attivazione delle cellule del sistema immunitario e la neutralizzazione del virus, a patto che venga eseguita tempestivamente.
    Quindi la vaccinazione contro la rabbia è un intervento cautelativo giustificato e altrettanto giustificata, vista la gravità della malattia per la salute umana, è l'obbligatorietà per legge.
    I conti però non tornano quando consideriamo la frequenza del richiamo e il complicato capitolo degli effetti collaterali.
    Ho voluto dare un taglio "scientifico" a questo articolo con uno scopo ben preciso: ridefinire i campi di confronto riguardo l'utilità e la dannosità della vaccinazione antirabbica attualizzandola a quello che la ricerca scientifica ha assodato negli ultimi 30 anni.
    La contrapposizione tra i favorevoli e i contrari inizia con la nascita della vaccinazione, avvenuta con Jenner nel 1776. Tra i contrappositori illustri ricordiamo i filosofi Kant e Herbert Spencer, che ne negavano l'efficacia. Prima favorevole e, poi, anch'egli contrario, invece, era Alfred Russel Wallace,co-ideatore della teoria della selezione naturale insieme a Darwin. Il primo vaccino antirabbico venne invece sperimentato da Pasteur nel 1885.
    Quindi alla vaccinazione è connaturato dagli albori un dibattito a carattere filosofico e scientifico.
    Da veterinario omeopata sarei forse maggiormente portato a dibattere filosoficamente. Al principio dell'estate accade però un fatto importante, un cane rimane paralizzato poco dopo il richiamo antirabbico. Questo evento pone una doverosa domanda: esiste un nesso causale con la vaccinazione oppure si è trattato di una mera coincidenza?
    Per cercare una risposta inizio a consultare la letteratura scientifica esistente in merito alla rabbia e alla profilassi vaccinale.. e scopro un mondo, ai più poco noto, riguardo lo stato dell'arte delle vaccinazioni per gli animali domestici.
    Lascio temporaneamente gli aspetti filosofici della vaccinazione a Kant e vi illustro quello che ho trovato, lasciando a voi la possibilità di controllarne l'esattezza, farvi una vostra opinione e decidere dove la verità è riposta: nelle evidenze scientifiche, nell'abitudine consolidata o nel bugiardino dei produttori del vaccino?
    Riguardo l'intervallo di tempo tra un'antirabbica e il richiamo l'indicazione del bugiardino è un periodo di un anno o due a seconda della marca di vaccino, mentre per recarsi all'estero la vaccinazione vale un anno, a sorpresa invece le attuali conoscenze scientifiche sperimentali1 dimostrano che l'immunità conferita da un'intervento vaccinale dura più di 2 anni. L'associazione mondiale dei veterinari degli animali domestici (WSAVA) nelle sue linee guida2 per le vaccinazioni suggerisce che prima di rivaccinare sia bene quantificare gli anticorpi ancora presenti nell'animale e procedere al richiamo vaccinale solo se questi risultano insufficienti a garantire protezione immunitaria. Sostiene Ronald D. Schulz, un biopatologo che si occupa dell'immunità vaccinale dal 1978, con dati desunti da ricerche sperimentali, che l'immunità da vaccino antirabbia duri almeno 3 anni e sta cercando di dimostrare la persistenza immunitaria di 7 anni3 ! Questo significa che sarebbe sufficiente vaccinare il nostro cane una volta ogni 3..5..7 anni per avere un animale protetto dalla malattia!
    Inoltre vaccinare contro la rabbia ogni anno, se diamo valore alla ricerca scientifica, non significa dare più protezione all'animale. Nessun beneficio dal ricordare ogni 365 giorni al sistema immunitario come è fatto il virus della rabbia. L'unico beneficio è quello di poter sentirsi più tranquilli di fronte alla paura atavica della rabbia.
    Non è però un beneficio gratuito, e non mi riferisco al costo del vaccino, ma ad una ricerca, già pubblicata, che riporta anche gli effetti collaterali segnalati ai produttori dei vaccini da parte di veterinari, proprietari e allevatori4. In tre anni (da aprile 2004 a marzo 2007) sono stati segnalate quasi 10'000 reazioni avverse alla vaccinazione antirabbica di cui il 65% verificatesi nei cani.
    La ripetizione annuale del vaccino non da maggiore protezione ma aumenta le probabilità che si verifichi qualche evento indesiderato.
    E' un po' come lasciare l'auto in divieto di sosta, una tantum e forse non troverò la multa..ma se lo faccio sistematicamente il calcolo delle probabilità sarà a mio sfavore.
    Riguardo il simpatico cane rimasto paralizzato non sono in grado di dire se la vaccinazione antirabbica abbia o meno influito. Certo è che dopo essermi documentato non potrei escludere un nesso causale tra i due eventi.
    D'altro canto la vaccinazione è obbligo di legge per cui né il veterinario né il proprietario possono sottrarvisi; di fronte alla legge la nostra unica responsabilità è rispettarla. Personalmente mi chiedo però su quali basi sia lecito operare per il bene dei nostri animali. Si tratta di difenderci dalla malattia o dalla paura della malattia?



    Bibliografia
    1 Schultz, R.D. Current and Future Canine and feline vaccination programs. Vet Med 3: No. 3, 233-254, 1998.
    1 Schultz, R.D. Duration of immunity for canine and feline vaccines: A review.

    2 WSAVA Vaccination Guidelines Group 2007
    3 Rabieschallengefund
    4Postmarketing Surveillance of Rabies Vaccines for Dogs to Evaluate Safety and Efficacy ( Journal of the American Veterinary Medical Association)
    _________________
    Dott. Andrea Sergiampietri
    https://sites.google.com/site/zagovet



    Le vaccinazioni: servono? (Rabbia, parvovirosi, adenovirosi)

    http://www.animalsclub.it/forum/view...hp?p=3668#3668

    Salve a tutti,
    immaginando che questo argomento stia suscitando un crescente interesse tra i proprietari di animali vorrei presentare qui un sunto di quello che ho trovato su internet riguardo il tema della vaccinazione, dei richiami annuali, della durata della protezione immunitaria e degli effetti indesiderati.

    Su internet ci sono numerose fonti autorevoli appartenenti al mondo accademico e alla comunità scientifica internazionale in generale; la maggior parte delle fonti considerate sono in lingua inglese.. e questo per noi italiani in particolare è un discreto ostacolo all'acquisizione di informazioni corrette per poter sviluppare un proprio punto di vista e trovare delle risposte sensate a domande come:
    Servono le vaccinazioni?
    Ogni quanto devo vaccinare il mio animale?
    Ci possono essere effetti collaterali?
    Per la salute del mio animale cosa posso fare?

    Ho iniziato a ricercare nuovi approfondimenti sulle vacinazioni dopo aver letto su un quotidiano locale la storia di un cane che, dopo aver ricevuto la vaccinazione antirabbica obbligatoria, nel giro di pochi giorni aveva perso l'uso delle zampe posteriori.

    La normalità è portare il proprio animale dal veterinario almeno una volta all'anno per fare la punturina di richiamo dei vaccini. Per molti veterinari questa è l'unica occasione per controllare lo stato di salute del paziente a quattro zampe.
    Il controllo annuale dell'animale domestico consente di poter evidenziare sintomi lievi da non poter essere osservati dal proprietario e un pronto intervento terapeutico da parte del veterinario; quindi il far visitare almeno una volta all'anno il proprio animale è una cosa buona e responsabile.

    Alla domanda del proprietario "Dottore, cosa devo aspettarmi dopo la vaccinazione?", la risposta generalmente è "al massimo un rialzo febbrile nelle succesive 24 ore e l'animale più mogio del solito"

    Solo che, dopo aver conosciuto la storia del cane paralizzato che si è aggiunta ad altre storie, meno gravi, di cui ero venuto a conoscenza in passato, ho trovato quanto mai necessario ricercare approfondimenti.


    Al fine di privilegiare un'informazione quanto più corretta possibile ho selezionato i siti di organizzazioni ufficiali appartenenti alla comunità scientifica internazionale, di modo da poter presentare una sintesi che potesse essere accettata anche da chi "non crede" a forme alternative di medicina oppure storce il naso di fronte a teorie"dietrologiche e cospirazioniste" riguardo multinazionali del farmaco, governi e quant'altro.

    Il mio obbiettivo è portare a conoscenza quello che è "lo stato dell'arte" in materia di vaccinazioni degli animali domestici, così come viene presentato dalle organizzazioni ufficiali che si occupano di salute animale e medicina veterinaria nel mondo, stimolando una vostra riflessione su questo punto.

    Eviterò, per quanto possibile, di esporre la mia opinione personale.. vi invito ancora a verificare le mie informazioni e sviluppare una vostra opinione!


    "Servono le vaccinazioni ?"


    Tutte le fonti consultate asseriscono che la vaccinazione del cucciolo e un richiamo dopo 12 mesi sono necessari e sufficienti a sviluppare una protezione immnunitaria efficace nella maggior parte dei casi.
    Come avevo scritto in un mio precedente intervento le malattie verso cui si vaccina sono pericolose nel cucciolo e molto meno nell'adulto.
    Inoltre, anche questa non è una grossa novità, i vaccini vengono classificati in tre categorie: necessari, facoltativi, inutili o dannosi.
    La grossa novità* è la risposta alla domanda:

    "ogni quanto devo vaccinare il mio animale?"

    Dicevamo.. dalla fine degli anni '60 si affaccia il richiamo annuale del vaccino come buona pratica per proteggere la salute, questa diviene l'occasione per una visita generale all'animale. Poter visitare l'animale almeno una volta all'anno permette al veterinario di offrire un servizio migliore con la possibilità di curare sintomi ancora lievi prima che essi evolvano in quadri di malattia conclamata e grave.

    Penso di poter affermare che con la nuova cultura della vaccinazione nasce anche la pratica veterinaria come la conosciamo oggi, con tutte le sue branche specialiste.. perchè se la cultura della salute animale fosse rimasta come negli anni 40..50..60.. il veterinario sarebbe rimasto il medico degli animali della fattoria (comparto in crisi cronica dal dopo guerra ad oggi) e avrebbe visitato ogni tanto qualche cane o qualche gatto, qualcosa di più nelle grandi città, con intervalli di tempo troppo ampi per poter prevenire e tutelare nel divenire la salute dell'animale.

    All'inizio inoltre i vaccini era prodotti in modo anche molto diverso dall'attuale, erano meno sicuri e gli studi per valutare efficacia e sicurezza erano pochi e condotti con metodiche molto inferiori alle attuali.
    Probabilmente le industrie farmaceutiche, che non sono organizzazioni di carità, fiutarono per tempo le possibilità che poteva offrire questo nuovo mercato.

    Passano gli anni e il richiamo annuale diventa la consuetudine, i veterinari inviano cartoline di promemoria ai clienti e il mondo va avanti.. a un certo punto però qualcuno inizia a chiedersi quanto duri l'effetto protettivo del vaccino, per quante malattie si può vaccinare con un'unica iniezione (trivalente?tetravalente? eptavalente?) e qualcuno prova anche a raccogliere i casi in cui si sono verificati effetti collaterali.

    Ogni quanto è necessario vaccinare il proprio animale adulto?

    Per poter rispondere a questa domanda bisogna sapere quanto tempo dura la protezione immunitaria conferita da una vaccinazione. Diciamo che varia da malattia a malattia, però è sicuramente superiore ad un anno, specialmente per quelle vaccinazioni considerate imprescindibili dalla WSAVA (vedere sotto).

    Molto di più di un anno...: il professor Ronald D. Schultz, ordinario di biopatologia alla facoltà di medicina veterinaria del Wisconsin-Madison, lo diceva già nel 1978 e lo ripete 20 anni dopo
    (Schultz, R.D. Current and Future Canine and feline vaccination programs. Vet Med 3: No. 3, 233-254, 1998.)

    E' noto quindi da 12 anni che:
    1. Per i 4 più importanti vaccini (CORE VACCINES) l'immunità è considerevolmente più lunga di un anno; cimurro in relazione al ceppo virale utilizzato da 7 a 15 anni oppure da 5 a 9 anni, adenovirus da 7 a 9 anni, parvovirus 7 anni, rabbia da 3 a 7 anni.

    2. Il richiamo annuale con questi vaccini non produce un'immunità più duratura o più forte e può aumentare il rischio di effetti avversi. (Ronald D. Schultz, durata dell'immunità conferita dalla vaccinazione nel cane: http://www.cedarbayvet.com/duration_of_immunity.htm , Quello che tutti dovrebbero sapere riguardo le vaccinazioni del cane: http://www.puliclub.org/CHF/AKC2007C...20Vaccines.htm )

    Secondo l' Associazione Mondiale Veterinaria dei piccoli animali (WSAVA) le vaccinazioni imprescindibili sono per il cane quelle che proteggono dal cimurro, dalla parvovirosi, dall'adenovirus e, ove è presente il rischio, dalla rabbia. Per il gatto le vaccinazioni considerate necessarie sono contro parvovirus felino, calicivirus e herpesvirus.

    Il richiamo deve essere almeno ogni 3 anni (o più!), e quindi non annuale.. per evitare effetti collaterali derivanti dall'inutile pratica del richiamo annuale.

    La WSAVA raccomanda inoltre l'utilizzo di analisi sierologiche per verificare il livello di protezione immunitaria determinata dalla vaccinazione di modo da poter effettuare il richiamo quando questo livello di difesa si abbassa. (http://www.wsava.org/VGG1.htm WSAVA Vaccination Guidelines Group 2007)


    "Effetti collaterali..?"
    A questo proposito vorrei soffermarmi proprio sulla vaccinazione antirabbica, tornata obbligatoria in diverse regioni e provincie italiane.
    Premetto che ritengo comprensibile e normale che di fronte ad un'emergenza sanitaria, specialmente con una malattia come la Rabbia, trasmissibile dagli animali all'uomo con esito anche mortale, l'autorità competente prenda provvedimenti d'urgenza e obbligatori.

    Ciò che non condivido e non condivide la WSAVA è il richiamo annuale dell'antirabbica visto che:

    la protezione dura in realtà almeno 3 anni

    esiste un'analisi di laboratorio per valutare quanto l'animale sia ancora protetto

    gli effetti collaterali possibili sono numerosi come riporta un articolo pubblicato nel 2008 sul Journal of the American Veterinary Medical Association dal titolo inequivocabile:
    Postmarketing Surveillance of Rabies Vaccines for Dogs to Evaluate Safety and Efficacy.

    In questo articolo si fa riferimento ad un periodo di ossevazione di 3 anni, dal 1 aprile 2004 al 31 marzo 2007, durante i quali quasi 10'000 reazioni avverse alla vaccinazione antirabbica sono state segnalate ai produttori di questo vaccino, per il 65% gli animali coivolti erano cani.

    Le reazioni avverse (e relativa percentuale) riportate nel cane sono:
    Vomito-28.1%, Edema facciale-26.3%, Iedema e ponfi nel sito di iniezione-19.4%, letargia-12%, orticaria-10.1%, shock circolatorio-8.3%, dolore nel sito di iniezione-7.4%, prurito-7.4%, perdita di pelo totale o parziale nel sito di iniezione-6.9%, morte-5.5%, perdita di coscienza-5.5, diarrea-4.6%, ipersensibilità (non specificata)-4.6%, febbre-4.1%, shock anafilattico-2.8%, atassia-2.8%, zoppie-2.8%, dolore generalizzato-2.3%, iperattività-2.3%, croste nel sito di iniezione o forfora-2.3%, tremori muscolari-2.3%, tachicardia-2.3%, and trombocitopenia-2.3%.

    Secondo gli autori di questo articolo le segnalazioni pervenute sono molto inferiori ai casi verificatosi, e quindi il fenomeno è largamente sottovalutato. (http://www.oes.org/page2/19365~2008_...s_in_Dogs.html )


    Riguardo la vaccinazione antirabbica voglio sottolineare che il veterinario esegue una prestazione obbligatoria per legge e neanche volendo può sottrarsi a questo obbligo.. quindi evitiamo la caccia alle streghe! I dubbi legittimi devono essere presentati a chi ha legiferato in materia..


    __________________________________
    *Novità.. se ne parla, dati alla mano, dal 1978..
    _________________
    Dott. Andrea Sergiampietri
    https://sites.google.com/site/zagovet



    Inserisco un altro lungo articolo sulle vaccinazioni. Scritto da W. Jean Dodds, e Tonald D. Schulz, e pubblicato su una rivista americana nel febbraio 2010.
    Sto cercando di tradurre, quando ho tempo, articoli internazionali sull'argomento vaccinazioni perché in Italia e in italiano c'è una vera e propria lacuna culturale..e con l'ignoranza non possibile fare scelte consapevoli e responsabili!
    Se qualcuno se la sente di aiutarmi ..si faccia avanti!!!
    La traduzione non è venuta perfetta..mi scuso ma spero che sia sufficiente per una comprensione del testo.
    Sul mio sito c'è il PDF dell'articolo scaricabile gratuitamente.

    Sperando di far cosa gradita ecco l'articolo:

    Tutto sui problemi dei vaccini e delle vaccinazioni


    Clean Run Magazine (Febbraio 2010) - http://www.rabieschallengefund.org/l...about-vaccines


    Tratto da: AKC Health Foundation, St. Louis, MO, 2007; J Sm An Pract 48, 528–541, 2007; 5th IVVDC Conference , Madison, WI , 2009; di W. Jean Dodds, DVM1 e Tonald D. Schulz, PhD2)
    1Presidente della Hemopet, 938 Stanford Street, Santa Monica, CA 90403; Capo dipartimento del dipartimento di scienze patobiologiche, Scuola di Medicina Veterinaria, Università del Wisconsin-Madison, Madison, WI 53706

    Ci sono pochi dubbi sul fatto che l'uso di vaccini prodotti secondo moderne tecnologie ci abbia permesso di proteggere effettivamente gli animali da compagnia nei confronti delle gravi malattie. Oggi possiamo discutere sui protocolli convenzionali di vaccinazione e adottare sicure ed efficaci alternative perché il rischio di malattia è stato ridotto significativamente dall'uso ampiamente diffuso di programmi vaccinali, che hanno portato una copertura immunitaria ampia e diffusa a intere popolazioni o gruppi di animali.
    Per molti veterinari i programmi vaccinali del cane sono divenuti "strumenti amministrativi della professione" piuttosto che procedure terapeutiche. Per questo non c'è da sorprendersi che i tentativi di cambiare i vaccini e i programmi vaccinali basati sulle attuali (n.d.t.) informazioni scientifiche producano significative controversie. La filosofia del "di più è meglio" (more is better) è ancora la prevalente riguardo le vaccinazioni degli animali.
    La vaccinazione annuale è stata e rimane la principale e più importante ragione per cui la maggior parte dei proprietari portano i loro animali dal veterinario per il controllo della salute del cane. Un'altra ragione per la riluttanza a cambiare protocollo vaccinale è che una parte dei veterinari non comprende i principi della immunità vaccinale. Invero le numerose evidenze scientifiche indicano come il protocollo vaccinale non può essere più considerato "di taglia unica" ovvero un protocollo unico valido per tutti i casi (one size fits all program).
    Le iniezioni di richiamo annuale, quando non sono necessarie, equivalgono a far spendere al proprietario per un servizio che proporziona ben poco beneficio al livello esistente di protezione immunitaria dell'animale. Inoltre si ha un aumento del rischio di reazioni avverse per ripetuta esposizione a sostanze estranee.
    Quindi, i veterinari hanno realmente accolto la politica nazionale sulle linee guida delle vaccinazioni derivata dall'Associazione Americana degli Ospedali Veterinari, dall'Associazione Americana di Medicina Veterinaria e dall'Accademia di Veterinaria Felina? Le persone sono sicure che i veterinari siano sufficientemente aggiornati su questi problemi o non ne sono tanto sicure? Valutando le entrate per il richiamo annuale è plausibile credere che ci sia un conflitto di interessi nel mondo della veterinaria? L'attenzione che adesso i media riservano ai problemi delle vaccinazioni fa si che il pubblico sia più attento e preoccupato riguardo la sicurezza dei vaccini.
    Al giorno d'oggi alcuni veterinari dicono che non esistono ancora evidenze scientifiche in grado di stabilire un nesso causale tra vaccinazioni e reazioni avverse o gravi malattie. Questa è ignoranza e confonde i clienti impressionabili.D'altra parte "i contrari ad ogni vaccinazione" (nel testo vaccine zealots) si prodigano con isteria e disinformazione. Nessuna di queste visioni polarizzate può essere d'aiuto.
    Inoltre i veterinari ancora vaccinano routinariamente cani malati, cani con malattie croniche o precedenti reazioni avverse alla vaccinazione: Questa pratica è particolarmente problematica per la vaccinazione antirabbica, dato che molti colleghi credono di non avere alternative legali, anche quando il vaccino è destinato ad animali sani. Per maggiori informazioni sulle attuali pratiche vaccinali andare su www.RabiesChallengeFund.org.

    Alternative alla vaccinazione annuale
    1) Valutare il titolo anticorpale
    2) Evitare i vaccini non necessari o l'eccessiva vaccinazione
    3) Essere cauti nel vaccinare animali malati o con febbre
    4) Ritagliare un protocollo specifico e minimale per cani di razze o famiglie con riconosciuto rischio aumentato per le razioni avverse.
    5) Considerare anche la possibilità di iniziare le prime vaccinazioni più tardi, intorno alla nona o decima settimana di vita, quando il sistema immunitario è più abile a confrontarsi con gli antigeni.
    6) Informare il proprietario di prestare accurata attenzione al comportamento e alla salute del cucciolo dopo la seconda e le seguenti vaccinazioni di richiamo.
    7) Evitare di rivaccinare soggetti che hanno già sperimentato reazioni avverse alla vaccinazione.
    I cuccioli figli di cani che hanno manifestato reazioni avverse in giovane età sono anch'essi a alto rischio di reazioni avverse, per cui vanno monitorati strettamente al momento di ricevere ulteriori vaccinazioni della serie "prima vaccinazione".

    Alcune domande frequenti - alcune sono parte delle Linee Guida per la Vaccinazione del Cane e del Gatto compilate dal Vaccine Guidelines Group (VGG) dell'Associazione Mondiale Veterinari degli Animali da Compagnia (WSAVA).
    (Nell'articolo ce ne sono altre..ma il tempo per tradurre tutto no! n.d.t.)

    D. I cani che fanno competizioni di agility o altre discipline hanno bisogno di più vaccinazioni rispetto agli altri animali?
    R. No. Se il luogo di gara è in un zona ove presente la malattia di Lyme o un maggior rischio di leptospirosi, la vaccinazione per queste malattie dovrebbe essere considerata.

    D. Esiste il rischio di super-vaccinare con vaccini non necessari per un animale in uno specifico caso?
    R. Si. I vaccini contengono sostanze in grado di modificare il sistema immunitario dell'animale, e per questo possono causare reazioni avverse. Non devono essere somministrati senza necessità, e devono essere a misura dei bisogni individuali dell'animale.

    D. la prima serie di vaccini essenziali (nel testo core vaccines) per i cuccioli è immunosoppressiva?
    R. Si, il periodo di immunosoppressione per il virus del cimurro e quello dell'epatite coincide con il periodo della viremia indotta dal vaccino, da 3 a 10 giorni dopo la vaccinazione.

    D. Un paziente sotto anestesia può essere vaccinato?
    R. Questo è da evitare, perché una reazione di ipersensibilità caratterizzata da vomito e conseguente inspirazione può verificarsi e gli agenti anestetici possono avere azione immunomodulante.

    D. E' sicuro vaccinare animali gravidi?
    R. Assolutamente no.

    D. Soggetti con malattie immunodeprimenti, come il cancro o malattie autoimmuni, o che hanno avuto reazioni avverse o di ipersensibilità, devono ricevere il richiamo vaccinale?
    R. No. Vaccini che contengono virus modificati devono essere evitati perché possono essere causa di malattia. Vaccini che contengono virus inattivati possono aggravare la malattia immunomediata esistente o essere inefficaci. Per la vaccinazione antirabbica, ove obbligatoria, le autorità locali possono accettare in sostituzione il titolo anticorpale o una lettera dal vostro veterinario (Questo è valido e possibile in alcuni stati degli USA, in ITALIA NON ESISTE UNA NORMA DI LEGGE VIGENTE SIMILARE n.d.t.)

    D. Se un animale sta facendo una terapia immunosopressiva, quanto tempo dopo la fine della terapia l'animale può essere vaccinato con sicurezza?
    R. Occorre attendere almeno 2 settimane.

    D. L'intervallo tra due vaccinazioni, anche se di tipo diverso, deve essere più breve di 2 settimane?
    R. No. L'intervallo più sicuro ed efficace è di 3-4 settimane.

    D. A che età bisogna dare l'ultima dose della serie di vaccinazioni per i cuccioli?
    R. L'ultima dose deve essere data tra la 14 e 16esima settimana, indipendentemente dal numero di dosi date prima. La vaccinazione antirabbica è preferibile darla separatamente e il più tardi possibile nel rispetto della normativa di legge (es.: tra le 16 e le 24 settimane; in ITALIA al compimento del 3° mese di vita)

    D. I nosodi omeopatici sono in grado di immunizzare gli animali?
    R. No. Non esiste una documentazione scientifica che ne dimostri l'efficacia verso le malattie infettive degli animali. L'unico esperimento con il nosode del parvovirus, condotto anni fa, non è risultato protettivo alla prova clinica.

    D. E' necessario disinfettare il sito di iniezione prima di fare la puntura del vaccino?
    R. No. Il disinfettante potrebbe inattivare i vaccini contenenti virus vivi modificati (MLV)

    D. I vaccini possono causare malattie autoimmuni?
    R. I vaccini di per sé non causano queste malattie, ma possono attivare risposte autoimmuni cui seguono malattie autoimmuni in animali predisposti geneticamente a svilupparli, così come può accadere a causa di infezioni, medicinali, esposizione a sostanze chimiche o tossiche.

    D.Una singola dose di vaccino è in grado di determinare una risposta immunitaria sufficiente e protettiva? Può trarne beneficio la popolazione canina?
    R. Si. Una dose di vaccino vivo modificato (MLV) essenziale (core) conferisce una protezione immunitaria di lunga durata quando viene somministrato a 16 settimane di età (o anche dopo le 16 settimane). Qualsiasi cucciolo di 16 o più settimane di età deve ricevere almeno una dose di vaccino MLV. E' necessario vaccinare un numero alto di cani nella popolazione per avere un'immunità di branco sufficiente a prevenire epidemie (Ciò è detto specialmente in riferimento alla vaccinazione di animali in paesi in via di sviluppo n.d.t.)

    D. Dopo quanto tempo in seguito alla vaccinazione si sviluppa un'immunità protettiva in grado di prevenire malattie gravi, utilizzando i vaccini essenziali ?
    R. Questo dipende dall'animale, dal vaccino e dalla malattia:
    La risposta immunitaria più rapida si ha con il vaccino contro il cimurro (CDV canine distemper virus) contente virus modificati (MLV) veicolati dal canarypox virus (vettore). La risposta immunitaria in questo caso inizia già alcuni minuti-ore e nel giro di un giorno è pienamente protettiva, se non interferisce l'immunità materna.
    L'immunità nei confronti del virus della parvovirosi (CPV-2) si sviluppa dopo 3-5 giorni utilizzando un efficace vaccino contente virus vivo modificato (MLV).
    L'adenovirus canino -2/epatite (CAV-2) MLV dato oralmente conferisce immunità al CAV-1 in 5-7 giorni

    D. La determinazione del titolo anticorpale nel siero è utile per determinare l'immunità dovuta alla vaccinazione?
    R. Si. Specialmente per il cimurro, la parvovirosi e l'epatite nel cane. La titolazione degli anticorpi per la Rabbia spesso però non viene accettata come prova per chiedere l'esenzione dal richiamo vaccinale a dispetto di giustificazioni mediche.

    Vaccinazioni essenziali (core vaccines)
    Cimurro
    Adenovirus (epatite)
    Parvovirus
    Rabbia

    Reazioni avverse alla vaccinazione nel cane (Moore et al, JAVMA 227:1102–1108, 2005)
    In uno studio epidemiologico retrospettivo sono stati considerati 1,25 milioni di cani vaccinati in 360 ospedali veterinari.
    Ogni 10000 cani, 38 svilupparono reazioni avverse. La possibile comparsa di reazioni avverse è correlata statisticamente ai seguenti parametri:
    1. Inversamente proporzionale al peso del cane (meno pesa, maggiore è la probabilità)
    2. Maggior rischio fino a 2 anni di età, poi il rischio diminuisce
    3. Maggior rischio per cani sterilizzati rispetto a quelli non sterilizzati
    4. Aumenta se vengono fatti più vaccini contemporaneamente
    5. Aumenta dopo la 3a o la 4a vaccinazione
    6. Rischi minori per vaccini a dose unica piuttosto ché in base al peso.
    7. E' stata documentata una predisposizione genetica alle reazioni avverse.

    Conclusioni sui vaccini per cani (Moore et al, JAVMA 227:1102–1108, 2005)
    Fattori che aumentano il rischio di reazioni avverse nei 3 giorni dopo la vaccinazione:
    1. Animale giovane (fino a 2 anni)
    2. Taglia piccola
    3. Animale sterilizzato
    4. Più vaccini dati durante la stessa visita
    Questi fattori di rischio dovrebbero essere comunicati ai clienti.

    Ulteriori approfondimenti:

    Day MJ, Horzinek MC, Schultz RD. Guidelines for the vaccination of dogs and cats. J Sm An Pract, 48, 528-541 2007
    Dodds WJ. Vaccination protocols for dogs predisposed to vaccine reactions. J Am An Hosp Assoc 38: 1-4, 2001.
    Dodds WJ. Vaccine issues revisited: what’s really happening ? Proc Am Hol Vet Med Assoc, Tulsa, OK, 2007, pp 132-140.
    Paul MA (chair) et al. Report of the AAHA Canine Vaccine Task Force : 2006 AAHA Canine Vaccine Guidelines. J Am An Hosp Assoc 42:80-109, Mar-April 2006, 28 pp. www.aahanet.org
    Schultz R D Considerations in designing effective and safe vaccination programs for dogs. In: Carmichael LE (editor), Recent Advances in Canine Infectious Diseases. Intern Vet Inform Serv, 2000. www.ivis.org.
    Schultz RD. Duration of immunity for canine and feline vaccines: a review. Vet Microbiol
    _________________
    Dott. Andrea Sergiampietri
    https://sites.google.com/site/zagovet


    Vaccinazioni degli Animali - Salute & Diritti n°4/10

    http://www.animalsclub.it/forum/viewtopic.php?t=2010


    Pubblicato su Salute & Diritti, Helth & Rights - 04/10, Trimestrale di informazione dell'ALISTER (Associazione per la Libertà di Scelta delle Terapie Mediche)


    Lo scorso giugno, sui giornali triestini è apparsa la segnalazione di paralisi di un cagnolino dopo una vaccinazione antirabbica. Abbiamo raccolto dati sul problema delle vaccinazioni animali, di cui presentiamo qui un’interessante intervista al veterinario dott. Andrea Sergiampietri, carrarese che opera a Trieste da tempo.

    Dott. Sergiampietri, è possibile che un’'antirabbica produca paralisi?
    Una ricerca pubblicata sul Journal of American Veterinary Medical Association (1 aprile 2008, vol. 232, n° 7) dal titolo "Postmarketing Surveillance of Rabies Vaccines for Dogs to Evaluate Safety and Efficacy" ha analizzato le segnalazioni di sospette reazioni avverse alla vaccinazione antirabbica fatte dai proprietari ai produttori del vaccino in un periodo di 3 anni.
    Pur considerando un'incertezza delle statistiche per gli ovvi interessi del produttore a sminuire il problema, è apparso comunque che circa il 65% delle quasi 10'000 segnalazioni comunicate, riguardavano sospette reazioni avverse in cani. Forse non tutti sanno che lo stesso vaccino antirabbico veterinario può essere utilizzato non solo nel cane e nel gatto ma anche nei bovini, ovi-caprini e nel cavallo; le segnalazioni riguardavano quindi tutte queste specie animali, e di cui 6500 erano cani (http://www.oes.org/page2/19365~2008_...s_in_Dogs.html ).
    Circa 182 cani avevano riportato una progressiva perdita della coordinazione muscolare con andatura traballante, postura malferma e difficoltà di movimento (atassia). Quasi 360 erano morti.
    Da altre importanti pubblicazioni si palesa come il vaccino antirabbico sia associato a significative reazioni avverse come la polineuropatia, caratterizzata da atrofia muscolare, inibizione o interruzione del controllo nervoso di organi e tessuti con conseguente incoordinazione e debolezza, oppure diversi disordini autoimmuni come la anemia emolitica o ancora altri che colpiscono tiroide, articolazioni, sangue, occhi, pelle, reni, milza, fegato o il sistema nervoso centrale.

    Ma le vaccinazioni non sono diverse a seconda dell'animale?
    Per quanto riguarda l'antirabbica no: la dose è la stessa per un cagnolino o un cavallo.

    Quindi la dose di mercurio e alluminio contenuta ha effetti tossici ben diversi…..
    Ovviamente tutto ha effetti diversi, anche se questi metalli pesanti, ufficialmente vengono considerati inerti….

    Le sembra giusto?
    Ho qualche dubbio.

    In Italia, cosa si sa sui danni da vaccino antirabbico?
    Molto poco. I dati sulle reazioni avverse per i medicinali veterinari vengono raccolti attraverso il Sistema di Farmacovigilanza, il cui funzionamento è principalmente disciplinato dal D. Lvo del 6 aprile 2006, n. 193. Secondo la normativa (art. 91 comma 1) il veterinario o il farmacista se ha motivo di ritenere che dall'utilizzo di un medicinale veterinario siano derivate sospette reazioni avverse, ne deve dare comunicazione al Centro Regionale di farmacovigilanza e al Ministero della Salute. La comunicazione avviene, sempre secondo la normativa, attraverso una scheda di segnalazione che deve essere inviata entro 6 giorni lavorativi per le reazioni avverse considerate gravi ed entro 15 giorni per le altre. Qualora il veterinario o il farmacista non effettuasse la segnalazione sarà passibile, di una sanzione amministrativa pecuniaria di minimo 2600 euro.
    Sottolineo però il carattere soggettivo del comma 1 dell'articolo 91, in quanto i soggetti chiamati a segnalare la sospetta reazione avversa sono obbligati a farlo solo se hanno motivo di ritenere.
    E come si fa ad avere motivo di ritenere? Su che base si può formulare un sospetto? Sicuramente sulla conoscenza previa della possibilità che una reazione avversa, non necessariamente grave, possa verificarsi. Di fatto sul sito dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) non sono stato in grado di trovare riferimenti a reazioni avverse per il vaccino antirabbico.

    Crede che sia utile una segnalazione di malesseri dei proprietari, come avviene negli USA per i vaccini umani , da parte dei genitori?
    Certamente. Tenga conto che se in alcuni Stati degli Usa, gli obblighi di vaccinazione per gli animali sono stati portati da uno a tre anni, ciò è dovuto ad un movimento organizzato di proprietari.

    Quindi Ministero e ASL non vogliono sapere?
    Non lo so.

    Ma se è pericolosa, lei concorda sull'obbligo/consuetudine dell'antirabbica annuale?
    Sono ormai numerosi gli studi che dimostrano che l'immunità conferita da tale intervento vaccinale perduri per almeno 3 anni, è quindi inutile il richiamo annuale. Tra l'altro la normativa è ambigua su questo punto, non imponendo l'annualità di per sé e rimandando a quanto dichiarato dal singolo produttore sulla durata del vaccino.
    L'indicazione dell'autorevole WSAVA (World Small Animals Veterinary Association) è quella di far determinare il titolo anticorpale per poter decidere se sia o meno necessario rivaccinare. Con un esame del sangue è infatti possibile determinare se la quantità di anticorpi "istruiti" a riconoscere e neutralizzare il virus della rabbia sia ancora sufficiente e quindi l'animale protetto. Tale analisi in Italia può essere richiesta agli Istituti Zooprofilattici ed ha un costo di circa 50-55 euro (http://www.izsvenezie.it/index.php?o...414&Itemid=410 )
    Ultimamente ho avuto uno scambio epistolare con il prof. Schultz, che fa ricerche sulla durata dell'immunità vaccinale dagli anni '70 ed è una delle massime autorità mondiali proprio riguardo la vaccinazione antirabbica. Dato che nelle sue ricerche ha verificato una persistenza immunitaria per 3 anni (attualmente sta verificando se persiste per 5 o anche 7 anni), gli ho chiesto se i vaccini utilizzati nei suoi studi differissero da quelli in commercio. La risposta è stata che i vaccini sono quelli in commercio e che non c'è differenza tra quelli commercializzati in Europa e quelli degli USA. Inoltre ha detto che i vaccini registrati per 3 anni di immunità (registrazione negli USA) e quelli per un anno solo sono praticamente identici come composizione.. quindi al di là di quanto dichiara il produttore è molto probabile, o comunque varrebbe proprio la pena di verificarlo, che un cane italiano non più vaccinato da 2, 3 anni risulti ancora immunizzato contro la rabbia!

    Ha visto qualche caso di reazione negativa alla vaccinazione antirabbica?
    Le vaccinazioni, per fortuna, costituiscono una piccola percentuale della mia attività di veterinario omeopata. Nel gatto ho visto diversi fibrosarcomi (tumori) sviluppatosi nel punto della vaccinazione; per anni del resto si è parlato da fibrosarcoma indotto da vaccinazione. La consequenzialità "vaccinazione-sarcoma" non è dimostrata scientificamente, ma presunta dalla localizzazione della massa dove si effettuano i vaccini e da studi epidemiologici che indicano una aumento della presentazione di questo tumore nel gatto, ove è stata resa obbligatoria la vaccinazione antirabbica. Considerata la difficoltà di rimuovere chirurgicamente tale massa, la sede di inoculo dell'antirabbica è passata dalla regione interscapolare agli arti o alla pelle lateralmente all'addome, in prossimità del torace.
    Ho avuto notizia di cani, nell'ultimo anno, che hanno manifestato una reazione di ipersensibilità in seguito alla vaccinazione con imponente edema facciale(rigonfiamento), ipersalivazione e difficoltà respiratorie. Altri ancora hanno sviluppato una panniculite ovvero un nodulo nel punto di iniezione. Inoltre ho visitato un cane con paralisi degli arti posteriori. Questo evento si era verificato 36 ore dopo la vaccinazione antirabbica.

    Lei ha curato il cagnolino triestino colpito. Come si è manifestata la paralisi?
    Devo precisare di aver visitato il cane quando la paresi era già manifesta e di non aver effettuato né visto l'atto della vaccinazione. Secondo la dichiarazione della proprietaria, 12 ore dopo la vaccinazione era comparsa una stanchezza anormale, eccessiva. Da questo punto in poi, in circa 36 ore il cane ha perso l'uso degli arti posteriori e della coda, oltre che della minzione/defecazione volontaria. Sempre secondo la proprietaria, l'iniezione non è stata effettuata nel sottopelle (via sottocutanea) ma intramuscolo, vicinissima alla colonna vertebrale a circa metà schiena. In effetti in quella zona era evidente una tumefazione calda e quindi una reazione di tipo infiammatorio.
    E' possibile che l'iniezione sia stata effettuata in corrispondenza di un'ernia vertebrale latente e che l'infiammazione prodotta dall'iniezione l'abbia resa clinicamente manifesta, con interruzione della conducibilità nervosa e quindi paresi da quel punto in poi. D'altro canto però non è da escludere il ruolo di mercurio e alluminio, presenti nel vaccino che sono neurotossici e possono agire pesantemente sulle fibre nervose. Infine, parimenti possibile, è l'ipotesi che i due eventi, vaccinazione e paralisi, siano indipendenti. Diciamo che, seguendo la procedura indicata dalla Farmacovigilanza, attraverso uno degli algoritmi diagnostici d'uso comune (algoritmo di Naranjo), l'esistenza di un nesso causale tra vaccinazione e paralisi, in questo caso, è possibile e quindi non si può escludere senza una valida motivazione.

    È riuscito a salvarlo?
    Per ora ho ottenuto solo alcuni miglioramenti, come il recupero del controllo della minzione e defecazione. Purtroppo però il cane non ha il controllo degli arti posteriori e dopo due mesi di fisioterapia e terapia con rimedi omeopatici e omotossicologici, si osserva solo una ripresa di alcuni riflessi nervosi e del tono muscolare.
    E gli altri casi?
    Nel caso del fibrosarcoma, quando possibile, la soluzione è chirurgica. Il problema principale è che questa neoplasia può recidivare.
    Le reazioni allergiche devono essere trattate con estremo tempismo, perché il rischio per l'animale è davvero alto. In questo caso la terapia comprende l'impiego endovena di antinfiammatori a rapida azione e ossigenoterapia.

    E' vero che per i veterinari le vaccinazioni costituiscono un'attività importantissima?
    E' evidente, però è anche importante sottolineare che questo appuntamento annuale ha un innegabile valore positivo: visitare l'animale almeno una volta all'anno permette di diagnosticare per tempo eventi morbosi, che altrimenti potrebbero passare inosservati al proprietario.
    Forse sarebbe bene sostenere l'importanza della visita annuale piuttosto che la vaccinazione annuale, lasciando l'esecuzione di quest'ultima solo quando è veramente necessario, magari giustificata da una valutazione del titolo anticorpale.
    Il guadagno per la vaccinazione è soprattutto appannaggio di chi produce e commercializza i vaccini. Mi pare ovvio, esattamente come dire che il guadagno della vendita delle automobili sia soprattutto di chi le produce e commercializza!
    In Friuli Venezia Giulia i cani di proprietà nel 2006 erano 142'008, in Veneto 455'450, 69'650 tra Bolzano e Treno, senza contare i cani presenti nei canili nello stesso anno (Fonte: Consiglio Regionale della Lombardia (http://www.capire.org/attivita/note_...0lombardia.pdf ). Quindi, presumendo che la popolazione canina non abbia subito grosse variazioni negli ultimi 3 anni, almeno 670'000 sono stati i cani da vaccinare obbligatoriamente con l'antirabbica prodotta da 4 industrie farmaceutiche, a partire dalla fine del 2009.

    Quali vaccini sono consigliati ogni anno per i cani?
    La vaccinazione con il cimurro, le adenovirosi e la parvovirosi. Viene poi praticata la vaccinazione contro la leptospirosi, che normalmente ha cadenza annuale ma in alcuni casi viene consigliata ogni 6-8 mesi. Abbiamo poi la vaccinazione antirabbica, che in alcune aree e in generale per i viaggi all'estero o per partecipare ad alcune competizioni canine, non è solo consigliata ma obbligatoria.
    Taluni proprietari vaccinano anche contro la cosidetta "tosse dei canili" (vaccinazione richiesta, per esempio, da alcune pensioni per cani) e la malattia di Lyme.

    Cosa consiglia alla luce della sua esperienza?
    Sempre secondo la WSAVA, le cui linee guida sono visibili a tutti qui http://www.wsava.org/PDF/Misc/Vaccin...elines2010.pdf , per il cane la maggior parte dei richiami sono da fare a non meno di 3 anni l'uno dal successivo. Quando possibile è consigliata la titolazione degli anticorpi prima di procedere al richiamo. Le linee guida da loro elaborate sono, a mio parere, autorevoli e prudenziali.
    Generalizzando, ma consiglio a tutti di leggerle nei dettagli, il suggerimento è quello di vaccinare i cuccioli, fare un richiamo al primo anno di età e poi richiamare, se necessario, ogni 3 anni minimo. Alcune vaccinazioni, come quella per la leptospirosi, consigliano di richiamarle annualmente.. altre di evitarle se non sono proprio necessarie.

    Quindi, perché in Italia ogni anno?
    Non lo so.

    E' una lotteria e una speculazione sugli animali?
    Penso che si potrebbe essere più attenti alle proporzioni e alle statistiche sugli effetti indesiderati.
    La speculazione sugli animali è a più livelli; indubbiamente i proprietari sono un buon target commerciale per molte realtà produttive, dall'alimentazione ai giocattoli agli accessori.. in sintesi gli animali sono spesso vittime inconsapevoli, come i proprietari, di un sistema economico che fa leva più sulle paure o la non conoscenza che sullo sviluppo di un sano, rispettoso e consapevole rapporto Uomo-Animale.

    Quanti casi di rabbia negli animali sono noti in Italia?
    Dal 2008, dopo 15 anni senza casi di rabbia in Italia, a oggi si sono verificati 13 casi negli animali domestici: 8 gatti, 3 cani e 1 cavallo. 203 sono stati invece gli animali selvatici coinvolti, volpi in prevalenza.
    Francesco Walter Pansini

    Bibliografia di riferimento:
    Duration of immunity for canine and feline vaccines: A review (R.D. Schultz / Veterinary Microbiology 117 (2006) 75–79)
    What Everyone Needs to Know About Canine Vaccines and Vaccination Programs (R.D. Schultz)
    Postmarketing Surveillance of Rabies Vaccines for Dogs to Evaluate Safety and Efficacy. (The Journal of the American Veterinary Medical Association, April 1, 2008 issue, Vol. 232, No. 7)
    Guidelines for the vaccination of dogs and cats 2010 (WSAVA)
    Rabies Challenge Fund ( http://www.rabieschallengefund.org/)
    Dodds, W. Jean Vaccination Protocols for Dogs Predisposed to Vaccine Reactions, The Journal of the American Animal Hospital Association, May/June 2001, Vol. 37, pp. 211-214
    Duval D., Giger U.Vaccine-Associated Immune-Mediated Hemolytic Anemia in the Dog, Journal of Veterinary Internal Medicine 1996; 10:290-295
    American Veterinary Medical Association (AVMA) Executive Board, April 2001, Principles of Vaccination, Journal of the American Veterinary Medical Association, Volume 219, No. 5, September 1, 2001.
    Vascelleri, M. Fibrosarcomas at Presumed Sites of Injection in Dogs: Characteristics and Comparison with Non-vaccination Site Fibrosarcomas and Feline Post-vaccinal Fibrosarcomas; Journal of Veterinary Medicine, Series A August 2003, vol. 50, no. 6, pp. 286-291.
    Moore, GE; Guptill, LF; Ward, MP; Glickman, NW; Faunt, KK; Lewis, HB; Glickman, LT. Adverse events diagnosed within three days of vaccine administration in dogs. Journal of the American Veterinary Medical Association. 2005; 227(7):1102-1108
    Sistema di Farmacovigilanza (www.farmacovigilanza.org)
    _________________
    Dott. Andrea Sergiampietri
    https://sites.google.com/site/zagovet
    se tutti gli uomini avessero la capacità di amare che hanno i cani non ci sarebbero più crudeltà e non mi vergognerei più di far parte degli esseri umani

  2. #2
    Senior Member

    User Info Menu

    Non saprei dirti cio che è giusto e cio' che non è giusto, certamente mi affido al veterinario sul da farsi
    Vero è che ogni veterinario ha un suo modo di pensare
    es. Negli States dove ho avuto il piacere di risiedere il mio cane appena arrivato ha rifatto un ciclo di vaccinazioni nonostante era già al completo, compresa una antirabbica con durata scadenza a 4 anni,;
    In Belgio l'antirbbica ogni anno
    A differenza dell'talia era il vet a contattarti per ricordarti la scadenza e fissarti l'appuntamento
    Il cane all'estero ha una cartella clinica che segue il cane e il proprietario in caso di cambio di residenza

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