<div align="center" id="quote2"><table class="quote"><tr><td class="quotetd"></td></tr><tr><td class="quotetd2"><span class="quotetext">regina74 ha scritto:
ma il tuo acquario è tropicale?
</span></td></tr></table></div align="center" id="quote2">
Esilarante domanda. Probabilmente e spero, dettata dalla pochissima conoscenza. Visto che ho presentato una carellata di coralli soft, lps e sps estroflesissimi unitamente a dei pesi, stelle e gamberi, tutti rigorosamente di barriera tropicale (tutto taggato con relativi nomi scientifici), tutti o quasi che si riproducono (così descritti e con tanto di uova fotografate), con anemoni che si riproducono pure e particolari momenti di nutrizione scandita per immagini di Tubastrea, con una Stichodactyla haddoni che raggiunge i 50 cm di diametro … sarei curiosissimo di sapere cosa ti fa dubitare il contrario.
Se i dubbi poi, ti portano a diffidare delle mie risposte, a proposito di biologi da te messi in ballo, ecco le gratificanti righe di una lettera riferita alla mia vasdca:
«mi complimento davvero per il suo Acquario, dalla foto che ho visto uno dei più belli che abbia visto per quelle dimensioni!»
La lettera è firmata Dr. Luca Mizzan, Biologo Marino, Conservatore di Biologia Marina Museo di Storia Naturale di Venezia.
Per inquadrare la persona, l'acquario delle Tegnùe del Museo di Storia Naturale di Venezia è a cura degli esperti L. Mizzan e R. Trabucco. Sai cosa riproduce un habitat corallino Tegnùe?
Comunque, il secondo gambero rosso è un Lysmata debelius. Il pesce giallo è un Zebrasoma flavescens. Solo per questo ultimo e i due pagliacci l’acquario sarebbe appena sufficiente come pesci. Il Paracanthurus hepatus è impensabile e il resto sono di troppo. Tenuto conto che hai tutti pesci territoriali… Ecco perché i pesci non sono in formissima come più d’uno ti ha detto. Farli vivere in un habitat ricreato è una cosa; farli sopravvivere è un'altra. I pesi a decine sulle vasche in vendita nei negozi, sono a decine appunto, in una stessa vasca, in un ambiente spartano: ecco quelli anche se stanno bene di salute, sopravvivono; e se saranno fortunati, troveranno un acquirente che li farà vivere in un ambiente consono. L’acquariofilia non si propone di “possedere” gli ospiti, ma di ricreare nel limite del possibile, un angolo di natura con i corrispettivi ospiti limitatamente al possibile.
Più che della pratica nel filmato, mi preoccuperei di quella della vasca, dove oltre tutto, continuo a non scorgere un corallo, ne l’anemone (in tutte le foto e filmati) dovutamente estroflesso.
(Se può interessare, a giorni, aggiornerò le mie foto della vasca con delle news, mirando di mostrare le fasi di nutrizione di una fungia da strepito.)