Non solo le mutilazioni estetiche, sono da vietare anche le deformazioni genetiche

04 dicembre 2009. Poco tempo fa, ho scritto, e voi avete commentato, circa il taglio delle orecchie e della coda che rientrano in quegli interventi di chirurgia estetica, attualmente proibiti dalla legge italiana che, tra breve, introdurrà alcune eccezioni per quanto riguarda le code di alcune razze da caccia.
Moralmente ineccepibile, secondo me, la scelta di vietare mutilazioni, specialmente di parti del corpo così importanti per la comunicazione, a chi non è in grado di scegliere. Vorrei oggi affrontare però un altro tipo di “deformazione” a scopo estetico, non meno discutibile moralmente del taglio di orecchie e code o dell’avulsione ungueale nei gatti, pratica peraltro possibile e assai diffusa in un paese considerato comunemente ai vertici della civiltà, quale è l’America, nazione che si permette di avere, come presidente, un uomo di colore originario della profonda Africa.
Voglio trattare dei “manipolatori genetici” che, per assecondare i gusti estetici della gente (anche i più strani o demenziali) non si perita di incrociare questo e quel cane, questo e quel gatto, questo e quel topo pur di ottenere la finalità prevista, che poi alla fine si traduce in “verdoni”. Se penso a determinate razze di cani mi verrebbe da dire che dietro al loro successo c’è la longa manus di qualche veterinario, visto il numero di patologie ereditarie cui possono andare incontro.
Sgombro subito il campo da questo dubbio: pensatela come volete ma i veterinari (almeno quelli italiani) sono una classe sanitaria totalmente disarmonica e disunita, a differenza di medici, farmacisti e dentisti, molto brava nel piangersi e altrettanto incapace di farsi ascoltare nelle stanze dei bottoni. Figuriamoci se riescono a entrare in quel mondo delicato e implacabile contraddistingue la manipolazione genetica.
Prendete un cane oggi molto di moda: il labrador retriever. Tra malattie ereditarie degli occhi, delle anche, dei gomiti, nei primi mesi di vita, ci si deve recare dal veterinario non so quante volte, per esami che spesso richiedono l’anestesia generale, per poi ricorrere a delicati e invasivi interventi chirurgici qualora esca la magagna.
Gli allevatori, per rendere la razza più piacevole, più robusta o più “gentile”, il pelo più o meno lungo, lo stop del naso più o meno corto. hanno sacrificato spesso la salute dell’animale al suo look esterno. E’ quel che accade con i cani brachicefali, talmente buffi e simpatici da incantare adulti e bambini. Chi non sorride davanti a un carlino o a un bulldog che ricordano, per certi tratti, l’E.T. di Rambaldi?
Eppure, a causa delle vie aeree contorte e “tamponate” sono cani che respirano malissimo, soggetti a collassi per colpo di calore, a infiammazioni croniche delle vie respiratorie e a dermatiti croniche (bulldog) in grado di fare impazzire il veterinario più esperto. Non sarebbe opportuna una normativa che, oltre a evitare le mutilazioni, estetiche vietasse anche le deformazioni genetiche provocate per far sorridere Carletto?

Oscar Grazioli

Fonte: http://animali.tiscali.it/articoli/v...che-12345.html