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Discussione: in difesa degli animali malati

  1. #1
    Member

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    in difesa degli animali malati

    Forse non è la "sezione" giusta del Forum per la segnalazione, e me ne scuso, ma mi sembra importante evidenziare quando un quotidiano - con un nuovo, giovane e bravissimo direttore - dedica un'intera pagina a un argomento così rilevante. Doppie scuse se qualcuno/a di voi l'aveva già inviato al Forum.
    Ciao
    SeB


    La Stampa, 30/6/2009 - IL CASO

    Animali, "Curateli come gli uomini"

    Un progetto contro la malasanità dei veterinari: cartelle cliniche e obbligo di intervento

    ANTONELLA MARIOTTI

    TORINO
    Guardi, è meglio farsene una ragione. Non c’è più niente da provare. Addormentiamolo...». Sono queste le parole che un proprietario di animali, cane, gatto, criceto o furetto e persino pesce rosso, non vorrebbe mai sentirsi dire. Perché si sa che la loro vita è breve, ma la malattia, la sofferenza muta è difficile da accettare e poi c’è quell’angosciosa domanda: ho scelto il veterinario giusto? Avrà fatto tutto, ma proprio tutto, per salvarlo? Ora c’è una proposta di legge, firmata da Roberto Cassinelli, deputato Pdl, che vorrebbe dare più responsabilità ai veterinari, dando loro gli stessi obblighi che un medico ha nei confronti dei suoi pazienti umani.

    Maltrattamenti
    Se da tempo ormai la legge sui maltrattamenti prevede un reato penale riconoscendo il legame affettivo, manca una reale regolamentazione contro quella che per gli animalisti è «malasanità animale». Arca 2000 è una piccola associazione, nata nelle Marche dopo la morte di una cagnolina, Panna. La sua proprietaria racconta di una serie di analisi, terapie, interventi chirurgici, anche costosi, finiti con la morte della barboncina. «Ho deciso di creare un punto di riferimento per tutti coloro che si sono trovati nelle mie condizioni» spiega Daniela Ballestra. Così uno studio legale per l’associazione si fa carico delle cause ai veterinari di cui si presume la scarsa professionalità, e ora la proposta di legge. «Avevamo sottoposto il progetto a diversi politici di diversi partiti da anni - racconta Daniela Ballestra -. Solo Cassinelli ci ha risposto». L’avvocato ligure è lo stesso deputato che lo scorso anno propose l’introduzione del reato di maltrattamento per gli animali che vengono usati per l’accattonaggio, e ora chiede «più rispetto per i nostri amici animali. È questa la filosofia che ispira la proposta di legge» spiega in un comunicato.

    Le storie
    Carenze degli studi veterinari, scarsa preparazione, difficoltà nel reperire un pronto intervento, e la documentazione su esami e diagnosi quasi mai recuperabile. Ma le storie di Bebi, morta di emorragia a Pantelleria mentre era in «vacanza» perché non si è trovato un veterinario disposto a visitarla, o Pepita vittima di un intervento chirurgico sbagliato raccontano anche di ansia, angoscia dei proprietari, di dolore. «Bebi è morta con il suo muso tra le nostre mani, circondata dal nostro affetto - racconta il proprietario -. Non dico che vi debba sempre essere un centro clinico di pronto intervento; ma se viene supplicata una visita d’urgenza non si può opporre un rifiuto che, per quanto legittimo possa essere, resta inumano e incomprensibile per chi soffre, per chi ha lanciato un grido di aiuto, anche se a invocarlo era soltanto un cane». Nella proposta di legge sono cinque i punti fondamentali: obbligo di specializzazione per aprire una struttura sanitaria per la cura di piccoli animali; obbligo di una strumentazione minima per gli ambulatori; obbligo di refertazione scritta, in pratica una cartella clinica. Infine le più innovative: l’obbligo di soccorrere gli animali con la previsione del reato di omissione di soccorso e la reperibilità 24 ore su 24 dei veterinari e introduzione dei pronto soccorso per i quattrozampe.

    Dall’altra parte
    Che cosa ne pensano i veterinari? «Non mi sembrano cose nuove, un codice deontologico esiste già. La cartella clinica di fatto c’è, come il libretto sanitario con l’elenco delle vaccinazioni» spiega Cesare Pierbattisti, presidente dell’Ordine dei veterinari di Torino, «certo - prosegue - il veterinario ha una responsabilità che non è come quella del medico, ma è tenuto a dare una copia dei trattamenti eseguiti». Professionalità? «Sono il primo a riconoscere che debba essere pretesa la professionalità e l’impegno ma non dobbiamo colpevolizzare una categoria. Come i medici abbiamo un esame di Stato, corsi di specializzazione e tirocinio».

    «La malasanità esiste per gli animali come per gli uomini, e in tutte le professioni ci sono errori, si tratta di capire se sono “tecnici” o infrazioni deontologiche». Qualcosa però sta cambiando se l’Associazione nazionale medici veterinari da un anno sollecita il governo per il reintegro della medicina veterinaria nel Comitato nazionale di bioetica con queste parole: «La professione del veterinario - dice il presidente Marco Melosi - diventa sempre più delicata, numerose sono le implicazioni etiche e morali: come dobbiamo comportarci per non perdere mai di vista il benessere animale? Come agire nella sua difesa? Questa nuova percezione ha trovato la sua espressione nel riconoscimento dell’animale come essere senziente».

    ---

    La Stampa, 30/6/2009 - TRE DOMANDE A...

    Celli: "I veterinari pronuncino il giuramento di Ippocrate"

    Parla l'etologo

    ANTONELLA MARIOTTI

    «Ognuno dovrebbe essere responsabile nel proprio mestiere, se un muratore cade è responsabile il capocantiere». Giorgio Celli, etologo, è anche un «famoso» gattofilo, oltre a quelli di casa si prende cura di una colonia che soggiorna a volte nel suo giardino.

    Cosa ne pensa professore di questa proposta?
    «Ci vorrebbe un giuramento ippocratico come per i medici. Da giovane volevo fare il veterinario, poi mi sono reso conto che avrei dovuto mettere il bisturi su una bestiola, fosse anche per salvarlo o dove fare anche un po’ di vivisezione di spaventava, mi tremavano le mani. E ho cambiato indirizzo di studi. I veterinari hanno tutta la mia simpatia ma a volte si ha la sensazione che non amino affatto gli animali».

    A lei è capitato qualcosa di spiacevole con i suoi gatti?
    «Anni fa con un paio dei miei mici mi è capitato di aver pensato che il veterinario avesse sbagliato, ma non ne ho la certezza. Però ricordo che mia madre, gattofila anche lei, ha avuto varie volte l’impressione di un atteggiamento molto sbrigativo. C’è sempre quella frase terribile “mettiamolo a dormire”, c’è sempre quella brutta sensazione che siccome è un animale non c’è poi tanto da preoccuparsi e quindi meglio sopprimerlo».

    Quindi si deve cambiare la sensibilità nei confronti delle cure per gli animali, di come si prestano e come si tratta un animale malato?
    «Assolutamente sì, anche se negli anni è già cambiata molto, sto leggendo un libro di Pansini “La biblioteca del diavolo”, dove racconta dei libri avuti in eredità da una zia che aveva anche un gatto. Nel libro si legge che una volta messa a posto la biblioteca “con un colpo di zappa fu messo a dormire il gatto della zia”».



  2. #2
    Senior Member

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    Io credo che si debba essere obbiettivi.
    Che i veterinari debbano avere gli obblighi deontologici come i medici su questo non ci piove! La malasanità esiste anche in questo campo ed è giusto che venga punita. Obbligare a detenere un minimo di strumentario ci si può discutere in relazione a cosa si dovrebbe rendere obbligatorio.
    Aprire più cliniche è praticamente impensabile (almeno qui nella mia regione) perchè il settore è strapieno e molti stanno chiudendo.
    Obbligare secondo me si potrebbe se il veterinario fosse un dipendente pubblico ma dal momento che non è pubblico ma privato lo si può obbligare fino ad un certo punto. Lo stato non può permettersi di aprire ospedali e cliniche in posti in cui non ci sono perchè non ha soldi. Hanno tagliato su un sacco di servizi e volevano alzare anche il ticket quindi è inimmaginabile. Poi che cosa potrebbero offrire? Con che soldi coprirebbero i costi? Oggi la medicina veterinaria si avvale di tecnologie quasi pari a quelle umane e hanno i loro costi. Immaginiamo una tac o un risonanza. Senza andare lontano si può pensare ad una sala chirurgica allestita bene per interventi d'urgenza. Poi ci dovrebbero essere le degenze e, ovviamente, il personale e anche un laboratorio un po' attrezzato. La nostra sanità potrebbe permetterselo?
    Prima di partire con il proprio cane bisognerebbe cercare un eventuale veterinario vicino dove andremo a soggiornare.
    La reperibilità è un altro tasto dolente. Chi chiude la notte sono in genere quegli studi che non fanno interventi e degenze...se si ha un'emergenza notturna non potrebbero comunque fare niente e,nello stesso tempo, potrebbe essere la fine della vita del vet. Telefonate nel cuore della notte per cavolate che possono aspettare la mattina o che non hanno bisogno di intervento immagino come renderebbero felice il veterinario che poi dovrebbe ricominciare il giorno dopo.
    E' un ambiente un po' delicato quello della sanità veterinaria e spesso si vogliono i servizi senza dare nulla in cambio.

  3. #3
    Senior Member

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    Caro Andrea,
    probabilmente se venisse imposta una tariffa veterinaria con tanto di listino prezzi per ogni tipo di visita, esame, applicazione con obbligo di ricevuta fiscale rilasciata dal vet, obbligo di tenuta cartella clinica per ogni singolo cane curato dal vet, forse i veterinari sarebbero più attenti a prodigarsi per i loro piccoli pazienti.
    Non ho molta esperienza in Italia in quanto sono stata molto fortunata con il mio precedente cane, quindi quando ne ho avuto bisogno mi sono rivolta dove sono attualmente (belgio) e il mio cane aveva 18 anni ed era giunto alla sua fine.
    Certo che mi sono recata dal vet che era mezzanotte inoltrata e successivamente è corso lui a casa che erano le 2,30 -3 del mattino e l'ho trovato molto dispoonibile e vuoi sapere una cosa? Stranamente non ho pagato nessun extra perchè fuori dall'orario di servizio , o perchè era visita a domicilio(cosa assai strana perchè qui è tutto carissimo e non ci sono sconti per nessuno), e aggiungo che era la prima volta che lo vedevo.
    Ancora posso dirti che mi invia anche la cartolina per ricordarmi che il vaccino è in scadenza
    Ho il suo cellulare (non solo io), il suo @mail e numero dello studio.
    Ironia della sorte mi è capitato telefonare al medico generico personale per un emergenza e mi sono sentita dire vai in ospedale o chiama domattina.
    L'augurio comunque è speriamo di non averne mai bisogno e se servisse d'incappare in quello più coscenzioso e preparato e questo vale per cane e padrone

  4. #4
    Senior Member

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    Ciao!
    Essendo uno studio privato non si possono imporre tariffari. Su questo secondo me non si può dire niente. Così come i medici umani o altre figure professionali. Anche perchè immagino cosa potrebbe venir fuori se lo stato mettesse mano a queste cose. Tra l'altro l'Italia è l'unico stato europeo in cui gli ambulatori non possono vendere farmaci ad uso veterinario...a meno che non sia già iniziato. La ricevuta fiscale è d'obbligo ma questo vale per tutto. La mia veterinaria le rilascia sempre e non solo la mia. Chi non le rilascia è un evasore fiscale indipendentemente dal lavoro che fa.
    Quello che hai raccontato non so se si possa generalizzare a tutto il Belgio...spero di si però dubito.
    In Italia però non siamo in Belgio...ci sono gli italiani[8D]! E non è per dire "stattene a casa tua" eh attenzione!
    C'è quello che non crede nella chirurgia, quello che fa finta che il gatto sia del vicino per non pagare, quello che porta il cane alle 3 di notte perchè pieno di mosche che se la fa addosso perchè è da un mese che non cammina...tante realtà molto molto italiane purtroppo! Il cel ai pazienti è un suicidio perchè trovi quello pazzo che ti chiama per mandarti a quel paese perchè secondo lui l'hai curato male, quello che ti chiama e poi non parla per vendicarsi che gli hai soppresso il cane/gatto ed è colpa tua. Come in tutte le cose per colpa di qualcuno ci rimettono tutti. E' brutto da dire però è purtroppo così.

  5. #5
    Senior Member

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    La mia era solo una considerazione che ho potyuto fare toccando con mano,qui sono tutti studi privati) e se ti descrivessi dove e quando ho portato a fare al gatto una ecografia (neanche l'ospedale BG )te ne faresti meraviglia quanta accortezza,pulizia e igiene e il tutto per la modica cifra di 80 euri fatturati;può darsi che la mia sia stata solo una bella esperienza, ma credo sia cosi' in tutto il Belgio. Comunque non ho mai detto che siano meglio qui che non in Italia anche perchè ci ritornerò a breve
    Certo ci sono i paradossi, ma visto che l'indole degli italiani è quella di essere estereofili perchè non copiare,non per imparare, ma perlomeno provare.
    Qui non esiste il cane o il gatto del vicino, se lo porti dal vet si paga e vieni pure denunciato se non hai il microcip

  6. #6
    Senior Member

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    All'estero secondo me è anche molto più semplice far eil veterinario...qua si è giudicati come medici di serie B invece all'estero no! E c'è anche più rispetto per gli animali (non dappertutto ovviamente).
    L'igiene non deve mai mancare e una clinica buona deve per forza essere pulita. Io ne ho trovata una sola lurida e ho girato i tacchi. Dove vado io c'è sempre profumo di pulito!

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