Rispondi CitandoRiporto qui l'esaustiva spiegazione di Phodopus riguardo all'uso del terrario:
Il terrario è la scelta migliore per i criceti sì. Ma nel senso di struttura non di allestimento.
È ovvio che anche questo va pulito come le gabbie, e non è quindi pensabile metterci la terra e le piante come per i rettili.
L’ideale è una lettiera molto leggera, non quella pesante tipica per criceti, piuttosto quelle di cocco, o comunque di corteccia ultra minimizzata, come la Eco Best. Con poi sotto un tappetino, sempre di cocco, come quello per i rettili (o anche delle lastre di compensato). Questa lettiera, rispetto alle solite di argilla e simili, ha come vantaggio la facilità di eliminazione in fase di pulizia (con un piccolo aspirapolvere da introdurre nella teca). È poi molto più asciutta, assorbente e bella da vedere. Ed anche molto più naturale. Per le gabbie non può essere usata perché i criceti, data la sua leggerezza, la fanno schizzare fuori con facilità.
Per il resto, al posto delle piante andrebbero messe molte radici, come quelle per le iguane, ma anche cortecce di sughero. E poi la paglia.
Quindi un impianto d’illuminazione, anche questo analogo a quello per i terrari classici. Con le distinzioni del caso però: da escludere nel modo più assoluto gli infrarossi; piuttosto vanno benissimo le lampadine blu, che sono fredde e non rischiano di surriscaldare la teca, ma nel contempo la illuminano e la "asciugano" dall’umidità.
Stesso discorso se il terrario è predisposto per i neon; anzi meglio, dato che sono luci molto fredde. Ma facendo molta attenzione a non prendere quelle a raggi UV, che vanno bene giusto per animali a sangue freddo come i rettili.
Il terrario comunque è la scelta migliore, lo ripeto. E lo è per vari motivi. Le gabbie sono brutte, orrende, antiestetiche, fanno tristezza, pietà. I terrari invece, possono essere molto belli da vedere. E poi le gabbie sono spesso (troppo spesso) molto pericolose: capita che i criceti passino tra le sbarre e, quando non ci riescono, rimangono incastrati, con conseguenze a volte disastrose.
Ancora: le gabbie danno un grande sfogo di esercizio al più sviluppato senso dei criceti: l’olfatto. Quindi questi animali, attraverso le sbarre, percepiscono tutto: in luoghi movimentati risultano nervosi, e comunque tendono molto a rosicchiare le aste perché l’esterno è lì davanti a loro. Scene davvero penose, di sentita costrizione.
Non che il concetto ideale cambi con un terrario, ma di sicuro qui i criceti vivono la cattività con molta più tranquillità. Isolati nel loro territorio, fin quando non gli si apre la teca. Sicuramente una dimensione più vicina alla loro indole.
È anche vero che il trauma del passaggio dalla gabbia alla teca può essere forte: l’assenza improvvisa di odori, di percezione, possono provocargli, almeno i primi giorni, un fortissimo nervosismo e disorientamento. Ma passa.
Comunque, se mai te lo dovessi fare, fai bene attenzione alla composizione del terrario. Che lo compri già fatto o che te lo fai fare su misura, questo deve avere una caratteristica precisa ed essenziale: MOLTE PRESE D’ARIA. Classiche perse d’aria da terrario in alto e buchini sul vetro nella parte bassa (o ancora una cornice in metallo forato nella parte inferiore dello sportello). Altrimenti il rischio di morte per soffocamento è altissimo, dato che in questo ambiente tendono formarsi depositi di anidride carbonica a tappeto sulla parte bassa della teca. E i criceti, che dormono sul fondo coperti da tronchi e paglia, rischiano di non svegliarsi più, se la ventilazione non è garantita.
Quindi attenzione ai terrari già fatti per grossi rettili, come iguane o boa.
)]
][
