Dal punto di vista funzionale, etica e morale determinano le regole di convivenza di individui, in un determinato contesto.
Il buon senso deriva dalla nostra esperienza, dalla natura evolutiva del nostro io interiore come cosa insita in ognuno che ci aiuta a comportarci sempre al meglio.
Nello specifico caso, un semplice esame di coscenza ci porta a capire quali sono i limiti di comportamento, dove "l'ornamento" non deve invadere il campo del "benessere" e della "salute" del soggetto allevato.
1000 anni fa non sarebbe rientrato in problemi di "etica morale" la sofferenza di un pesce ornamentale. Oggi invece, rientra nella logica disdegnare un così tale - definito crudele - comportamento (almeno inteso per "inutile" sofferenza).
Il percorso evolutivo del "buon senso", propositore di etica e di morale, non ha fine: quello che "oggi" ha una logica, "domani" potrebbe non averla, alla pari di ciò che avveniva "ieri". Questa non deve essere una ragione che porti a crederne l'inefficenza, anzi: il comportarsi seguendo il buon senso, ovvero agire cum grano salis, ha un valore fondante della comunità.
Il buonsenso esiste a dispetto, e non a causa, dell'istruzione. (Victor Hugo)