ho trovato un articolo molto interessante come guida all'alimentazione sana e sicura per i nostri bimbi pelosi e ve lo copio subito e vi avviso..è un po' lunghetto ma molto chiaro e amio avviso davvero utile[8D]
da: http://www.antba.it/
Prova a leggere l'etichetta di un comune alimento per animali:
Cereali (riso minimo 4%), carni e derivati (pollo minimo 4%), sottoprodotti di origine vegetale, oli, grassi, sostanze minerali, estratti di proteine vegetali, ortaggi (minimo 4% nelle crocchette con verdure). Con antiossidanti, conservanti e coloranti: additivi CEE.
In questo caso il prodotto che viene dichiarato “con pollo” ne contiene appena il 4%.
E il resto? Non è specificato cosa si intende per "derivati" di carne, né per “sottoprodotti di origine vegetale”, conservanti e coloranti immancabili...
Quanto più è evanescente l’etichetta e vaga la descrizione degli ingredienti, tanto più diventa lecito il dubbio sulla reale qualità e salubrità del mangime.
Negli ultimi anni, veterinari olistici e nutrizionisti per animali hanno concluso che molti dei problemi di salute di oggi, dalle allergie ai tumori, perfino problemi comportamentali, possono trarre la loro origine da un'alimentazione scorretta: eccessiva o di scarsa qualità.
Paradossalmente potremmo essere proprio noi la causa, inconsapevole, dell’avvelenamento e del malessere dei nostri amati animali domestici, con l’uso di mangimi di pessima qualità e poveri dal punto di vista nutrizionale.
Alcuni mangimi contengono parti di scarto, carcasse respinte per il consumo umano (rancide, putride) ed i cosiddetti animali “4M” – malati, moribondi, mutilati o morti.
Possono giungere nelle ciotole sotto nomi generici di “carne” o “farina di carne” anche cani e gatti domestici o randagi, ai quali viene praticata l’eutanasia con sodio pentobarbital (che sopravvive al processo di esecuzione e sarà ancora presente nel cibo), carcasse di animali macellati scartate al momento dell’ispezione veterinaria, rifiuti dei salumifici, la pappa prodotta dal “passapulcini”, una macchina che schiaccia i pulcini appena sgusciati (un sistema usato negli allevamenti di galline ovaiole, per eliminare i pulcini maschi in eccesso), carcasse di animali scuoiati provenienti dagli allevamenti di animali da pelliccia, animali morti negli zoo, topi da laboratorio, parti malate o cancerose di animali macellati, zoccoli, code, teste ancora con targhette di plastica attaccate e chissà quant'altro.
Gli alimenti per animali domestici vengono cotti a temperature molto elevate per “sterilizzare” queste carni: purtroppo il processo, oltre ad alterare o distruggere gli enzimi e le proteine che si trovano nella "materia prima", non sempre distrugge gli ormoni (usati per far ingrassare il bestiame o per farne aumentare la produzione di latte), ne' gli antibiotici, ne' i barbiturici (usati come anestetici).
Ciò che viene sgrassato durante la cottura diviene “grasso animale”.
Avrete notato l'odore pungente che si sprigiona quando aprite un nuovo sacco di cibo per animali. Da cosa dipende? Spesso dalla presenza di grasso animale riciclato, oppure da oli troppo rancidi e classificati come inadatti al consumo umano o ancora da grasso proveniente dagli scarti dei ristoranti.
Tutto ciò viene spruzzato direttamente sulle crocchette, per rendere appetibile un prodotto che altrimenti risulterebbe insipido o sgradevole. Il grasso agisce inoltre come collante, al quale vengono infine aggiunti esaltatori di sapidita'. Gli "scienziati" dell'alimentazione hanno scoperto che gli animali amano il gusto di questi grassi. I produttori sono dei veri maestri nel costringere un cane o un gatto a mangiare cio' che farebbe arricciare il naso.
Occorre essere sempre cauti quando il produttore è restio a specificare la fonte di proteine e grassi.
Molti credono sia sufficiente controllare le percentuali di proteine, grassi e fibre sull’etichetta. Non è così. Queste sono percentuali “grezze”: non indicano quanto salutari o nutrizionali siano gli ingredienti per l’animale. Una scarpa di cuoio ha molte proteine, ma la sua bio-disponibilità è bassa e il corpo del cane o del gatto non la può assorbire.
Questo fattore deve essere considerato insieme agli effettivi ingredienti.
Allo stesso modo la percentuale di fibra può includere “fibre vegetali” (gusci di arachidi, pula di granoturco) o “cellulose” che non sono digeribili e che per legge possono essere nient'altro che segatura impregnata di sangue dei pavimenti della macelleria.
Nel caso di impiego di farine di carne prodotte con carni fresche e tagli destinati anche al consumo umano, il produttore ha tutto l’interesse a segnalarlo. Quanto più è evanescente l’etichetta e vaga la descrizione degli ingredienti, tanto più diventa lecito il dubbio sulla reale qualità e salubrità del mangime.
Il prezzo non sempre garantisce la bonta', ma può essere un buon indicatore della qualita' dell'alimento. Utilizzare proteine e cereali di prima scelta sarebbe ovviamente impossibile per aziende che vendono cibo per animali a 1 euro al kg: il costo degli ingredienti risulterebbe maggiore del ricavato.
Al cibo confezionato vengono aggiunti prodotti chimici per aumentarne il sapore, la stabilita', le caratteristiche o l'aspetto. Gli additivi non hanno valore nutritivo: possono essere usati come emulsionanti, per evitare che l'acqua ed il grasso si separino, come antiossidanti, per prevenire l'irrancidimento del grasso o come coloranti e aromi artificiali, per rendere il prodotto piu' attraente per il consumatore e piu' appetibile per l'animale.
Negli ultimi 25 anni, il vertiginoso aumento di casi di cancro e malattie croniche o degenerative negli animali è direttamente proporzionale all'uso sconsiderato di additivi e conservanti.
Ad esempio la trimetilchinolina e' permessa anche per il consumo umano, ma soltanto come conservante per spezie (pepe di cayenna, chili) in una proporzione di 100 parti per milione: sarebbe però molto difficile assumerne giornalmente una quantita' pari a quella che un cane consuma tramite il cibo secco.
Per conservare i grassi, alcuni produttori hanno risposto alle preoccupazioni dei consumatori ricorrendo a conservanti naturali: Vitamina C (acido ascorbico), Vitamina E (tocoferoli misti) oppure olio di rosmarino, garofano o altre spezie.
La legge richiede studi sulla tossicita' diretta dei singoli additivi e conservanti, questi però non vengono testati per il potenziale effetto sinergico gli uni con gli altri una volta ingeriti, seppure sia evidente la possibilita' di interazioni dannose tra alcuni dei piu' comuni conservanti.
Per rendere nutrienti i cibi per animali, i loro produttori li "fortificano" con vitamine e minerali. Per quale motivo? Perché gli ingredienti usati non sono di per se' completi, la loro qualita' puo' essere estremamente variabile ed il tipo di produzione distrugge molte delle proprieta' nutritive.
I problemi legati alla dieta industriale sono verificabili quotidianamente, in qualsiasi laboratorio veterinario: vomito, diarrea e infiammazioni sono i sintomi piu' frequenti di problemi digestivi cronici.
L'eccesso di calorie, tipica delle formule commercializzate per cuccioli, promuove una crescita rapida, nonostante sia ampiamente dimostrato che, soprattutto per razze canine di taglia grossa, una crescita rapida contribuisce all'insorgenza di malattie delle ossa e delle giunture.
Leggiamo e commentiamo insieme due etichette.
Esempio di alimento completo per cani adulti "Pollo, riso e verdure", grande distribuzione:
Cereali (riso minimo 4%), carni e derivati (pollo minimo 4%), sottoprodotti di origine vegetale, oli, grassi, sostanze minerali, estratti di proteine vegetali, ortaggi (minimo 4% nelle crocchette con verdure). Con antiossidanti, conservanti e coloranti: additivi CEE.
In questo caso il prodotto che viene dichiarato “con pollo” ne contiene appena il 4%. Non è specificato cosa si intende per "derivati" di carne, né per “sottoprodotti di origine vegetale”: potrebbero essere scarti di lavorazioni agricole, paglia, bucce, segatura, avanzi della spremitura delle olive, noccioli, semi già sfruttati per l’olio, spesso estratto con solventi. Non viene detto che tipo e che qualità di “oli” e “grassi” contiene il prodotto: se sono di qualità pregiata e non scarti delle ultimissime fasi di lavorazione industriale dei prodotti per l’alimentazione umana, perché non dichiararlo? La chicca finale è data dagli “antiossidanti, coloranti e conservanti”, tutti “additivi CEE”, quindi consentiti dalla legge, la quale, purtroppo, non sempre è dalla parte dei consumatori. Certamente almeno i coloranti potevano essere evitati.
Esempio di alimento completo per cani adulti “taglia grande – mantenimento”, negozi specializzati:
Pollo (più del 20%), mais, grano, orzo, grasso animale, farina di pesce, polpa di barbabietola, farina di pollame, uova intere disidratate, lievito di birra in polvere, cloruro di potassio, sale, semi di lino, DL-metionina, glucosammina HCI, condroitinsolfato. Contiene antiossidante ammesso dalla CEE.
Bene la percentuale alta di pollo. Con la polpa di barbabietola è bene non eccedere: è infatti molto zuccherina e indurisce artificialmente le feci. Il grasso animale che viene indicato in ordine decrescente come quinto ingrediente, è forse un po' troppo: come è noto aumenta l’appetibilità del prodotto e quindi la sua concorrenzialità (i cani e i gatti adorano i sapori forti indotti dai grassi). Additivi, anche qui immancabili.
Non molti sanno e nemmeno immaginano che la vivisezione viene applicata perfino nell'industria del cibo per gli animali domestici. La maggior parte delle comuni marche reperibili nei supermercati o nei negozi specializzati testa in modo cruento i propri prodotti, direttamente o tramite istituti di ricerca, per studiarne digeribilità o efficacia nel trattamento di disturbi di salute.
Se i cibi in questione fossero composti esclusivamente da ingredienti naturali e di qualità non sarebbe necessario torturare a morte cani e gatti, renderli obesi per poi tenerli a digiuno per settimane, costringerli a vivere con tubi conficcati nell'addome, privarli dei reni o indurre il malfunzionamento di altri organi, per testare i "benefici" di una dieta.
E' giunto il momento di rivalutare il proprio approccio all'alimentazione degli animali domestici.
Sia dal punto di vista dell'effettiva opportunita' di non continuare a nutrire i propri piccoli amici con orribili papponi a base di avanzi di vario genere, sia dal rischio di far fluire i propri soldi nelle tasche di un'industria che si macchia di nefandezze ignobili, quali appunto la vivisezione, pur di ottenere il maggior lucro possibile.
Il consumatore deve essere messo in grado di poter comprare la propria marca preferita di cibo per animali domestici, sicuro del fatto che il prodotto scelto rappresenti una dieta sana e bilanciata e che non sia stato immesso sul mercato al costo di crudeli esperimenti di cui si diventa automaticamente complici tramite l'acquisto.
Tratto dal Dossier di Gaia “Allarme mangime per cani e gatti” di Stefano Apuzzo http://gaiaitalia.it/sito2002/DOSSIE...D/Pet-food.pdf