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Discussione: GUIDA: MODIFICARE IL GH - KH

  1. #1
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    GUIDA: MODIFICARE IL GH - KH

    COME ABBASSARE IL GH E ALZARE IL KH

    In acquariofilia si misurano due tipi di durezza dell'acquail:
    - GH che è la durezza totale composta da solfati, bicarbonati e carbonati.
    - KH che è durezza carbonaticao temporanea, determinata essenzialmente da carbonati e bicarbonati di calcio e magnesio;

    Il KH è importante negli acquari di acqua dolce perchè:
    1) fa da "tampone" alle oscillazioni di PH per questo è necessario che in vasca non sia mai < 2°/3°;
    2) perchè insieme al PH stesso determina il quantitativo di CO2 da erogare;

    Nell'acqua delle nostre condutture domestiche (dell'acquedotto), salvo eccezioni, si misura una durezza da media ad alta, infatti questa presenta:
    - GH > 10°d
    - KH > 7°/8°
    - PH > 7.5

    La maggior parte dei pesci tropicali e le piante necessitano di acqua con bassa durezza (GH compreso tra 5° e 10°)e leggermente acida (Ph circa 7).

    Per avere acqua con queste caratteristiche è necessario riduurre la durezza totale (GH) mantenendo però un'adeguata durezza carbonatica (KH)in quanto un valore molto basso, potrebbe rendere instabile l'acqua e far variare il pH anche di alcune unità.

    Il valore ottimale sia per la maggior parte dei pesci tropicali che piante sarebbe un KH di 4°/6° e un GH di 8°/10°.


    COME SI ABBASSA LA DUREZZA TOTALE(GH): utilizzando acqua d'osmosi inversa da miscelare con acqua del rubinetto (genere rapporto 1:1) questo comporta inevitabilmente una riduzione anche del KH per questo è necessario reintegrarlo.


    COME SI ALZA IL GH: in casi particolari può risultare necessario aumentare solo il GH, è possibile farlo usando due soluzioni:
    Soluzione 1: sciogliete circa 70 g di Cloruro di Calcio anidro (CaCl2) (reperibile anche come integratore per il marino) in 400 ml di acqua RO (meglio farlo in un pentolino perché svilupperà calore). Questo sale è di più facile reperibilità come forma idrata che però ne dovrete usarne una quantità circa doppia (140 g in 300ml di acqua RO). Una volta sciolto il sale, portate la vostra soluzione al volume di mezzo litro con acqua RO.

    Soluzione 2: sciogliere circa 77 g di solfato di magnesio eptaidrato (MgSO4) (reperibile in Farmacia come Sale inglese) in 400ml di acqua poi portate al volume di mezzo litro con acqua RO.

    Dose: 1 ml di ognuna di queste soluzioni aumenterà il GH di un litro di acqua RO di circa 5°d mentre di due litri di 2,5°d.

    Conservate le bottiglie al riparo dalla luce in un posto sicuro. Potrebbe sviluppare delle muffe, quindi non preparatene troppa se non siete sicuri di consumarla in 5-6 mesi.


    COME SI ALZA IL KH: un modo semplice ed economico di alzare è quello di utilizzare una soluzione di Bicarbonato di Sodio (quello per uso alimentare) nelle dosi da me sotto elencate:
    - uso in soluzione: sciogliere 80g di Bicarbonato di sodio in 0,5L di acqua d'osmosi (utilizzate una bottiglietta di plastica da 1/2 litro), 1ml di questa soluzione alza di 5°d il KH di un litro d'acqua.
    - uso diretto: bicarbonato di sodio pari a 6-8gr (cucchiaino da tè) in 50L d'acqua aumenta il KH di circa 4°-5°.

    In acquari molto piantumati si può usare una miscela di miscela di bicarbonato di sodio (NaHCO3) e di bicarbonato di potassio (KHCO3), questo è utile per le piante essendo il potassio un macro-nutriente che in acqua tende a scarseggiare.
    Per piccole variazioni o per modifiche occasionali, si può usare anche solo il bicarbonato di sodio. Inoltre il bicarbonato di potassio è più difficile da reperire.
    Scogliere circa 37g di NaHCO3 e 44g di KHCO3 in mezzo litro di acqua RO, 1ml di tale soluzione alza di 5°d il KH di 1 litri di acqua RO.


    Prima si alza il KH della acqua di tutto la vasca, aggiungendo la quatità necessaria all'acqua del cambio, poi successivamente bisognerà alzare KH solo dell'acqua dei cambi.

    In ogni caso in acquario è sempre consigliabile avere un valore di KH = 5° "circa" quindi dove si misurano valori molto inferiori intervenire come indicato.

    Tenete conto che la nitrificazione consuma, la durezza carbonatica. Se questa è abbastanza elevata e viene integrata mediante cambi dell'acqua regolari, non si rilevano problemi.
    Se, invece, l'inquinamento da mangime è consistente e la durezza carbonatica bassa, si può arrivare al consumo totale della durezza carbonatica con conseguenti sbalzi di pH.





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  2. #2
    Senior Member

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    PH - GH E PESCI

    Scrivo qualche riga per spiegare l'importanza delle caratteristiche fisico-chimiche dell'acqua che utilizziamo nella scelta dei pesci che andremo a inserire e allevare in acquario.

    Il gh, kh e ph sono tre grandezze correlate dato che le prime misurano il contenuto di sali disciolti nell'acqua e il ph sarà più alto (basicità o alcalinità) quanto maggiore sarà la concentrazione di sali disciolti in soluzione...

    considerando poi che tutti gli esseri viventi sia animali che vegetali necessitano di certe condizione ambientali che spesso sono diverse da specie a specie... in funzione di diversi fattori:
    - le caratteristiche fisico-biologiche
    - zona di provenienza (habitat acquatici)
    - condizioni d'allevamento

    Per esempio i pesci provenienti dal sudamerica in particolare dal bacino amazzonico con acque molto tenere e acide (Discus, Scalari, Ciclidi nani, Neon, Cardinali ecc.) anche in acquario necessiteranno di valori simili o prossimi il più possibile a questi.... normalmente GH&lt;10° e PH&lt;7 sono sufficienti per specie di allevamento.

    L'organismo dei pesci (tessuti, sangue...) è costituito in gran parte da acqua e sali in un costante equilibrio... questi delicati equilibri che permettono la vita nell’acqua dipendono in parte dalla concentrazione di sali in essa disciolti.
    I principali ioni contenuti nei pesci sono uguali a quelli dell’acqua (sodio, calcio, potassio, magnesio, cloruri, solfati) ma la concentrazione dei sali nelle cellule dei pesci è maggiore rispetto a quella che si trova nello stesso volume di acqua dell’ambiente che li circonda.
    Per il principio di osmosi, attraverso le membrane cellulari semipermeabili l’acqua passa dalla soluzione meno concentrata a quella più concentrata quindi nei pesci d’acqua dolce, l’acqua che defluisce attraverso le branchie durante gli atti respiratori passa per osmosi nel sangue, attraverso le sottili pareti dei capillari branchiali e delle mucose della cavità orale.
    E’ evidente quindi che i problemi di mantenimento dell’equilibrio interno sono strettamente correlati all’ambiente e come siano diversi a seconda che si tratti di un pesce di mare, di uno di acqua dolce o di un pesce che viva in ambienti salmastri.

    Per quanto riguarda invece i pesci d’acqua dolce, essi hanno un sangue meno salato ma comunque molto ricco di sali se paragonato all’acqua in cui vivono.
    La loro tendenza sarà quindi quella di diluire la concentrazione salina interna facendo liberamente affluire acqua dalle branchie e dalle membrane mucose.

    In conclusione la concentrazione di sali in acqua influisce direttamente sui processi biologici dell'organismo dei pesci e in particolare sul continuo scambio che avviene tra le mucose e tessuti dei pesci con l'ambiente circostrante...

    Uno sviluppato apparato renale provvede poi ad eliminare l’acqua eccedente insieme alle scorie azotate del metabolismo: i pesci d’acqua dolce, infatti, producono un’abbondante quantità di urina, in un giorno circa 10 volte il loro peso; al contrario, i pesci marini eliminano pochissima urina, piuttosto concentrata, per evitare di disidratarsi.

    Questi meccanismi regolano l’equilibrio idrico; invece, a quello salino provvedono lo stomaco, che arricchisce il sangue di sali prelevati dal nutrimento, e soprattutto le branchie, che nei pesci d’acqua dolce sono in grado di assorbire selettivamente i sali dall’acqua;

    Oltre al ruolo insostituibile che hanno nella respirazione, le branchie dei pesci regolano quindi anche l’equilibrio idrosalino, eliminando o assorbendo i sali a seconda delle necessità fisiologiche dei pesci, permettendo così la propagazione di molte specie in differenti tipi di habitat acquatici.
    Per esempio pesci come i Ciprinodontiformi, sono in grado di sopportare sbalzi di salinità considerevoli ed istantanee.
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