Alla luce della confusione generata dall'esistenza di molteplici varietà di cani tibetani, e dell'errore iniziale della selezione Occidentale (e del suo assurdo standard) basatasi su soggetti provenienti da Nepal ed India, e NON dall'Amdo (unica regione nativa del grande e leggendario Mastino del Tibet), ritengo possa essere interessante fare un salto attraverso i millenni e le altrui esperienze: riportare quindi resoconti di viaggio, descrizioni ed illustrazioni fin dai tempi di Aristotele, per cercare di raccontare una storia tra mito e realtà, nel tentativo di tracciare un profilo definito della razza più controversa della cinofilia moderna. Un archivio documentario in ordine sparso, dedicato alle varietà di molossoidi tibetani ed alla reale conformazione del mitico mastino *papà di tutti i molossi*.
Vorrei che questa discussione (portata poi avanti anche da chi vorrà e saprà) fosse intesa come *archivistica*, e non come discussione nel senso stretto del parola (da leggere e da integrare, nel caso da correggere ma non da commentare). Questo a beneficio della sua fruizione, data l'impostazione con ogni post *capitolo indipendente*; solo il senso sarà globale, e sempre più definito nella coscienza di chi legge, con l'avanzare della discussione stessa.
Bout, il mastino regalato alla regina Vittoria nel 1847 dal Governatore Generale delle Indie Lord Hardinge, e fotografato nel 1855 ca. da William Bambridge (The Royal Collection ©).