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Discussione: Tra mito e realtà

  1. #1
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    Tra mito e realtà

    Alla luce della confusione generata dall'esistenza di molteplici varietà di cani tibetani, e dell'errore iniziale della selezione Occidentale (e del suo assurdo standard) basatasi su soggetti provenienti da Nepal ed India, e NON dall'Amdo (unica regione nativa del grande e leggendario Mastino del Tibet), ritengo possa essere interessante fare un salto attraverso i millenni e le altrui esperienze: riportare quindi resoconti di viaggio, descrizioni ed illustrazioni fin dai tempi di Aristotele, per cercare di raccontare una storia tra mito e realtà, nel tentativo di tracciare un profilo definito della razza più controversa della cinofilia moderna. Un archivio documentario in ordine sparso, dedicato alle varietà di molossoidi tibetani ed alla reale conformazione del mitico mastino *papà di tutti i molossi*.

    Vorrei che questa discussione (portata poi avanti anche da chi vorrà e saprà) fosse intesa come *archivistica*, e non come discussione nel senso stretto del parola (da leggere e da integrare, nel caso da correggere ma non da commentare). Questo a beneficio della sua fruizione, data l'impostazione con ogni post *capitolo indipendente*; solo il senso sarà globale, e sempre più definito nella coscienza di chi legge, con l'avanzare della discussione stessa.



    Bout, il mastino regalato alla regina Vittoria nel 1847 dal Governatore Generale delle Indie Lord Hardinge, e fotografato nel 1855 ca. da William Bambridge (The Royal Collection ©).


  2. #2
    Senior Member

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    Interessante testimonianza di una varietà di cane tibetano, ce la consegna l'alpinista austriaco Heinrich Harrer, inviato nel 1939 in una spedizione sul Nanga-Parbat. Harrer venne rinchiuso in un campo di concentramento inglese in India, dal quale riuscì a fuggire approdando poi al Tibet, dove rimase tra il 1944 ed il 1951.

    Il suo diario di viaggio è stato pubblicato con il titolo *Sette anni nel Tibet * (Sieben Jahre in Tibet), ed è poi stato trasformato anche nel noto film *Sette anni in Tibet*.

    Ad Harrer è dedicato un notevole museo archivio, con annesso centro buddhista-tibetano (la casa europea del Dalai Lama), tra le stupende montagne della Carinzia (sicuramente merievole di una visita anche per la straordinaria bellezza del posto e della natura che lo circonda, nonchè per le attività a favore del Tibet).

    Harrer scrive:

    Spesso, per fortuna a grande distanza, scorgevamo dei cavalieri i cui strani cani rivelavano che si trattava di Khampa. Queste creature erano meno pelose dei normali cani tibetani, magre, veloci come il vento e incredibilmente feroci. Per grazia di Dio simili incontri ci furono risparmiati.

  3. #3
    Senior Member

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    la descrizione di creature meno pelose dei normali cani tibetani, magre, veloci come il vento e incredibilmente feroci mi fa pensare agli Sha khyi (letteralmente "Cani da carne", dunque "Cani da caccia" tibetani). Su di loro il sig. Primoz Peer (giudice cinofilo sloveno che ha visitato la regione occidentale del Tibet) ha scritto:

    Sha-Khyi
    Again a normal term Tibetans I met used for their hunting dogs, which all were decidedly of one – sighthound type
    I first met a pack of Sha-Khyis tied around some nomad tents near the ferry on Yarlung Tsangpo.
    There were five or six adults and soon I learned they are not only good hunting dogs.
    In type and size they are very much like Salukis with almost no fringes, but not very short coats either, maybe slightly stronger muzzles and skulls than we are used to in Salukis.
    The usual color of Sha-Khyis I met was white with some markings, light gold, almost cream, some were white with black markings and I saw an odd bl & tan one.
    From what I have been told they are mostly used for hunting marmots, hare and sometimes antilopes …….and pikas (kind of small rodent with big ears), but these are hunt for supplementing their own diet.
    Also the way they hunt is very similar to Saluki way of hunting, browsing through the rocky terrain., being very independent in their hunting.
    Sha-Khyis are much more scarce comparing to Do-Khyis, I met only two nomad families with a pack of these dog. These two families did not have big livestock herds, so hunting might be their primary way of living.
    I met some more Sha-Khyis, but only one or two with some nomad familes.
    Unexpectedly these Sha-Khyis proved to be excellent watch and even guard dogs.
    When I saw a few of Tibetan hunting dogs lying around a nomad tent, I approached to make some photos. They began barking and suddenly quite some more of these dogs run out of the tent and in few moments I was surrounded by at least ten or twelve of them, few older ones quite determined to bite. At that point their owner came out of the tent .....


    lascio a qualche volenteroso l'eventuale traduzione...



    esisterebbe poi una "razza" di cui si sente parlare poco, forse un incrocio tra lo Shakhyi ed il Mastino Tibetano nella sua variante a pelo duro, l'Apso Do Khyi, che secondo alcuni cinologi sarebbe addirittura stato utilizzato verso la fine dell'800 per ricreare o comunque rinsanguare l'Irish Wolfhound. Ecco una rara immagine:



    Certo, mai come in questo caso il titolo della discussione è appropriato; ci troviamo davvero al confine tra il Mito e la realtà, perchè se sul Molosso Tibetano si è favoleggiato, ma esistono, a ben cercarle, numerose testimonianze d'epoca e attuali, di alcune "razze" o "varietà" minori si hanno ben pochi dati a disposizione.
    Secondo alcuni studiosi, comunque, il mito del Molosso Tibetano potrebbe derivare anche dalla confusione tra la descrizione del mastino e del levrieroide da caccia (ricordate le parole di Marco Polo "...egli hanno grandissimi cani, e mastini grandi come asini, che sono buoni da pigliare le bestie selvatiche...").

  4. #4
    Senior Member

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    Per proseguire il discorso.

    Interessante l'evoluzione dei cani visti sempre da Heinrich Harrer nel suo lungo viaggio per il Tibet.

    I primi incontrati nella parte sud-occidentale del Tibet, vicino al confine con l'India, sono definiti: cani tibetani assai forti e aggressivi, di media grandezza e dal pelo lungo.

    A Lasa invece, a guardia del giardino segreto del Dalai Lama dentro al Norbulingka, si imbatte in: animali grandi e dal pelo lungo, che abbaiano fuoriosamete se qualcuno si avvicina troppo. I guinzagli di pelle di yak li trattengono, ma quei sordi latrati sono una nota discordante in tanta pace [...] feci, nei limiti del possibile, amicizia con quei bestioni.

    In tutte le capanne abitate (comunque) si trovano cani molto aggressivi. Quasi sempre sono legati a catene e proteggono di notte, con il loro furioso abbaiare, il bestiame da pantere, lupi e cani selvaggi. Assai robusti di natura, la loro dieta abituale, fatta di latte e carne cruda, conferisce loro una forza straordinaria, il che li rende particolarmente pericolosi.

    Da notare che Harrer, nei suoi *Sette anni nel Tibet, non si recò mai nell'Amdo, terra originaria del grande molosso, e gli unici esemplari che potè quindi vedere, erano a guardia del Dalai Lama, contrapposti, per mole, a quelli visti nel Tibet interno.

    Interessante e parallelo specchio di una realtà che ha tratto in inganno molti ricercatori ed i primi importatori.

  5. #5
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    molosso tibetano ricostruito sulla base del disegno realizzato da Michele Lessona studioso dell'8oo.

    Immagine:

    61,48 KB

  6. #6
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    Quello marrone è un mastiff....ma l'altro? E' un terranova?
    Comunque si tratta di una sua ipotesi. Io ci credo poco [|)]

  7. #7
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    per meglio precisare nella stessa pagina del disegno di Lessona ci sono altre due razze molossoidi(terranova e mastiff) che anno avuto origine da questo "avo".....sergio

  8. #8
    Senior Member

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    Citazione:Comunque si tratta di una sua ipotesi. Io ci credo poco
    A che cosa?? Quale sarebbe il senso di questo intervento??

  9. #9
    Senior Member

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    Citazione:Messaggio inserito da qubilai

    per meglio precisare nella stessa pagina del disegno di Lessona ci sono altre due razze molossoidi(terranova e mastiff) che anno avuto origine da questo "avo".....sergio
    Ah ecco, scusami ho interpretato male il disegno!
    Pensavo che dai due cani dietro avesse avuto origine il molosso tibetano: sarebbe stato un paradosso [)]
    Phod: tu pazienza zero eh? [|)]

  10. #10
    Senior Member

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    Ecco un disegno d'altri tempi

    Immagine:

    13,94 KB

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