Interessante testimonianza di una varietà di cane tibetano, ce la consegna l'alpinista austriaco Heinrich Harrer, inviato nel 1939 in una spedizione sul Nanga-Parbat. Harrer venne rinchiuso in un campo di concentramento inglese in India, dal quale riuscì a fuggire approdando poi al Tibet, dove rimase tra il 1944 ed il 1951.
Il suo diario di viaggio è stato pubblicato con il titolo *Sette anni nel Tibet * (Sieben Jahre in Tibet), ed è poi stato trasformato anche nel noto film *Sette anni in Tibet*.
Ad Harrer è dedicato un notevole museo archivio, con annesso centro buddhista-tibetano (la casa europea del Dalai Lama), tra le stupende montagne della Carinzia (sicuramente merievole di una visita anche per la straordinaria bellezza del posto e della natura che lo circonda, nonchè per le attività a favore del Tibet).
Harrer scrive:
Spesso, per fortuna a grande distanza, scorgevamo dei cavalieri i cui strani cani rivelavano che si trattava di Khampa. Queste creature erano meno pelose dei normali cani tibetani, magre, veloci come il vento e incredibilmente feroci. Per grazia di Dio simili incontri ci furono risparmiati.