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Risultati da 1 a 10 di 69

Discussione: Tibet : intorno ai cani...

  1. #1
    Senior Member

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    Tibet : intorno ai cani...

    apro questa discussione, solo apparentemente OT, perchè per comprendere alcune questioni apparentemente inspiegabili legate all'allevamento dei mastini tibetani è bene conoscere alcune realtà di quella terra.
    ancora negli ultimi giorni (in occasione del raduno) mi sono sentito chiedere "perchè gli allevatori occidentali non si recano in Tibet a cercare soggetti originali".
    è bene ricordare ai pochi che non ne fossero a conoscenza che, a seguito della occupazione da parte del governo cinese, il Tibet da quasi mezzo secolo oltre alla perdita della propria autonomia politica subisce un sistematico, violento e pesantissimo attacco alla propria cultura e tradizioni.
    molto è andato irrimediabilmente perso, ma non ancora tutto...anche se la distruzione continua, come segnalato nell'articolo che riporto, tratto dal sito della Associazione Italia-Tibet www.italiatibet.org



    Per quanto ancora potranno scegliere il loro modo di vivere?

    76,15 KB

    Washington, 11 giugno 2007.
    In un documento di 79 pagine intitolato “Nessuno si può opporre: trasferiti i pastori del Gansu, Quinghai, Sichuan e della Regione Autonoma Tibetana”, l’organizzazione Human Rights Watch denuncia il forzato trasferimento di settecentomila tra pastori e nomadi dai pascoli dell’altopiano tibetano e delle aree adiacenti in case coloniche situate nelle vicinanze dei centri abitati. [u]I pastori sono stati obbligati ad uccidere il bestiame</u> ( yak, pecore e capre), in cambio di rimborsi minimi o inesistenti. Le persone trasferite nelle aree urbane incontrano inoltre enormi difficoltà a trovare un lavoro dignitoso in grado di garantirne la sopravvivenza, in parte perché non conoscono la lingua cinese e in parte perché non possiedono il denaro necessario all’avvio di una qualsiasi attività.
    Secondo il governo cinese, il processo di urbanizzazione, iniziato nel 2000 e proseguito a ritmi serrati a partire dal 2003, è necessario per la protezione dell’ambiente e per “sviluppare”, “civilizzare” e “modernizzare” sia le aree interessate sia la popolazione. Human Rights Watch, che ha chiesto a Pechino di sospendere i trasferimenti e di consentire ai pastori e ai nomadi di tornare alle proprie terre, ritiene invece che dietro questa politica si nasconda il desiderio di cancellare la cultura tibetana e di assimilare i tibetani alla popolazione han.

  2. #2
    Senior Member

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    drammatico...

  3. #3
    Senior Member

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    Bravo Etabeta! Questa è una cosa utile; la gente è purtoppo poco e male informata: io stesso, parecchi anni fa, ho incominciato ad interessarmi del problema solo a seguito delle ricerche sul mastino tibetano.
    Lo spostamento forzato dei pastori era pure avvenuto, mi pare, in Mongolia ai tempi dell'URSS.
    E' vergognoso che oggidì la Cina comunista possa condurre ogni genere di scempio in quelle sfortunate terre, e lo fa sotto gli occhi
    dei governi occidentali (Noi tutti, con la nostra indifferenza, siamo
    corresponsabili), grazie al potenziale mercato ed agli enormi interessi che mette sull'altro piatto della bilancia.
    E' VERGOGNOSO disputare un'olimpiade in queste condizioni immorali, vorrei veramente essere un olimpionico di alto livello per poter
    manifestare, a mio modo ed al momento opportuno....
    Ognuno di noi deve fare ciò che può, anche in piccolo, cominciando a boicottare ogni prodotto cinese (cani compresi!!) e divulgando il più possibile ogni informazione.
    Rivoira Maurizio
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  4. #4
    Senior Member

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    Nel 1959 le forze cinesi di occupazione volevano imprigionare il Dalai Lama; decine di migliaia di tibetani circondarono il Norbulinka, a difesa del proprio "sovrano" che all'insaputa dei cinesi e del suo stesso popolo (Pare con l'aiuto della CIA) riusci a fuggire in India, in un viaggio di quattordici giorni, a piedi, attraversando l'Himalaia. La popolazione fu bombardata, come la "città santa" ed i tibetani morti di quei giorni furono quindicimila (Si stima un milione e mezzo di morti nell'intero periodo di occupazione cinese); furono distrutti alcuni monasteri ed iniziò il calvario per i tibetani, soprattutto per i monaci e coloro che appartenevano alle classi abbienti; tra le mille torture applicate, voglio ricordare l'instaurazione di combattimenti e lotte, fino alla morte, tra tibetani su veri e propri ring e l'obbligo di sposarsi ai monaci: seguiranno torture, carcere duro ed uccisioni di monaci e suore, massacri immani e distruzioni di interi villaggi, sterilizzazione delle donne, ecc.,ecc...
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  5. #5
    Senior Member

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    Intorno al 1969 dilagò la "rivoluzione culturale",ovvero distruzione
    materiale e morale di religioni e filosofie non coincidenti con il peggior comunismo reale: in Tibet 6000 monasteri distrutti, roghi di libri e manufatti buddisti, prigionia e morte per migliaia di monaci.
    Per ordini "superiori" fu salvato, dall'esercito regolare cinese, il Potala a Lhasa......
    Parecchi anni dopo, morto Mao, la colpa fu data alla "banda dei quattro", qualcosa migliorò ed iniziò la ricostruzione di alcuni monasteri, i cinesi avevano fiutato la possibilità di guadagni con i turisti occidentali....
    Il più era distrutto, il tentativo di annichilimento di un'intera cultura era in atto, enormi distese di foreste rase al suolo e code interminabili di autocarri che trasportavano legname in Cina; la sinizzazione del Tibet era incominciata ed a migliaia di cinesi han venivano dati contributi per trasferirsi in Tibet, ove stava avvenendo un folle sfruttamento del territorio. In quegli anni si verificarono anche le prime carestie mai avvenute in Tibet, per il folle obbligo cinese di convertire le originarie coltivazioni di orzo in frumento, conversione ovviamente fallimentare per le condizioni climatiche non adatte.
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  6. #6
    Senior Member

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    Mi chiedo se questo sarà utile per i tibetani....


    Bush Dismisses Chinese Concerns Over Lama Visit

    By Debbi Wilgoren, Jacqueline L. Salmon and Edward Cody
    Washington Post Staff Writers
    Wednesday, October 17, 2007; 11:41 AM

    President Bush said this morning that he does not expect his open embrace of the Dalai Lama to imperil relations between the United States and China, despite strong protests from Chinese leaders of the honors being bestowed upon the exiled Tibetan Buddhist leader.

    "I admire the Dalai Lama a lot," Bush said in a morning news conference. "I support religious freedom, he supports religious freedom . . . I've consistently told the Chinese that religious freedom is in their interest."

    The 72-year-old monk, who holds rock-star status in the United States, arrived in Washington yesterday and held a private meeting with the president and first lady, which he described to reporters afterward as "warm" and like a "reunion."

    Today he will receive the Congressional Gold Medal, Congress's top honor. Bush will attend the ceremony and offer remarks, marking the first time a sitting president has appeared in public with the man who has become a cultural icon and a global symbol of peace.

    The Dalai Lama is being honored for his years of struggle against Chinese rule over Tibet, a mountainous region China has controlled for more than half a century. He is considered the spiritual leader of 6 million Tibetans.

    In addition to visiting the White House and Congress, he will give a speech this afternoon on the West Lawn of the Capitol, attend State Department briefings and a gala hosted by actor Richard Gere and tour a homeless shelter in Northwest Washington.

    Bush said he has told Chinese President Hu Jintao he planned to attend the medal ceremony "because I want to honor this man . . . If they were to sit down with the Dalai Lama, they would find him to be a man of peace and reconciliation."

    In addition, Bush said, "I like going to the gold medal ceremonies. I think it's a good thing for the president to do, to recognize those who Congress has honored."

    But China has warned that the five-day visit could chill U.S.-Chinese relations.

    "We are furious," Zhang Qingli, the Communist Party secretary for Tibet, told reporters yesterday in Beijing, where he was attending the party's 17th National Congress.

    China's strong protest underlined its determination to prevent the Dalai Lama from winning international support for autonomy for Tibet. Beijing has ruled Tibet since 1951, when troops from the newly formed Communist government moved in and ended a period of self-rule that had flourished while the rest of China was in turmoil. The Dalai Lama, a temporal as well as spiritual leader, led resistance to the imposition of Chinese authority, with assistance from the CIA, until he was forced to flee over the Himalayas to India in 1959.

    Foreign Minister Yang Jiechi said China had "solemnly demanded" that the Bush administration cancel the honors being arranged in Washington.

    But yesterday, the Dalai Lama dismissed the Chinese government's anger with a laugh and a wave of his hand outside the Park Hyatt hotel in the Foggy Bottom section of Washington. "That always happens," he said.

    The Bushes talked with him for about 40 minutes in the Yellow Oval Room yesterday, the fourth time the president and the Dalai Lama have met privately. But they did not appear before cameras, and the White House decided against releasing a photo of the session in deference to Chinese sensibilities.

    In addition to briefing the president on the situation in Tibet, the Dalai Lama said he expressed his appreciation to Laura Bush, who has launched a campaign to rally world pressure against the military government of Burma. It is engaged in a violent crackdown against dissidents, including thousands of barefoot Buddhist monks.

    Expressing his solidarity with the monks, the Dalai Lama tugged at his maroon robes and ran his hand across his shaved head, noting that Burmese monks appear quite similar to Tibetan ones.

    The images of Burmese troops beating monks, he said, reflect a "very similar" situation in Tibet, where monks have suffered at the hands of Chinese troops.
    Bush's statement that the recognition accorded the Dalai Lama will not affect relations with China in the long term seems to reflect the priority China has placed on maintaining good ties in recent years. Hu, who is about to be acclaimed for a second five-year term at the party congress, has made strong U.S.-China relations the mainstay of his foreign policy.

    At the same time, though, China pulled out of a six-nation meeting scheduled for today to plot strategy for dealing with Iran's nuclear program. Liu Jianchao, a Foreign Ministry spokesman, said that China's decision was for "technical reasons" and that its stand on Iran remained the same, but the message seemed clear.

    Similarly, Chinese envoys declined to attend a human rights dialogue sponsored by Germany after the German chancellor, Angela Merkel, met with the touring Dalai Lama.

  7. #7
    Senior Member

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    Il Congresso degli Stati uniti ha conferito a Tenzin Gyatso, il 14°
    Dalai Lama, la medaglia d'oro, che è la più alta onorificenza che può dare questo importante organo; in più, il Dalai Lama è stato ricevuto dal Presidente Bush quale amico di famiglia.
    Queste cose, che irritano notevolmente l'irragionevole e tirannico governo cinese, servono sicuramente a tenere "alta la guardia", in modo che l'opinione pubblica mondiale non si dimentichi della sciagura tibetana, ed alimentano le pur esili speranze di un futuro migliore per i tibetani, anzi, di un futuro.....
    Maurizio Rivoira
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  8. #8
    Senior Member

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    Anch'io ritengo impossibile una reale indipendenza del Tibet. Lo stesso Dalai Lama auspica e chiede "solo" una reale ed autentica
    autonomia, soprattutto religiosa oltrechè nell'ordine sociale.
    Vero è che bisogna continuare a parlarne ed a fare ogni genere di pressione sui cinesi perchè il genocidio non passi inossevato e, soprattutto, abbia termine.
    Del resto, fatti come quelli di Mandela e del Sudafrica (Sembrava
    impossibile ogni cambiamento)ci insegnano che la speranza deve essere l'ultima a morire.
    Certamente qui i giochi sono diversi e la posta molto più grande.....
    Maurizio Rivoira
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  9. #9
    Senior Member

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    Durante gli anni che ho passato in Cina, ho potuto constatare come il cinese medio, probabilmente indottrinato dalla propaganda del regime comunista, ma anche per varie ragioni storiche, religiose e etniche, non abbia grande simpatia per la causa del Dalai Lama, anzi. Va bene fare pressione sulle autorità cinesi, ma fino a quando la popolazione cinese stessa non prenderà coscienza delle atrocità commesse in Tibet, la vedo molto dura. E' probabilmente troppo tardi, non per l'autonomia, ma per la cultura tibetana, irrimediabilmente compromessa dagli Han.
    Frei lebt, wer sterben kann.

  10. #10
    Senior Member

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    Gli Han ritengono che il Tibet appartenga alla Cina, anche i taiwanesi della Cina nazionalista lo pensano.
    La Cina è sempre stato un paese fortemente imperialista e tale è rimasta con il comunismo: da questo punto di vista Mao ha semplicemente sostituito l'imperatore............
    M.R.
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