L'ANGELO DELL'AUTOSTRADA

[sandy]

7 GIUGNO 2007
di PAOLA ABRATE

Fanno un breve giro di perlustrazione per cercare il posto più appartato dove mettere in atto la loro crudeltà. Si fermano in uno spiazzo, aprono la portiera dell'auto e fanno scendere l'ignaro cagnolino. Lo legano con il guinzaglio a un palo, risalgono in vettura e sfrecciano via senza provare rimorso, senza voltarsi indietro per pronunciare la parola addio. TRISTI RITUALI È il triste rituale che si ripete ogni anno nel periodo estivo. I luoghi dell'abbandono sono soprattutto le aree di ristoro in autostrada. Quelle più pericolose perché se i poveri animali riescono a liberarsi rischiano l'investimento. Spesso la loro vita finisce così. Un giorno caldo d'agosto travolti dal fiume di vacanzieri in corsa per raggiungere il mare. Una cattiveria che grida giustizia, ma nella maggior parte dei casi rimane impunita. Per i malcapitati fido resta soltanto la speranza di incontrare un angelo custode. Uno come Gianni Perego, da dieci anni in servizio alla stazione di rifornimento nell'area dell'autogrill Brembo, sulla A4, in direzione Milano. Appena l'ho visto, non ho avuto dubbi. Era lui l'uomo che stavo cercando del quale avevo soltanto una frase appuntata sul taccuino: "Il papà degli animali abbandonati". Baffoni brizzolati, uno sguardo bonario, il berrettino in testa. Quella di Gianni è una missione: dare un tetto a tutte quelle bestioline abbandonate. Le cura, nutre e accudisce. Ogni estate la sua casa di via Adda 9 ad Arlate, nel Milanese, si trasforma in un centro di accoglienza profughi a quattro zampe. Ne ha viste di scene come quella che ho descritto all'inizio. Un regalo di Natale che sei mesi dopo ha già stufato. Perché, guarda caso, certi padroni scoprono che un animale non è un peluche. Non sanno a chi affidarlo durante le vacanze e metterlo in una pensione per quindici giorni costa troppo. Per cui la sentenza è senza appello: la convivenza è finita. Una brutalità di cui soltanto l'uomo è capace. Il baffo di Arlate è un testimone impotente. Davanti ai suoi occhi in pochi istanti si consuma un gesto che basta immaginarlo per provare ribrezzo. Una volta ha chiamato la polizia. Gli agenti sono riusciti a rintracciare il proprietario del cane e glielo hanno riconsegnato. Sì, hanno ridato il cucciolo a colui che se ne era liberato. Suppongo sia in "buone" mani. Gli animaletti ritrovati spesso sono malconci, in preda al panico. Qualche anno fa, terminato il turno, Gianni ha scoperto nella sua auto un cagnolino ferito a una gamba. Era riuscito a infilarsi dal finestrino abbassato. Da quel giorno sono diventati inseparabili amici. Rocky ha vissuto con lui e sua moglie per sei lunghi anni dormendo tutte le notti con loro. E guai se il rito non si ripeteva. I coniugi Perego si accusavano reciprocamente d'averlo fatto arrabbiare. Un amore immenso oggi diviso per sei cani e sette gatti. La loro casetta in campagna si trasforma tra giugno e settembre in una mini fattoria. Gianni raccoglie gli orfanelli e, se non riesce ad affidarli a un padrone affettuoso, li tiene con sè sfamandoli e riempiendoli di coccole. Sono per lo più vecchi e reduci da maltrattamenti, ma nel giro di pochi giorni tornano a giocare e a corre nei campi. Tra gli ospiti fissi dell'aia anche un cane avventuriero. Lo chiamano il playboy di Arlate. Inavvicinabile dall'uomo, spesso si ritrova nei guai. Si teme che prima o poi finisca in qualche canile. Insomma la vita dei Perego non è di certo noiosa. Un bell'impegno sfamare la numerosa combriccola. Irma, moglie di Gianni, spera di vincere un giorno al superenalotto per comprare una cascina e dare migliore accoglienza ai suoi inquilini. Non chiedono soldi a nessuno, eppure mantenere la famiglia quadrupede è oneroso. Circa quattrocento euro al mese, escluse le emergenze veterinarie. Dura mandare avanti la baracca. L'APPELLO Noi di Libero lanciamo un appello. Basterebbe che qualche azienda donasse delle scatolette di carne (magari quelle vicine alla scadenza ). Sono questi i mesi più difficili. Se le statistiche non saranno smentite (e ci auguriamo il contrario) nell'area di servizio Brembo saranno abbandonati un paio di cani al mese e si troveranno in qualche contineir nuove colonie di felini. L'anno scorso è stata avvistata persino una capretta. Gianni sorride. «Cosa vuole - dice -, non vorrei una vita diversa. Amo troppo ogni componente peloso della mia grande famiglia. Non desidero di meglio». Come dagli torto.
libero

[tessy84]

Mi sono commossa.

[Ginevrina]

Mi vengono le lacrime....

[paciugo]

Che brave persone!!
Peccato che ce ne sono troppe poche ...
E questo perchè sono troppi i bastardi che abbandonano ...