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Il racconto e' bello seppure secondo me un po' spettacolarizzato.
Io non credo che quattro lupi non riescano ad uccidere un cane sprovvisto di vreccale.
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Ecco perche' dubito che siano stati quattro lupi, se e' veramente sopravvisuto ad un attacco di lupi..doveva avere per forza il vreccale, e anche qui mi pare strano che i lupi abbiamo accettato lo scontro..non mi convince del tutto, non lo so..
Ma antea,io parto sempre dal presupposto di non prendere mai per oro colato quanto si legge e quanto si dice in giro,e anche in questo caso non è che ti dica che al 100% la storia sia vera;come tutte le vecchie storie tramandate, è possibilissimo che sia stata quantomeno resa emozionalemnte più forte con qualche esagerazione qua e là,ma comunque rimane per me molto veritiera,il vreccale non viene detta se c'era o no,ma al 99 per cento credo ci fosse,perchè così si usava,e infatti questo ti spiegherebbe anche perchè i lupi non l'abbiano "finito",la considerazione che i lupi devono badare per prima cosa alla loro incolumità,è drammaticamente vera in una realtà in cui un animale ferito è destinato a morte,e questo il pastore lo sottolinea molto bene,per cui è ipotizzabile un continuo attacco ai lati del povero cane circondato.
Comunque al di là di tutto,quello che a me colpisce ed emoziona della storia non è il chiedermi quanto ci sia di vero e quali aspetti invece assumano i contorni della leggenda,bensì è il leggere tra le parole dell'uomo-pastore tutta l'ammirazione e l'amore per quel cane,che in una sorta di processo di umanizzazione riassume in sè quelle doti che noi sappiamo e crediamo essere solo prerogativa umana, Nestore ama il suo lavoro,ama il suo gregge,arriva a dare quasi la vita per lui,e al di là di tutto giunge alle estreme conseguenze per riappropriarsene una volta che ne è stato privato,come a sottolineare da parte del pastore che per lui una vita lontano dalle sue pecore non avrebbe senso.
Tutto ciò per quanto magari estremizzato,o raccontato con toni enfatici,rispecchia però quella che da sempre è la vita di questi cani,e in un singolo episodio c'è il simbolo,il riassunto estremo di una dura selezione naturale protrattasi negli anni,e che ha reso il carattere dell'abruzzese quello che oggi conosciamo.
Per quanto riguarda le parole del mio "conprovinciale" marco,mi trovano assolutamente d'accordo,credo che tutti noi amiamo il lupo e restiamo affascinati ed esterrefatti a leggere della sua intelligenza,delle sue doti,del suo mistero,e non possiamo che provare anche un bel po' di pena a sapere gli stenti a cui è costretto da secoli,però mi piace sottolineare che l'utilizzo di guardiani come l'abruzzese e gli altri cani di questo tipo,permette per certi versi di "aiutare" il lupo,che tenuto il più possibile alla larga dalle greggi,non viene di conseguenza neanche barbaramente cacciato e ucciso come è avvenuto in altri posti del mondo