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Discussione: il PASTORE DELL'ASIA CENTRALE

  1. #841
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    Francy ha evidenziato un momento cruciale che chi questi cani li vive conosce bene. Soggetti equilibrati e stabili, che hanno anche imparato a sopportare la promiscuità e l'affollamento delle esposizioni, arrivati al momento di farsi mettere le mani sulla testa ed in bocca da un perfetto sconosciuto semplicemente non lo accettano. I giudici che hanno empatia per la razza fanno aprire la bocca al conduttore, rispettando così l'orgoglio del cane, che ovviamente non è aggressività inutile ma, appunto, semplicemente orgoglio. Qualche giudice riesce a capire "a pelle" se con quello specifico cane, in quel particolare momento, è lecito concedersi una libertà in più, allora gli tocca i denti in prima persona, altrimenti li esamina comunque, appunto, facendo esporli al conduttore.
    Qualche giudice invece, semplicemente, non tiene conto della particolarità di questi cani, tira dritto per la sua strada e penalizza drasticamente un soggetto che non si fa toccare ed esaminare.
    C'è da dire che un conduttore responsabile, che spende tempo ed affetto per creare un legame di fiducia col suo cane, riesce ad influire grandemente sulla disposizione del cane a "digerire" questo tipo di confidenze.
    \"le emozioni non hanno simpatia per l\'ordine fisso\"
    Yukio Mishima

  2. #842
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    Qualche, cane, davvero pochi in verità, non permette neppure una analisi a distanza: se il giudice si avvicina, nella maniera più discreta, e scatta comunque l'aggressione, il siparietto che ne deriva si offre ai commenti del pubblico, e quindi ad alimentare le leggende metropolitane di ogni esposizione; comunque molto spesso quei cani non sono squilibrati ma solo poco socializzati. Questi soggetti "esuberanti" hanno a volte un rapporto di tale possessività con il loro conduttore che lo "difendono" a prescindere, da qualunque estraneo, anche se il conduttore, in quel momento, non ha nessun bisogno di quella difesa d'ufficio, anzi...
    Con l'asia capita spesso che la dominanza di alcuni esemplari particolarmente forti non si manifesti mai con comportamenti sgradevoli verso la famiglia/clan di appartenenza, piuttosto come protettività "assoluta" che, sposata alla indipendenza ed alla cocciutaggine ben presenti in questi maledetti testoni[)], e qui torniamo al carattere come da standard, li trasforma in guardie del corpo fin troppo zelanti in un ambiente comunque "estremo" come quello espositivo
    \"le emozioni non hanno simpatia per l\'ordine fisso\"
    Yukio Mishima

  3. #843
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    esatto Marco, grazie...
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  4. #844
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    Fino a che punto uno standard è ingrado di modificare il carattere di una determinata razza? Io penso che se la morfologia può mostrare significativi cambiamenti anche nel giro di 3-4 generazioni, il carattere non subisce un cambiamento così repentino. Se la selezione parte da sogetti mentalmente "stabili" e corretti, le variazioni comportamentali possono avvenire ma non si possono certo creare comportamenti che prima non erano presenti. Tutto questo per affermare che se il compito dell'Asiat in questo ultimo secolo è cambiato da cani da gregge a ottimi cani da guardia che vanno sull'uomo, ciò è accaduto perchè a mio parere queste erano caratteristiche presenti (seppur in maniera minore) anche prima della selezione. Un Asiat 2-3 secoli fà non era un cane guardiano (al contrario del moderno) ma sarei pronto a scommettere che nonostante ciò vedeva gli estranei che si avvicinavano al gregge o al casale (perchè ricordiamoci che il gregge non sta sempre libero, quando viene messo nel recinto del terreno, i cani che prima controllavano il gregge inizieranno simultaneamente a controllare il terreno del casale dove sono recintate le bestie) con occhio abbastanza severo, pronti ad intervenire se la situazione lo rendesse necessario.

  5. #845
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    Leog, quello che dici è interessante, ma non bisogna dimenticarsi che parliamo di una "razza rustica" e quando si comincia una selezione(e quindi si passa da razza "rustica" a razza "allevata"):
    1) spesso(e questo è capitato per l'asia, per il caucaso, per il tibetano, ecc) si prendono cani da zone differenti, molto differenti tra di loro e, a volte, anche con carattere/attitudini differenti.

    2) non sempre tutti i cani che entrano nella selezione iniziale sono "tipici" rispetto alla media dei cani aborigeni, non sempre i cani migliori vengono ceduti.

    3) può capitare che all'inizio della selezione si utilizzino altre razze per ottenere determinate caratteristiche. e spesso il repentino cambio del carattere è un palese indizio di meticciamento.

    4) anche se il cane pattuglia il territorio è la sua attitudine a farlo reagire verso questo o quel bersaglio. l'attenzione verso l'uomo o anche l'abbaio preventivo verso l'uomo sconosciuto che si avvicina non è necessariamente collegato alla capacità/attitudine di aggredire l'uomo.

  6. #846
    Senior Member

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    Faremmo torto all'intelligenza ed allo spirito di adattamento, enormi, dei cani in generale e degli asia nello specifico se non riconoscessimo loro la capacità di adattare il comportamento alle circostanze che cambiano.
    Lo stesso cane, ed ancora di più un gruppo di cani in sintonia tra di loro, custodiranno quanto loro affidato in maniera diversa a seconda dei momenti, un gregge in transito va prima di tutto seguito e tenuto d'occhio con concentrazione assoluta legata alla fluidità dello spostamento. Lo stesso gregge in sosta notturna, o recintato, diventa un "monolite" che, se da un lato richiede relativamente meno attenzione per la sorveglianza in senso stretto delle singole pecore, lascia ai custodi maggiore possibilità di aumentare l'attenzione verso stimoli più lievi che possono venire dall'esterno. A questo si aggiunge che lo stare fermi sottrae anche meno energie fisiche. Tutto questo fa aumentare la vigilanza in senso lato, e quindi abbassa la soglia dell'attenzione. I cani sono più reattivi, la delimitazione della zona loro affidata aumenta la concentrazione e rende più probabile e facile la reazione di difesa. In pratica lo stesso cane difende/protegge meglio e di più in un contesto statico. Lo stesso meccanismo per cui qualsiasi cane a "casa sua" è più reattivo in generale. I cani dei pastori, a tutte le latitudini, negli spostamenti sono attenti a non perdere di vista le pecore in movimento, e questa concentrazione li rende meno reattivi agli stimoli esterni a meno che non siano davvero potenzialmente pericolosi. A "bocce ferme" la soglia di vigilanza si abbassa e la reattività difensiva aumenta. Anche perchè in quel dato momento il loro lavoro è quello, quello ci si aspetta da loro, e nessun pastore, da nessuna parte del mondo, credo tolleri cani che non si rendono utili ventiquattro ore al giorno; in marcia più custodi, da fermi più guardiani.
    Queste caratteristiche devono esserci tutte e due, altrimenti il cane è inutile. Naturalmente questo non significa che il cane deve aggredire chiunque, quello gli frutterebbe la morte immediata. La stessa sorte, credo, la troverebbe se si facesse trovare il giorno dopo al suo posto senza più pecore...
    Insomma questi cani devono saper far quadrare il cerchio e fare tutto, ma sempre e solo al momento giusto.
    In un contesto meno arcaico, in cui la motivazione principale è "solo" incentrata sull'elemento guardia (ed in cui, tra l'altro, viene meno il devastante stillicidio energetico di spostamenti lunghi e faticosi frequenti e mal compensati da alimentazione scadente: l'aver fame-fame, fame vera e continua toglie energie e baldanza, e non solo ai cani...) tale attitudine si accentua, ed il surplus di energia di condizioni di vita meno estreme aumenta anche la vigoria e la forza.
    Dai tempi di Giulio Cesare, ogni combattente, a prescindere da cosa e per che combatte, si basa sul suo stomaco, che deve essere ben nutrito, e sulle sue gambe, che devono essere fresche.

    \"le emozioni non hanno simpatia per l\'ordine fisso\"
    Yukio Mishima

  7. #847
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    Per quanto riguarda il passaggio da razza rustica a razza allevata con criteri, diciamo così, di standardizzazione condivisa, questo passaggio, per questa specifica razza, credo che sia stato di una complessità estrema, e che abbia lasciato margini ancora ampi di variabilità che, se da un lato possono portare a discussioni accese ed a contrasti, dall'altro sono la grande particolarità dell'asia: io mi figuro lo sreadneaziatskaia ovcharka come il distillato di una piramide rovesciata: la base, ampia e variegata, dei ceppi di origine da cui si è attinto.
    Le condizioni di vita e di allevamento, che hanno di per se inciso sulle attitudini di questi cani, secondo me non alterandole in maniera sostanziale, ma semplicemente dando loro il modo di manifestarle con intensità e priorità diverse perchè la nostra realtà li vuole diversi.
    Le condizioni di vita e di aspettativa di crescita, non più soggiogate da un dispendio calorico immenso unito ad una precarietà cronica alimentare; (se pensiamo alle foto sbiadite dei nostri bisnonni, e pensiamo all'altezza media, alle ossature medie, alle aspettative di vita...oggi sembra un mondo alieno, invece è il sangue da cui discendiamo, pochi decenni fa...chiudo ot)
    La pressione selettiva dell'uomo, che si sostituisce a quella dell'ambiente: questo segna, per ogni razza canina, il passaggio definitivo.
    Questo diventa un "work in progress" permanente, ed oggettivamente non privo di pericoli.
    In questo senso io, nel mio piccolo, spero che la relativa eterogeneità di questa razza duri il più a lungo possibile, la considero, se mantenuta in limiti accettabili (ecco lo standard), una grande ricchezza.
    Meglio discutere con passione di una razza "viva" che conteggiare cani-fotocopia omologati ed anonimi.
    \"le emozioni non hanno simpatia per l\'ordine fisso\"
    Yukio Mishima

  8. #848
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    When we talk about "preserving" a breed, we are really talking about freezing one point in time - usually the time we ourselves first met our chosen breed. Changes in the direction we want, we call "improvement"; unwanted changes are called "degenerative". In truth, the LGDs have both changed and remained the same for millennia. As sheep-raising continues to decline on a world-wide scale, the opportunity for our dogs to perform their traditional tasks is decreasing. In some areas - Afghanistan and Iran in particular - the regional LGDs may no longer exist. Perhaps in the next millennia, the others will survive only in the hands of fanciers - as companions and family guardians.Throughout it all, the LGDs will continue to do the job for which they were originally bred; only their charges - human rather than ovine - will have changed.
    Mrs Catherine de la Crutz
    Il buon senso, semplicemente, si impone con la forza mite e discreta dei fatti.
    PS: si da per scontato che l'inglese sia comprensibile, in quanto lingua originale del teso esaminato, per tutti. Specialmente per coloro i quali assicurano enciclopedica conoscenza -e relativi viaggi di approfondimento- lungo tutto l'umanamente scibile canino.
    Io faccio mie in toto le considerazioni di Catherine de la Crutz.
    In epoca moderna, e con la immeritata aggravante di provenire da un areale che edipicamente stiamo, come umanità, tratttando eufemisticamente "molto male", l'unica speranza dell'Asia di sopravvivere in un futuro fatto di pochi spazi, di folla, di uomini saccenti, presuntuosi e litigiosi, è usare la millenaria, istintiva saggezza per chiudere il cerchio.

    L'umano che attende questa razza al bivio, bivio per la sopravvivenza, è molto lontano dall'uomo essenziale, brutale ma retto che lo ha accompagnato per tanti, tanti anni.
    Non più feroce brutalità selettiva spietata ma franca, che sanciva il diritto alla vita per quelli -e solo, ad insindacabile, parziale, atroce giudizio....solo "per quelli"
    Piuttosto padroni ondivaghi e poco coerenti, che alla sua secolare sobrietà e dignità chedono tutto ed il contrario di tutto: vogliono che sia il custode sicuro dei loro figli, il bene più prezioso; nessun problema, ha custodito i beni "più preziosi" dei "suoi" umani per secoli.
    Ma attenzione: se eccede nello zelo nel proteggere "quei" beni di incommesurabile valore, mal glie ne colga!
    Se altri bambini bisticciano con i suoi protetti, se ospiti invadenti dicono "non ti preoccupare, NON HO PAURA DEI CANI e con questo sottintendono un comportamento supponente, borioso ed arrogante verso i compagni dignitosi, sobri e fedeli che custodiscono i nostri beni nelle notti di tempesta, disprezzando i ricoveri e rimanendo grondanti di pioggia davanti al cancello d'ingresso della nostra proprietà...
    Buona fortuna, Asia centrale.
    \"le emozioni non hanno simpatia per l\'ordine fisso\"
    Yukio Mishima

  9. #849
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    <div align="center" id="quote2"><table class="quote"><tr><td class="quotetd"></td></tr><tr><td class="quotetd2"><span class="quotetext">marcopeluso ha scritto:

    Ma attenzione: se eccede nello zelo nel proteggere "quei" beni di incommesurabile valore, mal glie ne colga!
    Se altri bambini bisticciano con i suoi protetti, se ospiti invadenti dicono "non ti preoccupare, NON HO PAURA DEI CANI e con questo sottintendono un comportamento supponente, borioso ed arrogante verso i compagni dignitosi, sobri e fedeli che custodiscono i nostri beni nelle notti di tempesta, disprezzando i ricoveri e rimanendo grondanti di pioggia davanti al cancello d'ingresso della nostra proprietà...
    Buona fortuna, Asia centrale.
    </span></td></tr></table></div align="center" id="quote2">

    uh...quanta verità in queste righe...[8)]
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  10. #850
    Senior Member

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    Marco tutte le tue parole sono corrette ed in linea di massima la penso uguale, soprattutto su quello evidenziato da francy ma attenzione, non si sta discutendo su quanto l'Asia Centrale ora sia un ottimo guardiano e fedele compagno ma, si sta discutendo su una possibile (non dico probabile) trasformazione da lupoide di 40-50kg a molossoide da 70-90kg. Se questo è realmente avvenuto io sarei curioso di sapere le modalità e di poter capire finalmente cos'è un Asia originale ed uno "moderno".

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