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Discussione: La Falconeria

  1. #61
    Senior Member

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    Citazione:Si insegna sin da piccolo al Falco a prendere al volo un pezzetto di carne legata ad uno spago.
    E' importante sapere che il falconiere non insegna la caccia al rapace, ma ne sfrutta le capacità proprie (con l'addestramento) unicamente acquisite dall'animale nel periodo dell'imprinting coi genitori, in libertà.
    Gli animali allevati dall'uomo non saranno mai ben utilizzati nella caccia. Piuttosto ottimi nelle esposizioni.

    Il rapporto tra falco e falconiere non è mai di amicizia come propriamente si potrebbe intendere. Ma di collaborazione: il falco caccia per l'uomo e l'uomo lo ripaga con appetitosi bocconi.

    Lasciare sfamare al completo un falco dopo la cattura, è un errore che può costare la fuga del soggetto stesso. Pericolosa fuga, non perchè l'animale non sarebbe in grado di provveder a se stesso, bensì per la presenza delle "lunghe" (strisce di cuoio alle zampe usate per trattenere il falco al pugno) che comprometterebbero seriamente la vita del soggetto.

    L'acquisto del falco da caccia deve avvenire necessariamente attraverso autorizzazione rilasciata dai competenti uffici regionali. E poi del tutto ovvio che l'acquisto del falco dev'essere comprovato per iscritto: il relativo titolo va sempre portato al seguito, con la licenza di porto di fucile per uso di caccia (è sufficiente la licenza per fucile ad un colpo) indispensabile per poter cacciare col falco, unico giustificato motivo di detenzione di simili reali creature.

    Per un certo periodo della mia vita sono stato molto interessato a detta particolare caccia. In friuli ho frequentato, pure se per breve tempo, dei falconieri. Non ci sono parole sufficenti per descrivere l'amore e la passione che unisce il falconiere ai falchi.



    La legge in particolare:

    L 'art. 9 della legge 27 dicembre 1977, n. 968 (c.d. Legge Quadro) include i falchi tra i mezzi legittimi di caccia con cui il cacciatore può praticare l'esercizio venatorio. La lettera della legge e quanto mai generica, poiché non si parla di specie particolari: ne deriva, in linea generale, che qualunque rapace può, ai sensi della legge 968/77 essere legalmente impiegato a caccia. Ora, va considerato che i falchi non rientrano tra le specie cacciabili, catturabili o detenibili di cui all'elenco contenuto nell'art. 11 della Legge Quadro, trattandosi - giustamente - di specie soggette a regime di protezione a mente dell'art. 2. La loro cattura da parte del singolo cacciatore è, perciò, vietata in forza del successivo art. 3 della stessa legge. Tuttavia l'art. 18 della 968 prevede, dal momento che l'art. 9 ha incluso i falchi tra i mezzi di caccia, che: "Le regioni possono, infine, sentito l'Istituto Nazionale di Biologia della Selvaggina, autorizzare persone nominativamente determinate [u]a catturare</u>, in periodi prefissati o a cedere falchi e civette in numero precedentemente stabilito, per il loro uso nell'esercizio venatorio", Si tratta, come si vede, di materia delegata alla podestà delle singole regioni.
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    Saluti. papa

  2. #62
    Junior Member

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    Per amore di chiarezza, per quanto tu abbia frequentato dei falconieri del Friuli (che sono tra l'altro riconosciuti tra i migliori d'Italia, primo fra tutti: Aldo Miconi), mi sento di fare qualche piccola correzione:

    Citazione:E' importante sapere che il falconiere non insegna la caccia al rapace, ma ne sfrutta le capacità proprie (con l'addestramento) unicamente acquisite dall'animale nel periodo dell'imprinting coi genitori, in libertà.
    Questa è un'inesattezza, mentre è verissimo che non si insegna al rapace nè a cacciare nè a volare, non è vero che sono cose apprese durante l'imprinting ricevuto da parte dei genitori.

    Imprinting è, per definizione, un fase che termina molto prima che i giovani rapaci, totalmente inetti al volo al momento della nascita, siano in grado di lasciare il nido. Si tratta di fissare determinati aspetti del mondo circostante, tra cui l'aspetto dei genitori come propri simili. Tant'è che di tutti gli animali allevati a mano dall'uomo si dice "imprintati", per dire che riconoscono l'uomo come consimile,
    Poichè esistono differenti forme di imprinting, tra cui quella cosidetta SOCIALE (in cui i giovani sono allevati sì dall'uomo, ma assieme ad altri loro simili, con ovvie conseguenze di carattere sociale), è errato parlare di imprinting come origine dell'abilità di cacciare.

    Mi sento di dire invece che, alla base della capacità di volare e cacciare dei rapaci c'è l'istinto. Quella spinta atavica che risiede dentro ogni essere vivente, la stessa che spinge un essere umano a gattonare, poi ad incespicare i primi passi e poi a correre. La tua tesi sostiene che un ragazzino cresciuto (per ipotesi) tra le bestie, non potrebbe camminare eretto. Mi sembra inverosimile.

    Citazione:Gli animali allevati dall'uomo non saranno mai ben utilizzati nella caccia. Piuttosto ottimi nelle esposizioni.
    Senza scendere nel particolare delle tecniche d'addestramento, sono felice di comunicarti che non solo questa è una falsità, ma che se passi da Roma sarò felice di portarti a vedere la femmina di lanario di un mio allievo che, per quanto nata in cattività e totalmente imprintata sull'uomo, caccia con facilità le grosse ed aggressive cornacchie grigie. In più le esposizioni, chimate grossolanamente Zoo da una legge incompleta, sono ormai vietate nella maggior parte dei comunio italiani.

    Citazione:Pericolosa fuga, non perchè l'animale non sarebbe in grado di provveder a se stesso, bensì per la presenza delle "lunghe" (strisce di cuoio alle zampe usate per trattenere il falco al pugno) che comprometterebbero seriamente la vita del soggetto.
    Quelle che chiami "lunghe", ma che si chiamano "geti", non si usano più nell'accezione di cui puoi aver visto in passato. La versione non medievale e di gran lunga più diffusa e detta "aylmeri" e si sfila prima del volo. Un falco che fugge, fugge veramente libero. Non condannato a morte. Per quanto riguarda la "lunga" serve in situazioni più casalinghe o durante i trasporti per assicurare il rapace ad un posatoio.

    Citazione:L'acquisto del falco da caccia deve avvenire necessariamente attraverso autorizzazione rilasciata dai competenti uffici regionali. E poi del tutto ovvio che l'acquisto del falco dev'essere comprovato per iscritto: il relativo titolo va sempre portato al seguito, con la licenza di porto di fucile per uso di caccia (è sufficiente la licenza per fucile ad un colpo) indispensabile per poter cacciare col falco, unico giustificato motivo di detenzione di simili reali creature.
    Un altro piccolo errore. L'acquisto non te lo deve autorizzare nessuno. In Italia sta all'acquirente sincerarsi di tutte le piccolezze che potrebbero non essere in regola... esiste un apposito reato: incauto acquisto. Chi viola la legge per ignoranza, qui da noi, è colpevole. E' vero che l'acquisto dev'essere comprovato per iscritto, ma quel che devi portare al seguito e il documento C.I.T.E.S., che non è assolutamente rilasciato dalle regioni ma dal C.F.S. o dai suoi equivalenti nella nazione di origine dell'animale. Per quanto riguarda il porto di fucile, è necessario per cacciare, non certo per gli spostamenti da un qualsiasi punto "A" a un punto "B"... mi astengo dalle considerazioni personali sugli altri motivi di detenzione di queste "reali creature".

    Per quanto riguarda la legge che citi, è stata modificata numerose volte ed integrata altrettante. E quindi quell'articolo non corrisponde più al vero, nei limiti del fatto che le Regioni, SEMPRE, sono un passo successivo agli organi Nazionali come i ministeri dai cui dipende la Commissione Scientifica del C.I.T.E.S. che, tra l'altro, è una questione non a livello nazionale ma Continentale. De facto la cattura dei rapaci è, e rimane, vietata.

  3. #63
    Senior Member

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    Imparare. L'arte più nobile tra le arti. Che dire. Forse sto diventando vecchio [V]. Grazie.
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    Saluti. papa

  4. #64
    Junior Member

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    Ti chiedo scusa, in effetti sono un po' acido [:I]

  5. #65
    Member

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    La falconeria è un antichissima arte che ha compreso sia occidente che oriente.
    Basta ricordare i beduini sui loro purosangue con il loro falco sull'avambraccio intenti a cacciare durante i lunghi spostamenti.

    Non facciamo ragionamenti quali:"Il falco dovrebbe essere libero in natura perchè è un animale selvatico" perchè sarebbe del tutto insensato ma soprattutto sarebbe uguale ad autocontraddirsi,difatti tutti noi in questo forum abbiamo degli animali,animali che(frutto della domesticazione o non)sono comunque animali e per natura dovrebbero vivere nel loro abitat naturale,ma l'uomo e gli animali sono legati da un saldo accordo di soprevvivenza che inizia nel neolitico ed è ancora indissolto ai giorni nostri.

  6. #66
    Junior Member

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    Vi prego, ammetto di non aver letto fino in fondo tutti i vostri commenti, vorrei poter dire qualcosa, sono un falconiere ,proprietario? no amico di una meravigliosa Poiana di Harris e se come o letto avete a cuore gli animali dovete sapere che i falchi da falconeria sono nati in cattività da almeno due generazioni, il pericolo di riduzione numerica non dipende dal bracconaggio, anche se qualche bestia lo pratica, ma da pesticidi e da le merde chimiche che si usano per sterilizzare i piccioni. I falconieri hanno varie filosofie, ma Amano i loro animali, un falco non capisce la punizione come può capirla un cane o un gatto, l'addestramento é un gioco, il falco tenterà di prendere il logoro, e vi assicuro che la mia quando lo prende sembra che abbia vinto alla lotteria, i pulcini morti, come ho letto in una risposta, non sono uccisi per 'uso' falconeria, sono solo pulcini di polli, inutili per l'industria ovaiola, cosa credete ci sia nella scatola per il cane al gusto di pollo o polletto ?

    Ah la mia filosofia é il falconiere é un uomo qualunque....

    Immagine:

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    La tua amicizia per tè é una scelta per mè é un onore

  7. #67
    Senior Member

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    Dopo qualche anno ho riletto volentieri questa discussione,peccato sia un pò ferma.
    è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio (a.einstain)

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