Per amore di chiarezza, per quanto tu abbia frequentato dei falconieri del Friuli (che sono tra l'altro riconosciuti tra i migliori d'Italia, primo fra tutti: Aldo Miconi), mi sento di fare qualche piccola correzione:
Questa è un'inesattezza, mentre è verissimo che non si insegna al rapace nè a cacciare nè a volare, non è vero che sono cose apprese durante l'imprinting ricevuto da parte dei genitori.Citazione:E' importante sapere che il falconiere non insegna la caccia al rapace, ma ne sfrutta le capacità proprie (con l'addestramento) unicamente acquisite dall'animale nel periodo dell'imprinting coi genitori, in libertà.
Imprinting è, per definizione, un fase che termina molto prima che i giovani rapaci, totalmente inetti al volo al momento della nascita, siano in grado di lasciare il nido. Si tratta di fissare determinati aspetti del mondo circostante, tra cui l'aspetto dei genitori come propri simili. Tant'è che di tutti gli animali allevati a mano dall'uomo si dice "imprintati", per dire che riconoscono l'uomo come consimile,
Poichè esistono differenti forme di imprinting, tra cui quella cosidetta SOCIALE (in cui i giovani sono allevati sì dall'uomo, ma assieme ad altri loro simili, con ovvie conseguenze di carattere sociale), è errato parlare di imprinting come origine dell'abilità di cacciare.
Mi sento di dire invece che, alla base della capacità di volare e cacciare dei rapaci c'è l'istinto. Quella spinta atavica che risiede dentro ogni essere vivente, la stessa che spinge un essere umano a gattonare, poi ad incespicare i primi passi e poi a correre. La tua tesi sostiene che un ragazzino cresciuto (per ipotesi) tra le bestie, non potrebbe camminare eretto. Mi sembra inverosimile.
Senza scendere nel particolare delle tecniche d'addestramento, sono felice di comunicarti che non solo questa è una falsità, ma che se passi da Roma sarò felice di portarti a vedere la femmina di lanario di un mio allievo che, per quanto nata in cattività e totalmente imprintata sull'uomo, caccia con facilità le grosse ed aggressive cornacchie grigie. In più le esposizioni, chimate grossolanamente Zoo da una legge incompleta, sono ormai vietate nella maggior parte dei comunio italiani.Citazione:Gli animali allevati dall'uomo non saranno mai ben utilizzati nella caccia. Piuttosto ottimi nelle esposizioni.
Quelle che chiami "lunghe", ma che si chiamano "geti", non si usano più nell'accezione di cui puoi aver visto in passato. La versione non medievale e di gran lunga più diffusa e detta "aylmeri" e si sfila prima del volo. Un falco che fugge, fugge veramente libero. Non condannato a morte. Per quanto riguarda la "lunga" serve in situazioni più casalinghe o durante i trasporti per assicurare il rapace ad un posatoio.Citazione:Pericolosa fuga, non perchè l'animale non sarebbe in grado di provveder a se stesso, bensì per la presenza delle "lunghe" (strisce di cuoio alle zampe usate per trattenere il falco al pugno) che comprometterebbero seriamente la vita del soggetto.
Un altro piccolo errore. L'acquisto non te lo deve autorizzare nessuno. In Italia sta all'acquirente sincerarsi di tutte le piccolezze che potrebbero non essere in regola... esiste un apposito reato: incauto acquisto. Chi viola la legge per ignoranza, qui da noi, è colpevole. E' vero che l'acquisto dev'essere comprovato per iscritto, ma quel che devi portare al seguito e il documento C.I.T.E.S., che non è assolutamente rilasciato dalle regioni ma dal C.F.S. o dai suoi equivalenti nella nazione di origine dell'animale. Per quanto riguarda il porto di fucile, è necessario per cacciare, non certo per gli spostamenti da un qualsiasi punto "A" a un punto "B"... mi astengo dalle considerazioni personali sugli altri motivi di detenzione di queste "reali creature".Citazione:L'acquisto del falco da caccia deve avvenire necessariamente attraverso autorizzazione rilasciata dai competenti uffici regionali. E poi del tutto ovvio che l'acquisto del falco dev'essere comprovato per iscritto: il relativo titolo va sempre portato al seguito, con la licenza di porto di fucile per uso di caccia (è sufficiente la licenza per fucile ad un colpo) indispensabile per poter cacciare col falco, unico giustificato motivo di detenzione di simili reali creature.
Per quanto riguarda la legge che citi, è stata modificata numerose volte ed integrata altrettante. E quindi quell'articolo non corrisponde più al vero, nei limiti del fatto che le Regioni, SEMPRE, sono un passo successivo agli organi Nazionali come i ministeri dai cui dipende la Commissione Scientifica del C.I.T.E.S. che, tra l'altro, è una questione non a livello nazionale ma Continentale. De facto la cattura dei rapaci è, e rimane, vietata.