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Dogo Argentino
Fra tanti bei cani, non poteva mancare il dogo , anche se poco conosciuto , spero di trovare oltre me , simpatizzanti di questa razza...
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Alcuni dei miei soggetti...
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bellisssimi ...a me piace tanto il dogo....ma potevi anche farte qualchosa di piu e...tipo nomi eta descrizzione del caratere dei tuoi soggeti...daiii siamo curiossissimi
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bellisssimi ...a me piace tanto il dogo....ma potevi anche farte qualchosa di piu e...tipo nomi eta descrizzione del caratere dei tuoi soggeti...daiii siamo curiossissimi
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Adoro questa razza..ritengo che sia di un bello enorme..(a parte che adoro tutti i molossi in generale per cui dogo compreso)
Ma parlaci un pò di loro dicci che pensi..fanno qualcosa di particolare??il loro carattere..gestirli??insomma parlaci un pò di loro!!!
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Adoro questa razza..ritengo che sia di un bello enorme..(a parte che adoro tutti i molossi in generale per cui dogo compreso)
Ma parlaci un pò di loro dicci che pensi..fanno qualcosa di particolare??il loro carattere..gestirli??insomma parlaci un pò di loro!!!
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Non manchero di postare altre foto con le loro caratteristiche.
Posso incominciarvi a dire che il dogo è un riassunto di tanti cani, senza starvi ad elencare i cani che hanno contribuito alla realizzazione di questa razza.
Il dogo nella sua terra di origine è un ottimo cacciatore , unico nel suo genere,ha un carattere molto equilibrato ma forte ,quest'ultimo lo rende un cane non adatto a tutti, necessita di tanto contatto con l'uomo e anche una buona educazione .
Il maschio è piu grande e forte non solo fisicamente ma sopratutto caratterialmente.
Chiedetemi quello che piu vi puo interessare...
Come posso vi postero le foto di una mia cagnia che ha partorito ieri, ha fatto 10 cuccioli......
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Non manchero di postare altre foto con le loro caratteristiche.
Posso incominciarvi a dire che il dogo è un riassunto di tanti cani, senza starvi ad elencare i cani che hanno contribuito alla realizzazione di questa razza.
Il dogo nella sua terra di origine è un ottimo cacciatore , unico nel suo genere,ha un carattere molto equilibrato ma forte ,quest'ultimo lo rende un cane non adatto a tutti, necessita di tanto contatto con l'uomo e anche una buona educazione .
Il maschio è piu grande e forte non solo fisicamente ma sopratutto caratterialmente.
Chiedetemi quello che piu vi puo interessare...
Come posso vi postero le foto di una mia cagnia che ha partorito ieri, ha fatto 10 cuccioli......
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Molossoide di tipo normale, mesomorfo, dagli arti lunghi; pur non essendo un gigante, la sua buona taglia resta media nelle proporzioni desiderate. Il suo aspetto è armonioso; è robusto grazie alla possente muscolatura che traspare attraverso la pelle solida ed elastica strettamente aderente al corpo grazie a dei tessuti sottocutanei non troppo lassi. L’andatura è calma ma sicura; è intelligente e le reazioni rapide ed agili sottolineano il carattere gioioso di fondo. E’ fedele ed affettuoso; il colore bianco è notevole; le attitudini fisiche ne fanno un vero atleta.
Essendo un animale di dimensioni medie, nessuno dei tratti si allontana dal quadro generale che è armonioso e ben equilibrato. La testa è ugualmente di proporzioni medie e la lunghezza del muso è identica a quella del cranio. L’altezza al garrese corrisponde a quella della groppa. L’altezza del torace raggiunge il 50% dell’altezza al garrese. La lunghezza scapolo-ischiatica supera del 10% l’altezza al garrese.
Gioioso, franco, amabile, non diffidente, abbaia poco perché ben cosciente della sua forza. Non deve mai essere aggressivo, tratto del carattere che deve essere attentamente tenuto sotto controllo. La naturale predisposizione a dominare, in particolare modo marcata nei maschi, lo coinvolge continuamente in lotte territoriali con cani dello stesso sesso. Nella caccia è furbo e silenzioso, coraggioso e molto agguerrito.TESTA : Di proporzioni medie, la testa da un impressione di forza e potenza, senza angoli bruschi né fini cesellature. La linea superiore è leggermente concava-convessa : per il rilievo dei muscoli masticatori e della nuca, il profilo della regione cranica è convesso e il muso è leggermente concavo. La forte muscolatura da una forma arcuata all’attaccatura della testa al collo.
CRANIO: Massiccio, convesso nel senso antero-posteriore e trasversale. Le arcate degli zigomi sono molto sporgenti e formano una larga fossa temporale che permette uno sviluppo marcato del muscolo temporale. La protuberanza occipitale svanisce di fronte al grande sviluppo dei muscoli della nuca. Il solco centrale è leggermente marcato.
STOP: Mediamente marcato, trovandosi nel luogo di transizione tra la leggera concavità del muso e la convessità del cranio. Visto di profilo esso è ben definito grazie alla prominenza delle arcate sopracciliari.
Della stessa lunghezza del cranio.
TARTUFO: Nero con le narici ben aperte. Esso è leggermente proteso in avanti visto la leggera concavità del muso. Vista di profilo, la delimitazione anteriore del tartufo è dritta e perpendicolare rispetto al bordo anteriore del mascellare; esso può tuttavia essere posizionato più avanti di quest’ultimo.
MUSO: Potente, un po' più lungo che alto, ben sviluppato in larghezza. Le facce laterali sono leggermente convergenti. Il muso è leggermente concavo, una caratteristica quasi esclusiva del Dogo argentino.
LABBRA: Moderatamente spesse, corte e ben applicate. I bordi delle labbra sono di preferenza pigmentati di nero.
MASCELLE/DENTI: Mascelle forti e ben tese, senza prognatismo superiore o inferiore. Le branche mandibolari convergono leggermente e regolarmente. La forza della presa delle mascelle è massima. I denti sono grandi, ben sviluppati, allineati in modo regolare, saldamente impiantati e di un bianco immacolato senza carie. Si ricerca una dentatura completa. La regolarità delle arcate dentarie è d’importanza fondamentale. Chiusura a tenaglia, chiusura a forbice ammessa.
GUANCE: Larghe, leggermente appiattite, esenti da pieghe, da rigonfiamenti e da cesellature; ricoperte da una pelle spessa.
OCCHI: Da colore bruno scuro a nocciola, protetti dalle palpebre i cui bordi sono preferibilmente pigmentati di nero, senza che una depigmentazione parziale venga considerata un difetto penalizzabile. Essi sono ben separati. A mandorla, sono posizionati ad altezza media. Nell’insieme la loro espressione è attenta e viva, ma può spesso divenire dura e implacabile, specialmente nei maschi.
ORECCHIE: Attaccate alte sulla testa, esse sono ben separate l’una dall’altra a causa della larghezza del cranio. Vista la funzione del cane alle sue origini, esse dovrebbero essere tagliate e portate dritte, di forma triangolare e di una lunghezza che non superi il 50% della lunghezza del bordo anteriore del padiglione dell’orecchio naturale. Se non sono tagliate, sono di lunghezza media, larghe, spesse, piatte e arrotondate all’estremità. Il pelo è un po' più corto che sul resto del corpo. Possono presentare piccole macchie che non sono penalizzabili. L’orecchio naturale è portato cadente e ben applicato contro la parte posteriore delle guance. All’erta possono essere portate semierette.
Di lunghezza media, forte e dritto, ha una buona muscolatura e presenta di profilo una linea superiore leggermente convessa. Ha la forma di un cono tronco. All’attaccatura con la testa, la muscolatura forma una piegatura che nasconde tutte le sporgenze ossee di questa regione; si unisce armoniosamente con il torace formando una larga uscita d’incollatura. È coperto da una pelle elastica e spessa che può scivolare liberamente sui tessuti sottocutanei che sono un po' più lassi che nel resto del corpo. Alla gola presenta delle pieghe non pendenti e lisce; questa caratteristica è fondamentale in vista delle attitudini funzionali del cane. Il pelo di questa regione è un po' più lungo rispetto al resto del corpo.
La lunghezza del corpo, misurata dalla punta della spalla alla punta della natica, supera di circa il 10% l’altezza al garrese.
Linea superiore : Orizzontale. Il garrese e la punta dell’anca sono alla stessa altezza; essi sono i due punti più rilevati.
Garrese : Ampio e ben rilevato.
DORSO: Largo e vigoroso, con un importante sviluppo muscolare che crea una leggera inclinazione in direzione della regione lombare.
Regione lombare : Solida e dissimulata dallo sviluppo della muscolatura lombare che forma un solco mediano lungo la colonna vertebrale. Essa è un po' più corta del dorso e risale leggermente verso la groppa. Lo sviluppo muscolare nell’insieme delle regioni che formano la linea superiore disegna un profilo che appare talvolta avvallato, ma è una falsa impressione, e lo sviluppo completo della muscolatura dorsale e vertebrale nei cani adulti crea lo stesso effetto.
GROPPA: Di lunghezza media, larga e muscolosa, le estremità dell’anca e della tuberosità dell’ischio sono appena visibili. La sua larghezza è uguale o un po' al di sotto di quella della gabbia toracica. Essa forma in rapporto all’orizzontale un angolo di circa 30°, il che determina un superiore leggermente inclinato fino all’attaccatura della coda.
PETTO: Largo e ben disceso; la punta dello sterno si trova alla stessa altezza della punta della spalla (articolazione scapolo-omerale) e la linea inferiore del torace è a livello dei gomiti. Il petto è spazioso per offrire largo spazio ai polmoni. Le costole sono lunghe moderatamente curvate e si congiungono con lo sterno al livello della linea del gomito.
VENTRE: Un po’ rialzato in rapporto alla linea inferiore del torace, ma mai levrettato; vigoroso; i muscoli dei fianchi e del ventre presentano lo stesso buon tono.
Coda : Attaccata ad altezza media, essa forma un angolo di 45° con la linea superiore. A forma di sciabola, spessa e lunga, raggiunge i garretti senza superarli. A riposo essa è naturalmente cadente. In azione, è portata un po' più alta della linea superiore e batte continuamente da sinistra a destra. Al trotto, è portata alla stessa altezza o un po' più alta.
ARTI ANTERIORI: Nell’insieme presentano un tutto muscoloso ed osseo saldo e vigoroso ben proporzionato alla taglia del soggetto. Visti di fronte e di profilo, gli anteriori sono dritti e paralleli.
SPALLE: Alte e ben proporzionate. Esse sono molto robuste, con una buona muscolatura in rilievo, ma senza esagerazione. L’obliquità della scapola rispetto all’orizzontale è di 45°.
BRACCIO: Di lunghezza media e ben proporzionato all’insieme. È vigoroso, dotato di una importante muscolatura e forma un angolo di 45° rispetto all’orizzontale.
GOMITI: Robusti, ricoperti da una pelle un po' più spessa ed elastica che non forma né pieghe né rughe. Posizionati naturalmente contro la parete toracica alla quale sembrano appartenere.
AVAMBRACCIO: Della stessa lunghezza del braccio e perpendicolare rispetto all’orizzontale; le sue ossa sono robuste e dritte e la muscolatura è ben sviluppata.
CARPO: Largo, situato nel prolungamento dell’avambraccio esente da escrescenze ossee o da pieghe cutanee.
METACARPO: Leggermente appiattito, è dotato di una buona ossatura e presenta una obliquità di 70-75° rispetto all’orizzontale.
PIEDI ANTERIORI: Arrotondati, con dita corte, solide e ben strette. I cuscinetti duri e carnosi sono ricoperti da una pelle nera e rugosa al tatto.
ARTI POSTERIORI: Le angolazioni sono medie. Nel loro insieme, i posteriori sono forti, solidi e paralleli; danno l’impressione della grande potenza che la loro funzione esige, poiché gli arti posteriori devono assicurare un impulso sufficiente e determinare il portamento tipico del cane.
COSCIA: Di lunghezza ben proporzionata all’insieme, vigorosa, con muscoli visibili pienamente sviluppati. L’articolazione dell’anca forma un angolo di 100°.
GINOCCHIO: Situato sullo stesso asse dell’arto. L’angolo femoro-tibiale è di circa 110°.
GAMBA: Leggermente più corta della coscia, robusta, prolunga il buon sviluppo muscolare dell’arto.
ARTICOLAZIONE DEL GARRETTO E GARRETTO: L’insieme tarso-metatarso è corto, robusto e solido; assicura la forza di propulsione del treno posteriore. L’articolazione del garretto è solida e forma un angolo di circa 140°; la punta del garretto è ben visibile. Il garretto è saldo, quasi cilindrico e forma un angolo di 90° rispetto all’orizzontale. Se esistono gli speroni, devono essere eliminati.
PIEDI POSTERIORI: Simili ai piedi anteriori; benché siano un po’ più piccoli e leggermente più lunghi, ne hanno la stessa conformazione.
Agile e sciolta. Non appena l’interesse del cane viene risvegliato, l’andatura cambia notevolmente carattere; si rialza e le reazioni diventano rapide, il che è tipico della razza. Il passo è calmo; il trotto è allungato con una buona estensione degli anteriori e una spinta possente dei posteriori; al galoppo, il cane mostra tutta la sua energia e sviluppa tutta la sua potenza. Le impronte dei quattro piedi sono parallele. I cani che camminano all’ambio non sono ammessi; questa andatura è considerata un difetto grave.
Omogenea, un po' spessa, ma liscia ed elastica. Bene applicata al corpo, è abbastanza mobile grazie alla struttura semi-tesa dei tessuti sottocutanei; non forma pieghe notevoli, salvo nella regione del collo dove i tessuti sottocutanei sono più lenti. Deve essere meno pigmentata possibile, anche se con gli anni la pigmentazione aumenta. Una pelle esageratamente pigmentata non è ammessa. Si preferiscono i soggetti nei quali i bordi delle mucose labiali e palpebrali sono pigmentati di nero.
PELO: Uniformemente corto, liscio, e piacevole al tatto, di una lunghezza approssimativa da 1,5 a 2 cm. La densità e lo spessore variano secondo il clima. In un clima tropicale, il pelo, più sottile e rarefatto, lascia trasparire le regioni pigmentate, il che non è un motivo di penalizzazione. In un clima freddo, il pelo è più spesso e fitto; la presenza di sottopelo è allora possibile.
COLORE: Di un bianco puro. Attorno agli occhi si accetta una macchia nera o di colore scura; questa macchia non deve superare il 10% della superficie della testa. Tra i soggetti di pari qualità, il giudice dovrà optare per quello il cui bianco è più puro.
Altezza al garrese : Per i maschi : da 62 a 68 cm.
Per le femmine : da 60 a 65 cm.
Ogni scarto in rapporto a ciò che precede deve essere considerato un difetto e verrà penalizzato in funzione della sua gravità.
• Sviluppo osseo e muscolare insufficiente (debolezza).
• Tartufo non sufficientemente pigmentato.
• Labbra pendule.
• Denti piccoli, mal sviluppati o cariati. Dentatura incompleta.
• Occhi troppo chiari. Entropion o ectropion.
• Torace a botte o carenato.
• Costole piatte.
• Angolatura esagerata dell’arto posteriore.
• Garretto troppo lungo.
• Andatura atipica.
• Pigmentazione esagerata della pelle nei soggetti giovani.
• Presenza di piccole zone di pelo colorato.
• Nervosismo, squilibrio nervoso. DIFETTI ELIMINATORI :
• Tartufo depigmentato.
• Prognatismo superiore o inferiore.
• Occhi blu o di colore diverso (eterocromia).
• Sordità.
• Pelo lungo.
• Più di una macchia di colore sulla testa. Macchie di colore sul corpo.
• Altezza inferiore a 60 cm e superiore a 68 cm.
• Aggressività.
N.B. I maschi devono avere i due testicoli di aspetto normale completamente discesi nello scroto
fonte http://www.dogoargentinoclub.com
Immagine:
http://www.inseparabile.it/public/fo...4720_dogo1.jpg
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http://www.dogo-argentino.com/
i soggetti argentini(foto) sono diversi dagli europei:più "compatti" meno levrieroidi
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Molossoide di tipo normale, mesomorfo, dagli arti lunghi; pur non essendo un gigante, la sua buona taglia resta media nelle proporzioni desiderate. Il suo aspetto è armonioso; è robusto grazie alla possente muscolatura che traspare attraverso la pelle solida ed elastica strettamente aderente al corpo grazie a dei tessuti sottocutanei non troppo lassi. L’andatura è calma ma sicura; è intelligente e le reazioni rapide ed agili sottolineano il carattere gioioso di fondo. E’ fedele ed affettuoso; il colore bianco è notevole; le attitudini fisiche ne fanno un vero atleta.
Essendo un animale di dimensioni medie, nessuno dei tratti si allontana dal quadro generale che è armonioso e ben equilibrato. La testa è ugualmente di proporzioni medie e la lunghezza del muso è identica a quella del cranio. L’altezza al garrese corrisponde a quella della groppa. L’altezza del torace raggiunge il 50% dell’altezza al garrese. La lunghezza scapolo-ischiatica supera del 10% l’altezza al garrese.
Gioioso, franco, amabile, non diffidente, abbaia poco perché ben cosciente della sua forza. Non deve mai essere aggressivo, tratto del carattere che deve essere attentamente tenuto sotto controllo. La naturale predisposizione a dominare, in particolare modo marcata nei maschi, lo coinvolge continuamente in lotte territoriali con cani dello stesso sesso. Nella caccia è furbo e silenzioso, coraggioso e molto agguerrito.TESTA : Di proporzioni medie, la testa da un impressione di forza e potenza, senza angoli bruschi né fini cesellature. La linea superiore è leggermente concava-convessa : per il rilievo dei muscoli masticatori e della nuca, il profilo della regione cranica è convesso e il muso è leggermente concavo. La forte muscolatura da una forma arcuata all’attaccatura della testa al collo.
CRANIO: Massiccio, convesso nel senso antero-posteriore e trasversale. Le arcate degli zigomi sono molto sporgenti e formano una larga fossa temporale che permette uno sviluppo marcato del muscolo temporale. La protuberanza occipitale svanisce di fronte al grande sviluppo dei muscoli della nuca. Il solco centrale è leggermente marcato.
STOP: Mediamente marcato, trovandosi nel luogo di transizione tra la leggera concavità del muso e la convessità del cranio. Visto di profilo esso è ben definito grazie alla prominenza delle arcate sopracciliari.
Della stessa lunghezza del cranio.
TARTUFO: Nero con le narici ben aperte. Esso è leggermente proteso in avanti visto la leggera concavità del muso. Vista di profilo, la delimitazione anteriore del tartufo è dritta e perpendicolare rispetto al bordo anteriore del mascellare; esso può tuttavia essere posizionato più avanti di quest’ultimo.
MUSO: Potente, un po' più lungo che alto, ben sviluppato in larghezza. Le facce laterali sono leggermente convergenti. Il muso è leggermente concavo, una caratteristica quasi esclusiva del Dogo argentino.
LABBRA: Moderatamente spesse, corte e ben applicate. I bordi delle labbra sono di preferenza pigmentati di nero.
MASCELLE/DENTI: Mascelle forti e ben tese, senza prognatismo superiore o inferiore. Le branche mandibolari convergono leggermente e regolarmente. La forza della presa delle mascelle è massima. I denti sono grandi, ben sviluppati, allineati in modo regolare, saldamente impiantati e di un bianco immacolato senza carie. Si ricerca una dentatura completa. La regolarità delle arcate dentarie è d’importanza fondamentale. Chiusura a tenaglia, chiusura a forbice ammessa.
GUANCE: Larghe, leggermente appiattite, esenti da pieghe, da rigonfiamenti e da cesellature; ricoperte da una pelle spessa.
OCCHI: Da colore bruno scuro a nocciola, protetti dalle palpebre i cui bordi sono preferibilmente pigmentati di nero, senza che una depigmentazione parziale venga considerata un difetto penalizzabile. Essi sono ben separati. A mandorla, sono posizionati ad altezza media. Nell’insieme la loro espressione è attenta e viva, ma può spesso divenire dura e implacabile, specialmente nei maschi.
ORECCHIE: Attaccate alte sulla testa, esse sono ben separate l’una dall’altra a causa della larghezza del cranio. Vista la funzione del cane alle sue origini, esse dovrebbero essere tagliate e portate dritte, di forma triangolare e di una lunghezza che non superi il 50% della lunghezza del bordo anteriore del padiglione dell’orecchio naturale. Se non sono tagliate, sono di lunghezza media, larghe, spesse, piatte e arrotondate all’estremità. Il pelo è un po' più corto che sul resto del corpo. Possono presentare piccole macchie che non sono penalizzabili. L’orecchio naturale è portato cadente e ben applicato contro la parte posteriore delle guance. All’erta possono essere portate semierette.
Di lunghezza media, forte e dritto, ha una buona muscolatura e presenta di profilo una linea superiore leggermente convessa. Ha la forma di un cono tronco. All’attaccatura con la testa, la muscolatura forma una piegatura che nasconde tutte le sporgenze ossee di questa regione; si unisce armoniosamente con il torace formando una larga uscita d’incollatura. È coperto da una pelle elastica e spessa che può scivolare liberamente sui tessuti sottocutanei che sono un po' più lassi che nel resto del corpo. Alla gola presenta delle pieghe non pendenti e lisce; questa caratteristica è fondamentale in vista delle attitudini funzionali del cane. Il pelo di questa regione è un po' più lungo rispetto al resto del corpo.
La lunghezza del corpo, misurata dalla punta della spalla alla punta della natica, supera di circa il 10% l’altezza al garrese.
Linea superiore : Orizzontale. Il garrese e la punta dell’anca sono alla stessa altezza; essi sono i due punti più rilevati.
Garrese : Ampio e ben rilevato.
DORSO: Largo e vigoroso, con un importante sviluppo muscolare che crea una leggera inclinazione in direzione della regione lombare.
Regione lombare : Solida e dissimulata dallo sviluppo della muscolatura lombare che forma un solco mediano lungo la colonna vertebrale. Essa è un po' più corta del dorso e risale leggermente verso la groppa. Lo sviluppo muscolare nell’insieme delle regioni che formano la linea superiore disegna un profilo che appare talvolta avvallato, ma è una falsa impressione, e lo sviluppo completo della muscolatura dorsale e vertebrale nei cani adulti crea lo stesso effetto.
GROPPA: Di lunghezza media, larga e muscolosa, le estremità dell’anca e della tuberosità dell’ischio sono appena visibili. La sua larghezza è uguale o un po' al di sotto di quella della gabbia toracica. Essa forma in rapporto all’orizzontale un angolo di circa 30°, il che determina un superiore leggermente inclinato fino all’attaccatura della coda.
PETTO: Largo e ben disceso; la punta dello sterno si trova alla stessa altezza della punta della spalla (articolazione scapolo-omerale) e la linea inferiore del torace è a livello dei gomiti. Il petto è spazioso per offrire largo spazio ai polmoni. Le costole sono lunghe moderatamente curvate e si congiungono con lo sterno al livello della linea del gomito.
VENTRE: Un po’ rialzato in rapporto alla linea inferiore del torace, ma mai levrettato; vigoroso; i muscoli dei fianchi e del ventre presentano lo stesso buon tono.
Coda : Attaccata ad altezza media, essa forma un angolo di 45° con la linea superiore. A forma di sciabola, spessa e lunga, raggiunge i garretti senza superarli. A riposo essa è naturalmente cadente. In azione, è portata un po' più alta della linea superiore e batte continuamente da sinistra a destra. Al trotto, è portata alla stessa altezza o un po' più alta.
ARTI ANTERIORI: Nell’insieme presentano un tutto muscoloso ed osseo saldo e vigoroso ben proporzionato alla taglia del soggetto. Visti di fronte e di profilo, gli anteriori sono dritti e paralleli.
SPALLE: Alte e ben proporzionate. Esse sono molto robuste, con una buona muscolatura in rilievo, ma senza esagerazione. L’obliquità della scapola rispetto all’orizzontale è di 45°.
BRACCIO: Di lunghezza media e ben proporzionato all’insieme. È vigoroso, dotato di una importante muscolatura e forma un angolo di 45° rispetto all’orizzontale.
GOMITI: Robusti, ricoperti da una pelle un po' più spessa ed elastica che non forma né pieghe né rughe. Posizionati naturalmente contro la parete toracica alla quale sembrano appartenere.
AVAMBRACCIO: Della stessa lunghezza del braccio e perpendicolare rispetto all’orizzontale; le sue ossa sono robuste e dritte e la muscolatura è ben sviluppata.
CARPO: Largo, situato nel prolungamento dell’avambraccio esente da escrescenze ossee o da pieghe cutanee.
METACARPO: Leggermente appiattito, è dotato di una buona ossatura e presenta una obliquità di 70-75° rispetto all’orizzontale.
PIEDI ANTERIORI: Arrotondati, con dita corte, solide e ben strette. I cuscinetti duri e carnosi sono ricoperti da una pelle nera e rugosa al tatto.
ARTI POSTERIORI: Le angolazioni sono medie. Nel loro insieme, i posteriori sono forti, solidi e paralleli; danno l’impressione della grande potenza che la loro funzione esige, poiché gli arti posteriori devono assicurare un impulso sufficiente e determinare il portamento tipico del cane.
COSCIA: Di lunghezza ben proporzionata all’insieme, vigorosa, con muscoli visibili pienamente sviluppati. L’articolazione dell’anca forma un angolo di 100°.
GINOCCHIO: Situato sullo stesso asse dell’arto. L’angolo femoro-tibiale è di circa 110°.
GAMBA: Leggermente più corta della coscia, robusta, prolunga il buon sviluppo muscolare dell’arto.
ARTICOLAZIONE DEL GARRETTO E GARRETTO: L’insieme tarso-metatarso è corto, robusto e solido; assicura la forza di propulsione del treno posteriore. L’articolazione del garretto è solida e forma un angolo di circa 140°; la punta del garretto è ben visibile. Il garretto è saldo, quasi cilindrico e forma un angolo di 90° rispetto all’orizzontale. Se esistono gli speroni, devono essere eliminati.
PIEDI POSTERIORI: Simili ai piedi anteriori; benché siano un po’ più piccoli e leggermente più lunghi, ne hanno la stessa conformazione.
Agile e sciolta. Non appena l’interesse del cane viene risvegliato, l’andatura cambia notevolmente carattere; si rialza e le reazioni diventano rapide, il che è tipico della razza. Il passo è calmo; il trotto è allungato con una buona estensione degli anteriori e una spinta possente dei posteriori; al galoppo, il cane mostra tutta la sua energia e sviluppa tutta la sua potenza. Le impronte dei quattro piedi sono parallele. I cani che camminano all’ambio non sono ammessi; questa andatura è considerata un difetto grave.
Omogenea, un po' spessa, ma liscia ed elastica. Bene applicata al corpo, è abbastanza mobile grazie alla struttura semi-tesa dei tessuti sottocutanei; non forma pieghe notevoli, salvo nella regione del collo dove i tessuti sottocutanei sono più lenti. Deve essere meno pigmentata possibile, anche se con gli anni la pigmentazione aumenta. Una pelle esageratamente pigmentata non è ammessa. Si preferiscono i soggetti nei quali i bordi delle mucose labiali e palpebrali sono pigmentati di nero.
PELO: Uniformemente corto, liscio, e piacevole al tatto, di una lunghezza approssimativa da 1,5 a 2 cm. La densità e lo spessore variano secondo il clima. In un clima tropicale, il pelo, più sottile e rarefatto, lascia trasparire le regioni pigmentate, il che non è un motivo di penalizzazione. In un clima freddo, il pelo è più spesso e fitto; la presenza di sottopelo è allora possibile.
COLORE: Di un bianco puro. Attorno agli occhi si accetta una macchia nera o di colore scura; questa macchia non deve superare il 10% della superficie della testa. Tra i soggetti di pari qualità, il giudice dovrà optare per quello il cui bianco è più puro.
Altezza al garrese : Per i maschi : da 62 a 68 cm.
Per le femmine : da 60 a 65 cm.
Ogni scarto in rapporto a ciò che precede deve essere considerato un difetto e verrà penalizzato in funzione della sua gravità.
• Sviluppo osseo e muscolare insufficiente (debolezza).
• Tartufo non sufficientemente pigmentato.
• Labbra pendule.
• Denti piccoli, mal sviluppati o cariati. Dentatura incompleta.
• Occhi troppo chiari. Entropion o ectropion.
• Torace a botte o carenato.
• Costole piatte.
• Angolatura esagerata dell’arto posteriore.
• Garretto troppo lungo.
• Andatura atipica.
• Pigmentazione esagerata della pelle nei soggetti giovani.
• Presenza di piccole zone di pelo colorato.
• Nervosismo, squilibrio nervoso. DIFETTI ELIMINATORI :
• Tartufo depigmentato.
• Prognatismo superiore o inferiore.
• Occhi blu o di colore diverso (eterocromia).
• Sordità.
• Pelo lungo.
• Più di una macchia di colore sulla testa. Macchie di colore sul corpo.
• Altezza inferiore a 60 cm e superiore a 68 cm.
• Aggressività.
N.B. I maschi devono avere i due testicoli di aspetto normale completamente discesi nello scroto
fonte http://www.dogoargentinoclub.com
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http://www.dogo-argentino.com/
i soggetti argentini(foto) sono diversi dagli europei:più "compatti" meno levrieroidi
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In Italia non ha ancora riscosso il successo che si merita, ma in Argentina, dov'è nato grazie al sogno di un medico con Ia passione dei cani, è quasi un monumento nazionale vivente. Ecco il Dogo Argentino, una perfetta "macchina da caccia grossa" ma anche un compagno di vita fedele, amabile e pronto a difenderci ogni qualvolta le circostanze lo richiedano. Pregiudizi e ignoranza a parte.
La storia della cinofilia è spesso legata al nome di singoli personaggi meritevoli di aver dato un fondamentale avvio alla creazione di una nuova razza Il caso forse più eclatante è quello di Louis Dobermann, messo comunale nella cittadina di Apolda, in Turingia, che a metà dell'800 concepì la razza che poi prese addirittura il suo nome. E che dire di Einrich Essig, consigliere comunale della città di Leonberg (sempre in Germania), che volle fortemente creare un nuovo cane che somigliasse il più possibile al leone riprodotto sull'antico stemma araldico della citta e riuscì alla fine a dare vita al Leonberger? Non si può infine dimenticare il capolavoro del capitano Max von Stephanitz, il papà del Pastore Tedesco.
Anche il Dogo Argentino ha un suo padre ben preciso. Anzi, due: il dottor Antonio Nores Martinez e quello che potremmo definire il "padre adottivo", suo fratello Augustin. A dispetto perô delle altre figure medio-borghesi, Ia famiglia Martinez era ricca, importante e soprattutto con un alto livello di cultura. Basti dire che il nonno, emigrato dalla Spagna nel sud America ai primi dell'800, ebbe otto figli tutti laureati in discipline diverse. Antonio N. Martinez era un medico. Quando concepì per la prima volta l'idea di creare una nuova razza canina era perô poco più che un ragazzo: quasi diciotto anni lui, diciassette il fratello. "Mi ricordo ancora come se fosse ieri..." scrive Augustin nel libro Storia del Dogo Argentino, "il giorno, in cui mio fratello Antonio per la prima volta mi fece partecipe della sua idea di creare una nuova razza di cane da utilizzare per la caccia grossa e per la quale si stava preparando a sfruttare la tenacia del Cane da presa di Cordoba. L'idea era quella di inserire il sangue anche di altre razze che gli avrebbero conferito altezza, buon fiuto, velocità, istinto di caccia e, più di ogni altra
cosa, ne avrebbero ridotto quella forte tendenza a lottare con altri cani che si sarebbe dimostrata poco utile per la caccia al branco. Ne sarebbe emerso un mix di elementi che li avrebbe trasformati in cani socievoli, capaci di vivere in libertà, in famiglia e nelle tenute, sfruttando il grande coraggio della razza di partenza ma indirizzandolo verso un utile e nobile fine: la caccia sportiva e il controllo degli animali nocivi".
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In Italia non ha ancora riscosso il successo che si merita, ma in Argentina, dov'è nato grazie al sogno di un medico con Ia passione dei cani, è quasi un monumento nazionale vivente. Ecco il Dogo Argentino, una perfetta "macchina da caccia grossa" ma anche un compagno di vita fedele, amabile e pronto a difenderci ogni qualvolta le circostanze lo richiedano. Pregiudizi e ignoranza a parte.
La storia della cinofilia è spesso legata al nome di singoli personaggi meritevoli di aver dato un fondamentale avvio alla creazione di una nuova razza Il caso forse più eclatante è quello di Louis Dobermann, messo comunale nella cittadina di Apolda, in Turingia, che a metà dell'800 concepì la razza che poi prese addirittura il suo nome. E che dire di Einrich Essig, consigliere comunale della città di Leonberg (sempre in Germania), che volle fortemente creare un nuovo cane che somigliasse il più possibile al leone riprodotto sull'antico stemma araldico della citta e riuscì alla fine a dare vita al Leonberger? Non si può infine dimenticare il capolavoro del capitano Max von Stephanitz, il papà del Pastore Tedesco.
Anche il Dogo Argentino ha un suo padre ben preciso. Anzi, due: il dottor Antonio Nores Martinez e quello che potremmo definire il "padre adottivo", suo fratello Augustin. A dispetto perô delle altre figure medio-borghesi, Ia famiglia Martinez era ricca, importante e soprattutto con un alto livello di cultura. Basti dire che il nonno, emigrato dalla Spagna nel sud America ai primi dell'800, ebbe otto figli tutti laureati in discipline diverse. Antonio N. Martinez era un medico. Quando concepì per la prima volta l'idea di creare una nuova razza canina era perô poco più che un ragazzo: quasi diciotto anni lui, diciassette il fratello. "Mi ricordo ancora come se fosse ieri..." scrive Augustin nel libro Storia del Dogo Argentino, "il giorno, in cui mio fratello Antonio per la prima volta mi fece partecipe della sua idea di creare una nuova razza di cane da utilizzare per la caccia grossa e per la quale si stava preparando a sfruttare la tenacia del Cane da presa di Cordoba. L'idea era quella di inserire il sangue anche di altre razze che gli avrebbero conferito altezza, buon fiuto, velocità, istinto di caccia e, più di ogni altra
cosa, ne avrebbero ridotto quella forte tendenza a lottare con altri cani che si sarebbe dimostrata poco utile per la caccia al branco. Ne sarebbe emerso un mix di elementi che li avrebbe trasformati in cani socievoli, capaci di vivere in libertà, in famiglia e nelle tenute, sfruttando il grande coraggio della razza di partenza ma indirizzandolo verso un utile e nobile fine: la caccia sportiva e il controllo degli animali nocivi".
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Alle parole seguirono i fatti. Ed è un caso straordinario -quasi raro- che ancora oggi possiamo seguire la nascita di una nuova razza seguendo passo a passo il lavoro del suo creatore. E se questo è possibile è solo grazie alla meticolosità del dott. Antonio nell' annotare su un registro i vari incroci eseguiti.
Prima di approfondire questo complesso lavoro è però necessario fare una premessa. Quando Augustin cita la "caccia grossa" (la caza major, com' è chiamata in Argentina) non dobbiamo dimenticare l' ambiente nella quale questa si svolgeva: la pampa. Vale a dire una vasta distesa fitta, silenziosa e pianeggiante, nella quale i cani dovevano avere una tattica di caccia, un coraggio ed una determinazione tali da far intimidire anche i più provetti segugi europei. Le prede erano animali scaltri e temibili come il puma e il giaguaro o combattivi come il cinghiale. Ai cani spettava il compito di affrontarli e bloccarli con una stretta al collo o al muso, in attesa del sopraggiungere dei cacciatori a cavallo, ed è quasi inutile dire che dovevano essere soggetti eccezionali.
Antonio N. Martinez, da provetto cacciatore qual era, lo sapeva bene. Per questo decise di partire dal miglior cane da combattimento presente in Argentina, il cane de Pelea cordobès (cane da presa di Cordoba). Si trattava di un' eredità del dog fighting, pratica portata in Argentina da spagnoli e inglesi, e che anche avevano trovato un notevole consenso. Iniziò dunque con l' incrociare questo cane con altre otto razze diverse, ciascuna scelta per una caratteristica precisa: il Boxer per l' equilibrio caratteriale, il Bull Terrier per il coraggio, il Bulldog Inglese, il Mastiff e il Dogue de Bordeaux per incrementare la potenza della presa e lo sviluppo mascellare, l' Alano per la statura, il Pointer per l' olfatto e il cane dei Pirenei per il candore del mantello. Il primo risultato fu la creazione nel suo allevamento di quella che lui definì la Famiglia Araucana, una sorta di babele di soggetti dalle taglie e forme più disparate. L' obiettivo, nonostante la confusione che ci si può immaginare, era però chiaro: ottenere, come lui stesso disse, "un Dogo Argentino di notevole omogeneità razziale e costanza genetica".
L' impresa finalmente riuscì non molto tempo dopo. Nel 1928, dopo solo tre anni di lavoro, Antonio N. Martinez poté stilare una prima bozza di standard del nuovo cane. I tempi, però, erano probabilmente ancora prematuri tanto che la Federazione Cinologica Argentina ebbe una prima, tiepida reazione. Probabilmente voleva avere la certezza che la nuova razza potesse mantenere inalterato con gli anni sia il genotipo che il fenotipo. Così il lavoro di Martinez continuò ulteriormente, cercando di affinare l' obiettivo attraverso il reincrocio dei cani nati nelle generazioni che via via si susseguono. Come spesso capita in questi casi, però, il papà del Dogo Argentino non potè vedere coronato il suo sogno. Nel 1956, durante un' ennesima battuta di caccia, venne ritrovato morto. Si trattò probabilmente di un omicidio ma, ed in certo senso è questa la cosa più importante, veniva compromesso quel prezioso lavoro selettivo portato avanti fino ad allora. Se questo non è accaduto è solo grazie alla disponibilità del fratello Augustin. Ritiratosi a Chubut, una delle isole della Patagonia, portò a termine il lavoro di Antonio tanto che nel 1964 la Federazione Cinologica Argentina e l' Argentina Rural Society riconobbero la nuova razza. Nove anni più tardi, nel 1973, anche lo fece la Fci, approvando lo standard di razza rimasto in vigore fino al 1999 (da allora ne esiste una nuova versione).
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Alle parole seguirono i fatti. Ed è un caso straordinario -quasi raro- che ancora oggi possiamo seguire la nascita di una nuova razza seguendo passo a passo il lavoro del suo creatore. E se questo è possibile è solo grazie alla meticolosità del dott. Antonio nell' annotare su un registro i vari incroci eseguiti.
Prima di approfondire questo complesso lavoro è però necessario fare una premessa. Quando Augustin cita la "caccia grossa" (la caza major, com' è chiamata in Argentina) non dobbiamo dimenticare l' ambiente nella quale questa si svolgeva: la pampa. Vale a dire una vasta distesa fitta, silenziosa e pianeggiante, nella quale i cani dovevano avere una tattica di caccia, un coraggio ed una determinazione tali da far intimidire anche i più provetti segugi europei. Le prede erano animali scaltri e temibili come il puma e il giaguaro o combattivi come il cinghiale. Ai cani spettava il compito di affrontarli e bloccarli con una stretta al collo o al muso, in attesa del sopraggiungere dei cacciatori a cavallo, ed è quasi inutile dire che dovevano essere soggetti eccezionali.
Antonio N. Martinez, da provetto cacciatore qual era, lo sapeva bene. Per questo decise di partire dal miglior cane da combattimento presente in Argentina, il cane de Pelea cordobès (cane da presa di Cordoba). Si trattava di un' eredità del dog fighting, pratica portata in Argentina da spagnoli e inglesi, e che anche avevano trovato un notevole consenso. Iniziò dunque con l' incrociare questo cane con altre otto razze diverse, ciascuna scelta per una caratteristica precisa: il Boxer per l' equilibrio caratteriale, il Bull Terrier per il coraggio, il Bulldog Inglese, il Mastiff e il Dogue de Bordeaux per incrementare la potenza della presa e lo sviluppo mascellare, l' Alano per la statura, il Pointer per l' olfatto e il cane dei Pirenei per il candore del mantello. Il primo risultato fu la creazione nel suo allevamento di quella che lui definì la Famiglia Araucana, una sorta di babele di soggetti dalle taglie e forme più disparate. L' obiettivo, nonostante la confusione che ci si può immaginare, era però chiaro: ottenere, come lui stesso disse, "un Dogo Argentino di notevole omogeneità razziale e costanza genetica".
L' impresa finalmente riuscì non molto tempo dopo. Nel 1928, dopo solo tre anni di lavoro, Antonio N. Martinez poté stilare una prima bozza di standard del nuovo cane. I tempi, però, erano probabilmente ancora prematuri tanto che la Federazione Cinologica Argentina ebbe una prima, tiepida reazione. Probabilmente voleva avere la certezza che la nuova razza potesse mantenere inalterato con gli anni sia il genotipo che il fenotipo. Così il lavoro di Martinez continuò ulteriormente, cercando di affinare l' obiettivo attraverso il reincrocio dei cani nati nelle generazioni che via via si susseguono. Come spesso capita in questi casi, però, il papà del Dogo Argentino non potè vedere coronato il suo sogno. Nel 1956, durante un' ennesima battuta di caccia, venne ritrovato morto. Si trattò probabilmente di un omicidio ma, ed in certo senso è questa la cosa più importante, veniva compromesso quel prezioso lavoro selettivo portato avanti fino ad allora. Se questo non è accaduto è solo grazie alla disponibilità del fratello Augustin. Ritiratosi a Chubut, una delle isole della Patagonia, portò a termine il lavoro di Antonio tanto che nel 1964 la Federazione Cinologica Argentina e l' Argentina Rural Society riconobbero la nuova razza. Nove anni più tardi, nel 1973, anche lo fece la Fci, approvando lo standard di razza rimasto in vigore fino al 1999 (da allora ne esiste una nuova versione).
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Se, leggendo lo standard, appare evidente il fatto che il Dogo Argentino sia stato costruito a tavolino per essere un formidabile cacciatore (ricordiamo, per inciso, che il colore bianco del mantello serviva a distingue re meglio il cane nelle concitate fasi della caza mayor c'è purtroppo da sottolineare che nel tempo, proprio per le sue caratteristiche fisiche, è stato facile individuare in lui anche una "perfetta macchina da guerra", nel senso più negativo del termine. Già nel 1991 la Dangerous Dog Act inglese inseriva il Dogo Argentino tra le razze da proscrivere assieme a Pit Bull Terrier, Tosa Giapponese e Fila Brasileiro. In generale, però durante tutti gli ultimi dieci anni - pur senza l'enfasi data ad esempio al Pit Bull - la razza argentina è stata comunque citata tra quelle considerate pericolose. La conseguenza è stata Ia creazione di epiteti tanto eccessivi da risultare improbabili: demonio bianco, implacabile mostro e così via. La vera ragione, però va come al solito cercata in un pericoloso cocktail di stupidità umana, doti oggettive del cane, ignoranza e volontà da parte dei padroni di riflettere sul cane il proprio desiderio di potenza. Ne consegue che, nonostante l'opera di molti allevatori ed appassionati decisi a ribaltare un preconcetto ingiustificato, resta tuttora viva l'idea che questo molosso bianco debba necessaria mente essere feroce. Ne è una testimonianza il comunicato pubblicato il 21 febbraio 1999 sul quotidiano argentino Clarin da parte del locale Club del Dogo Argentino "Dr Antonio Nores Martinez". "L'onorevole Commissione Direttiva del Club" si legge tra le altre cose, "in relazione alle lamentele dell'opinione pubblica (...) sente il dovere di rivolgersi a tutta la nostra comunità, precisando che: a causa della insicurezza nella quale oggi vive la nostra società, è cresciuto il numero di cani dalla struttura forte ed il morso efficace ed in lui viene ricercata la protezione che altri non sono in grado di offrirgli. Il cane, naturale protettore di chi lo ama e compagno dell'uomo da quando quest'ultimo ha messo piede sulla terra - prosegue il comunicato - offre una soluzione a questi problemi ma la sua tenacia dev'essere accompagnata dalla responsabilità dei suoi proprietari che devono conoscere le sue specifiche necessità. (...) Un Dogo Argentino, come tutti i cani, è un compagno fedele. Ama i suoi proprietari però non è adatto a chi preferisce un cane indipendente".
da http://www.falchibianchi.it/
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Se, leggendo lo standard, appare evidente il fatto che il Dogo Argentino sia stato costruito a tavolino per essere un formidabile cacciatore (ricordiamo, per inciso, che il colore bianco del mantello serviva a distingue re meglio il cane nelle concitate fasi della caza mayor c'è purtroppo da sottolineare che nel tempo, proprio per le sue caratteristiche fisiche, è stato facile individuare in lui anche una "perfetta macchina da guerra", nel senso più negativo del termine. Già nel 1991 la Dangerous Dog Act inglese inseriva il Dogo Argentino tra le razze da proscrivere assieme a Pit Bull Terrier, Tosa Giapponese e Fila Brasileiro. In generale, però durante tutti gli ultimi dieci anni - pur senza l'enfasi data ad esempio al Pit Bull - la razza argentina è stata comunque citata tra quelle considerate pericolose. La conseguenza è stata Ia creazione di epiteti tanto eccessivi da risultare improbabili: demonio bianco, implacabile mostro e così via. La vera ragione, però va come al solito cercata in un pericoloso cocktail di stupidità umana, doti oggettive del cane, ignoranza e volontà da parte dei padroni di riflettere sul cane il proprio desiderio di potenza. Ne consegue che, nonostante l'opera di molti allevatori ed appassionati decisi a ribaltare un preconcetto ingiustificato, resta tuttora viva l'idea che questo molosso bianco debba necessaria mente essere feroce. Ne è una testimonianza il comunicato pubblicato il 21 febbraio 1999 sul quotidiano argentino Clarin da parte del locale Club del Dogo Argentino "Dr Antonio Nores Martinez". "L'onorevole Commissione Direttiva del Club" si legge tra le altre cose, "in relazione alle lamentele dell'opinione pubblica (...) sente il dovere di rivolgersi a tutta la nostra comunità, precisando che: a causa della insicurezza nella quale oggi vive la nostra società, è cresciuto il numero di cani dalla struttura forte ed il morso efficace ed in lui viene ricercata la protezione che altri non sono in grado di offrirgli. Il cane, naturale protettore di chi lo ama e compagno dell'uomo da quando quest'ultimo ha messo piede sulla terra - prosegue il comunicato - offre una soluzione a questi problemi ma la sua tenacia dev'essere accompagnata dalla responsabilità dei suoi proprietari che devono conoscere le sue specifiche necessità. (...) Un Dogo Argentino, come tutti i cani, è un compagno fedele. Ama i suoi proprietari però non è adatto a chi preferisce un cane indipendente".
da http://www.falchibianchi.it/
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Sono cani che lavorano in muta e quando lavorano sono una vera e propria équipe!Ognuno ha il suo ruolo preciso e rispettano una gerarchia ferrea.
Ciononostante la gestione di più dogos non è facile....
Immagine:
http://www.inseparabile.it/public/fo...ogoinsieme.jpg
85,76KB
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Sono cani che lavorano in muta e quando lavorano sono una vera e propria équipe!Ognuno ha il suo ruolo preciso e rispettano una gerarchia ferrea.
Ciononostante la gestione di più dogos non è facile....
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[V]....io purtroppo non ho una buona impressione..... mi sembra molto ma MOLTO aggressivo verso gli altri cani, nonchè cuccioli innocui. E' a causa della solita mano sbagliata in cui finiscono?
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[V]....io purtroppo non ho una buona impressione..... mi sembra molto ma MOLTO aggressivo verso gli altri cani, nonchè cuccioli innocui. E' a causa della solita mano sbagliata in cui finiscono?
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Citazione:
Citazione:Messaggio inserito da brutta
[V]....io purtroppo non ho una buona impressione..... mi sembra molto ma MOLTO aggressivo verso gli altri cani, nonchè cuccioli innocui. E' a causa della solita mano sbagliata in cui finiscono?
Come credo ricorderai la mia Lunina è stata mezza sbranata da un "branco" di dogo 2 femmine e 1 maschio che per fortuna se n'è stato a guardare.
Sicuramente sono cani che vanno socializzati moltissimo, non sono cani "da parco" ma è una razza talmente affascinante che io stessa sono riuscita obiettivamente a giustificarmi l'attacco alla cockerina e a capire che si trattava di cani lasciati a loro stessi a far la guardia....diciamo che un'errata educazione(o assente) e alcune circostanze li rendono aggressivi nei confronti dei conspecifici.
Conosco uno dei più bravi allevatori della razza in Italia e i suoi soggetti sono tutti equilibratissimi....
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Citazione:
Citazione:Messaggio inserito da brutta
[V]....io purtroppo non ho una buona impressione..... mi sembra molto ma MOLTO aggressivo verso gli altri cani, nonchè cuccioli innocui. E' a causa della solita mano sbagliata in cui finiscono?
Come credo ricorderai la mia Lunina è stata mezza sbranata da un "branco" di dogo 2 femmine e 1 maschio che per fortuna se n'è stato a guardare.
Sicuramente sono cani che vanno socializzati moltissimo, non sono cani "da parco" ma è una razza talmente affascinante che io stessa sono riuscita obiettivamente a giustificarmi l'attacco alla cockerina e a capire che si trattava di cani lasciati a loro stessi a far la guardia....diciamo che un'errata educazione(o assente) e alcune circostanze li rendono aggressivi nei confronti dei conspecifici.
Conosco uno dei più bravi allevatori della razza in Italia e i suoi soggetti sono tutti equilibratissimi....
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Complimenti x il bel repertorio , non ho inserito nulla del genere x timore di annoiare qualcuno, perche non a tutti puo interessare la storia di una razza.
Sono molto diapiaciuto x la tua Lunina, ma non perche e stato un dogo , ma perche questi episodi oltre a ferire il mal capitato arrecano danni a tutta la cinofilia , e in particolare a quei cani cosi detti a rischio....
Non ho letto tutto credo che sia il tipico materiale che si trovi in giro, ma la cosa che mi ha colpito (riporto citazzione, e aggiungo commento) "i soggetti argentini sono diversi dagli europei:più "compatti" meno levrieroidi " per l'esattezza in Argentina , nei paesi dove il dogo lavora ancora come cacciatore ,( quasi in tutti)taglia e peso eccessivo, o molto compatti non lega con la caccia , in fatti ci sono alcune associazzioni , anche italiane , non ufficiali che lottano contro l'eccesso di peso e taglia che avviene nella selezione italiana (europea)......
Visto che non sono stato ingrado di inserire questa discussione ben in rilievo come le altre , se puoi intervenire o consigliarmi come rimediare..
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Complimenti x il bel repertorio , non ho inserito nulla del genere x timore di annoiare qualcuno, perche non a tutti puo interessare la storia di una razza.
Sono molto diapiaciuto x la tua Lunina, ma non perche e stato un dogo , ma perche questi episodi oltre a ferire il mal capitato arrecano danni a tutta la cinofilia , e in particolare a quei cani cosi detti a rischio....
Non ho letto tutto credo che sia il tipico materiale che si trovi in giro, ma la cosa che mi ha colpito (riporto citazzione, e aggiungo commento) "i soggetti argentini sono diversi dagli europei:più "compatti" meno levrieroidi " per l'esattezza in Argentina , nei paesi dove il dogo lavora ancora come cacciatore ,( quasi in tutti)taglia e peso eccessivo, o molto compatti non lega con la caccia , in fatti ci sono alcune associazzioni , anche italiane , non ufficiali che lottano contro l'eccesso di peso e taglia che avviene nella selezione italiana (europea)......
Visto che non sono stato ingrado di inserire questa discussione ben in rilievo come le altre , se puoi intervenire o consigliarmi come rimediare..
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Citazione:
Citazione:Messaggio inserito da il greco
Non ho letto tutto credo che sia il tipico materiale che si trovi in giro, ma la cosa che mi ha colpito (riporto citazzione, e aggiungo commento) "i soggetti argentini sono diversi dagli europei:più "compatti" meno levrieroidi " per l'esattezza in Argentina , nei paesi dove il dogo lavora ancora come cacciatore ,( quasi in tutti)taglia e peso eccessivo, o molto compatti non lega con la caccia , in fatti ci sono alcune associazzioni , anche italiane , non ufficiali che lottano contro l'eccesso di peso e taglia che avviene nella selezione italiana (europea)......
Visto che non sono stato ingrado di inserire questa discussione ben in rilievo come le altre , se puoi intervenire o consigliarmi come rimediare..
Credo che la storia del DOGO sia interessantissima e per qsto l'ho allegata.
Ci spieghi la "diatriba" europa-argentina sulla "stazza"?
La discussione sarà messa in rilievo da Phod se la riterrà interessante e seguita da un buonnumero di utenti io non ne ho il "potere";)
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Citazione:
Citazione:Messaggio inserito da il greco
Non ho letto tutto credo che sia il tipico materiale che si trovi in giro, ma la cosa che mi ha colpito (riporto citazzione, e aggiungo commento) "i soggetti argentini sono diversi dagli europei:più "compatti" meno levrieroidi " per l'esattezza in Argentina , nei paesi dove il dogo lavora ancora come cacciatore ,( quasi in tutti)taglia e peso eccessivo, o molto compatti non lega con la caccia , in fatti ci sono alcune associazzioni , anche italiane , non ufficiali che lottano contro l'eccesso di peso e taglia che avviene nella selezione italiana (europea)......
Visto che non sono stato ingrado di inserire questa discussione ben in rilievo come le altre , se puoi intervenire o consigliarmi come rimediare..
Credo che la storia del DOGO sia interessantissima e per qsto l'ho allegata.
Ci spieghi la "diatriba" europa-argentina sulla "stazza"?
La discussione sarà messa in rilievo da Phod se la riterrà interessante e seguita da un buonnumero di utenti io non ne ho il "potere";)
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X Il Greco:come gstisci il tuo "branco"? li tieni im recinti separati?...
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X Il Greco:come gstisci il tuo "branco"? li tieni im recinti separati?...
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ho letto che il bianco serviva per distinguere il cane nelle battute di caccia, però non era anche "fragile" sotto il sole argentino? Ho anche letto che furono usati otto cani (fra cui il boxer) per ottenere il dogo attuale..... è un'impresa titanica!!!!![:0]
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ho letto che il bianco serviva per distinguere il cane nelle battute di caccia, però non era anche "fragile" sotto il sole argentino? Ho anche letto che furono usati otto cani (fra cui il boxer) per ottenere il dogo attuale..... è un'impresa titanica!!!!![:0]
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Già ed è per qsto che secondo me è interessante
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Già ed è per qsto che secondo me è interessante
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X Francy, il mio era un vero complimento x il materiale raccolto , non avrei saputo fare di meglio ...
Sulla questione di metterlo in rilievo , era riferito ad un presunto errore di inserimento del topic , visto che si presentava diverso dagli altri ma ora ho capito in parte come funziona , grazzie .
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X Francy, il mio era un vero complimento x il materiale raccolto , non avrei saputo fare di meglio ...
Sulla questione di metterlo in rilievo , era riferito ad un presunto errore di inserimento del topic , visto che si presentava diverso dagli altri ma ora ho capito in parte come funziona , grazzie .
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Sulla questione della taglia: come spero sappiate in italia la caccia col dogo argentino non è ammessa in quanto non deve esserci uno scontro fisico col selvatico, evitando cio il dogo trova poco inpiego in questo settore , anche se ci sonopersone che l'ho praticano , cosa che non condivido x il semplice motivo che un cane che va a caccia deve seguire un certo criterio di addestramento x mettere in pratica le migliori tecniche di att. e difessa, mentre queste persone portano i loro cani senza una giusta esperienza ad affrontare un inpresa ardua se non addirittura suicida perche x affrontare un cingliale(anche se è un'inpresa solo x il dogo)necessita una certa pratica etc etc: allora gli allevatori italiani e non hanno cercato di rendere il cane piu piacevole rendendolo piu grosso muscoloso, anche se mantenendosi nei limiti dello standar, ma rendendolo meno funzionale rispetto alle propie doti di cacciatore , visto che in Argentina sono costretti a marciare x km anche x giorni.
Anche se tutto questo non mi meraviglia visto che succede con tutte le razze ( quelli da lavoro differiscono da quelli da EXPO)
Attualmente ci sono appassionati ed allevatori che tengono fede al vecchio standar che li vede non superiori di 65 cm al garrese x i maschi reputandoli + funzionali .
Io personalmente in tema di taglia preferisco una via intermedia fra i 65 e i68, se dovessi sciegliere fra i due opzionerei x i 68.
Anche se personalmente non credo che si l'altezza ad inpedire un buona funzionalita' ma ben si la mole che puo rendere un cane goffo riducendo notevolmente la sua aggilita e resistenza, perche ho visto soggetti di 63 cm ma tzzi come maiali , comunque non idoni alle loro attitudini , va bene no voglio prolungarmi x qualsiasi cosa sono qua', ho del materiale di vecchia data che prossimamente postero datemi il tempo di inserirla sul pc perche e tutta cartacea ....
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Sulla questione della taglia: come spero sappiate in italia la caccia col dogo argentino non è ammessa in quanto non deve esserci uno scontro fisico col selvatico, evitando cio il dogo trova poco inpiego in questo settore , anche se ci sonopersone che l'ho praticano , cosa che non condivido x il semplice motivo che un cane che va a caccia deve seguire un certo criterio di addestramento x mettere in pratica le migliori tecniche di att. e difessa, mentre queste persone portano i loro cani senza una giusta esperienza ad affrontare un inpresa ardua se non addirittura suicida perche x affrontare un cingliale(anche se è un'inpresa solo x il dogo)necessita una certa pratica etc etc: allora gli allevatori italiani e non hanno cercato di rendere il cane piu piacevole rendendolo piu grosso muscoloso, anche se mantenendosi nei limiti dello standar, ma rendendolo meno funzionale rispetto alle propie doti di cacciatore , visto che in Argentina sono costretti a marciare x km anche x giorni.
Anche se tutto questo non mi meraviglia visto che succede con tutte le razze ( quelli da lavoro differiscono da quelli da EXPO)
Attualmente ci sono appassionati ed allevatori che tengono fede al vecchio standar che li vede non superiori di 65 cm al garrese x i maschi reputandoli + funzionali .
Io personalmente in tema di taglia preferisco una via intermedia fra i 65 e i68, se dovessi sciegliere fra i due opzionerei x i 68.
Anche se personalmente non credo che si l'altezza ad inpedire un buona funzionalita' ma ben si la mole che puo rendere un cane goffo riducendo notevolmente la sua aggilita e resistenza, perche ho visto soggetti di 63 cm ma tzzi come maiali , comunque non idoni alle loro attitudini , va bene no voglio prolungarmi x qualsiasi cosa sono qua', ho del materiale di vecchia data che prossimamente postero datemi il tempo di inserirla sul pc perche e tutta cartacea ....
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I miei soggetti vivono in box singoli , ma il dogo e nato da branco perqui con una buona edu*****one non ha problemi di vivere in condizzioni tali , forse molto piu difficile è far convivere due maschi adulti in sieme ma tutto questo e da attribuirsi al fatto che nei nostri paesi non svolge il ruolo di cacciatore, ancor meno di condurre una vita in branco , dal mio punto di vista questo no fa che aumentare e rafforzare il suo carattere indomito, è in alcuni casi se mal gestito possono verificarsi casi come è successo a Francy. In questi casi mi permetto di dire che alcuni cani non hanno bisognio di un padrone o di un compagnio , ma ben si di un lider , un capobranco , non un dittatore ma una persona leale e fedele come i nostri cani...
E poi da premettere che x ogni persona c'è un cane (una razza, o meticcio che sia)che lo rispecchia.
Io non ho ancora trovato la mia........
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I miei soggetti vivono in box singoli , ma il dogo e nato da branco perqui con una buona edu*****one non ha problemi di vivere in condizzioni tali , forse molto piu difficile è far convivere due maschi adulti in sieme ma tutto questo e da attribuirsi al fatto che nei nostri paesi non svolge il ruolo di cacciatore, ancor meno di condurre una vita in branco , dal mio punto di vista questo no fa che aumentare e rafforzare il suo carattere indomito, è in alcuni casi se mal gestito possono verificarsi casi come è successo a Francy. In questi casi mi permetto di dire che alcuni cani non hanno bisognio di un padrone o di un compagnio , ma ben si di un lider , un capobranco , non un dittatore ma una persona leale e fedele come i nostri cani...
E poi da premettere che x ogni persona c'è un cane (una razza, o meticcio che sia)che lo rispecchia.
Io non ho ancora trovato la mia........
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Il manto bianco gli serve x essere ben visibbile nelle battute di caccia , posso assicurarvi che il dogo è molto resistente sia alle malattie che al freddo l'unico problema che puo sorgere in fatti e dovuto al manto vittima di diverse dermatiti , ma tutte derivanti da una cattiva alimentazzione ,non perforza riferitasi a prodotti scadenti il piu delle volte anzi a prodotti troppo calorici, di solito cio' avviene nei periodi caldi, persomalmente non ho mai avuto problemi del genere, e non crediate che uso un mangime particolare ,anche perche con 8tto cani adulti i costi lievitano .
Dimenticavo di dirvi che il dogo è un buon gustaio divora tutto senza complimenti......