Vegas
26-06-05, 02:06 PM
Lupo, sette anni, è lo stallone maremmano di Carlo.
Il nome che porta è legato alla sua storia, della quale reca indelebili i segni nell' orecchio sinistro malconcio.
Pochi mesi dopo la nascita, il puledro venne infatti attaccato dai lupi, sui Monti Sibillini, dove la mandria era stata portata per il pascolo estivo.
La madre lo difese strenuamente e mise in fuga gli aggressori, ma durante la lotta furiosa un predatore si era attaccato all' orecchio del piccolo fino quasi a strapparlo.
Ferito e traumatizzato dall' aggrassione il puledro non si fece mai + avvicinare dagli uomini, tanto che al momento della trasumanza del ritorno fu impossibile includerlo nella mandria.
Ma in montagna il freddo cominiava a farsi sentire ed il cibo ascarseggiare.
All' inizio dell' inverno, per salvare tutto il gruppo dei cavalli, si decise di abbandonare il ribelle al suo destino, pur con la tristezza nel cuore di saperlo in un ambiente nel quale la sopravvivenza è pressochè impossibile.
Immaginatevi la sorpresa e la gioia quando l' anno successivo, al termine della trasumanza e giunti infine ai pascoli in quota, i butteri videro spuntare Lupo dal bosco, pelle e ossa ma vivo e vegeto.
Impossibile sbagliarsi: l' orecchio monco a penzoloni valeva ben più di un marchio di proprietà.
l' orgoglio maremmano, a quel punto impose che - volente o nolente - dovesse essere infine domato.
Non fu proprio così facile, ricordano, ma alla fine ci riuscirono.
Carlo Marignani, fisioterapeuta di professione e buttero per passione, alla ricerca di un nuovo compagno, si innamorò subito dello stallone e della sua storia e da quel momento i due formarono un binomio indissolubile nella perpetuazione delle tradizioni buttere.
cavallo magazine & lo sperone
:)
Il nome che porta è legato alla sua storia, della quale reca indelebili i segni nell' orecchio sinistro malconcio.
Pochi mesi dopo la nascita, il puledro venne infatti attaccato dai lupi, sui Monti Sibillini, dove la mandria era stata portata per il pascolo estivo.
La madre lo difese strenuamente e mise in fuga gli aggressori, ma durante la lotta furiosa un predatore si era attaccato all' orecchio del piccolo fino quasi a strapparlo.
Ferito e traumatizzato dall' aggrassione il puledro non si fece mai + avvicinare dagli uomini, tanto che al momento della trasumanza del ritorno fu impossibile includerlo nella mandria.
Ma in montagna il freddo cominiava a farsi sentire ed il cibo ascarseggiare.
All' inizio dell' inverno, per salvare tutto il gruppo dei cavalli, si decise di abbandonare il ribelle al suo destino, pur con la tristezza nel cuore di saperlo in un ambiente nel quale la sopravvivenza è pressochè impossibile.
Immaginatevi la sorpresa e la gioia quando l' anno successivo, al termine della trasumanza e giunti infine ai pascoli in quota, i butteri videro spuntare Lupo dal bosco, pelle e ossa ma vivo e vegeto.
Impossibile sbagliarsi: l' orecchio monco a penzoloni valeva ben più di un marchio di proprietà.
l' orgoglio maremmano, a quel punto impose che - volente o nolente - dovesse essere infine domato.
Non fu proprio così facile, ricordano, ma alla fine ci riuscirono.
Carlo Marignani, fisioterapeuta di professione e buttero per passione, alla ricerca di un nuovo compagno, si innamorò subito dello stallone e della sua storia e da quel momento i due formarono un binomio indissolubile nella perpetuazione delle tradizioni buttere.
cavallo magazine & lo sperone
:)