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Visualizza Versione Completa : Prime armi (e tanta confusione)



Salvo
16-09-04, 10:04 PM
Allora. Se tutto và bene in pieno inverno penso che mi deciderò a comprare un acquario. Era da tempo che volevo prenderlo ma c'è sempre stato il risoluto: NO! In realtà il sì dall'alto non è ancora arrivato ma lo prendo lo stesso, altrimenti non lo prenderò mai!Partiamo con una cosa: di acquari ne ho visti pochissimi e sinceramente mi sono sempre sembrati...dei quadri coi pesci che si muovevano! Ecco, io vorrei qualcosa di vivo! Di naturale! Un pò come una bella voliera di uccelli coi nidi e tutto (deformazione professionale :D). Però non un grande acquario, uno piccolo, 30 litri la massimo perchè non ho nè molto spazio ne molto dinaro...[V]
In questi trenta litri vorrei far riprodurre un pesce che mi ha sempre affascinato: il betta splendens. Però parto davvero da zero, se non da quelle quattro cose che ho letto. Parto colle domande:
1)Da cosa è composto un acquario (tipo filtro, diffusore di CO2, sò solo i nomi ma non sò ne come sono fatti ne cosa sono)e a cosa serve ogni singolo pezzo?
2)Che strato ci vuole? Si compra anche quello[xx(]?
3)Come devo allestrilo l'acquario? Rocce? Ho già messo a mollo un bel potus per fargli fare le radici in tempo, così da metterle nell'acquario. Piante?
4)Dovrei prendere altri esseri che mantengano vivo e pulito l'acquario? Tipo corydoras o gamberetti?
5)Quale dev'essere il grado di ph e di durezza? Come si fà a sapere ad ottenerlo e a sapere che lo si ha ottenuto?
6)L'acqua osmeosa(o come si dice...) dove si prende? Ogni quanto si deve cambiare l'acqua?

Come vedete sono a zero. Spero nel vostro aituo (Phod, Davide e tutti gli altri, dove siete???[:p])

Salvo

Salvo
17-09-04, 12:02 PM
Dimentico due cose
7) Cosa mangiano i betta?
8)A che temperatura dovrebbe essere l'acqua?

Attendo risposte :D

Salvo
17-09-04, 12:02 PM
Dimentico due cose
7) Cosa mangiano i betta?
8)A che temperatura dovrebbe essere l'acqua?

Attendo risposte :D

phodopus
20-09-04, 06:53 PM
Allora Salvo, 30 litri non sono moltissimi ma per la riproduzione di una coppia di Betta possono andar bene. 40 sarebbero ancora meglio…

L’acquario può essere composto da un'infinità di accessori, dipende dal tipo di vasca che vuoi allestire. Di solito gli strumenti base sono già compresi nelle vasche industriali: l’impianto di illuminazione, il termoregolatore ed il filtro.

Per le piante è indispensabile il diffusore di CO2, ovvero di anidride carbonica (ninfa vitale perchè la fotosintesi avvenga). Naturalmente il CO2 è già presentente nell’acqua, come l’ossigeno, ma trattandosi di un gas particolarmente volatile tende a disperdersi con grande facilità. Quindi è opportuno integrarlo per ovviare alla sua eventuale (e quasi certa) carenza (con conseguente morte – rapidissima - delle piante).

Riguardo al filtro, ce ne sono di vari tipi. Prima di tutto ti premetto che esistono due diversi sistemi di filtraggio: quello MECCANICO e quello BIOLOGICO (in realtà ce ne sarebbero anche altri – come quello chimico - che si effettuano con materiali particolari - carbone attivo, torba, resina - e che comunque si usano solo in casi particolari di malattie o problemi di valori, fosfati etc.).

Il filtraggio meccanico è affidato a spugne e ovatta sintetica che, appunto, filtrano l’acqua trattenendo i residui di una certa massa. Naturalmente questi materiali si sporcano e vanno quindi periodicamente cambiati (nel caso dell’ovatta) o puliti (nel caso delle spugne).

Quello biologico invece, è affidato ad una serie di batteri che nidificano in speciali pietre porose (le più diffuse sono i così detti “cannolicchi”), e che svolgono un’azione di purificazione dell’acqua da altri batteri negativi e sostanze tossiche.

I cannolicchi e simili, a differenza dei precedenti materiali sintetici, non devono essere ne cambiati ne puliti perché più invecchiano, migliore è la loro azione filtrante. Per un semplice motivo: non sono i cannolicchi in se che filtrano, ma piuttosto i già detti batteri che si formano nell’acquario e che, in questi cilindri, trovano un ambiente ideale per vivere. Per capirci: i cannolicchi sono un habitat, il filtro vero e proprio te lo regala l’acquario stesso, il ciclo vitale che si viene a formare.

Resta inteso che neppure i cannolicchi siano eterni perché, col tempo, tendono a trattenere una deposito di fanghiglia che intasa il passaggio dell’acqua. Quindi anche questi andranno lavati o cambiati. Ma salvo casi eccezionali (come morte in massa delle piante.. ), si parla di anni prima che ciò avvenga.

Quindi, qual'è la migliore azione filtrante?? Ne l’una ne l’altra, ma la combinazione di entrambe: ovvero, l’acqua prima deve essere filtrata meccanicamente e poi biologicamente.

Di solito le vasche industriali sono già dotate del filtro interno, una struttura di plastica nera fissata ad una delle due pareti laterali della vasca col silicone: questa ospita tre o quattro camere di diverse misure, che vengono attraversate dall’acqua gradualmente. La prima è anche la più piccola ed alloggia il termoregolatore (quindi, come prima cosa, l’acqua viene riscaldata). La seconda ospita il materiale filtrate sintetico e la terza quello biologico (ma queste due camere possono anche essere ridotte ad una sola: nel caso, sotto si mettono i cannolicchi e sopra l’ovatta o le spugne).

L’ultimo vano è quello della pompa che riemette l’acqua in vasca, creando il circolo.

Le vasche molto piccole però, possono non essere dotate di questa struttura: nel caso si applicano i filtri appesi, ovvero delle piccole scatolette di plastica che si attaccano con la ventosa ad una parete dell’acquario. Il filtraggio in questo caso, è affidato unicamente ad una pompetta e ad una spugna. La sua efficacia è intuibile, l’azione unicamente meccanica e molto relativa, ma può andare bene nelle vasche di pochi litri. Comunque ce ne sono anche di “buona” qualità e perfino con termoregolatore integrato (altrimenti non si saprebbe dove metterlo).

Infine ci sono i filtri esterni, i migliori. Ovvero delle scatole che si sistemano fuori dalla vasca, collegate a quest’ultima da due semplici tubi per l’acqua: uno d’entrata ed uno d’uscita. Al loro interno trova posto anche il termoregolatore. Il sistema di filtraggio è sempre a doppia azione (o anche quadrupla, in caso di necessità).

Oltre a lavorare molto meglio, questi filtri presentano una notevole facilità in fase di pulizia. Se infatti capita (e non è raro soprattutto all’inizio) un intasamento al filtro interno fisso, e bisogna quindi pulire i cannolicchi (magari per una morte in massa delle piante), diventa una piccola tragedia; perché la vasca deve essere completamente svuotata (a meno che i cannolicchi stessi non siano stati messi in una retina prima della loro introduzione nel filtro).

Non solo, i filtri interni fissi occupano molto spazio, prendono tutta una parete laterale della vasca sia in altezza che in larghezza, sporgendo anche di 10 centimetri. Sono poi brutti da vedere ed hanno un grave difetto in fase di ricircolo dell’acqua: questa infatti, entra ed esce dallo stesso lato della vasca; quindi il lato opposto, soprattutto se ci sono piante e tronchi che creano barriere, resta “isolato”, con zone morte d’acqua ferma che non vengono filtrate (in caso si può ovviare con delle minuscole pompe di movimento da mettere agli angoli morti per cerare un minimo di corrente e spingere acqua e residui nel circolo della corrente del filtro).

Col filtro esterno tutto questo non capita e si guadagna in spazio, efficacia e comodità di manutenzione (che sarà “asciutta” anche quando cambierai l’ovatta o le spugne… quindi circa ogni 15 giorni).

Ci sono poi altri sistemi di filtraggio, molto più complessi (come le stazioni filtranti, i filtri sotto sabbia, etc.), che però risultano abbastanza eccessivi per 30-40 litri di vasca. E che, per altro, difficilmente competono con i grandi filtri esterni (a parte le stupende stazioni filtranti Dennerle... che comunque si usano nei grandi acquari, combinate anche al filtro esterno).

Quindi l’illuminazione.

Di solito quella standard prevista negli acquari industriali con il coperchio è una porcheria, non è assolutamente sufficiente per la fotosintesi delle piante. Occorre quindi lavorare sulla parte interna del coperchio, che di solito (nelle vasche sotto un certo litraggio) ospita un solo neon. In particolare è necessario rivestire tutta la superficie con un riflettore (una semplice carta specchiata che amplifica la luce) ed aggiungere uno o due porta lampade (questi devono essere almeno due, non tanto per l’intensità della luce, ma perché almeno due e distinte dovrebbero essere anche le tipologie di neon: ovvero un Daylight, luce che riproduce i raggi solari, ed un fitostimolante, che aiuta moltissimo la crescita delle piante).

Ora vanno di moda le vasche aperte. Ma a parte le moda (che non c’interessa), ti consiglierei anche io di prendere un open, senza nessun accessorio (solo 5 vetri siliconati) e poi comprare il resto a parte (il filtro esterno ed una plafoniera luci da appoggiare sulla vasca stessa). Perché gli accessori che danno in dotazione con gli acquari sono sempre molto scadenti. E poi, ancora, per la bruttezza e la poca praticità del coperchio.

C’è però (purtroppo) un problema con i Betta. Si tratta infatti di i pesci Labirintidi, ovvero dotati dell’Labirinto, un organo che gli permette (anzi li “obbliga”) a respirare l’aria. In sostanza, i Betta vanno molto spesso in superficie e, se fuori dall’acqua trovano una temperatura troppo bassa, o correnti di aria fredda o secca, rischiano di ammalarsi più o meno gravemente.

Il coperchio ovvia a questo inconveniente, dato che crea un ambiente isolato e caldo.

Ma, ripeto, il coperchio è brutto (quasi sempre di una plastica squallida e di pessima qualità) e presenta diversi impedimenti sia per le luci, che per il filtro esterno (per far passare i tubi spesso è necessario bucarlo) e la pulizia (molto scomodo, a meno che non si sollevi completamente).

Quindi tutto dipende da come sistemi la vasca. Se l’ambiente è caldo, non è soggetto a correnti e a temperature troppo basse, allora di sicuro la vasca aperta è la scelta più bella e più pratica. In caso contrario, inutile correre rischi. Rischi che sussistono per i soggetti adulti ma anche, e soprattutto, per gli avannotti (che quando cominciano ad andare in superficie, alla formazione dell’organo ausiliario, possono subire danni mortali anche per una semplice folata di vento).

Quindi il già detto impianto di CO2: questo può essere con la bombola o, se la vasca è molto piccola, vanno bene anche i piccoli ed economici kit a fermentazione. Con il betta mettere le piante è comunque indispensabile.

Ma perché le piante non muoiano, oltre alla luce ed al CO2, serve un buon fondo. In particolare, non è sufficiente mettere solo la ghiaia. Prima della sabbia devi mettere il substrato. Si tratta di un fondo speciale, non formato da roccia come la ghiaia, ma a base di terra. Si compra anche quello sì, sempre nei negozi di acquariofilia.

Per una maggiore sicurezza di successo con le piante, sotto al substrato sarebbe opportuno mettere un filetto riscaldante. Un semplice filo che tiene al caldo le radici.

L’allestimento lo puoi fare come ti pare, ma l’ideale sarebbe ricreare uno degli ambienti tipici del bacino del Mekong: il più semplice, ed anche adatto ad una piccola vasca, è quello delle grandi risaie Tailandesi, formate dai tanti canali e stagni del grande fiume (poi lo vediamo meglio com'è fatto).

Tieni presente che queste risaie sono soggette a condizioni molto alterne durate l’arco dell’anno. In particolare c’è il periodo delle grandi piogge, che ne alza il livello, e il periodo di secca, che le prosciuga quasi completamente. Questo significa, ovviamente, che si verificano anche possenti sbalzi di valori: si va da una sensibile acidità nel periodo delle piogge, ad una tendente alcalinità nel periodo di secca.

Per questo motivo i Betta risultano abbastanza robusti ed adatti ai neofiti: perché sopportano (meglio di molte altre specie) valori così diversi e altalenanti e, addirittura, prosciugamenti quasi totali del loro ambiente (anche a questo serve il labirinto: per passare da una pozza all’altra rotolandosi sulla terra o per interrarsi nella stessa terra umida in attesa delle nuove inondazioni o per respirare in acque stagnati prive di ossigeno).

E comunque di questa leggendaria robustezza se ne abusa orami in modo scandaloso e ignorante, mettendo il combattente in vasetti, bicchieri, acquarietti non riscaldati, senza acqua osmotica… con conseguenti e continue stragi di pesci. Perché la cattività non è mai equivalente alla natura. La forza non c’è, se prima non c’è la libertà.

I valori dell’acquario da riproduzione dovrebbero essere temperatura tra i 26 e i 28 gradi, Ph neutro, nitriti e nitrati ASSENTI (la durezza è poco importante ma un valore medio, sui 15 DGh, sarebbe l’ideale). Su quello che significano i valori avevo già scritto qualcosa che ti riporto in coda. In ogni caso questi si raggiungono spezzando l’acqua osmotica con quella di rubinetto condizionata (con dei biocondizionatori) o riposata (un paio di giorni) per eliminare il coloro ed altre sostanza tossiche. In alternativa, si può anche usare solo acqua osmotica lavorata con dei sali specifici.

L’ideale comunque, è riempire la vasca di sola acqua osmotica e poi spezzarla fino al raggiungimento dei giusti valori.

L’acqua osmotica si compra nei negozi di acquariofilia, a meno che non si prenda un apparato per l’osmosi inversa (che alla lunga può essere assai comodo).

Come prima cosa però, devi misurare i valori della tua acqua di rubinetto. Se il Ph è già 7 e non hai sostanze tossiche, dell’acqua osmotica ne puoi fare tranquillamente a meno.

I valori si controllano con dei test, liquidi o a striscette. I principali sono appunto Ph, Dgh, nitriti e nitrati. Non è male misurare anche la conducibilità, ma per quello è meglio portare un campione di acqua al negoziante.

Riguardo alle altre specie da inserire, i Cory non c’entrano nulla, vivono in Sud America e, per altro, non sono il massimo nelle vasche da riproduzione.

Puoi invece introdurre 4-5 piccoli Pangio Kuhlii, endemici delle stesse aree del Betta, deliziosi ma anche molto poco invadenti. Per gli invertebrati, sicuramente dei gamberi della specie Macrobrachium, sempre provenienti dal Mekong (facendo però attenzione a non prendere le varietà giganti che fanno parte della famiglia). O, in alternativa, le laboriosissime Cardine.

E comunque, se la vasca sarà solo destinata alla riproduzione, qualunque pesce metterai costituirà un rischio per gli avannotti. I genitori ovvieranno, ma se non ti interessa altro che quello, puoi risparmiargli la fatica.

I Betta mangiano quello che mangiano gli altri pesci d’acquario tropicale. Quindi cibo secco, possibilmente in granuli e non in scaglie. Sono comunque carnivori e predatori, quindi l’alimentazione dovrebbe essere integrata anche con cibo vivo, come il tubifex e napuli di artemia (dei quali comunque non potrai fare a meno quando nasceranno gli avannotti). Gradiscono anche molto le larve di zanzara. Mangiano perfino la carne macinata cruda ma, a meno che non sia sceltissima, è meglio evitarla perché può provocare infestazioni parassitarie interne ed esterne.

Per concludere Salvo, ho letto delle tue disastrose esperienze con i negozianti di uccelli. Tranquillizzati. I negozianti d'acquariofilia sono MOLTO PEGGIO. Ti sentirai beatamente a casa tua.

---------------------------------------------

Per i cambi, dipende: in media si fanno 1 volta ogni 10 giorni, ma c’è chi preferisce ogni settimana e chi ogni 15 giorni. In realtà tutto ruota intorno alla vasca, all’equilibrio che si crea. Alla fine ogni acquario è diverso dall’altro, diventa un qualcosa di vivo nel suo insieme, che si lascia capire dal proprietario per quello di cui ha bisogno.

I valori li puoi ottenere in tanti modi... Di sicuro ti servirà acqua osmotica, che puoi acquistare di volta in volta, o “fare” tu direttamente, tramite un apparato da osmosi inversa (alla lunga un buon investimento di tempo, fatica e soldi...).

Questa la puoi spezzare con acqua di rubinetto, per ottenere i valori desiderati, oppure integrarla con sali specifici che alzano Ph e durezza.

Per farla molto (forse troppo) semplice, e non usare strane formule (evitando il discorso degli ioni): l'acqua osmotica è acqua DEPURATA. Depurata da cosa??? Depurata da una serie di sostanze organiche e minerali, che possono risultare dannose e inquinanti.

Ma tra queste sostanze ELIMINATE nel processo, ci sono anche molti sali (minerali) che decretano i valori dell’acqua. Non si tratta però di acqua demineralizzata attenzione, ma di un processo che depura l’acqua solo in parte. Per questo i suoi valori non saranno mai Ph 0 e DGh 0, ma di solito si aggirano su 4-5 Ph e 3 DGh (dipende dall’apparato da osmosi inversa).

Al contrario, l'acqua di rubinetto tende ad avere molti minerali (alcuni tossici, come il cloro, che vanno eliminati con i biocondizionatori) e il Ph è sempre sopra i 7 (qui in Italia).

Facendo una media (se si decide di spezzare l'acqua e non usare i sali) si ottiene il valore desiderato. Valore che deve tener conto anche di altri fattori, come l'eventuale ossigenatore, che alza il Ph, o diffusore di CO2, che invece lo abbassa.

Non solo, mettendo l'acqua in modo troppo violento il Ph si alza, così come se la pompa filtro in uscita fa troppa schiuma. Perché l’ossigeno è un elemento di crescita del Ph.

Per capire come funziona in modo pratico: 7 Ph è un valore neutro. Sotto questo valore l’acqua è detta “acida”; sopra “alcalina” o “basica”.

Per la durezza il discorso sarebbe più complesso… comunque, sotto i 10 DGh è detta “morbida”, sopra i 15 è detta “dura”. Ma questo vale per l’acquario dolce, perché c’è poi una escalation di DGh che porta l’acqua dolce ad essere acqua salata. E valori altissimi di durezza per il dolce possono quindi essere bassissimi per il marino.

Ma sto banalizzando moltissimo….

phodopus
20-09-04, 06:53 PM
Allora Salvo, 30 litri non sono moltissimi ma per la riproduzione di una coppia di Betta possono andar bene. 40 sarebbero ancora meglio…

L’acquario può essere composto da un'infinità di accessori, dipende dal tipo di vasca che vuoi allestire. Di solito gli strumenti base sono già compresi nelle vasche industriali: l’impianto di illuminazione, il termoregolatore ed il filtro.

Per le piante è indispensabile il diffusore di CO2, ovvero di anidride carbonica (ninfa vitale perchè la fotosintesi avvenga). Naturalmente il CO2 è già presentente nell’acqua, come l’ossigeno, ma trattandosi di un gas particolarmente volatile tende a disperdersi con grande facilità. Quindi è opportuno integrarlo per ovviare alla sua eventuale (e quasi certa) carenza (con conseguente morte – rapidissima - delle piante).

Riguardo al filtro, ce ne sono di vari tipi. Prima di tutto ti premetto che esistono due diversi sistemi di filtraggio: quello MECCANICO e quello BIOLOGICO (in realtà ce ne sarebbero anche altri – come quello chimico - che si effettuano con materiali particolari - carbone attivo, torba, resina - e che comunque si usano solo in casi particolari di malattie o problemi di valori, fosfati etc.).

Il filtraggio meccanico è affidato a spugne e ovatta sintetica che, appunto, filtrano l’acqua trattenendo i residui di una certa massa. Naturalmente questi materiali si sporcano e vanno quindi periodicamente cambiati (nel caso dell’ovatta) o puliti (nel caso delle spugne).

Quello biologico invece, è affidato ad una serie di batteri che nidificano in speciali pietre porose (le più diffuse sono i così detti “cannolicchi”), e che svolgono un’azione di purificazione dell’acqua da altri batteri negativi e sostanze tossiche.

I cannolicchi e simili, a differenza dei precedenti materiali sintetici, non devono essere ne cambiati ne puliti perché più invecchiano, migliore è la loro azione filtrante. Per un semplice motivo: non sono i cannolicchi in se che filtrano, ma piuttosto i già detti batteri che si formano nell’acquario e che, in questi cilindri, trovano un ambiente ideale per vivere. Per capirci: i cannolicchi sono un habitat, il filtro vero e proprio te lo regala l’acquario stesso, il ciclo vitale che si viene a formare.

Resta inteso che neppure i cannolicchi siano eterni perché, col tempo, tendono a trattenere una deposito di fanghiglia che intasa il passaggio dell’acqua. Quindi anche questi andranno lavati o cambiati. Ma salvo casi eccezionali (come morte in massa delle piante.. ), si parla di anni prima che ciò avvenga.

Quindi, qual'è la migliore azione filtrante?? Ne l’una ne l’altra, ma la combinazione di entrambe: ovvero, l’acqua prima deve essere filtrata meccanicamente e poi biologicamente.

Di solito le vasche industriali sono già dotate del filtro interno, una struttura di plastica nera fissata ad una delle due pareti laterali della vasca col silicone: questa ospita tre o quattro camere di diverse misure, che vengono attraversate dall’acqua gradualmente. La prima è anche la più piccola ed alloggia il termoregolatore (quindi, come prima cosa, l’acqua viene riscaldata). La seconda ospita il materiale filtrate sintetico e la terza quello biologico (ma queste due camere possono anche essere ridotte ad una sola: nel caso, sotto si mettono i cannolicchi e sopra l’ovatta o le spugne).

L’ultimo vano è quello della pompa che riemette l’acqua in vasca, creando il circolo.

Le vasche molto piccole però, possono non essere dotate di questa struttura: nel caso si applicano i filtri appesi, ovvero delle piccole scatolette di plastica che si attaccano con la ventosa ad una parete dell’acquario. Il filtraggio in questo caso, è affidato unicamente ad una pompetta e ad una spugna. La sua efficacia è intuibile, l’azione unicamente meccanica e molto relativa, ma può andare bene nelle vasche di pochi litri. Comunque ce ne sono anche di “buona” qualità e perfino con termoregolatore integrato (altrimenti non si saprebbe dove metterlo).

Infine ci sono i filtri esterni, i migliori. Ovvero delle scatole che si sistemano fuori dalla vasca, collegate a quest’ultima da due semplici tubi per l’acqua: uno d’entrata ed uno d’uscita. Al loro interno trova posto anche il termoregolatore. Il sistema di filtraggio è sempre a doppia azione (o anche quadrupla, in caso di necessità).

Oltre a lavorare molto meglio, questi filtri presentano una notevole facilità in fase di pulizia. Se infatti capita (e non è raro soprattutto all’inizio) un intasamento al filtro interno fisso, e bisogna quindi pulire i cannolicchi (magari per una morte in massa delle piante), diventa una piccola tragedia; perché la vasca deve essere completamente svuotata (a meno che i cannolicchi stessi non siano stati messi in una retina prima della loro introduzione nel filtro).

Non solo, i filtri interni fissi occupano molto spazio, prendono tutta una parete laterale della vasca sia in altezza che in larghezza, sporgendo anche di 10 centimetri. Sono poi brutti da vedere ed hanno un grave difetto in fase di ricircolo dell’acqua: questa infatti, entra ed esce dallo stesso lato della vasca; quindi il lato opposto, soprattutto se ci sono piante e tronchi che creano barriere, resta “isolato”, con zone morte d’acqua ferma che non vengono filtrate (in caso si può ovviare con delle minuscole pompe di movimento da mettere agli angoli morti per cerare un minimo di corrente e spingere acqua e residui nel circolo della corrente del filtro).

Col filtro esterno tutto questo non capita e si guadagna in spazio, efficacia e comodità di manutenzione (che sarà “asciutta” anche quando cambierai l’ovatta o le spugne… quindi circa ogni 15 giorni).

Ci sono poi altri sistemi di filtraggio, molto più complessi (come le stazioni filtranti, i filtri sotto sabbia, etc.), che però risultano abbastanza eccessivi per 30-40 litri di vasca. E che, per altro, difficilmente competono con i grandi filtri esterni (a parte le stupende stazioni filtranti Dennerle... che comunque si usano nei grandi acquari, combinate anche al filtro esterno).

Quindi l’illuminazione.

Di solito quella standard prevista negli acquari industriali con il coperchio è una porcheria, non è assolutamente sufficiente per la fotosintesi delle piante. Occorre quindi lavorare sulla parte interna del coperchio, che di solito (nelle vasche sotto un certo litraggio) ospita un solo neon. In particolare è necessario rivestire tutta la superficie con un riflettore (una semplice carta specchiata che amplifica la luce) ed aggiungere uno o due porta lampade (questi devono essere almeno due, non tanto per l’intensità della luce, ma perché almeno due e distinte dovrebbero essere anche le tipologie di neon: ovvero un Daylight, luce che riproduce i raggi solari, ed un fitostimolante, che aiuta moltissimo la crescita delle piante).

Ora vanno di moda le vasche aperte. Ma a parte le moda (che non c’interessa), ti consiglierei anche io di prendere un open, senza nessun accessorio (solo 5 vetri siliconati) e poi comprare il resto a parte (il filtro esterno ed una plafoniera luci da appoggiare sulla vasca stessa). Perché gli accessori che danno in dotazione con gli acquari sono sempre molto scadenti. E poi, ancora, per la bruttezza e la poca praticità del coperchio.

C’è però (purtroppo) un problema con i Betta. Si tratta infatti di i pesci Labirintidi, ovvero dotati dell’Labirinto, un organo che gli permette (anzi li “obbliga”) a respirare l’aria. In sostanza, i Betta vanno molto spesso in superficie e, se fuori dall’acqua trovano una temperatura troppo bassa, o correnti di aria fredda o secca, rischiano di ammalarsi più o meno gravemente.

Il coperchio ovvia a questo inconveniente, dato che crea un ambiente isolato e caldo.

Ma, ripeto, il coperchio è brutto (quasi sempre di una plastica squallida e di pessima qualità) e presenta diversi impedimenti sia per le luci, che per il filtro esterno (per far passare i tubi spesso è necessario bucarlo) e la pulizia (molto scomodo, a meno che non si sollevi completamente).

Quindi tutto dipende da come sistemi la vasca. Se l’ambiente è caldo, non è soggetto a correnti e a temperature troppo basse, allora di sicuro la vasca aperta è la scelta più bella e più pratica. In caso contrario, inutile correre rischi. Rischi che sussistono per i soggetti adulti ma anche, e soprattutto, per gli avannotti (che quando cominciano ad andare in superficie, alla formazione dell’organo ausiliario, possono subire danni mortali anche per una semplice folata di vento).

Quindi il già detto impianto di CO2: questo può essere con la bombola o, se la vasca è molto piccola, vanno bene anche i piccoli ed economici kit a fermentazione. Con il betta mettere le piante è comunque indispensabile.

Ma perché le piante non muoiano, oltre alla luce ed al CO2, serve un buon fondo. In particolare, non è sufficiente mettere solo la ghiaia. Prima della sabbia devi mettere il substrato. Si tratta di un fondo speciale, non formato da roccia come la ghiaia, ma a base di terra. Si compra anche quello sì, sempre nei negozi di acquariofilia.

Per una maggiore sicurezza di successo con le piante, sotto al substrato sarebbe opportuno mettere un filetto riscaldante. Un semplice filo che tiene al caldo le radici.

L’allestimento lo puoi fare come ti pare, ma l’ideale sarebbe ricreare uno degli ambienti tipici del bacino del Mekong: il più semplice, ed anche adatto ad una piccola vasca, è quello delle grandi risaie Tailandesi, formate dai tanti canali e stagni del grande fiume (poi lo vediamo meglio com'è fatto).

Tieni presente che queste risaie sono soggette a condizioni molto alterne durate l’arco dell’anno. In particolare c’è il periodo delle grandi piogge, che ne alza il livello, e il periodo di secca, che le prosciuga quasi completamente. Questo significa, ovviamente, che si verificano anche possenti sbalzi di valori: si va da una sensibile acidità nel periodo delle piogge, ad una tendente alcalinità nel periodo di secca.

Per questo motivo i Betta risultano abbastanza robusti ed adatti ai neofiti: perché sopportano (meglio di molte altre specie) valori così diversi e altalenanti e, addirittura, prosciugamenti quasi totali del loro ambiente (anche a questo serve il labirinto: per passare da una pozza all’altra rotolandosi sulla terra o per interrarsi nella stessa terra umida in attesa delle nuove inondazioni o per respirare in acque stagnati prive di ossigeno).

E comunque di questa leggendaria robustezza se ne abusa orami in modo scandaloso e ignorante, mettendo il combattente in vasetti, bicchieri, acquarietti non riscaldati, senza acqua osmotica… con conseguenti e continue stragi di pesci. Perché la cattività non è mai equivalente alla natura. La forza non c’è, se prima non c’è la libertà.

I valori dell’acquario da riproduzione dovrebbero essere temperatura tra i 26 e i 28 gradi, Ph neutro, nitriti e nitrati ASSENTI (la durezza è poco importante ma un valore medio, sui 15 DGh, sarebbe l’ideale). Su quello che significano i valori avevo già scritto qualcosa che ti riporto in coda. In ogni caso questi si raggiungono spezzando l’acqua osmotica con quella di rubinetto condizionata (con dei biocondizionatori) o riposata (un paio di giorni) per eliminare il coloro ed altre sostanza tossiche. In alternativa, si può anche usare solo acqua osmotica lavorata con dei sali specifici.

L’ideale comunque, è riempire la vasca di sola acqua osmotica e poi spezzarla fino al raggiungimento dei giusti valori.

L’acqua osmotica si compra nei negozi di acquariofilia, a meno che non si prenda un apparato per l’osmosi inversa (che alla lunga può essere assai comodo).

Come prima cosa però, devi misurare i valori della tua acqua di rubinetto. Se il Ph è già 7 e non hai sostanze tossiche, dell’acqua osmotica ne puoi fare tranquillamente a meno.

I valori si controllano con dei test, liquidi o a striscette. I principali sono appunto Ph, Dgh, nitriti e nitrati. Non è male misurare anche la conducibilità, ma per quello è meglio portare un campione di acqua al negoziante.

Riguardo alle altre specie da inserire, i Cory non c’entrano nulla, vivono in Sud America e, per altro, non sono il massimo nelle vasche da riproduzione.

Puoi invece introdurre 4-5 piccoli Pangio Kuhlii, endemici delle stesse aree del Betta, deliziosi ma anche molto poco invadenti. Per gli invertebrati, sicuramente dei gamberi della specie Macrobrachium, sempre provenienti dal Mekong (facendo però attenzione a non prendere le varietà giganti che fanno parte della famiglia). O, in alternativa, le laboriosissime Cardine.

E comunque, se la vasca sarà solo destinata alla riproduzione, qualunque pesce metterai costituirà un rischio per gli avannotti. I genitori ovvieranno, ma se non ti interessa altro che quello, puoi risparmiargli la fatica.

I Betta mangiano quello che mangiano gli altri pesci d’acquario tropicale. Quindi cibo secco, possibilmente in granuli e non in scaglie. Sono comunque carnivori e predatori, quindi l’alimentazione dovrebbe essere integrata anche con cibo vivo, come il tubifex e napuli di artemia (dei quali comunque non potrai fare a meno quando nasceranno gli avannotti). Gradiscono anche molto le larve di zanzara. Mangiano perfino la carne macinata cruda ma, a meno che non sia sceltissima, è meglio evitarla perché può provocare infestazioni parassitarie interne ed esterne.

Per concludere Salvo, ho letto delle tue disastrose esperienze con i negozianti di uccelli. Tranquillizzati. I negozianti d'acquariofilia sono MOLTO PEGGIO. Ti sentirai beatamente a casa tua.

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Per i cambi, dipende: in media si fanno 1 volta ogni 10 giorni, ma c’è chi preferisce ogni settimana e chi ogni 15 giorni. In realtà tutto ruota intorno alla vasca, all’equilibrio che si crea. Alla fine ogni acquario è diverso dall’altro, diventa un qualcosa di vivo nel suo insieme, che si lascia capire dal proprietario per quello di cui ha bisogno.

I valori li puoi ottenere in tanti modi... Di sicuro ti servirà acqua osmotica, che puoi acquistare di volta in volta, o “fare” tu direttamente, tramite un apparato da osmosi inversa (alla lunga un buon investimento di tempo, fatica e soldi...).

Questa la puoi spezzare con acqua di rubinetto, per ottenere i valori desiderati, oppure integrarla con sali specifici che alzano Ph e durezza.

Per farla molto (forse troppo) semplice, e non usare strane formule (evitando il discorso degli ioni): l'acqua osmotica è acqua DEPURATA. Depurata da cosa??? Depurata da una serie di sostanze organiche e minerali, che possono risultare dannose e inquinanti.

Ma tra queste sostanze ELIMINATE nel processo, ci sono anche molti sali (minerali) che decretano i valori dell’acqua. Non si tratta però di acqua demineralizzata attenzione, ma di un processo che depura l’acqua solo in parte. Per questo i suoi valori non saranno mai Ph 0 e DGh 0, ma di solito si aggirano su 4-5 Ph e 3 DGh (dipende dall’apparato da osmosi inversa).

Al contrario, l'acqua di rubinetto tende ad avere molti minerali (alcuni tossici, come il cloro, che vanno eliminati con i biocondizionatori) e il Ph è sempre sopra i 7 (qui in Italia).

Facendo una media (se si decide di spezzare l'acqua e non usare i sali) si ottiene il valore desiderato. Valore che deve tener conto anche di altri fattori, come l'eventuale ossigenatore, che alza il Ph, o diffusore di CO2, che invece lo abbassa.

Non solo, mettendo l'acqua in modo troppo violento il Ph si alza, così come se la pompa filtro in uscita fa troppa schiuma. Perché l’ossigeno è un elemento di crescita del Ph.

Per capire come funziona in modo pratico: 7 Ph è un valore neutro. Sotto questo valore l’acqua è detta “acida”; sopra “alcalina” o “basica”.

Per la durezza il discorso sarebbe più complesso… comunque, sotto i 10 DGh è detta “morbida”, sopra i 15 è detta “dura”. Ma questo vale per l’acquario dolce, perché c’è poi una escalation di DGh che porta l’acqua dolce ad essere acqua salata. E valori altissimi di durezza per il dolce possono quindi essere bassissimi per il marino.

Ma sto banalizzando moltissimo….

Salvo
20-09-04, 07:13 PM
Grazie, phod, sapevo di poter contare su di te! Mi hai dato una chiarita di idee preziosissima, e chiarito tutti i miei dubbi (almeno quelli che finora ho avuto!) ma per ora l'unica cosa che posso fare è mettere i soldi da parte :D

Sai, più o meno il tutto quanto mi potrà costare?

P.S. Spero di poter seguire tutte le indicazioni alla lettera. Ti avviso però che probabilmente mi dovrò accontentare di qualcosa di più "trovabile". Mi dispiace dirti questo ma purtroppo vivo in una zona "Dimenticata da Dio" (Non intendo la Sicilia, è proprio nella mia zona che non si trova niente di niente. Ogni volta devo andare in città a fare spese:().

Quindi riassumendo molto banalmente dovrei cercare una semplice vasca e apllicare filtro esterno e impianto d'illumizione, poi torba e sabbia per il fondo e l'acqua osmotica, oppure normalema che sia ad un ph neutro e senza cloro (sò dove trovarla:D)

Intanto penso a questo, mi sà che piante e pesci dovranno aspettare molto ma molto di più

Salvo
20-09-04, 07:13 PM
Grazie, phod, sapevo di poter contare su di te! Mi hai dato una chiarita di idee preziosissima, e chiarito tutti i miei dubbi (almeno quelli che finora ho avuto!) ma per ora l'unica cosa che posso fare è mettere i soldi da parte :D

Sai, più o meno il tutto quanto mi potrà costare?

P.S. Spero di poter seguire tutte le indicazioni alla lettera. Ti avviso però che probabilmente mi dovrò accontentare di qualcosa di più "trovabile". Mi dispiace dirti questo ma purtroppo vivo in una zona "Dimenticata da Dio" (Non intendo la Sicilia, è proprio nella mia zona che non si trova niente di niente. Ogni volta devo andare in città a fare spese:().

Quindi riassumendo molto banalmente dovrei cercare una semplice vasca e apllicare filtro esterno e impianto d'illumizione, poi torba e sabbia per il fondo e l'acqua osmotica, oppure normalema che sia ad un ph neutro e senza cloro (sò dove trovarla:D)

Intanto penso a questo, mi sà che piante e pesci dovranno aspettare molto ma molto di più

Salvo
20-09-04, 07:16 PM
Dimenticavo, riguardo al coperchio: La temperatura a casa mia non scende mai al di stotto dei 15 gradi circa, nemmeno negli inverni più rigidi. E' necessario il coperchio o è un regime di temp. accettabile?

Salvo
20-09-04, 07:16 PM
Dimenticavo, riguardo al coperchio: La temperatura a casa mia non scende mai al di stotto dei 15 gradi circa, nemmeno negli inverni più rigidi. E' necessario il coperchio o è un regime di temp. accettabile?