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Visualizza Versione Completa : effetti negativi gh e kh



aledk85
05-03-08, 06:52 PM
ciao come tutti sapete un buon mantenimento del acquario rende salutare la vita ai nostri amici subacquei..
dopo qualche anno di esperienza nel mondo acquarofilo e la relativa conoscenza dei sintomi,effetti etc etc che la chimica del acqua puo portare(negativi o positivi che siano)rimango sempre con una piccola lacuna (forse per la fortuna di non aver mai fatto una cattiva conduzione di acquario o altro quindi non ho mai riscontrato gravi casi)non sono riuscito a capire ancora gli effetti che una durezza non adeguata(eccessivamente elevata o minima) possa portare come sintomi...ovvio che se i valori non sono ottimali si ha problemi col ph,ma ci sono veri e propi sintomi!! dati solo dalla durezza?
faccio un esempio per spiegare..
se io ho un ph di 7 o +(neutro o leggermente superiore)
ho visto casi che pur avendo questo tipo di ph(nella maggior parte dei casi buono) hanno valori di gh o kh alle stelle(es. gh16 kh10)
quindi molto sui limiti..che effetti ho(oltre agli sbalzi di ph?)?
ciao ciao

Big Fish
07-03-08, 04:53 PM
ciao ale :D...

Il gh, kh e ph sono tre grandezze correlate dato che le prime misurano il contenuto di sali disciolti nell'acqua e il ph sarà più alto (basicità o alcalinità) quanto maggiore sarà la concentrazione di sali disciolti in soluzione...

considerando poi che tutti gli esseri viventi sia animali che vegetali necessitano di certe condizione ambientali che spesso sono diverse da specie a specie... in funzione di diversi fattori:
- le caratteristiche fisico-biologiche
- zona di provenienza (habitat acquatici)
- condizioni d'allevamento

Per esempio i pesci provenienti dal sudamerica in particolare dal bacino amazzonico con acque molto tenere e acide anche in acquario necessiteranno di valori simili o prossimi il più possibile a questi.... normalmente GH<10° e PH<7 sono sufficienti per specie di allevamento.

L'organismo dei pesci (tessuti, sangue...) è costituito in gran parte da acqua e sali in un costante equilibrio... questi delicati equilibri che permettono la vita nell’acqua dipendono in parte dalla concentrazione di sali in essa disciolti.
I principali ioni contenuti nei pesci sono uguali a quelli dell’acqua (sodio, calcio, potassio, magnesio, cloruri, solfati) ma la concentrazione dei sali nelle cellule dei pesci è maggiore rispetto a quella che si trova nello stesso volume di acqua dell’ambiente che li circonda.
Per il principio di osmosi, attraverso le membrane cellulari semipermeabili l’acqua passa dalla soluzione meno concentrata a quella più concentrata quindi nei pesci d’acqua dolce, l’acqua che defluisce attraverso le branchie durante gli atti respiratori passa per osmosi nel sangue, attraverso le sottili pareti dei capillari branchiali e delle mucose della cavità orale.
E’ evidente quindi che i problemi di mantenimento dell’equilibrio interno sono strettamente correlati all’ambiente e come siano diversi a seconda che si tratti di un pesce di mare, di uno di acqua dolce o di un pesce che viva in ambienti salmastri.

Per quanto riguarda invece i pesci d’acqua dolce, essi hanno un sangue meno salato ma comunque molto ricco di sali se paragonato all’acqua in cui vivono.
La loro tendenza sarà quindi quella di diluire la concentrazione salina interna facendo liberamente affluire acqua dalle branchie e dalle membrane mucose.

In conclusione la concentrazione di sali in acqua influisce direttamente sui processi biologici dell'organismo dei pesci e in particolare sul continuo scambio che avviene tra le mucose e tessuti dei pesci con l'ambiente circostrante...

Uno sviluppato apparato renale provvede poi ad eliminare l’acqua eccedente insieme alle scorie azotate del metabolismo: i pesci d’acqua dolce, infatti, producono un’abbondante quantità di urina, in un giorno circa 10 volte il loro peso; al contrario, i pesci marini eliminano pochissima urina, piuttosto concentrata, per evitare di disidratarsi.

Questi meccanismi regolano l’equilibrio idrico; invece, a quello salino provvedono lo stomaco, che arricchisce il sangue di sali prelevati dal nutrimento, e soprattutto le branchie, che nei pesci d’acqua dolce sono in grado di assorbire selettivamente i sali dall’acqua;

Oltre al ruolo insostituibile che hanno nella respirazione, le branchie dei pesci regolano quindi anche l’equilibrio idrosalino, eliminando o assorbendo i sali a seconda delle necessità fisiologiche dei pesci, permettendo così la propagazione di molte specie in differenti tipi di habitat acquatici.
Per esempio pesci come i Ciprinodontiformi, sono in grado di sopportare sbalzi di salinità considerevoli ed istantanee.