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Koa
11-02-08, 08:31 PM
Ecco un elenco di specie di MAMMIFERI TERRESTRI ormai estinte.
La maggior parte di esse è completamente sparita dal pianeta grazie ovviamente (e se no grazie a chi?) all'uomo.
Per il momento stilo l'elenco dei nomi...dopodichè...chi vorrà potrà inserire foto degli animali elencati, presentare la loro storia, discutere del problema, raccontare le sue impressioni e tanto altro.
Insomma la discussione è aperta a tutti coloro che vogliono approfondire il problema oppure aggiungere animali estinti alla lista!


Ungulati

Uro (1627, Polonia)
Antilope azzurra (1799)
Gazzella araba (1996)
Tarpan (1880, Polonia)
Wapiti orientale (1880, USA)
Quagga (1883)
Stambecco portoghese (1892, Portogallo)
Gazzella rossa (1894, Algeria)
Facocero del Capo (1900)
Wapiti di Merriam, (1906, USA)
Alcelafo bubalo (1923, Algeria)
Bisonte caucasico (1926, Russia)
Asino selvatico siriano (1927, Siria)
Cervo di Schomburgk (1932, Thailandia)
Caribù della Regina Carlotta (1935, Canada)
Gazzella della Regina di Saba (1951, Yemen)
Lichi di Roberts (1994, Zambia)
Oribi del Kenya (1996, Kenya)
Stambecco pirenaico (2000, Spagna)
Alce caucasico (1810, Russia)

Carnivori
Orso dell'Atlante (anni '40 del XIX secolo)
Volpe delle Falkland (1876, isole Falkland)
Lupo di Honshu (1905, Honshu, Kyushu e Shikoku, Giappone)
Tigre del Caspio (1970, Turchia)
Tigre di Bali (1937, Indonesia)
Tigre di Giava (1979, Indonesia)
Visone marino (1894, coste occidentali di USA e Canada)
Lupo di Hokkaido (1889, Hokkaido)
Lupo spagnolo (anni '40, Spagna)
Procione delle Barbados (1964, Barbados)
Lupo inglese (1783, Scozia; '400, Inghilterra)
Leone delle caverne (100 d.C., Grecia)
Leone berbero (1922, Marocco)


fonte: wikipedia

Koa
11-02-08, 08:39 PM
Uro (Bos primigenius)
Data Estinzione: 1627



Immagine:
https://www.inseparabile.it/public/forum/koa/200821120396_URO.jpg
23,6 KB

L'uro o aurochs (Bos primigenius) è una specie di bovino estinto molto grande, molto diffuso originariamente in Europa. Il nome scientifico originario dell'animale, Bos primigenius, è una traduzione latina del termine tedesco Auerochse o Urochs, che venne interpretato (forse incorrettamente) alla lettera come «bue primitivo» o «proto-bue». Questo nome scientifico non viene ora considerato valido dall'ITIS, che classifica l'uro sotto Bos taurus, la stessa specie dei bovini domestici. Comunque, nel 2003, la Commissione Internazionale di Nomenclatura Zoologica «ha conservato l'utilizzo di 17 nomi specifici sulla base di specie selvatiche, che sono pre-datati o contemporanei con quelli basati sulle forme domestiche», confermando Bos primigenius per l'uro. I tassonomi che considerano i bovini domestici una sottospecie dell'uro selvatico dovrebbero usare B. primigenius taurus; il nome B. taurus rimane disponibile per i bovini domestici quando vengono considerati come specie separata.


Progenitore di quasi tutte le razze di bue domestico, giunto fino a noi dalla preistoria, perseguitato da una caccia accanita e dalla distruzione delle foreste dove viveva, nel 1599 contava 24 esemplari, ridotti a 4 nel 1602. L’ultimo morì nel 1627.

(fonte vigilio + wikipedia)

Koa
11-02-08, 08:42 PM
Antilope Azzurra
Data Estinzione: 1799


http://img138.imageshack.us/img138/7856/259512031efd628f326nv3.jpg

L'antilope azzurra (Hippotragus leucophaeus Pallas, 1766) è stata il primo grande mammifero scomparso in tempi storici.

Questo animale era strettamente imparentato con l'antilope roana e l'antilope nera, essendo tuttavia più piccolo di entrambe.

Viveva principalmente nell'attuale provincia del Capo Occidentale, anche se durante l'ultima era glaciale il suo areale era maggiore. Era un brucatore selettivo, che sceglieva solo determinati tipi di erbe, e questa caratteristica gli risultò fatale nella competizione con gli ovini ed i bovini importati dall'uomo intorno al 400 a.C.

Gli europei videro per la prima volta questo animale nel XVII secolo, quando la specie era già in forte declino: nonostante la sua carne sia quasi immangiabile, quest'antilope venne cacciata avidamente dai boeri, che nel frattempo convertivano la savana in campi coltivati, riducendone l'habitat.

La specie si estinse intorno al 1800. Attualmente ne rimangono quattro esemplari impagliati (nei musei di Vienna, Parigi, Stoccolma e Leiden), oltre che alcune paia di corna e varie ossa in altri musei.

È da notare che nessuno degli esemplari impagliati mostri anche un vago riflesso bluastro: il loro mantello è fatto di peli striati di nero e di giallo.

(fonte wikipedia)

Koa
11-02-08, 08:53 PM
Gazzella araba
Data estinzione: 1996

Immagine:
https://www.inseparabile.it/public/forum/koa/2008211213135_gazzella.jpg
2,86 KB

La gazzella araba (Gazella arabica) era una elusiva gazzella che venne cacciata fino all'estinzione nella sua terra di origine mediorientale, l'Arabia Saudita. È conosciuta solamente a partire da un singolo esemplare catturato sulle isole Farasan nel Mar Rosso nel 1825. Dalla IUCN Red List of Threatened Species del 1996 questa specie è considerata estinta dall'Antelope Specialist Group.

(fonte wikipedia)

Koa
11-02-08, 08:58 PM
Tarpan

Data estinzione: 1880



https://www.inseparabile.it/public/forum/koa/2008211205559_tarpan.jpg



Il tarpan, Equus ferus ferus, era un cavallo selvatico eurasiatico. L'ultimo esemplare di questa specie morì in cattività in Ucraina nel 1918 o nel 1919.

Gli allevatori polacchi incrociarono spesso il tarpan con i loro cavalli domestici. Il risultato fu una piccola razza di cavallo, il konik. Alcuni animali, come il konik, e anche il sorraia, protetto in Portogallo, vengono attualmente utilizzati per ricreare i tarpan e per ricoprire la nicchia rimasta vacante dal momento della loro estinzione in natura. Il pony hucul, che vive sui Carpazi, è sicuramente il discendente più diretto del tarpan.

Il termine Tarpan proviene dalla parola turca (kirghisa o kazaka) con cui veniva indicato il cavallo[1].

Il tarpan venne descritto per la prima volta da Johann Friedrich Gmelin nel 1774; egli vide questi animali nel 1769 nella regione di Bobrovsk, nei pressi di Voronezh. Nel 1784 Pieter Boddaert denominò la specie Equus ferus, in riferimento alla descrizione di Gmelin. Nel 1912, ignaro della denominazione di Boddaert, Otto Antonius pubblicò il nome Equus gmelini, sempre in riferimento alla descrizione di Gmelin. Dal momento che il nome di Antonius si riferisce alla stessa descrizione di Boddaert, questo nome è un sinonimo più recente.

Attualmente si pensa che il cavallo domestico, battezzato Equus caballus da Linnaeus nel 1758, discenda dal tarpan; infatti, molti tassonomi lo considerano appartenente alla stessa specie. Secondo una rigida osservazione delle regole del Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica, il tarpan dovrebbe essere chiamato E. caballus, o, se considerato una sottospecie, E. caballus ferus. Comunque, i biologi hanno generalmente ignorato i termini della regola e usano E. ferus per il tarpan per evitare confusione con i suoi cugini domestici.

Nel 2003, la Commissione Internazionale di Nomenclatura Zoologica «conservò l'utilizzo di 17 nomi scientifici basati su specie selvatiche, i quali sono precedenti o contemporanei di quelli basati su forme domestiche», confermando il nome E. ferus per il tarpan. I tassonomi che considerano il cavallo domestico una sottospecie del tarpan selvatico devono usare Equus ferus caballus; il nome Equus caballus rimane disponibile per il cavallo domestico quando viene considerato una specie separata[2].


(fonte wikipedia)

Koa
11-02-08, 09:09 PM
Wapiti orientale
Data estinzione: 1880



Immagine:
https://www.inseparabile.it/public/forum/koa/200821121547_cervus.jpg
56,62 KB

Koa
11-02-08, 09:39 PM
Quagga

Data estinzione: 1883



Immagine:
https://www.inseparabile.it/public/forum/koa/2008211213847_Quagga_photo.jpg
13,32 KB


Il quagga (Equus quagga quagga) è una sottospecie estinta della zebra delle pianure che un tempo viveva in Sudafrica (Provincia del Capo e zona meridionale dello Stato Libero dell'Orange). Si distingueva da tutte le altre zebre perché aveva le caratteristiche strisce nere soltanto sulla parte anteriore del corpo. Nella zona centrale del manto, le strisce si facevano più chiare e lo spazio bruno fra di esse si faceva più ampio. La porzione posteriore, infine, era interamente bruna.
Il nome della sottospecie deriva dalla parola khoikhoi per designare le zebre. È un termine onomatopeico, visto che si dice riproducesse il suono dell'animale.

Il quagga fu inizialmente classificato come una specie a sé stante (Equus quagga, 1788). Nei successivi 50 anni, molte altre zebre furono descritte da esploratori e naturalisti. Dal momento che nessuna zebra ha il manto identico a quello di un altro esemplare, i tassonimisti si trovarono così con un gran numero di specie classificate, senza poter dire con certezza quali fossero veramente specie a sé stanti, quali sottospecie o quali semplici varianti.

Prima ancora che il dibattito giungesse al termine, il quagga fu cacciato fino all'estinzione per la sua carne e per procurarsi pascoli per il bestiame domestico. L'ultimo quagga allo stato brado fu probabilmente abbattuto sul finire degli anni Settanta del XIX secolo, mentre l'ultimo esemplare in cattività morì il 12 agosto 1883 nello zoo Artis Magistra di Amsterdam.
A causa della confusione esistente, il quagga si estinse prima ancora che il dubbio riguardo alla sua classificazione venisse risolto. Recenti ricerche genetiche, tuttavia, hanno dimostato che in realtà il quagga era una sottospecie fra le varie esistenti della zebra delle pianure (Equus burchelli). Si propose perciò di classificarlo come Equus burchelli quagga. Tuttavia, sulla base di una convenzione riguardo alla nomenclatura binomiale, nel caso in cui esistano due o più nomi scientifici in alternativa per designare la stessa specie, si dà la precedenza al nome coniato per primo. Dal momento che il quagga fu classificato 30 anni prima della zebra delle pianure, appare più corretto utilizzare la nomenclatura E. quagga quagga per il quagga e E. quagga burchelli per la zebra delle pianure.

Proprio grazie alla stretta parentela tra il quagga e le varie sottospecie di zebre esistenti, in Sudafrica è stato varato un progetto per ricreare il quagga selezionando alcune zebre delle pianure con il manto scuro, con l'obiettivo finale di reintrodurre questo animale nel suo habitat naturale. Questo procedimento è noto come breeding back; il progetto viene condotto nel Karoo National Park, nella provincia di Western Cape

(fonte wikipedia)

Koa
11-02-08, 09:52 PM
Stambecco portoghese

Data estinzione: 1892


foto: dopo


Lo stambecco portoghese (Capra pyrenaica lusitanica) è una sottospecie estinta dello stambecco dei Pirenei che popolava un tempo i monti del Portogallo, oltre che della Galizia, delle Asturie e parte dei Monti Cantabrici.

Differiva dalle altre sottospecie di stambecco per le corna lunghe all'incirca la metà, ma larghe il doppio, e quindi molto più vicine l'una all'altra alla base.

Nel 1800 questo stambecco era abbastanza diffuso nel suo areale, ma la caccia spietata alla quale venne sottoposto lo decimò in poche decadi: i cacciatori locali non rispettavano le stagioni di caccia fissate e sparavano agli animali anche in maggio, quando scendevano a valle per cercare nutrimento.

La gente cacciava questi animali per la pelle, con la quale si fabbricavano vestiti, oltre che per la carne, le corna (usate per fabbricare corni alpini) e per i bezoari, ossia le pietre contenute nel loro stomaco, che si riteneva potessero proteggere da qualsiasi veleno.

Già nel 1870 era divenuto molto raro. Nel 1886 fu avvistato l'ultimo branco, composto da 12 esemplari. Una vecchia femmina fu catturata nel 1889, ma morì dopo tre giorni: un anno dopo altre due femmine furono trovate morte in Galizia, uccise da una valanga. L'ultimo avvistamento fu di un esemplare femmina, in Portogallo, nel 1892.

Al giorno d'oggi, nel vecchio areale di questa sottospecie estinta è stata introdotta un'altra sottospecie di stambecco, la Capra pyrenaica victoriae.

Apricot
12-02-08, 09:30 AM
Ma che bello questo post Koa! che brava[8D][^][^]

Koa
15-02-08, 06:50 PM
Gazzella rossa o gazella rufina
Data estinzione: 1894





https://www.inseparabile.it/public/forum/koa/2008215185030_redgazelle.jpg


La gazzella rossa (Gazella rufina †) è una specie estinta di gazzella che viveva un tempo nell'Algeria settentrionale e in Marocco. Con tutta probabilità, la gazzella rossa non era diffusa nelle aree desertiche ma solo nelle zone montuose del Nordafrica, più ricche di acqua. L'ultimo esemplare venne avvistato nel 1894.

Nei musei di Parigi e di Londra sono conservati tre esemplari imbalsamati che vennero acquistati nei mercati di Algeri e di Orano sul finire del XIX secolo

Koa
15-02-08, 06:53 PM
Facocero del Capo
Data estinzione: 1900

Foto: dopo


Il facocero del Capo (Phacochoerus aethiopicus) è una specie estinta di facocero che visse in Sudafrica.

Il facocero del Capo era piuttosto simile al facocero comune, ed in particolare alla sottospecie somala di facocero: tuttavia, presentava alcune differenze, di seguito elencate:

il cranio aveva minori dimensioni, ma maggiore larghezza
gli zigomi erano molto ispessiti e presentavano numerosi incavi; era inoltre presente una protuberanza in corrispondenza della sutura iugale-squamosale, assente nel normale facocero.
il facocero del capo non aveva incisivi, a differenza del facocero comune che ha due incisivi nella mascella e sei nella mandibola.
il terzo molare del facocero del Capo era molto largo e non presentava radice.
le fosse sferiche sul retro del cranio, nel facocero del Capo, erano molto più estese di quelle del facocero comune.
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Phacochoerus_aethiopicus"

Koa
15-02-08, 06:56 PM
Wapiti di Merriam
Cervus canadensis merriami
Data estinzione: 1906

Foto dopo
Scheda dopo

Koa
15-02-08, 06:58 PM
Alcefalo bubalo
Data estinzione: 1923




Immagine:
https://www.inseparabile.it/public/forum/koa/2008215185846_Bubalhartebeest-londonzoo.jpg
32,54 KB

L'alcelafo bubalo (Alcelaphus buselaphus buselaphus Pallas, 1766) è un bovide che in passato era diffuso in un territorio che andava dal Marocco all'Egitto e probabilmente anche in Palestina e in Arabia.

La scoperta delle sue corna nelle tombe egizie di Abadiyeh ci fa capire quanto fosse importante sia dal punto di vista mitologico che alimentare. Quelle tipiche corna a forma di lira hanno fatto pensare sia agli antichi che ai moderni che ci fosse una parentela più con i buoi che con le antilopi. Henry Barth nella sua descrizione, del 1857, delle colline di Anahef nel centro Sahara parlava anche di "grosse mandrie di buoi selvatici (Antilope bubalis)" che evitavano il suo gruppo "arrampicandosi sulle rocce molto più agilmente di un uomo".

Stava sicuramente parlando dell'alcelafo bubalo che, alto circa 122 cm dalle spalle in giù, era una creatura veramente impressionante; comunque, l'aspetto più significativo di quel racconto è che riporta la fuga del bubalo dagli europei e dalle loro armi da fuoco verso rifugi in deserti desolatissimi.

All'inizio del secolo scorso si trovava solo nelle montagne a sud dell'Algeria e sull'Alto Atlante marocchino. I grossi branchi che vivevano sulla Catena dell'Atlante un centinaio di anni prima erano scomparsi, lasciando solo amati ricordi nelle menti di qualche colonnello francese "che li aveva abbattuti nelle grandi battute di caccia organizzate nei primi periodi dell'occupazione francese". Comunque, non mancarono i cacciatori che sfidando il terreno impervio trovarono anche gli ultimi superstiti.

L'ultima notizia affidabile sull'avvistamento e abbattimento di un bubalo in Algeria la abbiamo nel 1902, anche se c'è chi afferma di averne visti anche molto dopo quella data. L'alcelafo fu avvistato in Marocco nel 1925 da Missour, ma ben pochi esperti diedero credito all'affermazione e così la femmina che morì nello zoo di Parigi nel 1923 è in genere considerata l'ultima della sua sottospecie.

Un'ironia della scomparsa dell'alcelafo bubalo è che, nonostante vivesse nel deserto, si adattava facilmente alla vita in cattività e alla compagnia dell'uomo. Uno degli esemplari di Parigi visse in cattività per più di 18 anni. Per un protettore della natura di oggi quella specie sarebbe stata l'ideale per un programma di riproduzione e salvataggio, ma non ce n'è più la possibilità