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Visualizza Versione Completa : Pastore abruzzese



milus
18-05-07, 04:10 PM
Non so se sia la sezione giusta perchè non è che l'abruzzese sia propriamente un molosso da montagna,ma ho letto che in questa sezione ci sono vari appassionati di queste razze,nonchè conoscitori e allevatori,leggendo in giro per i post,ho però letto (non mi ricordo dove qunado e da chi) che quando si parla di pastore maremmano abruzzese,si da per asserito che provenga da una fusione delle due linee ,l'abruzzese e appunto la maremmana,parlando della transumanza tra queste due regioni.
Volevo chiedere quindi,se chi ha sostenuto queste cose,ha dei riferimenti precisi su questa cosa,perchè a quanto ne so,(sono per metà abruzzese e mi sono intrattenuto varie volte con pastori e allevatori,nonchè da letture varie)in realtà il cosiddetto tipo maremmano non è assolutamente originario della maremma(si parla di soggetti più piccoli scartati dai pastori e ceduti agli studiosi e appassionati maremmnai,ma si parla comunque di questo secolo),e la transumanza tra queste due regioni era ben ridotta e insignificante rispetto a quella tra abruzzo e puglia.
Tutto ciò solo per ribadire che il nome maremmano viene ritenuto un vero atto di sopruso ai danni di una razza tipicamente abruzzese.
Siccome non mi ritengo il massimo esperto ma queste notizie ripeto sono frutto di testi trovati e racconti sentiti in prima persona,mi piacerebbe se qualcuno sostiene il contrario,poterne discutere.
Un ultima cosa,siccome si è tra appassionati di cani guardiani,quanto è attuale lo studio di Coppinger che aveva posto l'abruzzese al primo posto tra i cani difensori del gregge,esistono altri studi in proposito,sono cambiate le cose?oppure semplicemente avete idee differenti?

etabeta
18-05-07, 06:16 PM
che la razza derivi da una ufficializzazione della fusione tra due varietà distinte è cosa nota, citata addirittura nello standard ufficiale ENCI:

Brevi cenni storici:
antica razza da gregge le cui origini vanno ricercate in cani da pastore tuttora utilizzati in Abruzzo dove ancora oggi prospera la pastorizia e in cani da pastore un tempo presenti nella Maremma toscana e laziale. Con la transumanza delle greggi da una regione all'altra, iniziava un naturale processo di fusione, in particolare dopo il 1860.


si potrebbe anche prendere in considerazione il fatto che l'ingresso della razza nella cinofilia ufficiale è da attribuirsi ad appassionati toscani, come riportato anche nei documenti del club di razza (Circolo del Pastore Maremmano Abruzzese)

...con l'appellativo maremmano si è voluto probabilmente sia evidenziare che il cane era diffuso anche in maremma...sia offrire un riconoscimento ai cinofili toscani che per primi si interessarono della razza, diffondendone la conoscenza fuori dai confini italiani e realizzando i primi allevamenti...

in Abruzzo i mastini rustici (conosciuti come "cani da pecora", mentre i pastori-conduttori vengono definiti "cani da tocca") sono sempre stati allevati dai pastori sulla base della funzionalità e delle attitudini lavorative, il che sarebbe sufficente a giustificare l'attuale divergenza dai cani che vediamo alle expo.

allo scopo di preservare il patrimonio rappresentato dai cani che ancora lavorano, si sono costituiti gruppi di appassionati, tra i quali l'Associazione Cane da Gregge Abruzzese, che ha chiesto ed ottenuto (gennaio 2006) una sessione ufficiale di rilevamento morfometrico (misurazione) su un campione di alcune decine di cani rustici, che ha evidenziato la loro diversità morfologica dalla descrizione dello standard del Pastore maremmano abruzzese.

a proposito degli studi di Coppinger, c'è da precisare che erano stati posti in testa alla classifica a parimerito l'Abruzzese (i coniugi Coppinger avevano studiato i cani al lavoro sulle montagne, quindi non i soggetti da standard ENCI) e il Pastore di Ciarplanina, proponendo comunque l'adozione del "nostro" per motivi di più semplice reperibilità.
ma non tutte le razze erano state prese in considerazione in quello studio.
certamente l'Abruzzese, per la continuità nel lavoro "sul campo" è tra quelle razze che più hanno mantenuto il senso dell'attaccamento al gregge e della sua difesa. non si può dire lo stesso di altre razze occidentali che per varie ragioni non hanno avuto contatti con lupi e greggi negli ultimi decenni (Montagna dei Pirenei, Mastino dei Pirenei...). fanno eccezione le razze portoghesi (Serra da Estrela, Rafeiro do Alentejo). ci sono poi i validissimi custodi orientali, dal già citato Ciarplanina, al Caucaso, al turco Kangal...
tra le molte razze che ancora lavorano, non penso si possa fare una vera classifica di capacità, perchè le differenze tra di esse sono dovute all'adattamento alle condizioni ambientali (geografia, clima, predatori..) del territorio in cui si sono formate.

milus
18-05-07, 06:38 PM
ma eta,non mi convince troppo l'ufficializzazione ENCI,basta vedere cosa ha fatto col cane corso per non prendere quanto dicono per oro colato,certo la maremma ha avuto una influenza,ma non come selezione della razza,che storicamente non è mai stata presente in quella regione prima degli anni 20-30,e vi fu introdotta dopo le bonifiche fasciste che consentirono di aprire anche all'allevamento ovino,una regione tradizionalmente votata all'allevamento bovino ed equino.
Una rappresentanza di nobili toscani,appassionati della razza e facenti parte della cinofilia ufficiale,ha fatto sì che comparisse il nome maremmano,ma io a sostegno di quanto dicono gli abruzzesi,non ho mai trovato traccia di una antica selezione del tipo maremmano avvenuta appunta in maremma.
Esistono notizie storiche sul fatto che allevatori toscani,prelevarono in abruzzo i cani da destinare alla guardia delle greggi,e si dice pure che un po' come avvenne con l'akita tra giapponesi e americani,i pastori lasciarono andar via solo esemplari un po' ipotipici ed in genere di taglia più piccola.Questi cani che presero piede in maremma,vennero però costantemente rinsanguati con cani abruzzesi veri,considerati migliori dal punto di vista morfologico e caratteriale.Da qui la confusione che si creò in seguito.
Questo è perlomeno quanto sostengono gli abruzzesi,ovviamente io ho sempre solo sentito la loro campana,alla quale tra l'altro credo perchè son supportati da una lunghissima tradizione,ed è per questo che ho voluto sentire magari se possibile l'altra "parte" cosa dice.

etabeta
18-05-07, 07:03 PM
guarda che l'ultimo a prendere per oro colato le affermazioni ENCI sono io....;)
mi sembra però interessante notare come l'ente stesso ammetta che il maremmano-abruzzese NON sia una razza storicamente definita, ma una fusione tra i mastini della montagna abruzzese e cani "maremmani"...che poi questi fossero esemplari "di scarto", e/o incroci con pastori locali io non sono in grado di dirlo.
resta il fatto ([u]vergognoso</u>) che anzichè tutelare il valore di una razza antica come il Cane da pecora abruzzese, la cinofilia ufficiale abbia coscientemente scelto di elevare a razza riconosciuta il prodotto di un evidente meticciamento.

milus
18-05-07, 07:11 PM
e su questo mi sembra che siamo entrambi d'accordo :)
per fortuna pare che le cose comunque stiano leggermente migliorando,nel senso che esiste una atttenzione al recupero dei tipi antichi,maggiore rispetto a qualche anno fa,o almeno spero!

stefano.pal
23-05-07, 10:16 AM
anche a me interessa molto il pastore maremmano abruzzese, e consiglio a milus di leggere anche la discussione qui indicata:
http://www.inseparabileforum.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=16116
dove si possono capire due punti di vista differenti ma entrambi
molto interessanti e validi: quello diciamo cosi' "accademico" di Tessaica e quello piu' attento alla funzionalità di etabeta.

milus
23-05-07, 12:27 PM
ma ho letto un po' la discussione e sinceramente la discussione tra eta e tessaiga l'ho trovata un po' "sterile".
Nel senso che non capisco perchè dare "addosso" ad eta solo perchè ha messo in mezzo anche il montagna.Solo perchè brachicefalo?quando il nostro è invece un mesomorfo pesante,e con ciò,che c'entra?
Poi parla di linea maremmana più leggera e immissioni abruzzesi più mastinoidi,ma anche qua io non trovo riscontro da nessuna parte,o meglio ovunque si afferma che i cani dati via a quelli di fuori,erano i soggetti più piccoli e ritenuti non idonei,tanto più che sui libri di razza si legge a chiare lettere:
Nella razza non c’è assolutamente posto per soggetti che richiamino anche lontanamente il lupo: un cranio affusolato, un muso da lupo , uno sguardo lupino, un orecchio troppo dritto, un pelo corto e sfumato, un ventre eccessivamente retratto, un petto stretto, un piede allungato, un occhio gialliccio ,un collo sottile, sono tutti elementi che parimenti alle pezze possono far supporre istinti rappresentanti una minaccia all’economia pastorale e quindi non ammissibili.
“ Dura lex, sed lex:” Viene negata la possibilità di esistere.
Il cane da pecore abruzzese non deve assolutamente avere tratti somatici o comportamenti somiglianti anche lontanamente a quelli del lupo
Poi ci sarebbe da discutere su altre cose affermata da tessaiga come la conduzione.
Insomma lei in parte può anche aver ragione,ma stava parlando di un cane che in realtà gli studi e i fatti(la realtà pastorizia abruzzese)dicono che non esisteva,e cioè il cane che vuole l'enci

stefano.pal
23-05-07, 01:33 PM
sono d'accordo con te, un'altra osservazione da fare è che non è vero che i pastori abruzzesi non sopportano la presenza di cani da conduzione, anzi mi è capitato spesso di vedere il contrario, convivono molto bene con quei pastori neri di taglia media di aspetto lupoide che forse possono essere chiamati pastori italiani.
cio' non toglie che anche alcune cose sostenute da tessaiga possano essere considerate valide. forse è vero che il modo con cui i maremmani svolgono la guardia è diverso da quello dei molossi da montagna tipici. forse è vero che in qualche senso conducono anche il gregge, se queste cose fossero vere sarebbe un punto a favore dei nostri cani, una particolarita' , una dote. quindi è bene notare i punti in comune e le differenze, queste ultime rendono le razze uniche ed apprezzabili ancor di piu'. ma sono sicuro che anche etabeta sia d'accordo con questo.

etabeta
23-05-07, 01:45 PM
al riguardo posso solo dire di avere visto grandi greggi ACCOMPAGNATI da mastini abruzzesi...nel senso che diversi cani si spostavano insieme alle pecore, alcuni precedendole, altri affiancandole, e seguendole, ma in nessuno di loro ho visto alcun atteggiamento di attenzione al movimento del gruppo, ne tantomeno alcun tentativo di mantenerlo compatto o di indirizzarlo...
esattamente lo stesso comportamento che mi è capitato di osservare in cani da montagna dei pirenei, caucaso, e ciarplanina...

antea
23-05-07, 01:55 PM
Io una volta lessi un libro di Paolo Pleber (mi pare che fosse questo il cognome) che aveva fatto delle ricerche in proposito molto interessanti. Ora il libro non e' piu' in edizione, ma citava documenti fotografici di cani pastori abruzzesi di liena bianca e nera denominati pastori domenicani scartati nel tempo dai pastori perche' troppo visibile tra il gregge ed utilizzati per un certo tempo per le mandrie di bovini al pascolo, nonche' largamente usati durante la prima guerra mondiale per tirare i carretti nell'esercito alpino insieme ai muli. Poi nel tempo si sono estinti. Ed era interessante sapere che in realta' non era una razza a parte, ma veri e propri pastori abruzzesi, infatti tra due bianchi poteva tranquillamente nascerne uno pezzato e viceversa. C'era mi ricordo la foto vecchia in bianco e nero di un anziano pastore con in braccio una cucciolata di bianchi con in mezzo uno bianco e nero della stessa figliata.
E' un vero peccato che non lo ristampino piu' perche' era un libro davvero molto interessante. Trattava il cane rustico e non quello di allevamento enci.

milus
23-05-07, 02:31 PM
penso tu ti riferisca al libro di Paolo Breber,che a quanto ne so è ancora in vendita,e comunque i cani pezzati a quanto ne so io non erano altro che mezzi corsi,cioè cani da pecora accoppiati coi corsi,soprattutto nei frequanti scambi di reale transumanza tra abruzzo e puglia e molise(e non con la maremma!)

stefano.pal
23-05-07, 02:43 PM
c'è anche un triste detto abruzzese in cui si dice esplicitamente che i cani "pezzati" vanno tolti dalla cucciolata (eliminati). sigh, tristezza!
per quanto riguarda la conduzione, si anch'io ho visto questo genere di "accompagnamento", ma alcuni sostengono che vi sia un modo anche piu' attivo di condurre da parte dei maremmani-abruzzesi, una cosa vera per esempio, è che uno dei cani che custodiscono il gregge si attarda con la partoriente se necessario. non so se tutti i custodi hanno questa capacita' di dividersi i compiti ed i ruoli.
per quanto riguarda lo standard di razza, vorrei capire cosa conviene pensare, cosa sia piu' giusto. se differenziare o riunire. io non lo so davvero. in linea di principio come ho capito dal forum stesso è meglio differenziare, cioè distinguere per esempio tra il tipo molossoide ed il tipo mesomorfo pesante etc ho capito che le differenze sono delle qualita' e che non bisogna uniformare. pero' se poi si fanno troppe differenze ci si trova in presenza di quattro cinque razze, per esempio alcuni sostengono che vi sia da distinguere tra il tipo aquilano il marsicano quello di popoli etc. etc. cio' che è giusto in linea di principio puo' portare a delle confusioni e forse c'è il rischio che venga sminuita la caratteristica che rende una razza unica e particolare: se un maremmano abbruzzese è un mix di qualita' fuse in modo perfetto grazie ad un'evoluzione naturale funzionale questo non puo' che essere considerato un pregio.
bisogna quindi secondo me anche dare atto agli allevatori seri che perseguono un ideale, e per ottenerlo non possono che mediare su certe caratteristiche in funzione di un'idea, altrimenti il lavoro di allevatore quale sarebbe?

milus
23-05-07, 02:52 PM
Citazione:Messaggio inserito da etabeta

al riguardo posso solo dire di avere visto grandi greggi ACCOMPAGNATI da mastini abruzzesi...nel senso che diversi cani si spostavano insieme alle pecore, alcuni precedendole, altri affiancandole, e seguendole, ma in nessuno di loro ho visto alcun atteggiamento di attenzione al movimento del gruppo, ne tantomeno alcun tentativo di mantenerlo compatto o di indirizzarlo...
esattamente lo stesso comportamento che mi è capitato di osservare in cani da montagna dei pirenei, caucaso, e ciarplanina...


è vero,anche io ho sempre visto questo,ma poi molto evidentemente il tipo di conduzione che fanno altri pastori è inutile nel tipo di territorio che si è sviluppato da altre parti,è anche vero che l'abruzzese come ha notato stefano,è un cane che sviluppa un rapporto con il gregge che pare non esserci nelle altre razze,e di episodi di cani che si attradano con pecore isolate ce n'è pieno.
Quello che non so è la convivenza con altri cani,a parte cagnolini più piccoli,io non ho mai visto abruzzesi e "lupoidi" convivere,ma magari se abituati da piccoli sarà possibile,certo è che gli esperimenti fatti con esmplari adulti e già legati al gregge son stati drammatici.

milus
23-05-07, 02:57 PM
Citazione:Messaggio inserito da stefano.pal

per quanto riguarda lo standard di razza, vorrei capire cosa conviene pensare, cosa sia piu' giusto. se differenziare o riunire.


Guardaquesto non te lo so dire con esattezza,di certo però è vero che in abruzzo esistono diversi tipi,e se esistono differenze caratteriali e morfologiche,sviluppate per rispondere meglio alle diverse condizioni ambientali,mi sembra un po' un delitto fonderle tra loro in cerca di una unificazione.
D'altronde quanti tipi di pastore belga conosciamo?
Non vedo perchè così come belga malinois o belga lakenois non possano esistere l'abruzzese marsicano o l'abruzze se di pescocostanzo.
Certo ci sarebbe da fare una ricerca approfondita,ma la prima cosa che farei esarebbe levare quel "maremmano" dal nome,anche se comprendo sia impossibile

lilo
23-05-07, 03:11 PM
Spesso ho sentito dire che oltre al pastore abruzzese veniva affiancato dal volpino, per allertare i cani verso il pericolo.
Mi è capitato di vedere pastori e greggi, ma mai nulla del genere.

[...]I maschi stabiliscono in genere una gerarchia ben precisa e il branco agisce in perfetta sintonia. I componenti del branco hanno spiccate caratteristiche individuali e, di conseguenza, hanno un ruolo ben preciso all'interno dello stesso. Ci sono soggetti coraggiosi e combattivi con gli intrusi, ma con scarsa predisposizione a captarli da lontano; altri possono essere aggressivi con i lupi, ma timidi con gli uomini; altri ancora possono essere buoni ma protettivi nei confronti delle pecore gravide e restare loro vicino nel momento del parto, quando sono più vulnerabili. Solitamente accanto ai grandi pastori si tiene un piccolo volpino (pumetto) che, avendo un udito migliore ed essendo più sospettoso, mette in guardia i fratelloni contro ogni potenziale nemico che si avvicini. [...].

(Da http://millenniumdogs.net/md/content/view/216/30/).

antea
23-05-07, 03:14 PM
Citazione:Messaggio inserito da milus

penso tu ti riferisca al libro di Paolo Breber,che a quanto ne so è ancora in vendita,e comunque i cani pezzati a quanto ne so io non erano altro che mezzi corsi,cioè cani da pecora accoppiati coi corsi,soprattutto nei frequanti scambi di reale transumanza tra abruzzo e puglia e molise(e non con la maremma!)


Si e' proprio quello ma e' difficile trovarlo. Tu l'hai letto?

antea
23-05-07, 03:32 PM
Scusate l'ignoranza, ma il pastore abruzzese e' un molossoide? io non l'ho mai capito! E che significa mesomorfo? E perche' in giro nelle campagne ci sono esemplari piu' longilinei e altri piu' pesanti? Inoltre perche' alcuni hanno il pelo liscio e altri riccio?
Una signora che conosco ha preso tre anni fa un cucciolo in una fattoria che ora e' grande ed e' un bel cane di struttura piu' longilinea e con gli occhi verdi, il fratello invece e' piu classico come forma, assomiglia ad un orso.

milus
23-05-07, 06:14 PM
antea il pastore non è propriamente un molossoide perchè secondo classificazione fci appartiene al gruppo 1 dei cani da pastore.
In realtà però proprio anche per quanto diceva altrove eta,ha antenati comuni ai cani da montagna,tipo il montagna dei pirenei,che appartengono di diritto al gruppo 2 dei molossoidi.
Insomma l'abruzzese sta tra il tipo lupoide e quello molossoide,ed è infatti un mesomorfo pesante(credo sia l'unico ma non vorrei sbagliarmi).
La struttura dei cani si suddivide in tre grandi famiglie:
dolicomorfo(levrieri e setter ad esempio)
mesomorfo (pastore tedesco,ecc...)
brachimorfo(mastino napoletano,ecc..)
In pratica l'appartenenza ad un tipo o l'altro è data dalle misure del cane,e cioè se la razza ha i diametri trasversali - e quindi la larghezza - predominanti rispetto a quelli longitudinali,allora rientra nei brachimorfi,se prevale la lunghezza è dolicomorfo,se invece sta nel mezzo,cioè senza eccessi da cane "tozzo" o "longilineo" allora è mesomorfo.
Per quanto riguarda il libro di Breber io su internet,l'ho trovato,quindi credo sia comunque ordinabile se ti interessa,comunque personalmente l'ho sfogliato a casa di amici,ma non l'ho letto tutto

milus
23-05-07, 06:38 PM
Antea per quanto riguarda le diversità,non so in che zona abiti,ma è normale vedere in giro tanti meticci di tutti i tipi,i pastori per esempio qui da me in campania,hanno cani bianchi mischiati con lupoidi tipo pastore tedesco,e c'è un po' un miscuglio di tutto,da lì puoi vedere in giro cani a perlo liscio eccetera.
Poi però lo stesso pastore abruzzese è suddiviso in diversi tipi,a memoria mi viene in mente il tipo Aquilano,quello di Pescocostanzo,il Marsicano,(ma se vai su questo link trovi una bella descrizione http://www.abruzzese.org/tipi.htm)e vi sono differenze sia per quanto riguarda la struttura,più o meno pesante,sia per quanto riguarda il pelo.
Tutti i cani rustici,comprese le altre razze,venivano allevate e portate avanti guardando alla loro utilità,l'estetica passava in secondo piano,anche se certi aspetti morfologici erano connessi ad aspetti caratteriali,quindi i pastori non è che stavano a guardare il capello,l'importante era che fossero bianchi per "nascondersi" in mezzo alle pecore e per essere immediatamente distinguibile dal lupo,oltre al fatto che è bello di per sè,ma per il resto si guardava che fossero buoni a svolgere quei difficili compiti a loro affidati

antea
23-05-07, 10:51 PM
Grazie Milus per le spiegazioni di cui non ero a conoscenza.
Insomma il p.maremmano-abruzzese e' in realta' un misto di tutto (molosso-lupo), non e' facilmente collocabile, in pratica non e' come un pastore tedesco ma neanche come un molossoide, certo che non e' chiara la sua identificazione, almeno per me.

Per il libro guarda io lo lessi svariati anni fa e mi affascino' moltissimo, anche se quei cani per molte cose mi fanno pena pero',comunque e' scritto molto bene, ed e' una ricerca dettagliata e approfondita della storia del cane da pastore abruzzese e della sua vita nel mondo rurale della transumanza, con molte fotografie. Se a te interessa te lo consiglio molto, non costa neanche tanto.

Grazie ancora.

ciao

milus
08-06-07, 11:20 AM
Stimolato dalla domanda di antea sulle caratteristiche fisiche dei cani da difesa del gregge nel topic http://www.inseparabileforum.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=26589
sono andato a ricercarmi una vecchia storia che avevo salvato sul mio disco,che proviene dal sito http://www.canidapecora.it/.
E' una storia che a me commuove molto,e che meglio di tante altre parole evidenzia chiaramente tutto l'orgoglio,la forza,il coraggio e la "dignità" che sta dietro a queste antiche razze canine,facendo riscoprire una volta ancora quale fortissimo legame e amore si è instaurato nei secoli tra uomo e cane;nel racconto,abbastanza lungo, c'è qualche parola in dialetto ma penso che non sia di difficile comprensione,in caso contrario chiedete pure:

Una storia veramente vera .

Ci troviamo verso la fine degli anni 50, in località Cascina della Provincia Aquilana ,Antonio si trova con il suo gregge a sfruttare le ultime erbe autunnali alle pendici di alcune colline circostanti sui quali corre il confine tra Abruzzo ed il Lazio.Tornate giù, brucando brucando,in una valletta proprio ai piedi di una collina incorniciata da un folto bosco di pini silvestri e cerri, le pecore iniziano ad ammorrarsi mentre i guardiani bianchi iniziano a mostrare uno strano nervosismo.
In lontananza ,sulle alture dei Monti della Laga ,già da un po' imbiancate, sempre più un color rosarancio invade le cime che il tramonto autunnale sostituisce al candore della neve.
Non capitava da tempo - sembravano ormai storie di altre epoche - una sagoma di quadrupede a dorsale rigida e orecchio acuto si distaccava dall'ormai nero bosco esse ju lupe.
Era solo:? Possibile .. ? Come mai ..?
I cani da pecora di Antonio da un pezzo si muovevano agitati intorno alle pecore ammorrate ed in particolare Nestore, il capo branco che ormai aveva quasi sette anni , che per un cane che lavora con le pecore non è affatto poco.
Con lui c'erano Sentinella, la femmina più adulta,Nebbia e Gaspare, nati nella prima cucciolata di Sentinella e Nestore e due scattoni fratelli di un anno e mezzo circa , di cui non ricordo i nomi.
Questi ultimi provenivano da uno scambio con un pastore amico della zona di Mascioni - Campotosto che aveva dei bei cani grossi. I cacciunitti (cuccioloni) erano rimasti alla stalla insieme alle pecore prene (gravide).
Normalmente , quando si tratta di un solo lupo , difficilmente questo si espone al rischio di avvicinarsi ad un gregge custodito da sei cani. Ciò nonostante continuava ad avvicinarsi lentamente .
Antonio era teso ma non preoccupato più di tanto, convinto che ju lupe si sarebbe ritirato in buon ordine.
Nestore , con il pelo diritto e voce minacciosa , si scagliava verso il lupo fino a circa metà strada tra il gregge ed il lupo , piantando con una certa imponenza le forti e robuste zampe nel terreno. Lo seguiva a distanza Gaspare e più indietro, timorosi, i due scattoni.
Il lupo sembrava fare due passi avanti e quattro indietro come se volesse rinunciare e tuttavia non mostrava l'intenzione di abbandono definitivo .
Solo man mano che Antonio cercava di richiamare Nestore si rendeva conto del gioco a cui stava giocando il predatore . Si stava pian piano tirando Nestore verso il limiti del bosco mentre il distacco con gli altri cani ed il gregge aumenta sempre più .Nestore un po per il suo carattere , un po per la concitazione , non ascoltava Antonio tanto meno si era reso conto di essere rimasto solo.
Fu proprio così che giunto ad una ventina di metri dal bordo del bosco si lanciano altri tre lupi verso Nestore , sgusciando a sorpresa dall'oscurità della foresta, accerchiandolo in un batter d'occhio .
Ormai era fatta. Antonio disperato urla, cerca di spaventare i lupi e di aizzare gli altri cani in aiuto di Nestore ma non servì a nulla.
Nestore si difendeva come poteva dai ripetuti attacchi .Nestore un cane forte e coraggioso pesa più di cinquanta chili ma solo . Lui ha un unico vantaggio . I predatori devono essere più cauti per non essere feriti .Per loro una ferita può diventare letale perchè nessuno li cura e nessuno li sfama in caso non possano più cacciare . I predatori devono proteggere in primo luogo la loro incolumità .
I guaiti di dolore di Nestore diventavano sempre pi frequenti e laceranti . Ormai il rosso del sangue quasi prevaleva sul bianco pelo arruffato del povero martire.
Antonio non ricorda neanche come ma ad un certo punto , forse con la forza della disperazione e magari per la rabbia del dolore che lo invadeva, Nestore riuscì ad afferrare uno dei lupi ed a staccargli di netto un orecchio .
Il latrato del lupo dolorante e l'abbondante flusso di sangue che fuoriusciva dalla testa aveva messo in allarme i compagni predatori . Nestore, giunto ormai al limite delle sue forze cercava di reagire, barcollante e stremato a qualche altro timoroso tentativo d'attacco ma poi i lupi cominciarono a ritirarsi nel bosco.
Antonio era combattuto tra il sentimento di gioia perchè non era stata uccisa neanche una pecora , unica fonte di reddito per lui , e quello della disperazione per le condizioni in cui era ridotto Nestore , accasciatosi definitivamente per terra nel tentativo di raggiungere il gregge.
Antonio non sapeva cosa fare. Ormai era notte e bisognava riportare le pecore nell'ovile altrimenti l'estremo gesto di Nestore rischiava di restare vano. Ma lasciarlo morire in solitudine dopo tanto coraggio.
I lupi sarebbero potuti tornare, dandogli il colpo di grazia e divorarlo per la fame. Antonio proprio non sapeva cosa fare.
Dopo alcuni tentativi di abbracciare Nestore per portarlo a casa Antonio si deve arrendere. Quasi sessanta chili di peso morto non si portano molto lontano.
Beh! I paratori (cani conduttori meticci ) Lilla, Briciola e Sergente conoscevano bene la strada del ritorno e sapevano guidare il gregge fino a casa. Così Antonio decise di rimanere con Nestore nelle sue ultime ore di vita.
Le notti ormai cominciavano ad essere piuttosto fredde ed umide ma Antonio era abituato anche a condizioni peggiori e così restò a lungo sveglio carezzando il capo ancora insanguinato del povero Nestore che non faceva neanche un lamento.
L'aveva appena catturato il sonno quando Antonio di soprassalto si sveglia, udendo delle voci in lontananza . Era ancora notte, mancavano un paio d'ore all'alba. Chi poteva essere?
Man mano che si avvicinarono riconobbe la voce di Peppe, suo figlio, e Domenico, fratello di Antonio. Erano usciti in cerca di Antonio vedendo rientrare il gregge da solo, temendo il peggio.
La loro gioia di trovare Antonio in ottime condizioni fu presto attutita dal racconto frenetico e straziante di quanto era accaduto.
In tre riportarono Nestore nell'ovile, vicino alle sue pecore, avvertendo subito il veterinario.
Il veterinario, dagli amici allevatori, chiamato confidenzialmente Pierluigi, dopo avere ricucito le molteplici lacerazioni (erano centinaia di punti, non si contavano), prescrisse degli antinfiammatori e degli antibiotici, senza per riporre molte speranze nella sopravvivenza di Nestore.
Ormai aveva una certa età e le ferite infertegli erano state notevoli cos come i traumi subiti.
Nestore beveva poco e mangiava niente nei giorni successivi. A forza, tutti i familiari gli colavano una poltiglia di siero di latte, pane e quant'altro in bocca, che per la maggiore andava sprecata.
Nonno Giacomino insisteva nel fargli bere un infuso di corteccia di quercia, dicendo che a lui gli aveva salvato la vita durante la guerra.
Per pi di due mesi non migliorava n peggiorava lo stato di salute di Nestore . Continuava a vegetare sdraiato quasi immobile nella stalla dove quasi tutti i bambini del paese la sera lo andavano a trovare.
Volevano confortare il cane eroe che aveva combattuto contro quattro lupi e puntualmente Antonio doveva raccontare quasi fino all'esasperazione come erano andati i fatti.
Come per miracolo, ad un certo punto, Nestore cominciava a dare segni di miglioramento e giorno dopo giorno, quando Antonio rientrava con il gregge e gli altri cani, lo trovava sempre più aitante finchè si riprese del tutto.
Ci vollero in tutto quasi sei mesi ma alla fine era tornato un vero capo branco ma non per gli altri cani maschi.
Gaspare ormai aveva quattro anni, gli scattoni di Mascioni due anni e frequenti erano le lotte per la gerarchia nel branco.Tutto pensavano a questo punto meno che portare rispetto a Nestore vecchio e malato.
Tendevano ad isolarlo, aggredendolo singolarmente, in coppia e qualche volta anche in gruppo.
Antonio aveva ormai rinunciato al pensiero di portare Nestore con se in primavera quando si sarebbe tornati in montagna e lui sembrava come averlo in qualche modo capito.
Forse sentendosi tradito per non essere stato sostenuto dagli altri maschi nella lotta contro i lupi, per averlo spodestato dal ruolo di capo branco durante la sua malattia, per averlo allontanato dalle grazie del suo padrone che lo aveva esonerato da suo lavoro, forse per ci sa quale ragione successe quello che nessuno avrebbe mai potuto immaginare. Successe quello che fece di Nestore una Leggenda pi di quanto non avesse fatto la vicenda del combattimento coi lupi.
Erano iniziati i preparativi per la monticazione e il gregge pascolava tra le ultime erbe di pianura a pochi chilometri dalla stalla.
Nestore,che era legato ad una catena nei pressi dell'ingresso della casa di Antonio per evitare che seguisse le pecore ad un certo punto sparì.
Le pecore erano sole , recintate in un piccolo stazzo, guardate dai cani e quindi solamente nel pomeriggio, verso le cinque e mezzo , Antonio tornava a prenderle per la mungitura.
Avendo poi notato l'assenza di Nestore si era precipitato verso lo stazzo immaginando che avrebbe tentato di raggiungere il gregge.
Non si era sbagliato, ma lo scenario che si trovò di fronte era fuori da ogni sua immaginazione.
Trovi nuovamente Nestore con il muso insanguinato e pieno di ferite ma ancor peggio Gaspare e i due scattoni, fratelli di Mascioni morti stecchiti.
Potevano essere scesi i lupi fino gi a valle ed avere compiuto un tale scempio? - Le pecore erano tranquille, non ve nera neanche una sgozzata o ferita e ad occhio non sembrava ne mancassero.
No, - no di tutto questo.
Quanta amarezza e disperazione dovevano avere invaso la mente ed il cuore ferito di Nestore in tutti quei mesi. Si era fatto giustizia. Si era ripreso il suo posto eliminando definitivamente quei vigliacchi traditori lasciando salvi le femmine ed i cacciunitti.
Antonio, fino al termine dei suoi ultimi giorni , quando arrivava alla fine del suo racconto, che non si stancava mai di narrare agli ignari, non riusciva a trattenere le lacrime dalla commozione.
Nestore era ormai morto da molti anni ma rimasto vivo nella memoria di Antonio, della sua famiglia e di tanti altri che l'avevano conosciuto.
Purtroppo nessuno dei suoi figli( fu padre di altre due cucciolate) mostr tanta audacia ma forse qualche nipote o pronipote potrebbe avere ripreso da lui e chi sa che un giorno non sentiremo parlare di qualche gesto eroico di un cane da pecora le cui origini si dice siano di Cascina.

antea
08-06-07, 12:15 PM
Il racconto e' bello seppure secondo me un po' spettacolarizzato.
Io non credo che quattro lupi non riescano ad uccidere un cane sprovvisto di vreccale.
Ma non sono un esperta e non mi permetto di giudicare. Comunque secondo quanto asserisce Luigi Boitani (uno dei massimi esperti di lupi a livello mondiale) il cane rientra nell'alimentazione del lupo.

Ecco perche' dubito che siano stati quattro lupi, se e' veramente sopravvisuto ad un attacco di lupi..doveva avere per forza il vreccale, e anche qui mi pare strano che i lupi abbiamo accettato lo scontro..non mi convince del tutto, non lo so..

marcopeluso
08-06-07, 12:29 PM
Bella storia. Non perchè sia a tratti anche violenta: ma perchè ci rirorda quanto il destino del cane e quello dell'uomo siano legati da tempi antichi, in cui la vita di molti uomini, sia direttamente che indirettamente, è stata migliorata e tutelata in maniera sostanziale dal cane, che fosse da pastore, da guardia, da caccia.
Scusate ora l'OT, ma non ho potuto fare a meno di notare la grande somiglianza di strategia predatoria dei lupi in questione con quella descritta da Jack London all'inizio de "Il richiamo della foresta", anche in quel caso volta -tramite una lupa- ad isolare cani in quel caso da slitta per poi attaccarli e mangiarli. E' sorprendente come strategie cosi' estreme siano state notate in realta' cosi' diverse. Al di la' della ovvia tristezza per la sorte dei cani coinvolti, io non posso non provare solidarieta' anche per i lupi, che devono mangiare perche' nessuno li nutre, e devono barcamenarsi in una realta' aliena che li priva di habitat, prede e territori.
Ma alla fine questo è un duello antico, tra cane e lupo(padre e "figlio"!)che rispetto

milus
08-06-07, 01:58 PM
Citazione:Messaggio inserito da antea

Il racconto e' bello seppure secondo me un po' spettacolarizzato.
Io non credo che quattro lupi non riescano ad uccidere un cane sprovvisto di vreccale.
...
Ecco perche' dubito che siano stati quattro lupi, se e' veramente sopravvisuto ad un attacco di lupi..doveva avere per forza il vreccale, e anche qui mi pare strano che i lupi abbiamo accettato lo scontro..non mi convince del tutto, non lo so..



Ma antea,io parto sempre dal presupposto di non prendere mai per oro colato quanto si legge e quanto si dice in giro,e anche in questo caso non è che ti dica che al 100% la storia sia vera;come tutte le vecchie storie tramandate, è possibilissimo che sia stata quantomeno resa emozionalemnte più forte con qualche esagerazione qua e là,ma comunque rimane per me molto veritiera,il vreccale non viene detta se c'era o no,ma al 99 per cento credo ci fosse,perchè così si usava,e infatti questo ti spiegherebbe anche perchè i lupi non l'abbiano "finito",la considerazione che i lupi devono badare per prima cosa alla loro incolumità,è drammaticamente vera in una realtà in cui un animale ferito è destinato a morte,e questo il pastore lo sottolinea molto bene,per cui è ipotizzabile un continuo attacco ai lati del povero cane circondato.
Comunque al di là di tutto,quello che a me colpisce ed emoziona della storia non è il chiedermi quanto ci sia di vero e quali aspetti invece assumano i contorni della leggenda,bensì è il leggere tra le parole dell'uomo-pastore tutta l'ammirazione e l'amore per quel cane,che in una sorta di processo di umanizzazione riassume in sè quelle doti che noi sappiamo e crediamo essere solo prerogativa umana, Nestore ama il suo lavoro,ama il suo gregge,arriva a dare quasi la vita per lui,e al di là di tutto giunge alle estreme conseguenze per riappropriarsene una volta che ne è stato privato,come a sottolineare da parte del pastore che per lui una vita lontano dalle sue pecore non avrebbe senso.
Tutto ciò per quanto magari estremizzato,o raccontato con toni enfatici,rispecchia però quella che da sempre è la vita di questi cani,e in un singolo episodio c'è il simbolo,il riassunto estremo di una dura selezione naturale protrattasi negli anni,e che ha reso il carattere dell'abruzzese quello che oggi conosciamo.
Per quanto riguarda le parole del mio "conprovinciale" marco,mi trovano assolutamente d'accordo,credo che tutti noi amiamo il lupo e restiamo affascinati ed esterrefatti a leggere della sua intelligenza,delle sue doti,del suo mistero,e non possiamo che provare anche un bel po' di pena a sapere gli stenti a cui è costretto da secoli,però mi piace sottolineare che l'utilizzo di guardiani come l'abruzzese e gli altri cani di questo tipo,permette per certi versi di "aiutare" il lupo,che tenuto il più possibile alla larga dalle greggi,non viene di conseguenza neanche barbaramente cacciato e ucciso come è avvenuto in altri posti del mondo

marcopeluso
08-06-07, 02:13 PM
Verissimo, Milus. Di fatto il potere di dissuasione di custodi del gregge come i mastini abruzzesi (c.d."maremmani") DIFENDE i lupi ed anche gli orsi dalle ritorsioni, brutali ma comprensibili, dei pastori. Capiscono in genere che "non e' aria" e cercano cibo altrove. Diverso e drammatico è il discorso dei branchi di cani inselvatichiti, vere mostruosita' ecologiche create, come sempre, dal nostro egoismo: privi di regole, privi di paure, pieni solo di disperazione, osano l'inpensabile. Ma questo sarebbe un altro OT, per cui qui mi fermo per seguire questa interessantissima discussione.

marcopeluso
08-06-07, 02:42 PM
Ehm....ERRORE.
Non "il richiamo della foresta"...era "Zanna bianca"[:I]

antea
08-06-07, 03:52 PM
Citazione:Messaggio inserito da milus


Citazione:Messaggio inserito da antea

Il racconto e' bello seppure secondo me un po' spettacolarizzato.
Io non credo che quattro lupi non riescano ad uccidere un cane sprovvisto di vreccale.
...
Ecco perche' dubito che siano stati quattro lupi, se e' veramente sopravvisuto ad un attacco di lupi..doveva avere per forza il vreccale, e anche qui mi pare strano che i lupi abbiamo accettato lo scontro..non mi convince del tutto, non lo so..



Ma antea,io parto sempre dal presupposto di non prendere mai per oro colato quanto si legge e quanto si dice in giro,e anche in questo caso non è che ti dica che al 100% la storia sia vera;come tutte le vecchie storie tramandate, è possibilissimo che sia stata quantomeno resa emozionalemnte più forte con qualche esagerazione qua e là,ma comunque rimane per me molto veritiera,il vreccale non viene detta se c'era o no,ma al 99 per cento credo ci fosse,perchè così si usava,e infatti questo ti spiegherebbe anche perchè i lupi non l'abbiano "finito",la considerazione che i lupi devono badare per prima cosa alla loro incolumità,è drammaticamente vera in una realtà in cui un animale ferito è destinato a morte,e questo il pastore lo sottolinea molto bene,per cui è ipotizzabile un continuo attacco ai lati del povero cane circondato.
Comunque al di là di tutto,quello che a me colpisce ed emoziona della storia non è il chiedermi quanto ci sia di vero e quali aspetti invece assumano i contorni della leggenda,bensì è il leggere tra le parole dell'uomo-pastore tutta l'ammirazione e l'amore per quel cane,che in una sorta di processo di umanizzazione riassume in sè quelle doti che noi sappiamo e crediamo essere solo prerogativa umana, Nestore ama il suo lavoro,ama il suo gregge,arriva a dare quasi la vita per lui,e al di là di tutto giunge alle estreme conseguenze per riappropriarsene una volta che ne è stato privato,come a sottolineare da parte del pastore che per lui una vita lontano dalle sue pecore non avrebbe senso.
Tutto ciò per quanto magari estremizzato,o raccontato con toni enfatici,rispecchia però quella che da sempre è la vita di questi cani,e in un singolo episodio c'è il simbolo,il riassunto estremo di una dura selezione naturale protrattasi negli anni,e che ha reso il carattere dell'abruzzese quello che oggi conosciamo.
Per quanto riguarda le parole del mio "conprovinciale" marco,mi trovano assolutamente d'accordo,credo che tutti noi amiamo il lupo e restiamo affascinati ed esterrefatti a leggere della sua intelligenza,delle sue doti,del suo mistero,e non possiamo che provare anche un bel po' di pena a sapere gli stenti a cui è costretto da secoli,però mi piace sottolineare che l'utilizzo di guardiani come l'abruzzese e gli altri cani di questo tipo,permette per certi versi di "aiutare" il lupo,che tenuto il più possibile alla larga dalle greggi,non viene di conseguenza neanche barbaramente cacciato e ucciso come è avvenuto in altri posti del mondo


Mmmhhhhh..[:137][:137][:137]...Milus non capisco mai dalle tue espressioni se sei inc*** oppure no [:137][:137]...

Comunque hai ragione..infatti mi pare che qualche anno fa venisse promosso il pastore abruzzese come "arma" contro i lupi, per evitare che fossero uccisi dai pastori a fucilate e quant'altro, visto poi che e' protetto!

Ma sinceramente mi fanno pena anche quei cani che lavorando in situazione anche estreme si feriscono e poi non vengono curati, lasciati alla selezioni naturale dagli stessi pastori. In canile non e' raro che tali cani maremmani/abruzzesi da lavoro vengano sequestrati per maltrattamento!
Io stessa ho visto una volta un cane da lavoro nella campanga romana una bella femmina ferita ad una zampa probabilmente infetta che zoppicava..mi fece tanta pena!

milus
08-06-07, 05:52 PM
Antea scusa ma quale espressione ti fa credere che io sia inc.....o? :)
assolutamente no,forse non uso troppe faccine perchè non è che poi mi piacciano più di tanto,però non mi sembra di mostrarmi come dici tu,e anzi mi fa piacere parlare di queste cose e mi farebbe ancora più piacere che esperti come eta o phod arricchissero ancora di più la discussione,data la loro esperienza.
Comunque a parte questa piccola parentesi effettivamente la vita da lavoro e sempre stata dura per questi cani,soprattutto nel passato,e se tanti pastori amavano i loro cani,come sempre e come ovunque,qualcuno o molti che agivano solo per interesse e se ne fregavano relativamente dei loro "aiutanti", stai pur certa che li trovavi.
Ma già per esempio in questo racconto vedi un pastore che si appresta a passare la notte vicino al suo cane ferito per non farlo sbranare dai lupi,il che è comunque significativo di una certa sensibilità,tra l'altro nei poverissimi anni 50.
La vita a quell'epoca era dura per gli uomini e per gli animali,e anche per questo visto il patrimonio che ci hanno lasciato,aiutati dalle condizioni "estreme" dell'epoca,gettare alle ortiche dei cani del genere,stravolgendo il loro carattere,è un danno storicoe culturale.
Oggi i tempi son cambiati,abbiamo la ricchezza e il tempo per occuparci meglio dei nostri cani,ma questo comunque è un altro discorso

antea
08-06-07, 08:13 PM
[quote]Messaggio inserito da milus

Antea scusa ma quale espressione ti fa credere che io sia inc.....o? :)
assolutamente no,forse non uso troppe faccine perchè non è che poi mi piacciano più di tanto,però non mi sembra di mostrarmi come dici tu,e anzi mi fa piacere parlare di queste cose e mi farebbe ancora più piacere che esperti come eta o phod arricchissero ancora di più la discussione,data la loro esperienza.


Meglio cosi'...forse mi sono lasciata condizionare dalle precedenti discussioni...

stefano.pal
27-09-07, 10:17 AM
ho letto sul sito ufficiale del "circolo del pastore maremmano abruzzese" un articolo molto interessante che afferma delle cose che ho riscontrato nella realta', durante le mie passeggiate sui confini laziale-abruzzesi. mi capita spesso di incontrare piccoli greggi con pastore e cani da pastore, neri , il pastore italiano , e bianchi, il maremmano abruzzese, insieme. è interessante vedere il loro diversissimo modo di comportarsi con il gregge, in particolare il cane nero è molto affiatato con il pastore, segue i suoi comandi, che consistono in strani fischi, o cenni impercettibili, e corre avanti e dietro con molta foga intorno al gregge spesso torna dal pastore gli si mette vicino e richiede la sua attenzione, magari una carezza, che pero' non arriva... invece il cane bianco è molto piu' statico e distante dal pastore, osserva il gregge da un altro punto di vista. non cerca le attenzioni del padrone. ma è attento alle pecore. il cane nero non mi considera mentre il bianco mi osserva come per vedere quali sono le mie intenzioni. e quelle del mio cane che in queste occasioni tengo ben vicino a me ,il pastore bianco valuta la situazione e capisce che non c'è pericolo per il gregge. si pone tra me ed il gregge, mentre il nero è vicino al pastore. l'articolo che ho letto riporta sostanzialmente questa impressione, lo cito:
"Condizione essenziale per un buon cane da difesa del gregge è possedere un forte attaccamento agli ovini che si manifesta, per esempio, nel rimanere da solo al pascolo con il gregge anche la notte come avviene d'estate nei monti d'Abruzzo quando il pastore, munte le pecore, torna a casa in paese lasciando il gregge alla sola custodia dei cani. Un buon cane da difesa del gregge deve,in sostanza, preferire la compagnia delle pecore a quella dell'uomo. Il cane, oltre a non abbandonare le pecore di fronte agli attacchi dei predatori, fino a sacrificare la propria vita per difenderle, non deve mai farsi distogliere dal suo compito, né di fronte a minacce né ad offerte di cibo o quant'altro.
Molto significativo, per valutare l'attaccamento del cane verso le pecore è il loro modo di collocarsi rispetto al gregge. I cani che manifestano maggiore affinità verso gli ovini sono quelli che anche in presenza del pastore sono più vicini alle pecore che all'uomo lasciandosi anche circondare dalle pecore, prerogativa questa del cane da protezione e non del cane conduttore
Se il cane tende a collocarsi a notevole distanza dalle pecore o più vicino al pastore che a queste ultime dimostra un insufficiente attaccamento agli ovini. Il cane che lasciato con il gregge si allontana dalle pecore per cercare l'uomo, o per qualsiasi altro motivo, non risulta assolutamente idoneo" da www.cpma.it.

darty
27-09-07, 03:47 PM
probabilmente quei 2 tipi di cani sono un buon connubio x la difesa e la conduzione, come probabilmente lo sono la coppia maremmani-border collie che ho visto operare assieme in alcuni casi.

stefano.pal
28-09-07, 09:03 AM
io pensavo che i cani pastore custodi, come il maremmano abruzzese non sopportassero la presenza di cani conduttori nel gregge, soprattutto di quei cani che hanno un attegiamento molto simile a quello di un lupo che punta si abbassa e poi prende velocita' verso l'ovino ringhiando e/o mordendo, come fanno i border collie ed i pizzicatori come il pastore italiano. invece non è cosi' per i pastori maremmano abruzzesi di cui sopra. forse è cosi' anche per gli altri pastori custodi o il p m a è un caso a parte?

darty
28-09-07, 03:47 PM
il tuo ragionamento non è sbagliato in effetti, ma anch'io li ho visti assieme e andavano d'accordissimo!!! ;)

meticcio
13-11-08, 09:20 PM
non so dare una giusto peso all'esperienza ma la mia Maya, pastorina abbruzzese figlia di pecoraro vero, quando dal veterinario ha incontrato un hasky (o qualcosa che gli somigliava forse un alaska perche non era piccoletto) adulto che cmq gli scodinzolava è partita come un ossessa ed aveva appena 5 mesi, non l'aveva mai fatto con altri cani, può essere un segno di atavismo?

furvio
17-02-09, 11:18 AM
tempo fa leggevo su un sito dell'esistenza di varie tipologie di abruzzesi, tra cui una molto poco conosciuta a pelo corto, qualcuno ne sa qualcosa?

furvio
18-02-09, 11:14 AM
<div align="center" id="quote2"><table class="quote"><tr><td class="quotetd"></td></tr><tr><td class="quotetd2"><span class="quotetext">meticcio ha scritto:

non so dare una giusto peso all'esperienza ma la mia Maya, pastorina abbruzzese figlia di pecoraro vero, quando dal veterinario ha incontrato un hasky (o qualcosa che gli somigliava forse un alaska perche non era piccoletto) adulto che cmq gli scodinzolava è partita come un ossessa ed aveva appena 5 mesi, non l'aveva mai fatto con altri cani, può essere un segno di atavismo?
</span></td></tr></table></div align="center" id="quote2">

mi sembra di aver capito che hai un abruzzese che tieni come cane da "compagnia", come ti ci trovi nella vita di tutti i giorni?
intendo passeggiate, socializzazione con altri cani, adattabilità agli ambienti, sopportazione delle persone estranee...

GranPasso
18-11-09, 11:30 AM
Provo a rispondere alla domanda che hai posto a meticcio...

L'abruzzese è un cane che mal si adatta a vivere in piccoli spazi e che conserva nei suoi geni la necessita' di vivere senza particolari restrizioni territoriali.

Molto dipende anche da come è stato cresciuto il cucciolo ... perche' nel caso sia nato nella rete . come dicono i pastori ovvero insieme alle pecore per avere il loro imprinting ( come la mia Bianca ) , e sia stato successivamente adoperato , per un po' , come cane da protezione del gregge .... allora le difficolta' aumentano e non di poco !!!

Il cane in ogni caso si adatta , ma le difficolta' del cane ad interpretare un ruolo cosi' differente da quello naturale e del padrone umano che abbisogna di gestirlo ... non saranno poche !!!

Ovviamente sto parlando di cani rustici ...:)

Ciao

iennaro
24-01-12, 06:26 PM
<div align="center" id="quote2"><table class="quote"><tr><td class="quotetd"></td></tr><tr><td class="quotetd2"><span class="quotetext">antea ha scritto:

Io una volta lessi un libro di Paolo Pleber (mi pare che fosse questo il cognome) che aveva fatto delle ricerche in proposito molto interessanti. Ora il libro non e' piu' in edizione, ma citava documenti fotografici di cani pastori abruzzesi di liena bianca e nera denominati pastori domenicani scartati nel tempo dai pastori perche' troppo visibile tra il gregge ed utilizzati per un certo tempo per le mandrie di bovini al pascolo, nonche' largamente usati durante la prima guerra mondiale per tirare i carretti nell'esercito alpino insieme ai muli. Poi nel tempo si sono estinti. Ed era interessante sapere che in realta' non era una razza a parte, ma veri e propri pastori abruzzesi, infatti tra due bianchi poteva tranquillamente nascerne uno pezzato e viceversa. C'era mi ricordo la foto vecchia in bianco e nero di un anziano pastore con in braccio una cucciolata di bianchi con in mezzo uno bianco e nero della stessa figliata.
E' un vero peccato che non lo ristampino piu' perche' era un libro davvero molto interessante. Trattava il cane rustico e non quello di allevamento enci.



</span></td></tr></table></div align="center" id="quote2">

ciao, ho trovato questo messaggio per caso, spero che tu segua ancora questo forum; ho avuto per 16 anni uno splendido pastore maremmano abruzzese proveninete da una fattoria salentina, nel 1989 comprai il libro di paolo breber...il caso ha voluto che nell'agosto del 2010 in cilento (SA) trovassi un cucciolo di quello che sembra essere un pastore domenicano come quello citato da breber..nella foto ha 11 mesi, ora ha la testa più grande e squadrata..
a presto


Immagine:
https://www.inseparabile.it/public/forum/iennaro/2012124192520_DSCF4720.JPG
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karol
25-01-12, 04:12 PM
ciao anche io ho un cane piccolo di taglia mi piace molto il tuo perchè adoro le razze grandi spero che il tuo cresca bene e che ti aiuti nei momenti difficili[:p]