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Visualizza Versione Completa : I maggiori esperti mondiali di plantigradi



Fabry
17-10-05, 08:23 PM
IL CONVEGNO
I maggiori esperti mondiali di plantigradi si sono riuniti a Riva del Garda per fare il punto sulla situazione della specie
Più orsi e più possibilità di incontro-scontro
Presentate tre ricerche dell'Università di Udine che fanno parte del progetto Interreg di cui è capofila la Regione

Trecentocinquanta esperti di oltre 20 paesi si sono ritrovati recentemente a Riva del Garda per discutere sulla situazione delle ricerche e della conservazione dell'orso nel mondo. Il convegno, sedicesimo della storia, è stato organizzato dalla Provincia Autonoma Di Trento e dall'Istituto Nazionale della Fauna Selvatica. Sono stati rpesentati oltre 180 tra comunicazioni e poster e tre di questi (uno sul velocità annuale di espansione dell'orso dalla Slovenia verso le alpi centrali, un secondo sul ruolo dell'habitat a diverse scale sull'uso del territori dal parte dell'orso, ed un terzo sul comportamento antipredatorio adottato dalla pecora Plezzana) da parte dell'Università di Udine. Gli interventi sono il frutto dei primi risultati del progetto interreg Italia-Slovenia "Gestione sostenibile transfrontaliera delle risorse faunistiche" di cui è beneficiaria la Regione Friuli Venezia Giulia - Direzione centrale per le risorse agricole, naturali , forestali e della montagna.
Le relazioni, sull'orso bruno e quello nero americano sono risultati ad elevato livello scientifico, ed in particolare hanno messo in luce le due importanti tecnologie che sono tutt'ora adottate: la radiotelemetria satellitare, per lo studio dei movimenti e dell'uso dell'habitat, e le analisi genetiche non invasive, ovvero le analisi di pelo e feci, per la stima del numero minimo della popolazione e la definizione dei livelli di parentela. Quest'ultimo argomento ha avuto molto rilievo ed in un workshop finale si sono discusse limitazioni, potenzialità oltre che la necessità di metodi standardizzati e comuni. In questo senso è interessante ricordare come nell'arco alpino esistono ben tre linee di ricerca genetiche che fanno a capo all'Istituto Nazionale della Fauna Selvatica (orso bruno del trentino e orso marsicano), all'università di Lubiana, Udine e Zagabria per i reperti derivanti dalla popolazione dinarica e dalla popolazione di orso delle alpi nordorientali, e dal Museo di Storia Naturale di Vienna per i reperti austriaci, sia delle Alpi che dell'area di reintroduzione in Stiria. Per quanto riguarda l'uso delle tecnologie di radiotelemetria satellitari, molti lavori soprattutto nord americani (dove la tecnica è molto in voga fino a giungere in aree nelle quali sono stati raccolti dati di oltre 100 orsi radicollarati con questo sistema) hanno permesso di evidenziare i limiti derivanti dalla non completa copertura che fornisce questo sistema e dalle potenzialità comunque notevoli soprattutto se integrate alle analisi genetiche.

Tra i principali argomenti affrontanti: la conservazione dell'orso bruno in Europa, l'ecologia di popolazione, la gestione dei conflitti tra uomo ed orso, la gestione delle popolazione anche attraverso al caccia, e la conservazione delle varie specie di orso in Asia ed America latina, gli aspetti genetici.

Da queste comunicazioni sono emerse tutta una serie di interessanti aspetti, tra cui la situazione relativamente buona di presenza dell'orso nei paesi dell'Est Europa e del Nord Europa ed al contrario l'insuccesso dei progetti di reintroduzione sui Pirenei in Francia (abbattimenti illegali) ed in Stiria (scomparsa dei nuovi nati). In Francia, comunque, si registra la ripresa delle reintroduzioni di orsi sloveni prevista con la prossima primavera.

Problemi ed una situazione in controluce è emersa per quanto riguarda la situazione in Trentino dove la reintroduzione ha permesso di costituire una popolazione di oltre 20 orsi a fronte di 10 reintrodotti, ma con una crescente aumento dell'interazione tra questi e le attività e la presenza umana (predazioni su animali domestici, sconfinamenti ed attraversamenti dei paesi, soggiorni presso parchi e giardini, tra cui anche a Trento, e frequenti visite presso i cassonetti dell'immondizia) che ha costretto l'amministrazione trentina (prevista già dal progetto di reintroduzione) di istituire un gruppo di emergenza per interviene e fare allontanare orsi troppo confidenti.

Dati ancora molto contradditori, ma comunque prevalentemente negativi, anche per quanto riguarda la situazione e dell'orso marsicano, presente in appennino, che le analisi genetiche ed altre valutazioni danno compreso tra le 25 e le 100 unità, con circa 40-50 individui come stima più plausibile in decremento. La situazione del nord est italiano dipendente dalla popolazione dinarica slovena appare invece in ripresa dopo il calo di inizio degli anni 2000, con aree permanentemente utilizzate dall'orso e con la presenza di femmine con piccoli. In Friuli è da segnalare come dopo alcuni anni l'orso è stato di nuovo segnalato nelle Prealpi Carniche, Dolomiti friulane e centro della Carnia (Ravascletto) oltre chè nella Val Pesarina, nell'Ampezzano, Fornese e Sauarano.

Molto interessanti i lavori norvegesi che hanno permesso di evidenziare il ruolo fondamentale nella dinamica di popolazione dell'infanticidio dei piccoli orsi da parte di orsi maschi adulti, non loro padri, dipendente in parte anche dall'attività venatoria che in Norvegia è permessa su questa specie. Sempre in Norvegia una lavoro realizzato grazie a radicolari satellitari ha permesso di evidenziare come la distanza di fuga dell'orso nei confronti dell'uomo varia dai 38 ai 624 metri e non avviene nel momento in cui l'orso avverte la presenza dell'uomo o alla distanza minima ma dopo che questi lo ha superato nel suo tragitto mentre l'orso può decidere di rimanere nascosto. In alcuni casi l'orso può addirittura non fuggire ma dopo aver fatto passare l'uomo spostarsi sulla traccia dell'uomo stesso per annusare il tracciato ed in parte seguire l'uomo stesso.

I lavori canadesi e statunitensi erano per lo più concentrati a studiare l'influenza della strade e delle nuove infrastrutture quali condotte petrolifere sull'uso dell'habitat da parte dell'orso nero e bruno, oltre chè a studiare il numero minimo in base alle analisi genetiche sui peli ottenute con le trappole per pelo.
Il Gazzettino