SAS Intervista all’allevatore

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CHIEDERE, CAPIRE, CONOSCERE. SAS

Di Andrea Galdiolo
Inseparabile incontra Mauro Zanzi il presidente della sessione SAS modenese “Walter Gorrieri” che in una lunga e ricca conversazione risponde alle nostre e alle vostre domande.

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Mauro Zanzi è una persona schietta di poche parole, all’apparenza può sembrare persino schivo, in realtà è invece una persona attenta, che non ama parlare per nulla e lo fa capire chiaramente.

lo incontro in tarda mattinata nel suo allevamento nella campagna di Carpi (Modena), lo trovo là fra i suoi cani, mi stringe la mano e mi saluta, è con alcuni amici e compagni di cammino, mi fa vedere rapidamente i suoi cani, li indica con affetto e con una punta di gelosia, me ne parla quasi come un padre parlerebbe dei propri figli, li conosce a fondo, ciascuno di loro, è evidente che li ama.

I suoi cani stanno bene, questo lo si vede e lo si percepisce subito, io non ho nemmeno un decimo della sua esperienza, ma l’atmosfera di grande serenità è palpabile, impossibile non accorgersene.

Lo seguo nella sua casa, con noi partecipano alla conversazione la moglie (allevatrice e preparatrice molto esperta ed appassionata), Armando Preti (allevatore da trent’anni), Ciro (prezioso collaboratore e braccio destro di Mauro), Claudio e la moglie (giovani ed entusiasti allevatori che lavorano in stretta collaborazione con il loro amico e mentore).

La conversazione spazia a 360 gradi in tutti gli aspetti che riguardano il Pastore Tedesco.
Mauro Zanzi è risolutamente esplicito e passionale, ho spesso avuto l’impressione che si mordesse quasi la lingua nel tentativo ormai tardivo, di frenare alcuni pareri molto decisi e talvolta fortemente critici.
Quasi subito gli do del tu, viene spontaneo farlo parlando con uomini così diretti e concisi.
“Sai qual è il problema di fondo?” mi dice fissandomi negli occhi, “è uno solo, la mancanza di una vera cultura cinofila in Italia. A tutti i livelli, facci caso”

Mi parla dei suoi viaggi in Germania, Francia e altre nazioni del Nord Europa, descrivendomi con aneddoti ed episodi circostanziati, quanto sia reale e tangibile la profonda cultura cinofila dei cittadini di questi stati.
Ed è vero, basti pensare alla calorosa accoglienza riservata ai cani negli alberghi, nei ristoranti e in moltissimi esercizi commerciali; il concetto di padrone in questi paesi è superato da decenni, il cane viene concepito come amico o come membro della famiglia a pieno titolo.

“e a me i tedeschi non sono poi tanto simpatici, i francesi di meno e gli inglesi meno ancora” mi dice sorridendo “nel senso che io sono fiero di essere italiano, proprio per questo mi spiace molto che da noi non ci sia una cultura del rispetto così profonda” sono d’accordo con lui e mi torna in mente la celebre frase di Gandhi secondo il quale << la civiltà di un nazione si misura dal modo in cui il suo popolo tratta gli animali>>.
Poi il discorso cade sulle sempre più frequenti manifestazioni canine promosse da comitati improvvisati e spesso incompetenti, soprattutto in occasione di fiere paesane.

“questo è vergognoso, queste giurie, non hanno alcun titolo, sono persone che non hanno la capacità e la conoscenza necessaria a poter giudicare” dice accalorandosi.

“la cosa grave, la più grave non sta nel fatto che le facciano, ma nel fatto che molte persone assistono a queste pagliacciate senza sapere che gli organizzatori e i finti giudici con la loro incompetenza arrecano grave danno alla selezione. La gente, normalmente, non conosce la grave minaccia rappresentata ad esempio dalla displasia, ma quel che è scandaloso è che nemmeno gli organizzatori sembrano saperlo e se qualcuno lo sa, se ne frega e tace, perché l’importante per i cagnari che bazzicano in queste fiere è vendere! Pensa che nemmeno si preoccupano di escluderli i cani displasici!”

Mauro non sottovaluta queste manifestazioni scriteriate, come dargli torto? è giusto sapere che la selezione scientifica del Pastore Tedesco viene attuata da un secolo soltanto e si è sviluppata a partire da un notevole meticciamento (sono stati utilizzati molti cani anche molto diversi fra loro) e la razza è da considerarsi ancora “appesa” ( avente cioè i caratteri non stabilmente fissati).

Ciò significa che accoppiamenti sbagliati potrebbero riportare alla luce difetti o tare pericolose e, in ultima analisi potrebbero portare alla disgregazione genetica.

E’ un dovere per tutti coloro che desiderano acquistare un cucciolo di P.T. rivolgersi ad allevatori di provata serietà ed esperienza.

Da questa problematica, spontaneamente, passiamo ad un argomento strettamente connesso e altrettanto preoccupante: il commercio di cani di provenienza pressoché ignota.
Chiedo a Mauro Zanzi se il motivo per cui molta gente si rivolge a commercianti senza scrupoli sia prettamente economico.

“Io credo che se ci fosse più cultura il fenomeno sarebbe quasi insignificante. Comunque molte persone non sono al corrente del fatto che spesso si trovano a pagare cifre spropositate per cani non buoni.

Noi per esempio, di una cucciolata, che è sempre frutto di attente valutazioni, teniamo uno o al massimo due cuccioli, forse qualcun altro ci viene prenotato, ma non essendo nostro scopo riprodurre per vendere, succede che ci troviamo a svendere cuccioli con genealogie anche molto importanti. Davvero, noi vendiamo spesso cuccioli a prezzi quasi simbolici rispetto ai costi sostenuti per le monte, alle cure prestate e al tempo dedicato alle fattrici”

Discorriamo di moltissimi aspetti, per quasi tre ore, gli faccio moltissime domande e ne avrei molte altre ancora.


Qui sotto, troverete le domande che molti utenti di Inseparabile, estimatori e appassionati del pastore tedesco ci hanno rivolto in questi mesi.

Naturalmente abbiamo preferito raggruppare molte domande, che pur essendo formulate in maniera diversa esprimevano quesiti analoghi. Amici di Inseparabile, ci scusiamo se qualche vostra domanda non è stata proposta, ma per rispondere a tutte quelle pervenuteci Mauro Zanzi avrebbe dovuto ospitarmi una settimana.

Buona lettura:

D. 1 Da quanto tempo alleva il Pastore Tedesco?
R. 1 circa 20 anni

D. 2 Quale o quali sono i motivi per cui ha scelto questa razza?
R. 2 sono molti, e potrei parlarne per giorni, però posso dire che nel P.T. ho trovato la perfezione, il Leonardo Da Vinci dei cani

D. 3 Cosa significa, secondo lei, essere oggi un bravo allevatore?
R. 3 significa lavorare seriamente e con capacità per selezionare un P.T. che sia ai massimi livelli e contemporaneamente vuol dire agire con scrupolo e con coscienza.

D.4 A chi in particolare deve molto come appassionato e come allevatore?
R. 4 La prima risposta, la più dura e spontanea sarebbe: a nessuno. Però considerando le centinaia di persone operanti nel settore che ho conosciuto devo dire che ho sempre cercato di ascoltare attentamente le esperienze di numerosi bravi allevatori e anche di molti privati competenti.

D. 5 Ci sono cose che non rifarebbe nella sua esperienza di allevatore?
R. 5 Alla precedente domanda ho risposto che nella mia esperienza ho sempre cercato di ascoltare i consigli altrui, ecco, proprio questa mia caratteristica che mi è servita per crescere come allevatore, allo stesso tempo mi ha portato ad ascoltare troppo spesso i consigli sbagliati, che poi fossero sbagliati per incompetenza o per malizia, non saprei dire.

D. 6 Quali sono le più grandi soddisfazioni raccolte durante la sua attività di cinofilo?
R. 6 Alla fine della giornata, dopo questi vent’anni dedicati anima e corpo ai miei cani, devo riconoscere che la gioia più grande e più vera, la trovo nel rapporto che quotidianamente stabilisco con i miei Pastori Tedeschi. Loro mi danno tantissimo.

D. 7 E qual è o quali sono state le delusioni più cocenti?
R. 7 Purtroppo, e lo dico con grande rammarico, è l’ambiente, il mondo che ruota attorno alla selezione della razza ad avermi amareggiato di più. Non per questioni di selezione, ma più che altro per ragioni politiche, però davvero preferisco non parlarne, anche perché la politica non dovrebbe avere nulla a che fare con il P.T.

D. 8 Quali sono i requisiti ambientali e igienici ai quali lei si attiene e che contraddistinguono un buon allevamento?R. 8 In due parole: pulizia e alimentazione!

D.9 Quanti esemplari sono presenti nel suo allevamento? Quali sono i suoi campioni più rappresentativi?
R. 9 Il numero varia continuamente, dipende dai periodi.

In vent’anni ho avuto il piacere e il privilegio di ospitare molti campioni di fama mondiale, di cani eccellenti ne ho sempre, e chiunque voglia rendersene conto può venire a trovarmi.

Un’altra cosa voglio dire, chi non conosce questo mondo forse non può immaginare la grande disponibilità di tempo e di mezzi che occorre per portare cuccioli ottimi e promettenti ad essere campioni. Quindi non tutti i cani allevati vengono iniziati alla carriera di “garisti”, questo significa che spesso fratelli di campioni con caratteristiche eccellenti, ma non titolati, si possono trovare negli allevamenti di coloro che lavorano con dedizione e serietà.
Farò alcuni nomi di campioni attualmente in allevamento: Yango von Adelplatz (che tengo agli amici dell’allevamento “I Lupi dell’Appennino”), Nero Von Isidora, figli di Valcalore, Sky Light, e tutti gli altri esemplari hanno linee di sangue molto importanti. Alcuni di loro forse non sono campioni titolati, ma io voglio un sacco di bene a tutti i miei cani!

D. 10 C’è un cane che ha lasciato più di tutti un segno nel suo cuore oppure no?
R. 10 Desy del Duca è stata la mia prima femmina, era bellissima, con un carattere meraviglioso, e fu una grande fattrice.

D. 11 Qual è lo scopo principale dell’attenta selezione delle vostre linee di sangue?
R. 11 Migliorare, migliorare continuamente con umiltà e impegno.

D. 12 Quali sono le garanzie sanitarie che il suo allevamento offre in caso di tare e/o di malattie genetiche che si manifestino dopo la cessione del cucciolo?
R. 12 Io sostituisco il cucciolo, questo è accaduto molto raramente, e quand’è successo l’ho sostituito senza problemi.

Voglio però avvertire tutti gli appassionati: fate attenzione ai giudizi di veterinari inesperti, poiché possono sbagliare e confondervi le idee.

Vedete il P.T. è un cane di recente “costruzione” e deve avere degli angoli precisi, dei rapporti definiti, determinate forme. Lo standard è complesso e occorre conoscerlo per esprimere giudizi attendibili e veritieri. La mia non è una polemica nei confronti della categoria dei medici veterinari, poiché so perfettamente che molti di loro sono preziosissimi per il miglioramento per il controllo sanitario della razza, mi basta pensare al grande lavoro che svolge il dottor Claudio Truzzi di Pegognaga (MN), che a parere unanime è uno dei veterinari specializzati nel cane da Pastore Tedesco e conosce bene le problematiche conseguenti l’impreparazione di alcuni suoi colleghi.
Tutto il mondo è paese, ci sono persone capaci e persone incapaci, in tutti i settori.

D. 13 Come si pone rispetto alla diatriba fra i maggiori o minori pregi dei Pastori Tedeschi campioni di bellezza e quelli che invece eccellono nelle discipline “da lavoro”?
R. 13 Purtroppo sono linee diverse, secondo me è un peccato.

D. 14 Lei quale “tipo” privilegia?
R. 14 Io privilegio la Bellezza, anche perché ritengo che la perfezione morfologica sia necessaria alla massima funzionalità, è comunque fondamentale che il cane abbia un ottimo carattere.

D. 15 Crede sia realizzabile la selezione di Pastori Tedeschi che siano morfologicamente-esteticamente molto belli ed al contempo attitudinalmente molto capaci nelle applicazioni da “lavoro”?
R. 15 Se ci fosse la volontà degli allevatori delle due “parti” credo sarebbe possibile, purtroppo è un sogno che richiede molta umiltà, molta pazienza, molto tempo, tanti accoppiamenti.

D. 16 Quali sono le regole fondamentali alle quali Lei si attiene nella selezione?
R. 16 Seguire i grandi maestri tedeschi, e scegliere con cognizione gli accoppiamenti giusti secondo l’obbiettivo che ci si è prefissati; con l’improvvisazione si fanno solo danni.

D. 17 Cosa significa in termini di tempo e di impegno selezionare una propria linea di sangue?
R. 17 Il P.T. è un cane molto giovane, non si può parlare di una propria linea di sangue.

D. 18 Come pensa che si evolverà la selezione futura di questa splendida razza?
R. 18 Sono ottimista, molte persone preparate ci sono e molte ne verranno, nonostante gli intoppi e gli “avventurieri, la buona selezione prevarrà.

D. 19 Come giudica il lavoro di selezione svolto in Italia fino ad ora? (perché? Con quale motivazione?)
R. 19 Ci sarebbe da discutere molto, tutto sommato credo che il lavoro fatto dia buono, ma sono convinto che l’allevamento italiano possa esprimere risultati migliori.

D. 20 Sentiamo spesso parlare di cani acquistati in negozio e provenienti da allevamenti situati nei paesi dell’Europa dell’est, sappiamo che la qualità di questi soggetti spesso è scadente e la salute è sovente cagionevole, lei che ne pensa?
R. 20 Cosa posso dire? Sono completamente contrario a quest’importazione selvaggia, chi ci rimette è la razza del P.T. che rischia di veder compromesso il lavoro di un secolo!

D. 21 Come vengono socializzati i cuccioli nati nel suo allevamento?
R. 21 Noi li portiamo appena possibile al campo di addestramento fra altri cani e in mezzo a molte persone appassionate.

D. 22 Quali sono le differenze caratteriali maggiormente riscontrabili tra un pastore tedesco maschio ed una femmina? A chi consigliare l’uno e a chi l’altra?
R. 22 Le differenze sono molte alcune fondamentali altre sono sfumature caratteriali, per sintetizzare io direi che il maschio è più rude e la femmina più dolce. Questo in generale, ma non è sempre così, l’individualità di ciascun cane si esprime diversamente, indipendentemente dal sesso.
Personalmente io consiglio sempre la femmina, sia ai neofiti che agli appassionati.
Per una serie di motivi: è più pulita (non marca il territorio), più affettuosa, migliore nella guardia, più socializzante.
Nel mio lungo cammino di allevatore ho riscontrato che mentre alcune persone (poche) hanno avuto incomprensioni e difficoltà nella gestione di esemplari maschi, tutti coloro che hanno avuto femmine sono sempre stati molto soddisfatti.

D. 23 Quali invece le peculiarità delle differenti posizioni gerarchiche dei componenti di una cucciolata di pastori tedeschi? Come scegliere e quali sono le relative problematiche di controllo del soggetto?
R. 23 Ecco, in breve si può affermare che ad ogni persona corrisponde un determinato cucciolo, tutto sta nell’accettare le spiegazioni e i consigli dei bravi allevatori e soprattutto nel riconoscere il proprio carattere prima ancora di quello del cane che desiderano.
Succede alle volte che qualcuno voglia cuccioli molto vivaci e “ribelli” senza comprendere che spesso la scelta di esemplari dominanti da parte di persone non adatte ad esercitare un controllo deciso, coerente e continuo sul cane, si riveli tutt’altro che semplice. Alcune persone caratterialmente incapaci di imporre la propria autorità, si sono trovate in condizioni di convivenza con il proprio cane addirittura ingestibili.
A tal proposito voglio che siano chiare due cose: la prima è che quando questo succede è sempre colpa dell’uomo, la seconda è che quando parlo di autorità non mi riferisco per nulla a violenza o coercizione, ma a fermezza, coerenza e sicurezza.

D. 24 Secondo lei che tipo di insegnamento andrebbe impartito ad un pastore tedesco?
R. 24 Inteso in senso “classico” l’addestramento può iniziare dai 6 mesi. Ma già a quattro mesi possiamo iniziare ad educare il cucciolo, l’importante è farlo in maniera blanda senza pretendere o opprimere il piccolo. Del resto non possiamo pretendere che un ragazzino faccia il lavoro di un adulto; è sufficiente avere buon senso.

D. 25 Consiglierebbe un pastore tedesco a coloro che non dispongono di giardino?
R. 25 No, so che molti miei colleghi lo fanno, ma io sono profondamente convinto che non sia un bene per il cane.

D. 26 Quali garanzie deve fornirle una persona interessata all’acquisto di un suo cucciolo?
R. 26 Una sola, deve trattarlo bene, con affetto e con rispetto, proprio come qui da noi.

D. 27 Che tipo di garanzie sanitarie offre il suo allevamento in caso di tare e/o di malattie congenite riscontrate dopo la vendita? E quali vaccinazioni hanno fatto i cuccioli al momento della cessione?
R. 27 La sostituzione del cucciolo se si manifestano tare o patologie genetiche.
Due vaccinazioni, la prima contro la parvovirosi, la seconda contro cimurro-epatite-leptospirosi.

D.28 Come segue il cucciolo ceduto? E Come si sviluppa il rapporto con i nuovi proprietari?
R. 28 Questo dipende molto dai proprietari in genere se posso chiedo che mi portino spesso il cucciolo a vedere e se posso vado volentieri anch’io a trovarlo.

D. 29 E’ disponibile come allevatore quando eventualmente i nuovi proprietari dei suoi cani desidereranno accoppiare il proprio esemplare? (direttamente e/o segnalando altri proprietari..)
R. 29 Sono completamente disponibile, in tutti i modi!

D. 30 Quali sono gli obbiettivi che lei, con il suo lavoro, ritiene di aver raggiunto e quali altri si è prefisso di raggiungere in futuro?
R. 30 Ogni giorno è un giorno nuovo per raggiungere e superare nuovi limiti.

Carpi (Modena), domenica 25 gennaio 2004.

Mauro Zanzi