Croco - Crocus.
Croco (Crocus) - Foto tratta da www.flowerservice.it
Il simbolo di questa bulbosa è la "bellezza" e quindi
l'invio di un mazzo di crochi o di una ciotola di pianticele in piena fioritura
equivale a un garbato complimento.
Inoltre il croco è anche simbolo di "vita" e quindi può
rappresentare l'omaggio più gradito per una fidanzata o per una giovane sposa.
Storia.
Il nome scientifico deriva dal greco krokos che significa
"filamento", a indicare gli stimmi sottili e lunghi che caratterizzano
la corolla.
Queste pianticelle, e soprattutto il C. Sativus, erano conosciute sin
dall'antichità: da esse si ricavava già allora lo zafferano, che serviva per
preparare una pomata detta "unguento crocino".
Descrizione.
La famiglia: Iridacee.
Il genere comprende circa 70 specie.
L'origine: tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
L'aspetto: pianticelle bulbose, perenni.
Le foglie nascono direttamente dal bulbo, sono sottili, scanalate e con le punte
ripiegate verso il basso, biancastre sulla pagina inferiore.
I fiori sono solitari o in gruppo di 2o di 3, a forma di calice alto e stretto,
con petali in colori brillanti, compreso il bianco: spesso sono profumati.
La fioritura avviene in autunno o in inverno, in primavera o in estate secondo
le specie
L'utilizzazione per bordure, macchie, roccaglie, colture in vaso e per la
decorazione spontanea del prato e del sottobosco.
Esigenze e cure.
L'esposizione: in sole o a mezz'ombra.
Il terreno deve essere piuttosto sabbioso; va benissimo la comune terra da
giardino mista ad 1/3 di sabbia e a 1/3 di torba, concimata con fertilizzante
organico.
La piantagione si effettua in ottobre o entro la prima quindicina di novembre; per quanto riguarda i crochi da far fiorire in casa per Natale è bene procedere alla piantagione verso la fine di settembre o all'inizio di ottobre.
Moltiplicazione.
La moltiplicazione avviene per suddivisione dei bulbetti che si formano accanto
al bulbo principale; deve essere effettuata in estate, quando i bulbi (a
fogliame ingiallito) possono essere estirpati e riposti per la successiva messa
a dimora.
I crochi sono pianticelle robuste, tuttavia nelle regioni del
Nord è opportuno proteggerle durante l'inverno con uno strato di foglie secche
o torba, coperture che debbono essere rimosse alla fine di febbraio, quando
cominciano ad apparire i germogli.
Se la stagione fosse particolarmente fredda, è meglio rimandare l'operazione di
scopertura alla metà di marzo, perché i teneri germogli potrebbero essere
danneggiati irreparabilmente dalle ultime giornate fredde o dal vento ancora
gelido.
Dopo la fioritura le foglie dei crochi debbono essere trattate
con particolare cura perché il bulbo possa nutrirsi a dovere; soltanto quando
il fogliame è del tutto ingiallito i bulbi possono essere estirpati.
Prima di riporre i bulbi è consigliabile cospargerli di polvere
anticrittogamica e insetticida. Per quanto riguarda la piantagione, è bene
ricordare che i crochi devono essere interrati alla profondità di 7 cm e alla
distanza di 5 cm l'uno dall'altro, in terreno ben drenato, concimato con
fertilizzante organico.
Una particolare tecnica di piantagione è quella che si può
definire "spontanea", adatta soprattutto al giardino di tipo rustico.
Per ottenere l'effetto di spontaneità basta prendere i bulbi di crochi a
manciate e gettarli via via sul prato, come se si lanciassero dei sassi, e
quindi interrare i bulbi nel punto in cui sono caduti senza badare a distanze o
simmetrie.
Al momento della fioritura le corolle appariranno qua e là, con
effetto di straordinaria freschezza, proprio come accade nei boschi e nei prati
alle piante nate spontaneamente.
I crochi utilizzati in questo modo possono restare in terra per sempre,
lasciando che si moltiplichino spontaneamente, avendo solo l'accortezza di
aggiungere ogni anno altri bulbi, magari di colore diverso.
Nel giro di pochi anni il prato acquisterà una veste primaverile di eccezionale bellezza. La fioritura più suggestiva dei crochi avviene in primavera, ma vi sono specie che fioriscono in varie stagioni dell'anno.
Qui di seguito sono indicate quelle specie che fioriscono
normalmente in primavera o in estate e in autunno o pieno inverno:
crochi invernali e primaverili
- C. Tomasinianus: è tra i primi a fiorire, in gennaio, con corolla
azzurro-malva
- C. Imperati: spontaneo nell'Italia Meridionale, fiorisce in gennaio; i suoi
fiori, molto profumati, sono gialli all'esterno e lilla all'interno
- C. Aureus: fiorisce in gennaio in giallo-arancio, da questa specie sono
derivati molti ibridi
- C. Biflorus: fiorisce in febbraio in bianco o lilla con petali venati di
porpora o di blu
- C. Chrysanthus: fiorisce in febbraio in giallo o arancio, comprende molti
ibridi
- C. Vernus: in febbraio-marzo emette contemporaneamente fiori e foglie: le
corolle sono bianche, lilla, porpora o grigio argento a venature scure
- C. Sieberi: bellissimo, fiorisce in febbraio-marzo con corolle a globo, color
porpora con gola arancio, profumate
- C. Susianus: chiamato dagli inglesi "manto d'oro", viene coltivato
in grandi spiazzi perchèle sue piccole corolle (alte solo 5 cm) diano il
maggior apporto cromatico possibile.
I fiori sono di colore arancio-vivo con strisce marroni-rossastre, appaiono in febbraio-marzo - C. Minimus: spontaneo in Sardegna, emette in marzo piccole corolle giallo-porpora più chiare all'interno
A tutte queste specie si aggiungono i numerosi ibridi ottenuti
dai floricoltori olandesi, in svariati colori e sfumature, con corolle più
grandi delle specie originali e che si presentano in modo particolare alla
coltura in vaso e per bordure. crochi autunnali
- C. Kotschyanus: dalle numerose e bellissime varietà, è tra le più adatte
per la piantagione "spontanea". Fiorisce in agosto-settembre con
corolle rosa-lilla macchiate di arancio
- C. Speciosus: fiorisce in settembre con corolle che vanno dal blu alla
lavanda, all'azzurro
- C. Byzantinus: produce fiori di forma insolita, assai simili ai minuscoli
iris, lunghi 5 cm, blu-porpora all'esterno e color malva striati di argento
all'interno. La fioritura avviene in settembre-ottobre
- C. Sativus: spontaneo nel sud d'Italia, fiorisce in ottobre con fiori lilla e
profumati, dai lunghi stimmi arancio-rosso, da cui si raccoglie lo zafferano
(per avere un etto di zafferano secco, occorrono gli stimmi di circa 20000
fiori)
- C. Longiflorus: spontaneo nell'Italia meridionale, fiorisce da ottobre a
dicembre con corolle a globo, lilla all'esterno e color malva all'interno
profumate.
Scheda realizzata da Marco Finco