Indietro

Altri contenuti

Mirto -  Myrtus communis

Mirto - Myrtus communis

Mirto (Myrtus communis) - Foto tratta da: www.kypros-cyprus.com

 

Nel linguaggio dei fiori il mirto simboleggia la "verginità", per questo un tempo nella coroncina di fiori che ornava la fronte delle fanciulle che andavano spose non mancava mai un ramoscello di mirto, possibilmente in fiore.

Questa usanza è ancora viva in alcune zone mediterranee, come la Grecia e la Spagna, la Sicilia e il Portogallo.

Storia.

Il nome scientifico Myrtus deriva da Myrsine, leggendaria fanciulla greca, uccisa da un giovane da lei battuto nei giochi ginnici e trasformata da Pallade in un arbusto di mirto.

Gli antichi con i frutti di questa pianta preparavano un vino assai gradevole, nonchè vari medicamenti.
Gli speziali di un tempo ne ricavavano invece un'acqua di bellezza conosciuta col nome di "acqua angelica".


Descrizione.

La famiglia: Mirtacee.
Il genere comprende circa 100 specie.
L'origine: zone tropicali e temperate di tutto il mondo.
L'aspetto: alberetti o cespugli.
Le foglie: opposte, semplici, intere, coriacee, quasi sempre aromatiche.
I fiori sono formati da 5 petali e recano al centro un rico ciuffo di stami; il colore varia dal bianco al rosa.
La fioritura: primaverile o estiva.

I frutti sono bacche commestibili, di forma ovoidale, rosse, porpora, bianche o bluastro che maturano verso la fine dell'estate o in autunno.
L'utilizzazione: per la decorazione del giardino e anche del balcone (coltivando in grandi vasi o mastelli profondi 70-80 cm e larghi 60 cm); il mirto si presta alla creazione di arbusti tagliati "in forma" oppure può essere allevato ad alberetto; il suo legno durissimo e di bel colore è molto ricercato per speciali lavori di ebanisteria.

Esigenze e cure.

L'esposizione in pieno sole, a mezz'ombra, in clima caldo e tiepido; nelle regioni settentrionali vive all'aperto anche in inverno soltanto se in posizione ben esposta e previa un'accurata protezione.
Il terreno deve essere composto in parti uguali da terra da giardino, un pò sabbiosa, e da terra di foglie.

Il mirto, che cresce spontaneamente nei boschi propagandosi con grande facilità, se viene coltivato in giardino o sul balcone, ha bisogno di particolari cure, soprattutto per quanto riguarda il problema delle annaffiature. Infatti, queste graziose piante desiderano una discreta umidità durante la tarda primavera e l'estate; mentre all'inizio della buona stagione e in autunno il loro bisogno di acqua è molto relativo.

Quindi, le annaffiature vanno somministrate ogni 5-6 giorni in primavera e in autunno e ogni 3-4 giorni in estate, calcolando da mezzo a un secchio di acqua secondo la mole dell'esemplare.
Le potature, utili a mantenere in forma gli arbusti, si eseguono a fine inverno o eventualmente dopo la fioritura.


Piantagione.

La piantagione si esegue in autunno nelle zone a clima tiepido e in primavera nelle regioni dal clima meno mite.

Moltiplicazione.

La moltiplicazione si effettua per margotta, pe talea semilegnosa in aprile o per divisione dei polloni radicali in primavera avanzata; il radicamento delle talee si compie sotto campane di plastica.

Concimazione.

La concimazione può essere eseguita in due tempi: in autunno con letame o fertilizzante organico in polvere, e dalla primavera a fine estate con somministrazioni mensili di concime minerale completo solubile.

Parassiti.

Il mirto può essere attaccato con una certa facilità dalla cocciniglia, quindi è bene controllarne sempre il fogliame e alla prima apparizione dei parassiti intervenire subito con irrorazioni di olio anticoccidico, facilmente acquistabile presso tutti i negozi di articoli di floricoltura.


Le specie più decorative.

- M. communis: alta sino a 4 m, fiorisce in bianco, con fiori profumati solitari; produce frutti porpora-nerastri; interessante la varietà leucocarpa a frutti bianchi e la varietà variegata con foglie screziate in bianco-crema;
- M. Luma: alta sino a 7 m, ha fiori bianchi e frutti neri;
- M. nummularia: dal portamento prostrato, forma un denso cuscino di vegetazione che in maggio si copre di bei fiori bianchi, mentre in autunno produce frutti rosa fragola;
- M. obcordata: alta circa 4 m, i fiori sono bianchi e i frutti rosso cupo o viola;
- M. tenuifolia: dall'elegante fogliame dal portamento sciolto, fiorisce in bianco; i suoi frutti, variegati e succosi, vengono conservati nell'alcool ed hanno uno squisito sapore;
- M. Ugni o "Guava del Cile": alta circa 2 m e mezzo, fiorisce in bianco-rosa in maggio; i frutti sono bliu-neri, succosi e vengono consumati in vario modo, sia come frutta sia ridotti in conserve.

Scheda realizzata da Marco Finco