Fico D'India - Opuntia.
Fico d'India (Opuntia) - Foto tratta da: http://cssma.org
Due sono i significati simbolici attribuiti al fico
d'India: "ardo per te" e "circospezione"
giustificati dalla presenza delle spine che ricoprono la pianta e che
suggeriscono la massima cautela nel raccogliere i frutti.
Ancor più comprensibili i due significati se si pensa alla bruciante
puntura provocata dalle spine di questa pianta.
Ad ogni modo l'offerta di un piatto di fichi d'India,
ben puliti dalla buccia e gelati, costituisce un omaggio squisito per
chi ama la frutta di sapore esotico.
Storia.
Il nome scientifico Opuntia deriva da quello dell'antica città greca
Opus, dove crescevano piante simili alla cactacea che noi chiamiamo
fico d'India, ma che non proviene dall'Asia Minore bensì dall'America
centrale e meridionale, ossia dalle mitiche Indie verso cui navigò
Cristoforo Colombo.
Infatti la pianta di cui ci stiamo occupando è giunta
in Europa solo nel '500 dopo la scoperta dell'America. Attualmente
essa è diffusissima in Corsica, in Sicilia e in Sardegna, nell'Italia
Meridionale, in Algeria e in Marocco, in Spagna e lungo tutto il
litorale francese sino alla Liguria.
Descrizione.
La famiglia. Cactacee.
Il genere comprende circa 200 specie.
L'origine: America centro-meridionale.
L'aspetto: si tratta di una pianta eretta, ramosa, che può assumere
persino
la forma di un albero con tronco cilindrico formato dall'ammasso delle
foglie, inferiori invecchiate e quasi legnificate.
Le foglie vere e proprie non esistono e quelle che comunemente si
ritengono tali non sono altro che rami (o "cladodi") carnosi
e appiattiti, ovali o ellittici, succulenti, di consistenza tenera, di
colore verde glauco.
Questi cladodi sono ricoperti da spine rigide e lunghe, oppure sottili
e minuscole, secondo la varietà, raggruppate in ciuffetti disposti
simmetricamente che hanno il compito di difendere le gemme
I fiori disposti quasi sempre nella parte superiore dei cladodi, sono
piuttosto belli e grandi, formati da più ordini di petali e sono
gialli, o gialli sfumati di rosso
La fioritura avviene normalmente nella seconda
quindicina di maggio, ma queste prime corolle vengono solitamente
eliminate per costringere le piante a una seconda emissione di corolle
destinate a produrre frutti assai più grossi, dolci e succosi
I frutti sono bacche ovoidali, giallo-albicocca quando sono ben
mature, coperte da una buccia costellata da setole urticanti con punta
ad amo; la polpa interna è dolce e molto aromatica, disseminata di
semi; appaiono fra la tarda estate e l'autunno oppure nel tardo
autunno o addirittura in inverno quando le piante vengono "sbocciolate",
in tal caso i frutti si chiamano "bastardoni"
L'utilizzazione: come pianta da frutto, siepe difensiva
o elemento decorativo per scarpate e rocciati presso il mare; serve
anche come mangime per il bestiame
Esigenze e cure.
L'esposizione: in pieno sole:
Il
terreno di qualsiasi natura.
Poche sono le cure richieste dal fico
d'India, se si eccettua la sbocciolatura allo scopo di ottenere frutti
più grossi e dolci.
Altrettanto consigliabili sono le annaffiature periodiche per rendere
il terreno più fresco
Piantagione.
La piantagione si esegue in primavera e nel tardo autunno.
Moltiplicazione.
La moltiplicazione avviene mediante talea, staccando un cladodo e
sistemandolo, piatto, sul terreno alla profondità di 2-3 cm, dopo
aver smosso con cura la terra.
Parassiti
e malattie.
È importante controllare periodicamente le piante per accertarsi che
sull'O. ficus.indica non appaiano gli scudetti cerosi o i batuffoli
cotonosi della cocciniglia.
Un altro temibile nemico di questa pianta è la mosca;
in tal caso è necessario ricorrere subito ai ripari.
Varietà:
Presso Terracina esiste una coltura specializzata di bastardoni il cui
prodotto viene conteso anche sul mercato estero.
Assai richiesti anche i frutti di origine siciliana, a polpa gialla
(fico d'india surfasiva), a polpa bianca (fico d'india musca redda), a
polpa rossa (fico d'india sanguigno), senza semi (fico d'india
ariddari). I frutti si consumano freschi oppure vengono utilizzati per
estrarne alcool.
Di buon potere nutritivo, sembrano particolarmente indicati per quanti
soffrono di disturbi alle vie rinarie.
Scheda realizzata da Marco Finco