IL MINIGHIRO AFRICANO
(Graphiurus murinus)
Introduzione
Il Mini ghiro africano, conosciuto anche come Minighiro dei boschi, ha una distribuzione che comprende gran parte dell'Africa a sud del Sahara. Il suo habitat, come suggerisce il nome, è principalmente il terreno boscoso o la foresta, ma nell'Africa del sud si avventura fin dentro la savana o sugli affioramenti rocciosi. E' stato visto persino dentro o vicino alle abitazioni umane, anche se non può competere con il ratto nero, vero e proprio coinquilino dell'uomo anche nelle case africane.
Nelle popolazioni che abitano molto a Sud, vicino a Città del Capo quando si avvicina la stagione fredda cominciano ad ingrassare e impigrirsi fino a cadere per alcuni periodi in uno stato di torpore, che non va confuso con un vero e proprio letargo che è prerogativa del ghiro delle zone temperate come ad esempio quello Europeo.
Nella foto un ghiro "nostrano"
La coda, utilizzata come bilanciere per tenersi in equilibrio, è simile alla coda degli scoiattoli. Questa, come avviene per la lucertola può staccarsi per autotomia come meccanismo di difesa. Dobbiamo quindi stare molto attenti quando lo maneggiamo a non trattenendolo per la coda che potrebbe rimanerci in mano. La coda di questi animali, anche se da un lato ha la stessa caratteristica di quella delle lucertole staccandosi in caso di pericolo per permettere la fuga dell'animale, a differenza di quella delle lucertole non può ricrescere.
Alimentazione
In natura hanno una dieta praticamente onnivora, mangiando: semi, frutta, insetti, uova e piccoli vertebrati quali i gechi o le lucertole.
In cattività come alimento fondamentale, può andare bene il mangime per criceti, da integrare con frutta e cibo vivo.
La frutta che si può somministrare al nostro piccolo amico è la pera, la
mela, l'uva, la banana, il pomodoro, l'arancia e il pompelmo. I primi tre
frutti sono quelli che più adorano, gli agrumi quelli che gli piacciono di
meno.
Sebbene la pera è mangiata col gusto, va data con moderazione perché può
causare diarrea. I pezzi di frutta o di cibo in genere sono portati nella
"tana" per essere consumati in sicurezza. In natura, certo, sarebbe
pericoloso mangiare all'aperto con così tanti predatori in giro; molto meglio
portarsi il cibo nel foro di un albero.
Il cibo vivo, che non deve assolutamente mancare, è "composto" da tarme della farina e larve del miele. Sarà difficile capire esattamente quanti ne sono stati consumati, perché gli insetti sono molto veloci ad uscire dalla mangiatoia e seppellirsi nel substrato, e vi accorgerete quanti ne hanno effettivamente mangiati quando, pulendo il substrato troverete gli esoscheletri ripuliti.
Una volta al mese andrebbero forniti degli integratori vitaminici.
Per quanto riguarda l'acqua questa può essere fornita o in una ciotola, che però andrà pulita spesso, oppure con i "biberon a sfera" da appendere alla gabbia
L'alloggio
Avvertimento: questi animali distruggeranno qualunque gabbia costruita in plastica o in legno, questo l'ho imparato a mie spese, quando li avevo messi in un acquario di quelli in plastica e la mattina al loro posto ho trovato solo un piccolo foro in un angolo.
Un terrario in vetro con una buona ventilazione fornita da aperture con retina metallica è la soluzione ottimale. Le decorazioni dovrebbero consistere in tubi, rocce e rami.
In natura, questi animaletti utilizzano erba muschi e licheni per costruire un nido di forma globulare tra i rami in una cavità d'albero, tra le rocce e occasionalmente nei tetti delle case.
Personalmente io utilizzo delle casettine di legno per fornirgli un riparo, queste in origine avevano un unico buco frontale, ma praticamente subito gli animaletti ne hanno scavato un altro con i formidabili denti di cui sono dotati, infatti, anche in natura i loro nidi hanno una seconda uscita per permettergli la fuga nel caso siano attaccati da un predatore (es. un serpente). Alcune persone sconsigliano di usare le cassettine di legno e consigliano quelle in metallo o in plastica, sicuramente più facili da pulire e da disinfettare. Il legno trattiene gli odori, ed è per questo che io lo preferisco poiché questi piccoli animali si affidano principalmente al loro olfatto più che agli altri sensi e credo che la loro casa dovrebbe odorare sempre della loro presenza, a loro non importa di avere un dolce e fresco profumo.
Questo non significa che non dobbiamo pulire la gabbia e la cassettina, ma anzi dobbiamo farlo molto più spesso, ma senza usare prodotti che lascino il loro odore quindi sono da preferire prodotti che evaporino rapidamente.
In mancanza di una cassetta nido, durante il giorno si nasconderanno sotto le pietre e gli altri ornamenti.
Come materiale per foderare il nido possiamo usare dei pezzettini di carta da inserire nella gabbia e che loro stessi porteranno e disporranno all'interno della loro cassettina.
La carta va benissimo anche per ricoprire il fondo del terrario.
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Il comportamento
Strettamente notturno, è una specie facile da tenere ma dovrete stare molto attenti quando lo maneggiate, in quanto sono molto veloci. Sono degli arrampicatori esperti, capaci di arrampicarsi su quasi qualsiasi superficie, basta solo che sia un po' ruvida.
In cattività sono animali gregari, e si vedranno spesso dormire tutti insieme nella stessa scatoletta. Ma attenzione a non aumentarne troppo il numero altrimenti com'è successo a me avrete dei maschi che si uccidono per accaparrarsi un pezzo più ampio di territorio o una femmina in più. In ogni caso il numero delle femmine dovrà essere superiore a quello dei maschi.
Il numero massimo d'individui che ho tenuto in una gabbia è 13, senza osservare nessun segno d'aggressività.
La mia colonia era eccezionalmente silenziosa. Non penso di averli mai sentiti emettere un rumore, ma molti altri allevatori affermano che ha varie tonalità di squittii e quando è allarmato emette un forte strillo.
Allevare
La riproduzione raggiunge il picco nei mesi di primavera ed estate, anche se tendono a riprodursi durante tutto l'arco dell'anno. I cuccioli sono in numero di 4-6 per parto, e pesano circa 3, 5g la gestazione dura circa 6 settimane.
Un esemplare in cattività è vissuto per 5 anni e 9 mesi, anche se questa è probabilmente la durata massima raggiungibile.