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Geochelone Pardalis


Geochelone Pardalis
 




Ordine: Testudines
Sottordine: Cryptodira
Famiglia: Testudinidae
Genere: Geochelone
Specie: Geochelone Pardalis


Provenienza

Proviene dall'Africa ed è diffusa dal sud del Sudan e dell'Etiopia fino al  Sudafrica (Kenya, Tanzania, Malawi, Zambia, Angola, Namibia, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Zimbabwe).

Geochelone Pardalis diffusione


Caratteristiche

La Geochelone pardalis è caratterizzata da un disegno molto bello del carapace simile alle macchie del leopardo, da cui trae il suo nome, con cui sembra mimetizzarsi nella savana.
Il carapace è molto convesso e la sua colorazione può variare molto, da un leggero marrone al giallo con macchie irregolari di marrone più scuro o, al contrario, con uno sfondo marrone scuro e macchie in primo piano più chiare. Ha un  piastrone giallo in cui può essere presente la caratteristica macchiettatura e la pelle può assumere diverse sfumature di marrone.
La testuggine leopardo raggiunge una notevole lunghezza e una lunga vita media, di circa 75 anni.
Mediamente le sue dimensioni si aggirano intorno ai 35/40 cm per 15/20 kg ma eccezionalmente può arrivare ad oltre 60 cm per 40 kg di peso.
Come ogni appartenente al genere Geochelone è priva di scudo nucale.

L'habitat di questa testuggine è molto vario. Predilige le zone semi-desertiche e le savane alberate ma si adatta facilmente anche alle foreste e montagne, passando così da ambienti siti al livello del mare fino a raggiungere i 2.900 m. di altitudine. Presenta quindi una notevole capacità d'adattamento a lunghi periodi di siccità alternati a lunghi periodi di piogge.
Ha un carattere molto solitario in natura, difficilmente aggressivo (tranne che nei rituali d'accoppiamento) ed adattabile all'ambiente. Di giorno è molto attiva con eccezione per le ore più calde in cui cerca rifugio in zone ombrose.

Si conoscono due sottospecie:
Geochelone pardalis pardalis (Bell,1928) che si trova nello Stato del Sudafrica;
Geochelone pardalis babcocki (Loveridge,1935) largamente diffusa nella zona sud- orientale dell'Africa.

Le due sottospecie presentano diverse differenze:

La G. p. pardalis raggiunge dimensioni maggiori, ha un carapace meno convesso e notevolmente allungato e una colorazione molto più scura con chiazze più irregolari ed estese. Sopra ogni scudo sono ben distinguibili due macchie scure, chiamate macchie gemelle. Queste in natura vanno scomparendo a causa della crescita e dell'usura. Il grado delle macchie gemelle differisce da individuo ad individuo ed anche all'interno di una stessa covata alcune testuggini presentano questo particolare disegno altre ne sono completamente prive. Se la tartaruga non possiede le due macchie gemelle non vuol dire che non sia una Geochelone pardalis pardalis ma se sono presenti sulla corazza indicano un'inconfutabile appartenenza a questa sottospecie.
Gli esemplari più giovani sono più chiari. La loro  pelle è anch'essa maculata e tale pigmentazione può scomparire del tutto nelle testuggini adulte.
Le dimensioni che raggiungono i maschi sono maggiori rispetto a quelle delle femmine.
E' presente solo nello Stato del Sudafrica.

La G. pardalis babcocki, oltre ad essere notevolmente più piccola rispetto alla G.p.pardalis e meno affusolata nella forma, ha una convessità del carapace molto più accentuata, una colorazione della livrea molto più vivace data dai nitidi contrasti tra chiaro e scuro con macchie meno diffuse e pigmentazione nera quasi inesistente o del tutto assente sul piastrone. La differenza immediatamente riscontrabile rispetto alla testuggine leopardo sudafricana è data da un'unica macchia nera sopra ogni scudo e dall'assenza delle macchie leopardate sulla pelle. Inoltre le dimensioni delle femmine sono più grandi rispetto a quelle dei maschi.
Il suo areale di distribuzione è molto vasto e comprende tutta l'Africa sud- orientale, dall'Etiopia al Mozambico.

Altre sottospecie presenti nell'Africa sud-orientale, incrocio delle prime due, sono in fase di studio.


Dimorfismo sessuale

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I  maschi hanno un carapace più sottile e allungato, il piastrone è più concavo e termina con una forma spigolosa a "V" a differenza di quello della femmina nettamente piatto che finisce con un incavo più dolce e a "U".
La femmina, inoltre, è distinguibile perché ha il carapace più bombato e una coda più corta e tozza rispetto al maschio che ha invece una coda lunga ed appuntita e le placche sopracaudali molto sporgenti e arcuate.


Cattività

Le G. pardalis hanno bisogno di larghi spazi e di essere ospitate all'aperto quando il tempo lo permette. Un recinto troppo piccolo può causare loro problemi muscolari. Sono animali solitari ed in cattività è necessario garantire loro lo spazio sufficiente per potersi isolare dagli altri esemplari quando ne sentano il bisogno o di potersi nascondere e riposare.
Per una tartaruga leopardo adulta l'habitat deve essere di almeno 120 cm per 240 cm. E' necessario che in una zona siano scavate delle buche per poter predisporre dei rifugi che siano facilmente accessibili dalle tartarughe. All'interno del recinto bisogna sistemare una comoda vasca per l'acqua che permetta loro di bere e bagnarsi ma che al tempo stesso non sia troppo profonda per proteggerle dall'annegamento.
E' preferibile predisporre una zona arida, ben soleggiata ma con erbe selvatiche e piante succulente molto gradite dalla Geochelone pardalis ed una zona più secca con un substrato di  miscele di terreno e sabbia asciutta o corteccia di cipresso.
Questa specie mostra una marcata sensibilità all'umidità. Umidità relative sopra il 70% possono causare problemi respiratori ed è importante dedicare particolare attenzione alle temperature e all'umidità sia in esterno che in ambiente confinato, affinché si possa fornire loro un habitat che sia uniformemente asciutto sia naturalmente o con mezzi artificiali.
In cattività d'inverno è necessario garantire loro una temperatura di 25° C durante la notte e 30°C di giorno.

La G. pardalis pardalis è molto più difficile da riprodurre in cattività rispetto alla tartaruga leopardo più comune. Difficilmente le uova si schiudono in incubatrice. Molti più successi si ottengono quando le uova sono lasciate nel terreno e il clima è simile a quello del loro habitat naturale.

Altro discorso per la G. pardalis babcocki che è molto più adattabile alle temperature e sembra essere più tollerante all'umidità relativa dell'ambiente.
La natalità di questa sottospecie in cattività è notevolmente più alta rispetto alla G. p. pardalis ed è allevata con successo per il suo carattere docile e socievole anche con l'allevatore.


Alimentazione

In natura l'alimentazione di questa testuggine è essenzialmente erbivora e con una preferenza per le essenze succulente e frutti maturi ma povera di proteine animali.
In cattività è un errore nutrirle con cibo molto umido, come lattughe, frutti o cibi cotti perché favoriscono la formazione di parassiti intestinali, diarrea, coliche e anomalie nella crescita, essendo animali abituati a terreni generalmente aridi e quindi con scarsa possibilità di nutrirsi con proteine e frutta. A causa della loro lenta digestione necessitano di una dieta ricchissima di fibre ed è consigliabile nutrirle con pochissima frutta (o evitarla del tutto) perché oltre alla proliferazione dei parassiti alza notevolmente i livelli di acido lattico nell'intestino. E' consigliabile quindi variare molto la loro dieta con erbe selvatiche, evitando la verdura del supermercato che contiene un livello di fibre inadeguato, un eccessivo residuo di pesticidi ed un alto livello di zuccheri. La domanda di calcio è molto alta in questa specie per via della loro straordinaria crescita; può essere integrato nella loro dieta sotto forma d'osso di seppia o calcio carbonato puro.
Letargo
 
Essendo una tartaruga esotica questa specie non va in letargo.


Maturità sessuale

La Geochelone Pardalis in natura raggiunge la maturità sessuale all'età di 12/15 anni ma in cattività questo tempo si assottiglia e generalmente essa è raggiunta verso i 5/ 6 anni dagli individui maschi e verso gli 8 anni dalle femmine.

Durante l'accoppiamento, l'esemplare maschio perde la sua abitudinaria mitezza e insegue la femmina a lungo, dandole morsi alle zampe e alla testa e urtandola con la corazza per bloccarla e costringerla all'accoppiamento.
Dopo un paio di settimane dalla fecondazione, prima di deporre le uova, la femmina urina sul terreno scelto per la deposizione in modo da facilitare l'operazione e scava una buca profonda di almeno 30 cm, deponendo dalle 5 alle 30 uova.
Le deposizioni arrivano fino a sei in un anno a distanza di qualche settimana l'una dall'altra e si ha un lunghissimo periodo d'incubazione di circa 180 giorni ad una temperatura di 28°C o un periodo compreso tra i 130 e 150 giorni per temperature di 30°C con umidità del 70%.
La testuggine leopardo è minacciata in tutta l'area di distribuzione per le catture a scopo alimentare e a causa dei molteplici predatori.


E' inserita in Appendice II della normativa C.I.T.I.E.S.

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Ringraziamo il sito TARTAPORTAL http://www.tartaportal.it Per la realizzazione di questa scheda.