Fabry
22-06-05, 12:27 PM
Una cucciola per infermiera
Riccione - La storia è di quelle che se avesse un lieto fine potrebbe diventare la sceneggiatura di un cartone animato della Walt Disney con una cucciola di delfina per protagonista che salva la vita alla madre gravemente malata coccolandola con il musetto e tenendola sveglia con dei versi dolcissimi per non farla annegare. Purtroppo però il lieto fine della storia di due grampi (specie di delfino poco conosciuta che abita in acque profonde), una madre adulta probabilmente trentenne e la figlia di circa un anno e mezzo, è tutt’altro che scontato perché la mamma sta lottando da sabato mattina per la vita e la cucciola, che da allora non può essere allattata, se dovesse diventare orfana potrebbe non sopravvivere nonostante le cure della Fondazione cetacea di Riccione che domenica notte ha trasferito entrambe nel vecchio Delphinarium sul lungomare, ormai in disuso, dal porto di Ancona in cui erano andate forse a cercare riparo o forse perchè avevano semplicemente perso l’orientamento.Mamma delfina sta male, sta tanto male (è in prognosi riservata) e rischia davvero di lasciare sola quella figlioletta col musetto schiacciato che le è sempre stata vicina anche quando (domenica sera) un pool di sommozzatori, vigili del fuoco, marinai della capitaneria di porto, militari della guardia di finanza e uomini della protezione civile (coordinati dalla Fondazione cetacea) ha accerchiato nella darsena del porto di Ancona i due animali e li ha catturati con una rete. La cucciola era riuscita a scappare trovando una falla grande abbastanza per beffare tutti e riprendere la via del mare, ma poi è tornata a farsi imprigionare insieme alla madre sofferente che non le può neppure dare il latte. Buone buone, le due delfine si sono lasciate caricare su un camion messo a disposizione dalla Regione Marche e adagiate su dei materassi di gomma piuma inumidita hanno viaggiato fino a Riccione dove subito sono state sistemate in una vasca di fortuna.Da allora non hanno mangiato nulla, o quasi. La madre, a tratti catatonica a tratti un poco più vivace, viene tenuta in equilibrio e a galla da un’imbragatura composta da alcune bottiglie vuote usate come galleggianti affinché non si giri su se stessa e non affondi finendo per riempire i polmoni d’acqua attraverso lo sfiatatoio aperto. Durante la notte tra domenica e ieri hanno vigilato sulla sua salute quattro volontari della Fondazione che a turno sono rimasti immersi nella vasca larga quattro cinque metri a monitorare la respirazione e i parametri vitali della delfina. La cucciola, che come la madre per scaramanzia non ha ancora un nome, sembra star molto meglio, ma ha rifiutato i calamari e i pezzetti di pesce che i biologi le avevano dato nel tentativo, risultato purtroppo vano, di farla mangiare. Probabilmente è semplicemente spaventata, ma la rinuncia del cibo rischia anche di rivelare la tenerissima età dell’esemplare, appunto poco più di un anno. Rischia di rivelare che dunque potrebbe non essere ancora stata minimamente svezzata e di conseguenza essere totalmente dipendente dal latte della madre. Ieri sera mamma e cucciola sono state trasferite tramite una grossa gru nella vasca del vecchio Delphinarium. Diventerà un albergo di lusso ma data l’emergenza i proprietari (gli stessi del parco Oltremare) hanno deciso di riempirla di nuovo per salvare la vita ai due grampi. Qui mamma delfina è stata sottoposta a tutte le analisi del caso e a un’ecografia, apparentemente non sembrerebbe accusare nessuna patologia particolarmente grave, però la respirazione desta enormi preoccupazioni perché lo sfiatatoio non si richiude a dovere, quasi fosse lacerato o comunque non funzionante. Di tanto in tanto apre gli occhi, pare guardare curiosa i tanti medici che le stanno attorno e poi ripiomba nell’apatia che davvero potrebbe farla soffocare.I volontari avrebbero voluto portare i due grampi a Oltremare, nelle grandi vasche della laguna, ma sarebbe stato rischioso per la salute di Pelè e tutti gli altri tursiopi che ogni giorno offrono una spettacolo unico a grandi e piccini (umani). Per questo è stata scelta la vecchia vasca del lungomare e per questo veterinari e biologi hanno imposto a tutti l’uso di una mascherina protettiva per evitare di essere contaminati da eventuali malattie tramite l’aria che fuoriesce dagli sfiatatoi.Quella di oggi sarà una giornata importante, forse più di quella di ieri perchè bisognerà verificare se quella piccola goccia di ottimismo accesa in tarda serata da mamma delfina che ha mangiato un calamaro, uno in tutto, sarà sostenuta da miglioramenti significativi che ieri non ci sono stati. Bisognerà vedere soprattutto se la piccola avrà mangiato un latte realizzato per la specie a cui appartiene e fatto arrivare apposta dalla Germania appena scattata l’emergenza. I volontari proveranno prima con una sorta di biberon per delfini, ma le possibilità di successo sono talmente basse che i veterinari ieri pomeriggio si stavano già preparando per intubare la cucciola. E’ una lotta disperata e strappalacrime perché nessuno, neppure i veterinari più anziani ed esperti, aveva mai avvistato due grampi, mammiferi da profondità quasi estreme, avvicinarsi insieme così tanto alla costa né avevano mai visto una cucciolotta coccolare continuamente la madre per tenerla in vita. Se vivrà la mamma certamente ce la farà anche la figlia. Diversamente il finale potrebbe essere davvero brutto.
Corriere Romagna
Riccione - La storia è di quelle che se avesse un lieto fine potrebbe diventare la sceneggiatura di un cartone animato della Walt Disney con una cucciola di delfina per protagonista che salva la vita alla madre gravemente malata coccolandola con il musetto e tenendola sveglia con dei versi dolcissimi per non farla annegare. Purtroppo però il lieto fine della storia di due grampi (specie di delfino poco conosciuta che abita in acque profonde), una madre adulta probabilmente trentenne e la figlia di circa un anno e mezzo, è tutt’altro che scontato perché la mamma sta lottando da sabato mattina per la vita e la cucciola, che da allora non può essere allattata, se dovesse diventare orfana potrebbe non sopravvivere nonostante le cure della Fondazione cetacea di Riccione che domenica notte ha trasferito entrambe nel vecchio Delphinarium sul lungomare, ormai in disuso, dal porto di Ancona in cui erano andate forse a cercare riparo o forse perchè avevano semplicemente perso l’orientamento.Mamma delfina sta male, sta tanto male (è in prognosi riservata) e rischia davvero di lasciare sola quella figlioletta col musetto schiacciato che le è sempre stata vicina anche quando (domenica sera) un pool di sommozzatori, vigili del fuoco, marinai della capitaneria di porto, militari della guardia di finanza e uomini della protezione civile (coordinati dalla Fondazione cetacea) ha accerchiato nella darsena del porto di Ancona i due animali e li ha catturati con una rete. La cucciola era riuscita a scappare trovando una falla grande abbastanza per beffare tutti e riprendere la via del mare, ma poi è tornata a farsi imprigionare insieme alla madre sofferente che non le può neppure dare il latte. Buone buone, le due delfine si sono lasciate caricare su un camion messo a disposizione dalla Regione Marche e adagiate su dei materassi di gomma piuma inumidita hanno viaggiato fino a Riccione dove subito sono state sistemate in una vasca di fortuna.Da allora non hanno mangiato nulla, o quasi. La madre, a tratti catatonica a tratti un poco più vivace, viene tenuta in equilibrio e a galla da un’imbragatura composta da alcune bottiglie vuote usate come galleggianti affinché non si giri su se stessa e non affondi finendo per riempire i polmoni d’acqua attraverso lo sfiatatoio aperto. Durante la notte tra domenica e ieri hanno vigilato sulla sua salute quattro volontari della Fondazione che a turno sono rimasti immersi nella vasca larga quattro cinque metri a monitorare la respirazione e i parametri vitali della delfina. La cucciola, che come la madre per scaramanzia non ha ancora un nome, sembra star molto meglio, ma ha rifiutato i calamari e i pezzetti di pesce che i biologi le avevano dato nel tentativo, risultato purtroppo vano, di farla mangiare. Probabilmente è semplicemente spaventata, ma la rinuncia del cibo rischia anche di rivelare la tenerissima età dell’esemplare, appunto poco più di un anno. Rischia di rivelare che dunque potrebbe non essere ancora stata minimamente svezzata e di conseguenza essere totalmente dipendente dal latte della madre. Ieri sera mamma e cucciola sono state trasferite tramite una grossa gru nella vasca del vecchio Delphinarium. Diventerà un albergo di lusso ma data l’emergenza i proprietari (gli stessi del parco Oltremare) hanno deciso di riempirla di nuovo per salvare la vita ai due grampi. Qui mamma delfina è stata sottoposta a tutte le analisi del caso e a un’ecografia, apparentemente non sembrerebbe accusare nessuna patologia particolarmente grave, però la respirazione desta enormi preoccupazioni perché lo sfiatatoio non si richiude a dovere, quasi fosse lacerato o comunque non funzionante. Di tanto in tanto apre gli occhi, pare guardare curiosa i tanti medici che le stanno attorno e poi ripiomba nell’apatia che davvero potrebbe farla soffocare.I volontari avrebbero voluto portare i due grampi a Oltremare, nelle grandi vasche della laguna, ma sarebbe stato rischioso per la salute di Pelè e tutti gli altri tursiopi che ogni giorno offrono una spettacolo unico a grandi e piccini (umani). Per questo è stata scelta la vecchia vasca del lungomare e per questo veterinari e biologi hanno imposto a tutti l’uso di una mascherina protettiva per evitare di essere contaminati da eventuali malattie tramite l’aria che fuoriesce dagli sfiatatoi.Quella di oggi sarà una giornata importante, forse più di quella di ieri perchè bisognerà verificare se quella piccola goccia di ottimismo accesa in tarda serata da mamma delfina che ha mangiato un calamaro, uno in tutto, sarà sostenuta da miglioramenti significativi che ieri non ci sono stati. Bisognerà vedere soprattutto se la piccola avrà mangiato un latte realizzato per la specie a cui appartiene e fatto arrivare apposta dalla Germania appena scattata l’emergenza. I volontari proveranno prima con una sorta di biberon per delfini, ma le possibilità di successo sono talmente basse che i veterinari ieri pomeriggio si stavano già preparando per intubare la cucciola. E’ una lotta disperata e strappalacrime perché nessuno, neppure i veterinari più anziani ed esperti, aveva mai avvistato due grampi, mammiferi da profondità quasi estreme, avvicinarsi insieme così tanto alla costa né avevano mai visto una cucciolotta coccolare continuamente la madre per tenerla in vita. Se vivrà la mamma certamente ce la farà anche la figlia. Diversamente il finale potrebbe essere davvero brutto.
Corriere Romagna