Dejanira
02-09-04, 09:21 AM
«Più difficile punire chi maltratta animali»
Il procuratore spiega i paradossi della legge Giustizia
«Chi lascia un cane a soffrire al caldo
in macchina ora non rischia nulla. E in carcere in realtà non finirà nessuno»
Il procuratore Stefano Dragone. Per i migliori amici dell´uomo la nuova legge non sempre sarà più favorevole.
Il procuratore della Repubblica Stefano Dragone ha letto con attenzione la nuova legge che punisce i maltratta o abbandona animali. L´ha studiata con il piglio del magistrato ma anche con gli occhi di chi è sensibile a questo tema. Il giudizio finale non è tenero. Dragone, infatti, spiega che la legge così com´è non consente di punire chi colposamente maltratta un animale. Inoltre anche lo sbandierato inasprimento delle pene, che ora possono arrivare fino all´arresto, è più di forma che di sostanza: «È ragionevole pensare - dice Dragone - che in realtà mai nessuno finirà in carcere per aver maltrattato un animale».
Procuratore, qual´è la sua impressione su questa nuova, discussa legge?
Diciamo subito che lo spirito della legge è sicuramente condivisibile. Va rilevato però che il delitto di maltrattamenti nei confronti di animali - punito con multa o in alternativa con la reclusione - ha due conseguenze. Primo, di fatto il giudice applicherà sempre la multa. Secondo, la norma non punisce chi lascia un cane a soffrire il caldo in macchina. Questo perché non sono sanzionati i comportamenti colposi.
Quindi chi tiene il cane alla catena, in inverno in condizioni igieniche non buone non potrà essere denunciato?
Diciamo che avrà buoni margini per difendersi sostenendo che nessuno aveva mai detto nulla e che il cane è sempre stato benone in quelle condizioni. Per il giudice ravvisare il reato potrebbe essere difficile.
La vecchia legge però puniva questi comportamenti...
La vecchia normativa, pur con pene insufficienti, permetteva all´autorità giudiziaria un più ampio margine di intervento. Adesso le sanzioni sono decisamente più severe, ma saranno adottate in casi più limitati.
L´aver previsto l´arresto potrebbe essere un utile deterrente?
La stampa ha enfatizzato questo aspetto. Da un punto di vista sociologico ha fatto bene. Ma il giurista non può esimersi dal ricordare che questa previsione in realtà è assolutamente teorica.
Vuol dire che nessuno mai finirà in galera per aver picchiato a morte un cane?
Per i casi più gravi è prevista la condanna a pena detentiva, ma la reclusione verrebbe sospesa in attesa di una decisione del Tribunale di sorveglianza. E non credo che in questi casi si arriverà mai a disporre il carcere, al massimo ci sarà qualche caso di detenzione domiciliare.
Ma questo è un problema di tutto il nostro sistema giudiziario: le pene sono più teoriche che reali.
Piuttosto che minacciare possibilità di arresto che mai si concretizzeranno, personalmente vedrei più utili per un reato come il maltrattamento di animali prevedere in caso di condanna attività riparatorie e rieducative, come l´obbligo a prestare attività in un canile.
L'ADIGE - TRENTO
Il procuratore spiega i paradossi della legge Giustizia
«Chi lascia un cane a soffrire al caldo
in macchina ora non rischia nulla. E in carcere in realtà non finirà nessuno»
Il procuratore Stefano Dragone. Per i migliori amici dell´uomo la nuova legge non sempre sarà più favorevole.
Il procuratore della Repubblica Stefano Dragone ha letto con attenzione la nuova legge che punisce i maltratta o abbandona animali. L´ha studiata con il piglio del magistrato ma anche con gli occhi di chi è sensibile a questo tema. Il giudizio finale non è tenero. Dragone, infatti, spiega che la legge così com´è non consente di punire chi colposamente maltratta un animale. Inoltre anche lo sbandierato inasprimento delle pene, che ora possono arrivare fino all´arresto, è più di forma che di sostanza: «È ragionevole pensare - dice Dragone - che in realtà mai nessuno finirà in carcere per aver maltrattato un animale».
Procuratore, qual´è la sua impressione su questa nuova, discussa legge?
Diciamo subito che lo spirito della legge è sicuramente condivisibile. Va rilevato però che il delitto di maltrattamenti nei confronti di animali - punito con multa o in alternativa con la reclusione - ha due conseguenze. Primo, di fatto il giudice applicherà sempre la multa. Secondo, la norma non punisce chi lascia un cane a soffrire il caldo in macchina. Questo perché non sono sanzionati i comportamenti colposi.
Quindi chi tiene il cane alla catena, in inverno in condizioni igieniche non buone non potrà essere denunciato?
Diciamo che avrà buoni margini per difendersi sostenendo che nessuno aveva mai detto nulla e che il cane è sempre stato benone in quelle condizioni. Per il giudice ravvisare il reato potrebbe essere difficile.
La vecchia legge però puniva questi comportamenti...
La vecchia normativa, pur con pene insufficienti, permetteva all´autorità giudiziaria un più ampio margine di intervento. Adesso le sanzioni sono decisamente più severe, ma saranno adottate in casi più limitati.
L´aver previsto l´arresto potrebbe essere un utile deterrente?
La stampa ha enfatizzato questo aspetto. Da un punto di vista sociologico ha fatto bene. Ma il giurista non può esimersi dal ricordare che questa previsione in realtà è assolutamente teorica.
Vuol dire che nessuno mai finirà in galera per aver picchiato a morte un cane?
Per i casi più gravi è prevista la condanna a pena detentiva, ma la reclusione verrebbe sospesa in attesa di una decisione del Tribunale di sorveglianza. E non credo che in questi casi si arriverà mai a disporre il carcere, al massimo ci sarà qualche caso di detenzione domiciliare.
Ma questo è un problema di tutto il nostro sistema giudiziario: le pene sono più teoriche che reali.
Piuttosto che minacciare possibilità di arresto che mai si concretizzeranno, personalmente vedrei più utili per un reato come il maltrattamento di animali prevedere in caso di condanna attività riparatorie e rieducative, come l´obbligo a prestare attività in un canile.
L'ADIGE - TRENTO